Premessa: One-shot sul passato di
Sharon, spero che alcuni punti della saga vi saranno un pochino più chiari!Buona
lettura!
DIFESA
Il sole è così bello e luminoso.
Caldo e gentile.
Un raggio di esso sfiora una mia spalla, mentre mi avvicino
alla finestra di camera e osservo il giardino dal vetro.
Mi ci inginocchio di fronte.
Un piccolo coriandolo colorato cattura il mio sguardo.
Una piccola ma bellissima farfalla sbatte le ali
velocemente, spostandosi altrettanto velocemente sul petalo del fiore che tengo
sul davanzale.
E’ nera e azzurra, persa in un oceano verde e rosa.
Quanto vorrei essere libera come lei.
Per una sola volta nella mia vita.
Una.
I miei infantili occhi da bambina si riempiono di lacrime.
La vista mi si distorce, e i colori e la realtà si fondono
in modo anomalo.
Vorrei condurre una vita normale, come tutti.
Ma non posso.
Dicono che l’amore è tutto ed è una cosa meravigliosa, beh,
a me ciò mi soffoca.
Taglia le ali alla mia indole curiosa, che ha voglia di
vivere.
Sono stufa di vivere in una campana di vetro, tra due
fratelli e un padre che mi fanno vedere la realtà filtrata.
Voglio vivere anche io come loro.
Avere amici.
Certo, sono ancora poco più di una bambina, ma in realtà
sono molto di più.
Sono un adulto chiusa nel corpo di una bimba di soli nove
anni.
Il mio quoziente intellettuale in modo anomalo è troppo alto
e ne risento.
Non riesco a comportarmi come una bimba della mia età.
Tendo a fare l’adulta e la mia sete di conoscenza è enorme.
Come la voglia di essere indipendente all’esagerato
protezionismo dei miei fratelli.
Non c’è cosa che io faccia senza avere mio fratello maggiore
Justin al mio fianco destro e l’altro mio fratello maggiore Jay sull’altro.
Mi stanno col fiato sul collo, soffocandomi di attenzioni
incessanti.
Ogni volta è sempre la solita storia…
<< Jazz, tira sono pronta! >> incito mio
fratello di fronte a me, distante di qualche metro.
Il mio fratellone mi sorride soddisfatto e mi lancia il
pallone, giocando con me a fare due tiri a calcio qui al parco.
Non capisco perché non mi ci porti quasi mai, è stupendo.
Peccato che non ci sia nessuno.
Mi guardo attorno.
Il luogo è bagnato ovunque.
E’ piovuto questa mattina, sarà per questo.
Poi un rumore mi distrae quando sto per tirare il
pallone.
<< Mamma! Lo scivolo! >> urla un bambino di
forse un anno o due meno di me alla madre, che lo guarda affettuosa.
Osservo la scena rapita.
La madre gli vuole così bene…
Perché Maddison è in quel modo con i miei fratelloni e
con me no?
E’ perché sono una bimba e voleva un maschio?
La scena è davvero bellissima.
La madre lo segue mentre gioca, lo incoraggia quando ha
paura di scivolare troppo velocemente dal gioco, o lo spinge quando vuole
andare sull’altalena.
E’ la cosa più bella che ci sia al mondo: la felicità di
una madre con il proprio bimbo.
Le lacrime mi salgono agli occhi.
All’improvviso mi sento sollevare e prendere in collo da
mio fratello e portarmi subito via da lì.
Si, ora ho capito perché Justin mi porta sempre qui
quando non c’è nessuno…
Solo quella volta lì capii tutto.
Non ho mai più chiesto di accompagnarmi lì da nessuno.
Mi faceva troppo male la mancanza di una mamma.
Maddison e papà stanno discutendo ancora per colpa mia.
Le loro urla mi intimoriscono ma ciò che si urlano
addosso mi fa solo più paura.
<< Ti sembra un comportamento maturo? Porti Jay per
farlo stare con Justin e non per Sharon. Se è in stanza la ignori o non la
guardi. Ti sembra un comportamento da madre? >> papà le bercia
spaventosamente.
<< Non parlarmi di comportamento, tu! Se lei è qui
è per colpa tua! Non avrei mai tradito Roger e lei non sarebbe un errore, un
incidente! >> Maddison controbatte con lo stesso tono.
<< Come puoi definire la nostra bambina un errore!
Ma ti senti? >> papà alza di un’altre due ottave la voce.
Sembra che i muri tremino.
<< Lei non è la mia bambina! >> è più di un
urlo.
E’ la cruda e vera realtà.
Mi tappo le orecchie, premendomi forte le mani sopra.
Le lacrime mi scendono giù e piango dietro la porta del
corridoio.
Perché lei non mi vuole bene.
Qualsiasi cosa io faccia lei non me ne vorrà mai quanto
ai miei due fratelli.
Non mi ha mai voluta, sono un errore.
Due braccia mi sollevano trascinandomi in una stanza al
buio.
Quando sento il profumo della persona che mi abbraccia,
ricambio sfogandomi in lacrime amare.
<< Non piangere sorellina…>> Jay tenta di
consolarmi, ma neanche lui può nulla contro il mio dolore.
Torno alla realtà e le lacrime scorrono a fiotti.
Cerco di calmarmi e mi levo le lacrime dal viso, con la
manica del vestitino.
Mi alzo e corro a lavarmi il viso.
Papà e i miei fratelli sono la mia famiglia e loro mi
bastano.
Anche loro mi vogliono bene, e capisco la loro delicatezza
che si traduce nel proteggermi da tutto e tutti.
Soprattutto da scene quotidiane che potrebbero farmi del
male.
Ma io voglio lasciarmi alle spalle tutto.
E ci riuscirò, perché anche un errore si merita un
opportunità per correggersi.
Fisso attenta il mio volto riflesso nel vetro dello
specchio.
E’ scritto nelle mie calde lacrime sofferenti.
Angolino autrice:
Fatemi sapere se vi è piaciuto e se volete qualche
altro chiarimento, chiedete pure!
Alla prossima!
^_^ KISSES!