Titolo: La lettera
Autore: Lilya
Generi: Angst
Riassunto: Prima di partire per
una missione importante e pericolosa, Naruto ha ancora qualche faccenda da
sistemare…
Rating: G
Disclaimer: I personaggi appartengono a Kishimoto Masashi
La lettera
Il ragazzo biondo si guardò
attorno per la centesima volta, controllando che ogni cosa fosse a posto e allo
stesso tempo sforzandosi di non vedere la scatola di metallo che troneggiava in
mezzo al tavolo. Ripassò mentalmente la lista dei bagagli, ma anche qui non
aveva scordato niente.
<< Non c’è scampo, vecchio
mio… >> si disse infine con un sospiro, fissando la scatola.
Lentamente, un passo dopo
l’altro, si avvicinò al tavolo di cucina e si sedette sulla prima sedia che gli
capitò sotto mano. La scatola era lì davanti a lui.
A prima vista, non sembrava
niente di speciale: era solo una vecchia scatola di latta, impolverata e un po’
ammaccata qui e là. Ma il suo contenuto era speciale.
Incurante della polvere che la
ricopriva, Naruto aprì il coperchio e rovesciò la vecchia scatola di biscotti.
Le lettere caddero come foglie d’autunno, coprendo il piano del tavolo. I
frutti di una tradizione – ma si poteva davvero chiamare così? – iniziata anni
prima, ormai non ricordava nemmeno bene come.
Naruto raccolse le lettere sparse
come piume d’una colomba e cominciò a risistemarle ordinatamente dentro la
scatola, controllandole una per una.
<< Kakashi-sensei,
c’è…Sakura-chan, c’è…Shikamaru, c’è…Gaara, c’è… Iruka-sensei… >> sorrise
prendendo in mano quella lettera: era stata la prima che aveva scritto. Tutte
le altre erano venute dopo, con il passare del tempo.
<< Dov’ero rimasto? Ah, sì,
Iruka-sensei, a posto… L’eremita porcello anche… Uhm, dov’è finita quella per
la vecchia strega? Oh, eccola. Poi, chi altro manca? Ah, sì, Neji – eccola qua.
Hinata, c’è… Kiba, anche… Chouji, a posto… Rock Lee, anche lui a
posto…Ichiraku, ok; sua figlia anche… >>
Alla fine, sul tavolo rimase una
lettera soltanto. Naruto rimase a lungo a guardarla, senza muoversi, quasi che
fissandola a quel modo potesse farla scomparire, o quanto meno cambiare il nome
che c’era scritto sopra. Ma il nome sulla busta restava sempre quello, e anche
se fosse cambiato quello, ci sarebbe sempre stata tutta la lettera da cambiare.
Inutile fingere di non averla scritta per lui, Sasuke Uchiha.
A quel pensiero, Naruto dovette
mordersi un labbro per non mettersi a ridere. Una lettera scritta al suo
assassino – o quantomeno, a colui che aveva buone probabilità di diventarlo.
Dopo tutto, aveva già cercato una volta di ucciderlo, no?
Naruto sospirò e prese in mano la
lettera. Avrebbe preferito non ricordare così chiaramente cosa gli aveva
scritto.
D’improvviso si sentì molto,
molto arrabbiato. Anzi, decisamente furioso. Furioso per Sasuke, per quello che
aveva fatto, per quello che aveva detto, per il posto dove si era diretto…per
quelle parole di tanti anni prima.
Forse aveva ragione Jiraiya,
forse avrebbe dovuto cancellare tutto quanto… ma come poteva quando le sue
parole restavano lì, nero su bianco, a testimoniare che non era stato solo un
sogno o un’illusione?
Naruto strinse i denti e, non
potendo sfogarsi su quell’imbecille di Sasuke in quanto in quel momento si
trovava da Orochimaru e pareva avesse tutta l’intenzione di restarvi, si
apprestò a sfogare la sua rabbia facendo a pezzi la lettera che gli aveva
scritto tanto tempo fa.
L’aveva già tra le mani, era pronto a strapparla in due per poi
farne pezzi sempre più piccoli…ma qualcosa lo tratteneva. E proprio non
riusciva a capire cosa.
Di colpo com’era arrivata, la
rabbia passò, ritirandosi come un’onda dal bagnasciuga. Ma Naruto stava ancora
pensando di strappare la busta e la lettera con tutte le parole che conteneva.
“Oltretutto dovrei farlo
comunque…” ragionò tra sé e sé. “Dovrò scriverne una nuova, visto che ormai le
cose non stanno più come ho scritto allora. Non è poi così grave, però: non è
mica la prima lettera che mi tocca riscrivere e chissà quante dovrò riscriverne
ancora…”
Soddisfatto della sua
riflessione, si accinse a strappare sul serio la lettera per Sasuke, ma di
colpo gli tornò in mente quando e perché aveva cominciato a scrivere quelle
lettere che sarebbero rimaste chiuse in quella scatola fino alla sua morte.
Era Sasuke la chiave di tutto.
Non era per lui la prima lettera
che aveva scritto, ma era stato lui a mettere in moto il meccanismo che l’aveva
portato a riempire quelle pagine bianche.
Tutto era cominciato nel momento
stesso in cui il suo rivale si era messo tra lui e gli aghi di Haku. Quando
aveva creduto che fosse morto al posto suo e di colpo tutte le parole non dette
gli erano franate addosso come una montagna.
Aveva cercato poi dirgli tutto
quanto, spiegargli tutto ciò che aveva capito in quel momento…Ma non c’era
riuscito. Quando aveva messo insieme la forza
e il coraggio necessari, Sasuke stava dormendo e non se l’era sentita di
svegliarlo.
L’occasione e il buon proposito
erano passati, ma non aveva dimenticato l’orrore delle parole non dette. Così
era nata la prima lettera.
La sua prima lettera, però, non
era per Sasuke, né per Sakura-chan: dopo averla finita e sigillata, sulla busta
immacolata aveva scritto il nome di Iruka-sensei nella migliore grafia che gli
riuscisse. Ma senza Sasuke, quella lettera non ci sarebbe mai stata, e nemmeno
le successive.
Naruto rimase immobile come una
statua, stringendo ancora la lettera tra le mani. Sapeva con assoluta certezza
che se l’avesse strappata, non ne avrebbe mai più scritta un’altra. Doveva solo
decidere se era una buona cosa oppure no.
L’orologio cominciò a battere
l’ora. Il ragazzo biondo si alzò e mise la lettera nella scatola insieme alle
altre, poi richiuse il coperchio e la lasciò lì, sul tavolo di cucina, come
tutte le altre volte. Se fosse tornato, l’avrebbe rimessa a posto
personalmente; in caso contrario poteva almeno essere sicuro che i suoi amici
l’avrebbero trovata.
Sulla porta esitò ancora un
istante, chiedendosi se aveva fatto la scelta giusta. Poi però sorrise di sé
stesso. “Forse sono davvero uno scemo, un pazzo a lasciare una lettera per un
ragazzo che una volta era il mio compagno di squadra e adesso potrebbe
diventare il mio assassino, una lettera in cui gli dico che lo considero il mio
migliore amico…” Si infilò la giacca con un gesto deciso, quasi a chiudere la
questione. “Ma sì, chi se ne frega! Lettere come quelle si riscrivono quando le
cose cambiano e per me non è cambiato proprio niente!”
Uscì e si richiuse la porta alle
spalle. La scatola rimase sul tavolo, in piena vista.
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Sasuke: Signora Autrice.
Lilya: * fissa Naruto con aria
adorante *
Sasuke: Signora Autrice….
Lilya: * continua a fissare
Naruto con aria adorante *
Sasuke: SIGNORA AUTRICEEE!!!
Lilya: Signorina, prego, e non
gridare che non sono mica sorda. Che vuoi?
Sasuke: Avrei una domanda da
farle…
Lilya: * sospira e alza gli occhi
al cielo * Spero sia importante, perché ho da fare… * lancia un’occhiata a
Naruto con la coda dell’occhio *
Saskue: Pensa di riuscire a
citarmi in qualche fan fiction senza che il mio nome venga unito a qualche
insulto?
Lilya: NO! Ora sparisci che mi
rovini il panorama *riprende a fissare Naruto con aria adorante*
Sasuke: =__=