Long
(Just like) Starting Over
“Let's take a chance and fly away somewhere “
“Vi
voglio bene…” mi ritrovo a pensare in quello che credo essere il mio ultimo
momento di lucidità prima del buio.
Chiudo
gli occhi con forza li stringo più che posso,
Il
mio unico desiderio è far sparire questo dolore insopportabile: non ho mai
provato un simile dolore fisico in tutta la mia vita…ah già, che stupido!
La
mia vita sta finendo..
Eppure…eppure…perché
non perdo conoscenza?
Perché
continuo a pensare, perché continuo a sentire tutto il mio corpo?
Sento
ancora il dolore ma…si è come affievolito!
Si,
è davvero così..il dolore sta lentamente sparendo…
Forse
l’ambulanza è arrivata almeno per una volta in tempo? Forse ho qualche
possibilità di farcela?
Vedo
già i titoli dei giornali “John Lennon scampato ad un attentato! “
Si
è trattato di un attentato, vero?
Voglio
dire…erano pallottole quelle.
Mi hanno sparato ben quattro volte.
Qualcuno
mi odiava e mi voleva morto,….
Mi
viene quasi da ridere per il paradosso: io, che ho sempre fatto della
non-violenza il mio slogan…sono stato vittima di un
attentato!
Però…è
ancora presto per dirlo!
Forse ce la farò..
Ma…perché
non sento le voci dei medici?
Perché questo silenzio?
Intorno
a me non c’è nessun rumore: ne’ le
urla, ne’ il rumore di un’eventuale barella…
C’’è
solo silenzio.
Ed
i miei occhi continuano ad essere chiusi ermeticamente.
Quello
che mi rassicura un po’ è che…sto respirando!
Se
fossi morto non starei certo respirando.
O
sbaglio?
Continuo
a restarmene sdraiato: comincio ad avere paura.
Perché
è tutto così silenzioso?
Perché?
“Ma
che…succede?” mi ritrovo a mormorare.
Nessuna
risposta.
Comincio
ad avere paura adesso: il sudore comincia a colarmi in rivoli freddi sulla nuca
ed il mio corpo è involontariamente scosso da tremiti.
“Non
capisco… perchè sono ancora capace di provare sensazioni se….se…”
Non
riesco più a formulare quel pensiero.
“Come
faccio a pensare se sono morto?” le
parole mi escono di bocca in un sussurro.
Forse
è ora che io apra gli occhi.
Li voglio aprire, ma allo stesso tempo ho
paura di quello che potrei vedere.
“Coraggio
John, un attimo e passa tutto .
Si
tratta di aprire gli occhi e constatare se sei diventato ad un tratto sordo ed
insensibile perché quelle cazzo di pallottole ti hanno beccato qualche punto
cruciale e ti sei giocato la spina dorsale…oppure si tratta semplicemente di
aprire gli occhi e constatare che ho davvero tirato le cuoia! Che sarà
mai?”
Sento
le mie palpebre tremare, ma ancora sembrano non volermi obbedire.
“Cazzo
John, apri quei maledetti occhi
miopi che ti ritrovi!”
Alla
fine ci riesco: i miei occhi si aprono.
Un
bianco accecante mi costringe quasi a richiuderli, è davvero
troppo.
Decido
di riprovarci ed aprirli pian piano, lasciandomi tutto il tempo per abituarmi a
quel bianco….così
bianco!
Ora
i miei occhi sono totalmente aperti e tutto quello che c’è davanti a me è un’
infinita distesa di bianco.
Bianco
e basta.
“Cazzo,
cazzo..” mi ritrovo a pensare “non è possibile…tutto questo è
assolutamente…”
Le
parole mi muoiono in gola. Certo che è possibile.
Nelle
mie orecchie risona il minaccioso rumore di uno sparo..il rumore si ripete altre
tre volte.
Sento
di nuovo l’urlo di Yoko…e stavolta le sento…sento tutte quelle voci che non
avevo sentito prima, le sento tutte insieme, come in una cacofonia.
Sono
come delle eco che rimbombano nella mia testa e in quel paesaggio completamente
bianco che mi circonda.
“Gli
hanno sparato……fermatelo……impeditegli di scappare…..chiamare un’ambulanza…..
.John, John mi senti?......Cristo santissimo, hanno sparato a……..Fate piano
ragazzi, sta perdendo troppo sangue……..Mr Lennon, Mr Lennon?.......ragazzi non
possiamo fare nulla..è morto.”
Morto.
Morto
Sparito,
dissolto, senza vita, andato.
La
verità mi colpisce violenta come in un pugno nello stomaco.
Deglutisco
a fatica, sento il solito sudore freddo colare a fiotti sulla mia nuca e sulla
mia fronte.
“No…”
non ho la forza per urlare la mia disperazione.
Mi sento
completamente…svuotato.
Annientato.
Sento
le lacrime fare capolino dagli occhi e non tento nemmeno di
asciugarle.
Le
lascio cadere sulle mie guance, mentre fisso immobile il vuoto.
O
meglio, il bianco senza fine.
Ma
è proprio in quel momento che sento l’adrenalina crescere: sento un’energia
repressa investirmi con forza.
Sono
sopraffatto da tutta questa scarica di adrenalina ed il mio impulso è di balzare
in piedi ed urlare, urlare i nomi che erano presenti nella mia testa da tempo, anche se non lo avrei mai
ammesso.
I
nomi dei miei amici.
“Paul!”
urlo io disperato, mentre le lacrime continuano a scendere silenziose. “George!”
sento che l’esplosione è vicina…. “Ringo!”
Nessuno accorre in mio aiuto.
“Sean!
Yoko!” mi hanno abbandonato
tutti.
“…Julian…..Cynthia..”
sono gli ultimi nomi che pronuncio, flebilmente.
Poi
arriva la tanto temuta
“esplosione”.
Un
singhiozzo fortissimo mi scuote da capo a piedi e, prima che possa fare qualcosa
per impedirlo sono in ginocchio a piangere tutta la mia anima, senza riuscire a
fermarmi.
Non
volevo fermarmi.
“Cazzo..cazzo..Sono
morto e avevo ancora così tanti sbagli a cui rimediare!” urlo “Non è..giusto! Io
volevo essere un uomo migliore, volevo fare ammenda per tutti gli errori che ho
commesso!”
La
mia voce riecheggia in quello spazio anonimo e mi rimbalza contro cn tutta la
sua veemenza “ No! Non voglio…essere..qui!”
….E
dopo la fase adrenalinica piombo nella fase di disperazione più nera: mi porto
le mani al volto, per non vedere più nulla. “Sono morto, sono morto e questo è
l’inferno. Sono condannato a rimanere qui in mezzo al nulla per tutta
l’eternità. Cazzo, l’eternità!
I
miei 40 anni di vita mi sono sembrati un periodo lunghissimo…ma non sono niente,
niente in confronto a…a..”
Di
nuovo, sono sopraffatto da tutte le emozioni per continuare la
frase.
Lascio
vagare il mio sguardo sul paesaggio (se così si può chiamare) ed è in quella che mi accorgo di una
cosa.
C’è
una maniglia sospesa in aria.
In
un lampo sono di nuovo in piedi, davanti a quella
maniglia.
La
guardo per un attimo “…eppure..mi ricorda qualcosa…”
La
accarezzo per un attimo: è un’elegante maniglia di ottone, un po’ consumata dal
tempo.
“Giurerei
di averla già vista…Ma non riesco a ricordare dove. ”
Il
dilemma ora è: tiro la maniglia o non la tiro?
Un
vero e proprio dubbio amletico.
La
mia mano è già in posizione, l’altra mi sta asciugando le
lacrime.
Mi
accorgo solo in quel momento di stare indossando un elegante completo nero:
sembra in tutto e per tutto uno di quei completi che usavo quando ero uno
sciocco Beatle.
Beatle John.
“Basta…ora
tiro questa fottuta maniglia.
Male che mi vada precipiterò nelle
fiamme, come si conviene al più rispettabile degli
inferni.”
Scaccio
i miei ultimi timori e tiro la maniglia, lentamente.
Il
luogo in cui mi ritrovo è tutto fuorchè un inferno.
Un tempo, quel posto era stato un
paradiso per me, un’oasi, un rifugio.
Mi
ritrovo in una stretta stanzina: a destra c’è un letto dalle lenzuola azzurro
chiaro, davanti al letto una finestra che dà su una stradina, a sinistra del
letto una scrivania.
Sulla scrivania regna il caos più
assoluto: foglietti pieni di scritte, libri alla rinfusa, penne
smangiucchiate…
Quella
era la mia camera, la mia stanza da letto.
E
non era una camera qualsiasi: era la mia cameretta di quando vivevo con la zia
Mimi, Ero a Mendips.
Mi
mossi verso la scrivania, rendendomi conto con una stretta al cuore che è tutto
esattamente come lo avevo lasciato prima di partire per
Amburgo.
Prendo
con mano tremante il primo foglio che mi capita fra le mani.
Sono
solo poche righe, scritte con una calligrafia che ben conoscevo.
Paul…
“Lennon,
vedi di essere pronto per domattina, non fare il solito scansafatiche del
cazzo e fatti trovare p u n
t u a l e alle 8 al posto che
sai tu.
Siamo
grandi, siamo belli, siamo i
migliori! Andiamo a conquistare Cruccolandia!!”
“Allora
ci sei anche tu eh?”
Per
poco non mi viene un infarto! (ah già…sono morto…)
Era
una voce che non sentivo da anni e che avrei riconosciuto fra mille, nonostante
fossero passati tanti anni.
“E’
bello rivederti John..” mi dice lui abbracciandomi all’improvviso “mi sei
mancato”
Io
non respingo l’abbraccio, ma rispondo con lo stesso
slancio.
“Mi
sei mancato anche tu Stu..”
Penny
Lane:
Ahah,
ho trovato anche io un nome per il mio “spazio
ringraziamenti”
Ok,
questo è il II capitolo, scritto oggi in un momento di pausa dallo studio di
Kant… ( -.-“ se il capitolo fa schifo è colpa sua)
Passiamo
ai ringraziamenti!!
Zaz:
Ti ringrazio per la bella recensione! J
L’idea
di fare questa “full immersion” nella mente di John è tutta dovuta all’aver
letto la sua biografia (Ho copiato Alessia e l’ho comprata anche io
Xd)
Comunque…si!
Ci sarà Big Jim in spirito e …presenza (carne ed ossa proprio no…) e ci sarà
anche l’avvistamento di Ari…Xd
Andry
Black:
Come per Zaz, ti ringrazio per l’apprezzamento e per la recensione J
Per
quanto riguarda Jules……John avrà molto da imparare in questa storia (già in
questo capitolo ho cercato di fargli citare il suo povero primogenito la la
bistrattata Cyn…)
John
con la sigaretta è una delle immagini che più mi ricorrono nella mente (beh,
John con la sigaretta è SEXY, che
diamine!)
Marty
Youchy: Ma
grazieee!!! Sono contenta di essere riuscita ad esprimere bene (così, almeno mi
dite voi J)
i pensieri e le impressioni di John. John per me non è mai morto davvero. Possono averlo ammzzato
ma…..beh noi siamo ancora qui ad ascoltarmo ed il che mi pare
indicativo..:)
The
Thief:
Grazie per la recensione! Si, anche per me ogni volta è il solito
trauma..ogniqualvolta leggo la storia di John (su wiki o sul libro che ho
comprato) mi ritrovo sempre li a pensare “No John, NON SCENDERE DA QUELLA
MACCHINA! NO!..
Sempre!
Come dicevo prima, sono contenta di aver reso bene la malinconia che (secondo
me) attanagliava John. E’ solo una mia ipoteso, ma secondo me John sotto quella
“corazza” di disprezzo era pieno di nostalgia per quegli anni
spensierati…
John
è stato davvero uno che ha fatto la storia. Con i Beatles ha rivoluzionato
un’epoca e da solo ha portato al mondo un bellissimo messaggio di pace e
speranza. J
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