seguiyyo meròin muto
Camelot bruciava, sollevando
turbini di fumo, cenere e scintille. Le campane lanciavano
richiami d'allarme nella notte, mentre la gente rimaneva
impietrita a guardare col cuore in gola l'intera città,
che vemiva divorata dall'incendio. Chi poteva, si affannava a
gettare l'acqua per domare il fuoco, schiacciando le fiamme con fascine
e scope. Il vento portava ovunque l'odore acre del fumo, intossicando
l'aria.
Nelle coltri della notte una figura alata si aggirava indisturbata,
lanciando fiamme di colore ocra delle fauci. I soldati, comandati
dal principe Arthur, erano posizionati sui bastioni delle
mura con le balestre, che puntavano in direzione del maestoso Drago. Ma
la sua pelle sembrava impenetrabile. Centinaia di colpi erano andati a
segno, ma lui sembrava non accorgersene.
Tutto era iniziato circa una settimana prima, dove la vita scorreva
tranquilla tra le mura della città. Quando calarono le tenebre,
era suonato l'allarme.
Nessuno sapeva cosa stava accadendo. La gente urlava, scappando in
cerca di un posto sicuro. Arthur e i suoi cavalieri, allora, scesero
nella piazza principale, pronti ad affrontare l'ignoto. Ma nessuno si
sarebbe mai immaginato che si potesse trattare di un Drago.
Era una creatura dell'Antica Religione, maestosa quanto potente, venuta
a reclamare vendetta per lo sterminio della sua razza per mano di Uther.
Nessuna arma tradizionale sembrava avere effetto contro l'ira della bestia.
Il Re aveva fatto chiudere le porte d'accesso per la città e
aveva ordinato a tutta la popolazione di rifugiarsi tra le mura
del castello, che era diventata una prigione. Solo di giorno, quando il
Drago finalmente cessava di attaccare, tutti si affacendavano nel
recupero dei morti e dei feriti in battaglia.
Le cose stavano precipitando: le scorte di cibo cominciavano a
scarseggiare; sempre più uomini in grado di tenere un'arma in
mano morivano notte dopo notte; le mura del castello non avrerebbero
retto ancora per molto.
Per questo Arthur si crogiolava nel rendersi conto della sua
impotenta a tutto ciò. Era anche lui un misero uomo che cercava
di sopravvivere alla devastazione che era scesa sul suo regno. Il
suo coraggio e la sua abilità con la spada non servivano a molto.
Alle prime luci dell'alba, quando il Drago si ritirava, lui, come tutti
gli uomini che lo combattevano, tornava nella sua stanza per
riposare qualche ora e poi dare una mano come poteva.
Quando quella mattina si rititrò nei suoi alloggi, non si
aspettava di trovare qualcuno che stava attendendo il suo ritorno: una figura
avvolta da un lungo mantello da viaggio stava dinnanzi alla sua
finestra. Non appena lo vide, esclamò sorpreso: - Che cosa ci
fate nelle mie stanze? -
Lo sconosciuto si girò verso il principe. Con le mani
abbassò il cappuccio, scoprendo il viso di una donna bellissima,
incorniciata da lungi boccoli castani e due occhi di ghiaccio. La sua
pelle era così chiara da essere quasi trasparente. Arthur non
aveva visto una donna così bella.
- Finalmente ho il piacere d'incontrarvi, Arthur Pendragon. - Disse con la sua voce gentile.
- Chi siete? Non vi conosco? - Domandò il principe, incuriosito.
- Il mio nome è Nimueh. Sono la sacerdotessa di Avalon. Ma credo
che sappiate già chi sono. Sicuravente vi hanno parlato di me. -
Certo che conosceva il suo nome, Merlin era andato in suo soccorso
contro Morgana. A quel pensiero un peso allo stomaco si formò.
- Ho già sentito parlare di voi. - Pronunciò con voce grave. - Che cosa volete da me? -
- Sono venuta per darvi un consiglio, se me lo permettete. -
- Non voglio essere scortese, ma non ho tempo da perdere contro i
vostri giochetti. Il mio regno è sotto attacco e io necessito di
riposo.
Così se volete scusarmi, andrei a dormire. - Pronunciò
acido. Il fatto che davanti a lei ci fosse una strega e che per
lo più giocava agli indovinelli, gli faceva andare il
sangue al cervello. La ferita che Merlin aveva lasciato, bruciava
ancora.
- Se vi sta al cuore Camelot, dovete ascoltarmi. -
- Va bene. Ma fate in fretta. -
- Quanto siete impaziente - Pronunciò ella col sorriso
sulle sue labbra soffici e delicate. - Una qualità che non gli
sarà passato inosservato. - Mormorò tra sé. Ma il
principe finse di non aver sentito, o forse meglio dire, che non
voleva capire.
- L'unica soluzione per fermare il Drago è chiamare un Signore Dei Draghi. -
- Un Signore Dei Draghi? -
- Esistono dall'origine dei tempi, cioè da quando esitono i
Draghi. Essi hanno la capità di domarli e controllare le loro
volontà. -
- Allora basta cercarne uno. - Esclamò entusiasta Arthur. Forse c'era una speranza per salvare Camelot.
- Mi dispiace dirvi che vostro padre li ha sterminati tutti. -
- Ma allora... questo significa che Camelot sarà distrutta. - Ribadì Arthur.
- Ancora non è tutto perduto. Rimane ancora una speranza
per Camelot. L'ultimo Signore Dei draghi è sfiggito alla Grande
Purga. -
- Ditemi il suo nome e dove posso trovarlo. -
- Credo che voi lo conosciate già. - Disse Nimueh
fissandolo intensamente negli occhi. - Il suo nome è
Emrys. -
A quel nome il giovane Pendragon si immobilizzò. Era l'ultima persona con cui voleva a che fare.
- Vi ha mandato lui non è vero? - urlò furioso Arthur. -
Non mi stupirebbe che abbia mandato lui stesso il Drago. -
Suo padre aveva ragione quando diceva che gli stregoni erano malvagi.
Lui lo aveva cacciato e adesso voleva vendicarsi distruggendo il suo
regno.
- Arthur Pendragon! Il vostro cuore è pieno di rancore e la
vostra mente piena di dubbi. Ma non permettete al vostro orgoglio di
far patire il vostro popolo.
È questo che succederà se non lo farete. Posso capire
perchè consideriate la magia e tutti coloro che ne fanno
uso malvagi. Con Uther come padre non mi stupisce affatto. Lui vi ha
solo insegnato che è può fare solo del male. Ma essa
può fare anche del bene. -
- Perchè dovrei credere alle parole di una strega? - sbottò rabbioso il principe.
- Volete credere alla parola di una strega e
forse salvare Camlot oppure rimanere a non fare niente. A voi la
scelta. Il destino di Camelot è adesso nelle vostre mani. -
Disse con fervore. - Ho una ragione sufficiente per vedere crollare
Uther, ma non lo farò a spese di suo figlio. Voi non avete
colpe. -
-Allora perchè vorreste aiurarmi? Per il vostro buon cuore? -
- Per vostra madre. -
Al suono di quella parola, Arthur si immobilizzò. - Mia madre? - chiese attonito.- Cosa c'entra lei? -
- Lei era la mia migliore amica , prima che ....- ma si frenò
nel continuare. Incerta nella voce, disse: - Prima che
Uther bandisse la magia. -
Nimueh conosceva mia madre? - Chi mi dice che non è solo uno sporco trucco per farmi cadere in trappola? -
La strega ferita, allora, rispose: - Volete vederla almeno una volta? Parlarci? -
Arthur sapeva di non fidarsi, che era solo una trappola, ma lui non
serbava nessun ricordo di Lei. Avrebbe fatto qualsiasi cosa almeno per
avere un vago ricordo.
La sacerdotessa vedendo l'incertezza nei suoi occhi, aggiunse. - Lo so
che vi è dificile fidarmi di me. Ma io non ho intenzione di
farvi del male. Lui non me lo perdonerebbe. -
Stavolta Arthur capì a chi si stesse riferendo. Sicuramente gli
avrebbe fatto un favore, visto come l'aveva trattato. Ma allora
perchè in cuor sperava che Merlin si curasse ancora di lui.
- Va bene. - sussurrò il giovane Pendragon.
- C'è un prezzo da pagare se volete vedere vostra madre. -
- Sono disposto a tutto. -
- Dovrete affrontare delle prove e se dimostrerete di essere nobile di cuore, allora il vostro desiderio sarà esaudito. -
- Sono pronto . - Affermò determinato nell'affrontare l'impresa. Era impaziente di iniziare.
- Riposate qualche ora ne avete bisogno. A mezzodì ci rivedremo.
V'invierò un segnale che vi indicherà la via per
raggiungermi. Allora a presto, giovane Pendragon. - E prima che
se ne andasse, mormorò: - Siete uguale a lei. -Poi si
trasformò in un'aquila maestosa e prese il volo, uscendo dalla
finestra, lasciando Arthur attonito.
Il principe sapeva che il suo regno era in pericolo e ogni minuto che
passava era prezioso, ma se voleva essere di aiuto, avrebbe dovuto
schiarirsi le idee riguardo la magia. Inoltre se fosse stato una
trappola suo padre avrebbe avuto ragione e se invece fosse stato tutto
vero, avrebbe avuto l'opportunità di parlarle. Con il pensiero
che fra qualche ora avrebbe visto sua madre, si addormentò con
un sorriso che da tanto tempo non compariva sulle sue labbra.
Angolo Autore.
Intanto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno lasciato quei meraviglioi commenti.
Non mi aspettavo tanto entusiasmo da parte vostra. Per rispondre a elyxyz ho sbagliato a scrivere il nome Emrys.( emyrs)
Come già detto ho molto da dire e forse è meglio
spezzettarla in più capitoli. A mano a mano che li scriverò, li posterò.
Spero di non deludere le vostre aspettative e di tenervi col fiato sospeso.
Chi si aspettava Kilgharra?... Nimueh aiuterà Arthur a cambiare idea sulla magia...
Lui riuscirà a superare le prove e vedere così sua madre?
Ma la domanda essenziale i nostri due eroi si rincontreranno e si metteranno insieme...
Questo e altro ancora vi aspetta nella mia storia. Per chi mi conosce ho una mente malata,quindi
potete aspettarvi di tutto...
Allora a presto miei lettori!
kiss kiss
celine_underworld.
Ps: vorreiscusarmi per gli errori di battitura e grammaticali. Cerco di fare il mio
meglio ma mi scappano. Leggo le mei ff tantissime volte, ma mi sfuggono all'occhio... Accidenti!
Quindi chiedo immensamente perdono!!!!!
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