Messaggio
dell’autrice: Wow, questo è il mio
primo tentativo in assoluto di scrivere una fan fiction…sono
davvero emozionata >///< Vi prego di lasciare un
commentino perchè ho un disperato bisogno di consigli per
sapere cosa migliorare: quindi niente peli sulla lingua e siate
sinceri, mi raccomando! *3*
BIP BIP BIP
Nyota mugugnò contrariata, affondando ancora di
più il viso nel cuscino.
Non può
essere già mattina… pensò
sgomenta mentre si raggomitolava stretta stretta sotto le coperte nel
vano tentativo di ignorare la cruda realtà. Adesso chiudo gli occhi e me ne
ritorno nel mondo dei sogni…
BIP BIP BIP
“E va bene…” sbottò, e
cominciò a lottare per spingere via le coperte che ora
l’avvolgevano come una seconda pelle. L’impresa,
però, si stava rivelando più ardua del previsto.
BIP BIP BIP
“Okay okay, hai vinto… interrompere il
programma!” biascicò mentre riusciva finalmente a
liberarsi dagli ultimi residui di lenzuolo e controllava
l’orario con gli occhi ancora pieni di sonno.
Secondo il suo piccolo orologio da comodino mancava niente meno che
un’ora e mezza all’inizio del suo turno di lavoro
in sala controllo. Il che voleva dire che per l’ennesima
volta quel dannato aggeggio aveva modificato da solo il timer da lei
impostato con tanta cura la sera precedente. Diavolo! Non farei neanche in
tempo a riaddorment-
BIP BIP BIP
Ehi, ma allora non ci siamo proprio capiti! pensò irritata.
“Computer, interrompere immediatamente il
programma!” disse con foga.
Fortuna che il tecnico doveva averlo aggiustato… Ricordava
ancora il commento che quest’ultimo le aveva rivolto dopo
aver esaminato la situazione: “Non si preoccupi tenente
Uhura, non è niente di serio. Massimo un paio
d’ore e glielo faccio tornare come nuovo!”
Sì come no… gran bel lavoro,
pensò scettica.
Sedette in silenzio qualche secondo sul bordo del letto per assicurarsi
che questa volta l’ordine fosse stato eseguito correttamente
e, soddisfatta dall’assenza di quel BIP alquanto snervante,
si avviò stiracchiandosi come un gatto verso il bagno.
Chiederò a
Scotty, pensò sbadigliando, lui saprà
senz’altro rimetterlo a posto.
°°°°°°°°°°°°
Nyota approfittò dell’ora in più che il
computer le aveva generosamente concesso per darsi una rinfrescata e
lavarsi i capelli. Poi, una volta rientrata in camera, si
vestì con infinita calma e dopo essersi sistemata
l’uniforme, si legò i morbidi capelli neri nella
lunga coda di cavallo che ormai la caratterizzava.
Fu solo dopo essersi chinata per infilarsi gli stivali che
notò qualcosa di strano spuntare da sotto il letto: era una
piccola pallina bianca e pelosa, parzialmente nascosta da un lembo
della coperta gettata scompostamente sul materasso.
E quello
cos’è? si chiese
incuriosita, avvicinandosi e scostando con cautela il copriletto.
Rimase letteralmente a bocca aperta dallo stupore. Non poteva credere
ai suoi occhi, o meglio, non voleva: di fronte a lei giaceva un tribble
in carne ed ossa, ricoperto da una folta pelliccia vaporosa e
accompagnato dal caratteristico ronfare rilassante.
La mente della ragazza impiegò qualche secondo a capacitarsi
di quella terribile quanto inaspettata vista.
Come cavolo
c’è finito questo coso in camera mia?
pensò sgomenta. Scotty
ci aveva assicurato di averli teletrasportati tutti sulla nave
klingoniana, nessuno escluso!
Improvvisamente le balenò davanti agli occhi
l’immagine di un Kirk letteralmente sommerso da quegli
animaletti, al ricordo di quando, qualche tempo prima,
l’Enterprise ne era stata infestata da cima a fondo. Non lo
aveva mai visto tanto arrabbiato. Alla fine tutto si era risolto nel
migliore dei modi, ma il capitano, ancora sull’orlo di una
crisi di nervi, aveva minacciato la corte marziale per chiunque, in
futuro, avesse osato portare anche solo uno di quegli innominabili
esserini a bordo della nave. E ora chi è che ne trovava uno
sotto il suo letto? Ma Nyota ovviamente! Proprio lei che, tra
l’altro, era stata la diretta responsabile del precedente
incidente-tribble.
Oddio, mi
mangerà viva… pensò
rabbrividendo al solo pensiero. D’altronde
però non posso mica fare finta di niente e smollarlo libero
in giro per la nave, sennò altro che allevamento! Ci
ritroveremmo sommersi da questi batuffoli ronzanti nel giro di qualche
ora! Sembrava che non ci fossero alternative: doveva
immediatamente informare chi di dovere.
Ok, piccolo...
Raccolse il tribble con estrema delicatezza, stando ben attenta a non
schiacciarlo, e fece per alzarsi. Andiamo
a fare una visitina al capitano…EHI!
Improvvisamente, l’animaletto incominciò a
contorcersi violentemente tra le mani di Nyota che, colta alla
sprovvista, lo lasciò andare con un gridolino di stupore. Il
tribble cadde con un lieve tonfo sul pavimento e schizzò
rotolando verso la porta, che si aprì con un leggero fischio
lasciandolo passare indisturbato. Sconcertata, Nyota balzò
subito in piedi e, inciampando goffamente negli stivali ancora mezzi
slacciati, lo seguì a ruota fuori dalla
camera…solo per trovarsi in un corridoio completamente
vuoto.
In preda all’agitazione, girò freneticamente la
testa a destra e a sinistra nel disperato tentativo di individuare
l’ospite indesiderato. Niente da fare: il tribble sembrava
essere scomparso nel nulla.
Ma è assurdo!
pensò confusa. I tribble sono creature
sedentarie che non riescono a muoversi neppure in caso di pericolo,
è assolutamente impossibile che questo riesca addirittura a
saltare! E poi sono sicurissima di aver bloccato la porta ieri sera,
prima di andare a letto…
Con gli occhi chiusi, si passò nervosamente una mano sul
viso e trasse un paio di profondi respiri, ripetendo mentalmente il
mantra che Spock le aveva insegnato per combattere l’ansia.
Purtroppo però la tecnica di rilassamento non stava sortendo
l’effetto sperato. Sbuffò stizzita, e, saltellando
impacciata sul posto, finì di sistemarsi gli stivali.
Adesso sì che
sono nei guai… pensò mesta, mentre
si avviava velocemente verso la sala controllo.
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