jonas 6
Giuro che è avvenuto tutto senza che me lo aspettassi...
Questo
doveva essere l'ultimo capitolo, purtroppo però dopo aver
scritto tutto mi sono resa conto che venivano in totale 19 pagine in
carattere 12....una roba lunghissima e ho dovuto dividerlo a
metà....purtoppo così si è perso l'andamento e in
questo modo il capitolo si interrompe in un modo che non volevo, ma non
potevo fare altrimenti.
Ora
smetto è vi do il benvenuto a uno dei capitoli più tristi
(ero tristissimissima quando l'ho scritto...:-() comunque bando alle
ciance e buona lettura...spero nei vostri numerosi commenti!!
By °Silvi°
MAGGIE_LULLABY:
Ciao!! Quando tua mamma ti fa tornare su fb passa da me che magari mi
farebbe piacere conoscerti!...comunque spero tantissimo che ti piaccia
questo capitolo percè ho paura di quello che penserete...ho
paura che non vi piaccia...fammi sapere! Grazie ancora! :-)
SILVIKING:Ciao!!Sono
sempre contenta delle nuove lettrici! E sempre sorpresa dal fatto che
possa piacere la mia storia...comunque l'iniziò assomiglia molto
a twilight...infatti ho intenzione di cambiarlo, comunque grazie di
seguirmi e spero che questo capitolo non ti
deluderà...perchè verrà scoperto qualcosa! :-D
DEBBY95:Wow...non
credo di meritarmi tutti questi complimenti...e meno di tutti il fatto
di essere un genio...(mi sento più un bradipo...hihi) comunque
sono felicissima che anche coloro che non hanno mai recensito ma mi
hanno sempre seguito, prendavano l'iniziativa! grazie infinite per i
complimenti...sono arrossita...:-P
LOVATOJONASSISTER:Wow!
Ciao continuo a stupirmi del vostro essere così presi da questa
storia, ma ne sono felicissima!! Spero che ti piaccia anche
questo...fammi sapere che ne pensi!!:-)
ROSEGARDEN:Grazie,
mi fa piacere che ti piaccia e sono contenta che tu la segua e non ti
preoccupare se non sei riuscita a commentare, so che mi seguite e ve ne
sono grata, comunque devo dirti che il tuo nickname mi ricorda la
canzone di Nick Rosegarden (che tra l'altro adoro!) ...so che non
c'entrava nulla ma volevo dirtelo, grazie ancora per seguirmi! :-)
_LITTLEJONAS_:Ti
sei...commossa?? Sul serio?! Ne sono più che onorata, lo giuro
è assolutamente fantastico, insomma...grazie! E' fantastico che
vi piaccia e che siate così ansiose di leggere il continuo, ma
ti devo annunciare che questo capitolo per gran parte è
triste...mi disp in anticipo...spero che tu mi faccia sapere che ne
pensi! =)
SAMCRUSH:grazie!rimango
sempre più stupita dai vostri complimenti e dal vostro essere
così attaccati alla storia...e mi fa piacere! Sono davvero
contenta e ti ringrazio, mi spiace per il ritardo ma spero di non
avervelo fatto aspettare troppo...però devo farti una domanda:
come mai ti chiami SamCrush...la curiosità viene dal fatto che
c'è Sam nel nickname (come la protagonista) :-)
DANGER_DREAMER_93:Già
anche solo sapere che qualcuno ha letto quello che scrivi e che gli
è piaciuto è qualcosa che ti da un'amozione
fantastica...inspiegabile. Anche io amo scrivere e sapere di essere
arrivata a suscitare l'interesse di qualcuno è uno dei piaceri
che la scrittura offre...comunque come dico sempre "Non abbattiamoci e
andiamo avanti!!" quindi se a volte qualche capitolo sembra non
riuscire come si vuole basta andare avanti, poi si riuscirà a
sistemarlo...comunque grazie del sostegno e dell'interesse sulla
storia...guarda che succede in questo capitolo!!...voglio assolutamente
un tuo commento, devo sapere che ne pensi!! :-D
ADA12:Già...alcune
volte l'amore che sembra più semplice si tramuta in qualcosa di
estremamente complicato...ahah che vena poetica e melodrammattica!!
Comunque, a parte gli scherzi, grazie per seguire la storia e spero che
questo capitolo soddisfi la curiosità...;-)
SHE
IS MARI: GRAZIE infinite per i complimenti... non sono abituata a tutti
questi complimenti, eppure da quando scrivo la storia per colpa vostra
arrossisco spesso...comunque grazie, sono felicissimissima del vostro
interesse per la storia e spero che non rimarrai delusa da questo ( che
a mio parere è scritto male...) però lascerò a te
giudicare...grazie ancora :-)
BENNYY:Il
fatto che siate così prese dalla mia storia è qualcosa di
cui vi sono immensamente grata e mi fa un sacco piacere quando mi dite
che aspettate il mio capitolo e che non vedete l'ora di leggere il
proseguimento...spero solo di non deludervi...comunque in questo
momento se tu fossi nella mia testa non credo tu capiresti
molto...ahah...la mia testolina è molto confusa, ma spero di
essere riuscita a rendere un buon capitolo! Fammi sapere che ne pensi
appena lo leggi!! grazie ^_^
Testa
alta, sguardo fisso...gli occhi fissi fuori dalla finestra a fissare
il buio della notte.
Le mie
amiche se ne erano appena andate...
Avevo
parlato poco, non ero riuscita esattamente a spiegargli cosa era
successo...ma non importava.
Tutto
sembrava strano, vuoto...senza senso...
Sentivo
dentro di me un buco, come un vuoto che risucchiava tutte le mie
emozioni...
Guardai
l'orologio e fissai la lancette che con pacata velocità facevano il
loro corso.
I
pensieri vorticavano in testa in confusione eppure rimanevo ferma,
senza capirli, senza tentare di capirci qualcosa.
Sapevo
solo una cosa....
...che
Nick era un assassino ed io ero caduta nella sua trappola...
Nicholas
era un killer e amava uccidere.
Un
brivido mi percorse la schiena e l'immagine di mio padre mi apparve
davanti agli occhi...
Vidi
nuovamente il suo volto, la sua faccia sorridente, e la mia che
ingenuamente risorrideva a sua volta...
...Nick
e mio padre in fondo non erano stati tanto diversi...
Entrambi
erano assassini...
...entrambi
avevano avuto la mia fiducia...
...entrambi
mi avevano spezzato il cuore...
Sentii
un dolore acuto all'altezza del petto e portai le gambe sotto il
mento e rimasi così, rannicchiata a soffrire, mentre piccole e calde
lacrime mi rigavano il volto.
Tutto
si era infranto come una bella illusione, come era stato quando avevo
scoperto la verità su mio padre....ma faceva più male sapere che
per la seconda volta ero stata una stupida...
Quando
mi ero trasferita nella nuova città mi ero promessa che sarei stata
più attenta, che non avrei rivelato il mio segreto a nessuno, che
avrei preservato il mio cuore da altri dolori...
Ma
mentre sentivo il fiato mozzarmisi, capivo che era stato tutto
inutile, che c'ero cascata nuovamente, volontariamente e
coscientemente...
Ricordavo
ancora lo sguardo inquietante del Jonas il primo giorno che lo avevo
visto nella scuola, la mia attrazione per lui e allo stesso tempo
l'inquietudine che suscitava in me.
Poi
ricordavo quando mi dava noia durante le lezioni, quando mi baciava i
capelli, quando mi aveva fatto prendere la punizione con lui....
...poi
ancora quando aveva iniziato a intrufolarsi in casa mia...
...quando
mi aveva salvata nella scuola...
...quando
mi aveva salvata dall'uomo nero al supermercato...
...quando
mi aveva stretto i fianchi e mi aveva aiutata a scendere giù dallo
scivolo...
...fino
a quando non mi aveva tenuta stretta tra le sue braccia mentre gli
raccontavo il segreto su mio padre...
...
Tutto
sembrava lontano, distante...come una favola...
Mi ero
innamorata di lui e questo non potevo negarlo, non più, nemmeno a me
stessa.
Un'altra
lacrima scese con impaziente velocità e la figura di mio padre che
mi accarezzava la guancia, si sovrappose a quella di Nick che mi
sfiorava la mano...
Quella
stessa mano che aveva tolto delle vite, aveva spezzato un'esistenza
come niente fosse.
Quella
mano che era uguale a quella di mio padre...falsa, bugiarda....
Chinai
il capo, sopraffatta dalle emozioni e iniziai a singhiozzare senza
ritegno mentre sentivo una voragine nel petto che si allargava sempre
di più, facendomi mozzare il respiro...
I
raggi della mattina mi colpirono con tanta forza che gli occhi mi si
appannarono.
Osservai
la mia stanza in cerca di qualcosa di diverso, qualcosa che mi
confermasse che quello che era successo era stato solo un incubo, un
brutto incubo e che nella realtà non sarebbe mai più successo.
Guardai
la maglietta inerme al fondo del letto...quella maglietta che era
stata strappata il giorno prima dal pugnale di Nick, quella maglietta
che era la prova lampante del fatto che tutto era successo.
Sentii
un dolore al petto e mi bloccai a sedere sul letto...respirai per
qualche secondo, poi mi alzai e mi resi conto di essere ancora
vestita dalla sera prima.
Mossi
qualche passo e scesi rassegnata in cucina, dove mia madre mi accolse
con un sorriso e la colazione pronta.
Io la
guardai, non capendo perchè sorrideva, non capendo cosa mai ci fosse
da essere felici.
Chinai
il capo e mangiai una mela, poi senza dire una parola mi alzai e
andai in bagno a sciacquarmi la faccia notando le mie occhiaie
violacee che mi contornavano gli occhi scuri e spenti...
Mi
lavai e mi misi una felpa trovata appoggiata sulla sedia non vedendo
neanche di che colore fosse.
Non me
ne importava.
Non
pettinai i capelli, non mi guardai allo specchio, non osservai il
modo strano con cui mi ero vestita, non mi truccai...
Scesi
in cucina e diedi un bacio sulla guancia di mia madre, senza
chiederle se sarebbe tornata a casa nel pomeriggio, senza chiederle
niente, uscii di casa dopo aver afferrato le chiavi.
Sapevo
che lei avrebbe potuto portarmi a scuola, sapevo che le avrebbe fatto
piacere, ma io non volevo, non volevo che nessuno mi stesse vicino,
volevo stare da sola, volevo non dover incontrare gli occhi troppo
curiosi delle persone, ne sorridere per forza....
Arrivai
a scuola senza accorgermene.
Andai
in classe e lasciai cadere lo zaino accanto al banco, poi mi sedetti
e poggiai la testa sul banco, chiusi gli occhi e aspettai che il
professore entrasse in classe.
Non
ricordavo che materia avevo, non ricordavo se avevo i libri delle
lezioni, ne se avevo fatto i compiti.
Il
freddo della superfici del banco era un sollievo inaspettato e rimasi
così, immobile.
Sentivo
le voci ovattate dei miei compagni giungermi distanti, finte, come
provenissero da qualche altra parte, poi una si fece largo nella mia
barriera emotiva e si fece sentire più forte...
"Sam..."
rimasi immobile, ferma.
"Sam
stai bene?"
Feci
finta di nulla, ignorai la voce del mio vicino di banco, ignorai il
fatto che mi aveva appoggiato una mano sulla spalla e ignorai la
dolcezza e la colpevolezza nel suo tono di voce.
Non
mossi un muscolo.
"Buongiorno
ragazzi"
Io
alzai il capo vedendo il professore di Inglese entrare in classe e
con estrema lentezza mi sistemai a sedere e con la mente persa mi
misi a fissare la lavagna...
Sentivo
lo sguardo penetrante, preoccupato del mio vicino che mi fissava, ma
feci finta di nulla.
...se
avessi fatto finta che non esisteva, forse il dolore dentro il mio
petto sarebbe diminuito e un giorno scomparso...
Lui
non esisteva.
La sua
voce non era vera.
Lui
non mi aveva mai fatto del male.
Io non
mi ero mai innamorata di lui.
Per
tutta la lezione rimasi immobile, ferma, a fissare qualcosa sulla
lavagna.
"Sam
ti prego ascoltami! Scusami, io non volevo, ti prego almeno
guardami!"
Nick
continuava a starmi vicino e chiedermi di guardarlo, ma io volevo
solo che mi lsciasse in pace perchè ogni parola che mi diceva,
allargava il dolore al petto.
Quando
la campanella suonò mi alzai con lentezza e uscii dall'aula
facendomi guidare dalla folla dei ragazzi che andavano verso la
mensa.
Il
cellulare in tasca vibrò e io meccanicamente lo afferrai, poi quando
notai che era arrivato un altro messaggio dal mio Ragazzo Misterioso,
lo lasciai scivolare nuovamente in tasca.
Non
avevo voglia di parlare con nessuno anche se non ero arrabbiata con
lui, volevo solo far finta di essere invisibile e di non venire
notata dalle persone, in modo che così potessero lasciarmi in pace.
Arrivai
al tavolo delle mie amiche e mi sedetti senza salutarle, non volevo
stare lì con loro, non mentre i loro sguardi compassionevoli mi
osservavano, ma sapevo che se fossi andata da un'altra parte mi
avrebbero chiesto spiegazioni, fatto domande, tormentata.
Presi
la bottiglia d'acqua che mi ero portata da casa e bevvi.
Sapevo
che le mie amiche mi fissavano, sapevo che volevano delle spiegazioni
e sapevo che non gliene avrei date.
Alice
sorrise"Come è andata la mattina?"
Io
alzai il capo e staccai la bocca dal bordo della bottiglia qual tanto
che bastava per rispondere.
"Normale"
Poi
presi una mela e inizia a mangiarla.
Emily
teneva il capo chino e Alice spostò la sua attenzione su di lei
inziando a parlare di cose futili, che non mi interessavano, così
fissai fuori, il cielo grigio di Maggio e vagai con lo sguardo fino a
quando non notai le sorelle Monroe che mi venivano in contro con aria
soddisfatta.
"Knight,
stiamo aspettando la foto"
Io le
guardai e tirai fuori dalla tasca il cellulare.
Le mie
amiche si guardarono allarmate, non gli avevo detto della foto, non
gli avevo detto che ero riuscita a prenderla, forse loro credevano
che non l'avessi presa e probabilmente credevano che era per questo
che ero diventata così silenziosa, ma non era quello il motivo.
Lentamente
andai nella cartella immagini e senza guardare aprii l'ultima foto
scattata e voltai il telefono prima che quell'immagine potesse
comparirmi davanti agli occhi e cancellare la mia barriera
anti-emozioni che stavo tentando di crearmi.
Vidi
le due sorelle avvicinarsi e allo stesso tempo anche le mie amiche
avanzarono in avanti incuriosite, potevo sentire i loro respiri
aumentare velocità.
Destinee
alzò un sopracciglio e Paris sorrise soddisfatta.
"Perfetto,
sembra che il tuo segreto rimarrà al sicuro per adesso"
Io
annui senza guardarle e notai il loro sguardo su di me, incredule.
C'era
qualcosa che non andava perchè mi guardavano come se ci fosse
qualcosa di strano in me, come se fossi un fantascma.
Come
se solo il fatto che fossi viva fosse uno sgomento per loro...sul
loro volto si intravedeva la sorpresa di avermi di nuovo
incontrata...
...come
se io in questo momento dovessi essere morta...
Senza
dire altro le due sorelle se ne andarono guardandomi ancora.
Vedevo
che nei loro occhi c'era lo sgomento e la sorpresa...
Era
successo qualcosa che non si aspettavano.
Quando
la campanella suonò tornai in classe salutando le mie amiche con un
più che sufficiente ciao.
Le
lezioni si sugguerirono con velocità mentre io contnuavo a guardare
fuori dalla finestra, disinteressata.
Vedevo
il mio compagno di banco scuotere la testa, tentare di attirare la
mia attenzione, mandarmi biglietti, chiamarmi, sussurrare.
Ma io
non mi voltavo, non lo guardavo, lo lasciavo fare.
Quando
la campanella suonò, mi sembrò passato un solo istante dalla
ricreazione e mi alzai meccanicamente uscendo.
Emily
e Alice erano alla panchina nel piazzale ad aspettarmi, io feci un
segno del capo e ci incamminammo mentre loro cercavano di non fare
finta a me e tentavano di reprimere la curiosità per cui mi
avrebbero riempito di domande.
"Sam!"
Io mi
fermai, ma non mi voltai, sapevo di chi era quella voce e per me,
quella voce non esisteva.
"Sam
ti prego, devo parlarti!"
Alice
si voltò e la sentii andare incontro a lui.
"Senti,
lasciala in pace per adesso, non ti vuole parlare, per favore Nick"
Lui
rimase in silenzio e la mia amica tornò al mio fianco e mi prese a
braccetto e continuammo a camminare menre sentivo lo sguardo
supplicante del mio compagno di banco che mi seguiva, rassegnato.
Io
portai le mie amiche a casa mia, non perchè mi andasse di stare con
qualcuno, ma perchè avevano insistinto perchè non volevano
lasciarmi sola e che tanto non c'erano probemi perchè non avevano
compiti da fare.
"Vi
faccioun tè"
Loro
si sedettero sul divano e guardarono distrattametne fuori dalle
finestra dove il freddo sembrava non volere lasciar spazio alla
primavera.
"Grazie"
Io me
ne andai riuscendo a trovare un momento di pace e tranquillità da
sola.
Presi
le tazze, misi lo zucchero, feci bollire l'acqua sui fornelli neri
della cucina di cui mia madre era tanto orgogliosa e attesi.
Aspettai
tranquillamente, passivamente...
Quando
l'acqua bollì, afferrai le presine e versai l'acqua nelle tazze in
cui avevo messo il filtro per il tè.
Portai
le tazze di là con un vassoio su cui posai anche biscotti di diversi
tipi.
Sedute
tutte sul divano mangiammo e bevemmo, chiaccherando...o almeno, loro
chiaccheravano.
Poi si
diedero uno sguardo e posarono le tazze sul vassoio osservandomi
mentre rimanevo rannicchiata sul divano con le gambe incorciate.
"Sam
non sappiamo quello che è successo, ma se vuoi parlarne, noi siamo
qui"
Alice
sorrise incoraggiante e Emily aprì le braccia.
"Sai
che puoi sempre contare su di noi"
Io
continuai a bere dalla tazza.
"Si,
lo so, grazie"
Alice
chinò il capo...si aspettava una risposta o almeno una
spiegazione...
Emily
guardò l'orologio.
"Sono
già le sette, io devo andare a casa perchè è il turno mio e di mia
sorella per fare la cena, comunque ci vediamo domani a scuola!"
Io
annui e le diedi un bacio sulla guancia.
"Vado
anche io Sam, ma se domani non abbiamo compiti venaimo di nuovo da
te, va bene?"
Io le
osservai con sguardo assente sapendo che se anche le avessi detto di
no, loro sarebbero venute ugualmente.
Annui
distrattamente mentre se ne andavano.
Accesi
la televisone e rimasi sul divano, rannicchiata, tentando di
distrarmi con i programmi, ma sapevo che sarebbe stato tutto inutile.
Mia
madre rientrò poco dopo e venne in salotto dove trovò le tazze mie
e delle mie amiche e così capì con non ero stata da sola, a quanto
pare sembrò rinucuorata da questo.
Le
prese lei e le rigovernò non facendomi domande, perchè aveva capito
che c'era qualcosa che non andava e conoscendomi, sapeva che non le
avrei risposto fino a quando non me la sarei sentita.
Ma
quella volta non era un fatto di sentirsela o no...non volevo
spiegare, perchè sennò le emozioni mi avrebbero avvolta,
sopraffatto, invasa...invece io volevo solo dimenticare, fare finta
che tutto quello che era avvenuto il giorno prima in realtà non
fosse mai successo...
...che
lui fosse solo un mio compagno di banco...
...che
lui non fosse un killer...
...che
non mi fossi innamorata di lui...
Guardai
il telegiornale per un altra mezz'ora fino a quando il cellulare non
squillò e dovetti spostare la mia attenzione sul vibrare ritmico del
telefono sul tavolino con la scritta Nick...
Mia
madre arrivò e mi osservò.
"Non
vuoi rispondere?"
Io
contiuai a fissare il display, assente.
"No..."
Ma
dopo che smise di squillare, ricominciò...insistentemente.
Sentivo
una stretta allo stomaco e il mio corpo tremare mentre i miei muscoli
rimanevano tesi, tirati.
Con
uno scatto mi alzai e afferrai il cellulare spegnendolo con forza
mentre mi accorgevo che era arrivato un altro messaggio dal mio
Ragazzo Misterioso.
"Mamma
io mi sento stanca, me ne vado a letto"
Lei si
affacciò dalla cucina bloccandomi sulle scale.
"Ma
sono appena le otto"
"Si
ma sono stanca..."
"Va
bene tesoro, buonanotte"
Io
annui facendomi dare un bacio sulla fronte, poi mi voltai e andai in
camera mettendomi una tuta per dormire, poi mi infilai nel letto e in
quel momento, mentre guardavo fuori dalla finestra, mentre osservavo
la luce della luna entrare nella stanza, mentre mi ritrovavo da sola
con i miei sentimenti, lasciai che le lacrime scendessero copiose dai
miei occhi.
Lasciai
che il mio corpo tremasse e che il dolore al petto aumentasse, che il
cuscino si bagnasse, che la rabbia e la tristezza si prendessero cura
di me facendomi passare una notte insonne.
Quello
era l'unico momento in cui potevo essere vulnerabile.
...
I
giorni passarono, le mattine si susseguirono e le ore di scuola si
successero con una quotidianeità passiva quasi anormale...
...lasciavo
che tutto mi scivolasse addosso, non sfiorandomi neanche...
Sembrava
tutto uguale.
I
discorsi delle mie amiche, le nuvole grigie che non smettevano di
coprire il sole, la pioggia che scendeva dal cielo insistentemente.
Niente
sembrava più riuscire a spezzare quella realtà atona e ovattata che
ero riuscita a costruire.
Lui
era stato assente per tre giorni...e questo mi aveva aiutata ancora
di più.
C'era
stato il week-end di mezzo ed ero rimasta in casa, con mia madre, con
le sue tacite rassicuarzioni e il tè caldo che sembrava l'unico modo
per alleviare il mio dolore allo stomaco.
Era
martedì.
Eravamo
appena entrate in casa mia e come ormai da una settimana, le mie
amiche non mi lsciavano da sola...
...mai...
Ma io
avevo quasi smesso di parlare anche con loro.
Riuscivo
a sopportare la loro solita presenza, senza che mi chiedessero nulla.
Era
diventato normale e mi ero abituata.
Feci
il tè alla menta e ci sedemmo sul divano.
Accendemmo
la tv e iniziarono a commentare i programmi mentre io, con la testa
bassa osservavo l'interno della tazza, come se ci fosse qualcosa di
importante che mi era sfuggito.
"ADESSO
BASTA!!"
Sobbalzai
impaurita mentre la mia realtà ovattata si incrinava.
Emily
era balzata in piedi con il volto rosso e le mani strette a pugno.
"Emily..."
Tentò
di richiamarla Alice, ma la bionda non si addolcì ne si mosse, anzì
aggrottò il volto e alzò gli occhi furenti su di me.
"Come
puoi continuare così!?!"
Io la
guardai, immobile, non capendo.
"Sam
ti rendi conto che non parli più nemmeno con noi!!"
Io
poggiai la tazza e la fissai, sapendolo benissimo.
"Reagisci
maledizione!!Si può sapere cosa ti è successo?!"
Io
chinai il capo mentre Alice mi si avvicinava prendendomi la mano.
"Sam
siamo preoccupate, da quando sei andata a casa Jonas non sei più la
stessa...dicci qual'è il problema, che ti ha fatto Nick??"
Quando
sentii il suo nome, il dolore al petto pulsò...
"Non
dirlo..." sussurrai lievemente con una mano stretta al petto.
"Cosa?"
chiese preoccupata Alice avvicinandosi e cercando il mio sguardo.
"...il
suo nome"
Alice
sembrò preoccupata e colta in contropiede.
"Sam
come possiamo aiutarti se non ci dici quello che è successo?"
"Io
non voglio aiuto"
Emily
fece un passò in avanti guardandomi con gli occhi furenti.
"Sam
ma ti senti?!...sembri uno zombie...stai degenerando!"
Io
chiusi gli occhi mentre il dolore al petto aumentava.
I miei
muscoli si tesero.
"E'
un killer..."
Le mie
amiche rimasero immobili, capendo che stavo cercando di parlare, di
rivelargli tutto.
...non
volevo, ma dovevo, così mi avrebbero lasciata in pace...
Sospirai
chiudendo gli occhi con forza mentre mi rannicchiavo cercando di non
sentire il dolore sordo che mi stava invadendo silenziosamente.
"E'
tutto vero. E' sempre stato un killer e a lui piace uccidere, me lo
ha detto..."
Respirai
mentre le immagini di quel giorno mi balenavano davanti agli occhi
facendomi tremare.
"...ha
tentato di uccidermi" sentii le mie amiche sobbalzare,
inaspettatamente.
"Ma
io...i-io...io mi ero innamorata di lui! Credevo che lui fosse
diverso, mi ero fidata, gli ho rivelato il mio segreto, mi sono
aperta, gli ho voluto bene senza rendermene conto e lui..."
Pensai
a quello che avevo capito e alla rivelazione improvvisa.
"...lui
lo faceva solo per attirarmi nella sua trappola. E' sempre stato
questo il suo scopo...io non sono stata altro che una
vittima...un'altra stupida vittima caduta nelle sue grinfie
ingenuamente!"
Sentivo
il dolore aumentare senza che ci potessi fare niente.
Gli
occhi si erano appannati e tutta la mia insicurezza ormai era uscita
allo scoperto e tremavo, singhiozzavo, rabbrividivo mentre un dolore
insistente mi faceva fischiare le orecchie.
Chinai
il capo mi strinsi le braccia al petto.
"...mi
ha tradita come ha fatto mio padre..."
A quel
punto Alice che era rimasta immobile, tremante, con la bocca
spalancata, nonostante non sapesse il mio segreto, si lanciò contro
di me e mi strinse tra le sue braccia trasmettendomi tutto il suo
dispiacere e le scuse, la forza di cui avevo bisogno.
"Io
lo amavo..."
Alice
mi strinse ancora più forte.
"Non
ci pensare..."mi sussurrò.
Ma
venne interrotta da Emily che la allontanò da me e mi si parò
davanti facendomi alzare il viso per guardarmi in faccia.
"Come
puoi non capire!! Come puoi non vedere che anche lui ti ama, che lui
è cambiato per te!"
Io
sospirai.
"Sta
solo fingendo..."
Uno
schiaffo mi fece spalancare gli occhi.
Forte...
...reale...
...doloroso...
Rimasi
immobile, finalmente consapevole di essere tornata alla realtà.
"Ma
non capisci che non stava fingendo, non capisci che con te è sempre
stato sincero! Non vedi come ti guarda, come il suo sguardo è
colpevole! Come è diventato pallido!...come ti fissa lacerato dal
dolore quando non te ne accorgi..."
Io la
fissai mentre il suo volto si addolciva leggermente e mi accarezzava
la guancia, lì dove mi aveva tirato lo schiaffo.
"...non
mangia più da quando non gli vuoi parlare..." disse Emily a
bassa voce
"Addirittura
le persone a scuola se ne sono accorte, non è più lo stesso, soffre
mentre ti guarda, mentre vede che lo ignori!"
Alice
mi si avvicinò.
"E'
vero Sam..."
Ma
Emily non aveva finito.
"Kevin
è preoccupato, molto e non capisce cosa stia succedendo a suo
fratello e anche Joe è distrutto da questo...e poi
guardati...guardati Sam!!"
Io
alzai il capo vedendo il mio abbigliamento svogliato, ma sapevo che
non si riferiva solo a quello, sapevo che parlava del modo in cui
stavo vivendo, un modo passivo....
"Ti
sei lasciata andare Sam!! Dov'è la ragazza che conosciamo! Dov'è
quella ragazza che ha tenuto testa a Taylor, che sorrideva per
incoraggiare gli altri, che ci è stata sempre vicino anche quando
nessun altro ci sarebbe riuscito. Dov'è quella ragazza che ogni
volta che si trova in una situazione disperata sorridere per
rassicurare gli altri?"
Io mi
alzai.
Colpita.
Capendo
che avevo fatto soffrire loro...avevo fatto soffrire me stessa e
tutte le altre persone che mi stavano in torno...
Scossi
la testa.
Il
cellulare sul tavolino squillò facendoci tremare tutte per la
sorpresa.
Era il
ragazzo Misterioso che ormai per la millesima volta stava cercando di
parlarmi.
"Perchè
continui a ignorarlo? anche lui sarà preoccupato, come tutti noi"
Emily
si addolcì e mi venne vicino appoggiandomi una mano sulla spalla, ma
io mi ritrassi, facendo un passo in dietro mentre le lacrime mi
appannavano la vista e capivo di aver sbagliato.
Avevo
sbagliato, ma era dura ammetterlo...soprattutto davanti a loro...
"Voglio
stare da sola..."
"Sam..."
Alice mi venne vicina, ma io arrettrai mentre una lacrima mi rigava
il volto.
"...voglio
stare da sola..."
"Sam"
la voce accorata di Alice mi fece arrabbiare e un'altra lacrima scese
rigandomi il volto mentre le mie braccia cadevano inermi di lato al
corpo e tremavo mentre le emozioni mi sopraffacevano.
"Lasciatemi
in pace!"
"Ma
Sam..."
Emily
afferrò l'amica per un braccio e la trattenne.
Le
fece segno di no con la testa.
"Ha
capito...adesso deve solo stare un po' da sola..."
Ma io
non sopportavo più le loro parole tranquille, rassicuaranti così
senza pensare corsi...
Corsi
più che potevo uscendo di casa.
Sbattei
la porta con violenza.
Il
vento e il freddo mi colpirono con violenza e mi accorsi ancora di
stringere in mano il telefono.
Camminai
assente mentre mi dirigevo verso i giardini.
Il
dolore era troppo forte da sopportare, le gambe tremavano, il fiato
mi si mozzava ad ogni passo e ricordo, il petto si alzava e
abbassava, le lacrime scendevano e i singhiozzi mi scuotevano da capo
a piedi.
No...non
era vero...volevo che tutto finisse...tutto il dolore...avevo bisogno
di pace, di tranquillità...volevo tornare nel vuoto nel nulla...
Mi
appoggiai al muro mentre mi veniva in mente l'unica persona di cui
avevo bisogno in quel momento.
Con le
mani tremanti alzai il capo verso il cielo grigio e una goccia mi
finì nell'occhio e mi accorsi in quel momento che stava iniziando a
piovere.
Tirai
su con il naso.
Mi
voltai a guardara la strada grigia deserta, senza persone, vuota...
Afferrai
il cellulare e digitai un numero che sapevo a memoria.
"Sam!!"
La
voce preoccupata del mio Ragazzo Misterioso mi fece sentire in colpa,
era colpa mia se era così agitato.
"Scusa
se non ti ho risposto..."
La mia
voce tremava ed era interrotta da singhiozzi...e a lui non passò
inosservato...
"Che
è successo?..."
"N-niente,
sto bene..."
Ma lui
non mi credette.
"Dove
sei?"
Io
rimasi in silenzio sentendomi egoista perchè avevo bisogno della sua
presenza, della sua tranquillità anche se non me lo sarei
meritata...
"Dimmi
dove sei Sam"
La sua
voce era calma e dolce, così io respirai profondamente.
"...ai
giardini..."
"Sto
arrivando"
Riattaccò.
Io
guardai i giochi davanti a me e rimasi intontita.
Ero
solo una stupida egoista.
Lui
aveva provato a chiamarmi tutta la settimana, si era preoccupato per
me, era stato agitato e io me ne ero completamente fregata.
Mentre
adesso che ero io ad aver bisogno di lui lo chiamavo e gli dicevo
senza troppe scuse di venire...mi sentivo un'egocentrica,
insensibile.
Camminai
lentamente mentre la pioggia mi attaccava i vestiti al corpo e mi
trapassava il tessuto bagnandomi la pelle.
Sentivo
il freddo scorrermi nelle vene.
Vedevo
tutto sfocato.
Le
vene mi pulsavano, la testa mi doleva, le gambe mi tremavano, il
fiato corto... respiravo a fatica e le lacrime scendevano
inesorabilmente contro il mio volere.
In
quel momento l'unica cosa di cui avevo bisogno era della presenza
rassicurante e protettiva del mio Ragazzo Misterioso...lui era
l'unico che era riuscito a tranquillizarmi quando nessun'altro ci era
riuscito, era l'unico che mi era sempre stato vicino prendendosi cura
di me e io mi ero allontanata da lui per una settimana, non dandogli
mie notizie...
Mi
sentivo in colpa.
Il
freddo di quella giornata mi era entrato nelle vene e i brividi
scendevano lungo la schiena insieme alle gocce di pioggia che
cadevano dal cielo.
Speravo
che quelle goccce mi potessero lavare, mandare via tutte le paure, le
insicurezze, la rabbia, i dubbi e la fiducia negli altri.
Volevo
partire da capo, lasciarmi tutto alle spalle.
Osservai
lo scivolo argentato che mi fece venire un'altra stretta allo
stomaco, poi mi voltai a fissare l'altalena che immobile si
bagnava...poi vidi una casetta, quella in cui da bambino ti vai a
rifugiare e dove fai finta di creare la base dei pirati.
Camminai
traballante mentre gli occhi continuavano ad appannarsi e chinando il
capo entrai dentro la casetta che stranamente era asciutta.
Osservai
il legno vecchio, il pavimento sporco e capii che quello era il posto
dove poter aspettare e far uscire tutta la mia vulnerabilità.
Appoggiai
la schiena contro la parete di legno, tirai le gambe verso il petto e
mi rannicchiai su me stessa tenendomi stretta e nascondendo al mondo
le lacrime calde che mi rigavano il volto.
Il mal
di testa era forte e mi faceva pulsare le tempie insistentemente, i
muscoli sembravano a pezzi, stremati, la gola secca, arida, mi
bruciava.
Il
dolore al petto e allo stomaco era talmente forte da sembrare che la
ferita fatta dallo sparo di Taylor si fosse riaperta.
Sentivo
talmente tanto dolore che il respiro mi usciva corto e irregolare.
Strinsi
più forte e rimasi immobile, aspettando, sperando che tutto
finisse...
La
pioggia batteva ritmicamente sul tetto di legno e i miei capelli
umidi si erano appiccicati al volto.
Sentii
un rumore e alzai il capo.
Scrutai
intorno ai giardini.
Ero
sicura che ci fosse qualcuno, lo sentivo.
Poi,
con un tuffo al cuore, lo vidi.
Un'ombra
scura, indistinta tra la pioggia, camminava lentamente, si appoggiò
ad un albero e sorrise.
Spalancai
gli occhi e sentii un istinto irrepremibile di stringerlo a me.
Sussultai...
...mi
alzai di scatto...
...inziai
a camminare...
...sempre
più veloce...
...bagnandomi...
...tremando...
...poi
iniziai a correre...
...inciampando
nelle pozze...
...lui
era lì...
...per
me...
Più
mi avvicinavo all'albero, più l'ombra mi faceva distinguere il suo
profilo e lo riconobbi, era vestito nello stesso modo in cui era
vestito al ballo: tuta da calcio, maschera grande a coprirgli
interamente il volto.
Lo
vidi.
Sorrisi.
Mi
lanciai contro di lui lo strinsi più forte che potevo, appoggiai la
testa con forza contro il suo petto e sentii il suo calore invadermi.
Le sue
braccia mi avvolsero facendomi sentire protetta, tranquilla, al
sicuro, da tutto, da tutti, dal male che il mondo poteva provocare,
dalle emozioni che potevano ferire più degli atti stessi.
Il suo
corpo caldo e asciutto si premette contro il mio e sentii una pace
inattesa avvolgermi.
Mi
sentii in colpa.
Alzai
il capo.
"Scusami...non
volevo sparire così...n-non volevo farti preoccupare, mi
dispiace..."
Lui
rimase in silenzio e con una mano mi accarezzò i capelli bagnati e
appoggiò il suo mento sul mio capo.
"Non
ti devi scusare Sam, io sarò sempre quì per te"
La sua
voce era come al solito bassa, sussurata, camuffata.
Mi
sentii un egoista, appena mi disse quelle parole capii che lo avevo
ferito, lo capii dal suo tono di voce, dall'incrinazione nella sua
voce.
L'ombra
dell'albero ci copriva in parte dalla pioggia.
Il suo
corpo era un'ancora di salvezza, era come se da lui scaturisse la
forza necessaria per affrontare tutto ciò che mi circondava.
"Mi
sei mancato..."
Dissi
con il volto contro il suo petto mentre le sue mani scivolavano sulla
mia schiena come per riscladarmi.
"...anche
tu..."
Disse
lui con la voce incrinata, sembrava distrutto, provato,
dispiaciuto...
Era
forse per colpa mia?
Lui mi
sfiorò la guancia bagnata con la mano e tentò di asciugarmi , poi
con un dito alzò il mio mento e il suo volto si avvicinò al mio e i
nostri occhi si incontrarono.
"Non
c'è bisogno di piangere" sussurrò mentre vedevo i suoi occhi
scuri velati da un senso di colpevolezza di cui non riuscivo a capire
il senso.
Mi
accorsi che involontariamente alcune lacrime erano scappate dal mio
auto controllo ed erano scivolate lungo il volto.
"E'
solo che non ce la faccio...è tutto così duro...i-io non voglio.
Vorrei che il tempo si fermasse e che le emozioni non esistessero
più"
Lui mi
sfiorò i capelli mentre mi continuava ad avvolgere con le sue
braccia.
"Le
emozioni sono una delle cose più belle che noi uomini possiamo
provare"
Io
scossi il capo rifugiandomi nella sua aura pacifica e tranquilla.
"Io
non voglio provare emozioni, voglio smettere di soffrire...voglio
smettere di fidarmi delle persone..."
Lui
con uno scatto si allontanò con la testa china e si avvicinò al
tronco dell'albero.
Io
rimasi immobile, non capendo quale fosse il problema.
"Sono
uno stupido"
Sussurrò
portandosi una mano al volto e incurvandosi leggermente.
La sua
voce si stava via via schiarendo, stava levando il camuffamento...
"Non
sei uno stupido..." dissi io andandogli vicino e appoggiandoli
una mano sulla spalla.
Lui
afferrò la mia mano e intrecciò le sue dita con quelle della mia
mano.
Io
sorrisi involontariamente sentendomi leggermente più tranquilla.
Il
dolore che avevo provato e che ancora mi attanagliava era tutto lì,
però il Ragazzo Misterioso aveva qualcosa che non andava e mi
sentivo in dovere di aiutarlo, vederlo così combattuto mi faceva
stare male.
Appoggiai
una mano sul suo petto.
"Qual'è
il problema?"
Lui
alzò il capo all'improvviso facendo incontrare i suoi occhi scuri e
indecifrabili con i miei.
Sentii
un tuffo al cuore e una sensazione strana mi fece rimanere immobile a
fissarlo, intrappolata dal suo sguardo...così familiare.
Lui si
staccò da me e si spostò verso la fine dell'ombra dell'albero,
andando alla luce, sotto la pioggia, la mia mano si slegò dalla sua
e io rimasi immobile ad osservarlo.
Lui
sospirò e mi fece segno di venire avanti, così io lo seguii...
I
nostri corpi erano di nuovo vicinissimi, sotto l'acqua.
Mi
passò una mano sulla guancia e sorrise, poi portò le mani
all'altezza del suo mento e afferrò la maschera...
Il
cuore mi saltò in gola.
Una
stretta allo stomaco mi immobilizzò.
Il
fiato mi si bloccò in gola.
Lui mi
guardò, sapendo che avevo capito.
...stavo
per scoprire chi era davvero...
Vedevo
tutti i momenti che avevamo passato insieme come fossero appena
successi.
Sentivo
il battere ritmico del cuore nel petto e i muscoli che si erano tesi
per l'emozione.
Poi lo
guardai, pensai a quando mi aveva salvata, tutte le volte che mi era
stato vicino solo perchè io ne avevo bisogno...pensai a quando mi
era stato accanto tutta la notte per farmi addormentare.
...pensai
a tutte le parole che mi aveva sussurrato per tranquillizarmi, tutti
gli attimi che avevamo condiviso insieme, tutti quei momenti di cui
gli ero grata e di cui glielo sarei stata per sempre...
Lui
era stato la mia ancora di salvezza in mezzo a tutto quello che era
successo.
Lui
era stato ciò che mi dava forza per andare avanti...
...la
maschera si stava sollevando, lentamente, mentre il mio cuore
continuava a battere sempre più forte...
La
maschera si alzò dal mento, superò le labbra e io lo guardai, lo
fissai.
Con
uno scatto cancellai la distanza che ci divideva e feci premere le
mie labbra contro le sue...
...avevo
bisogno di fargli sapere che qualunque cosa fosse successa io gli
sarei sempre stata grata di quello che aveva fatto per me...chiunque
lui fosse io gli sarei sempre stata grata e non mi importava chi
fosse veramente perchè non poteva ccambiare tutto quello che aveva
fatto per me.
Lui
rimase srpreso, poi stese le labbra e approfondì il bacio mentre i
nostri corpi si avvicinavano.
Poi ci
separammo e lui sorrise lievemente, divertito.
"Non
mi importa di sapere chi sei veramente perchè tutto quello che hai
fatto per me non cambierà mai..."
Lui mi
premette un dito sulle labbra.
"E'
giusto che tu sappia"
Poi
allontanò la sua mano dalla mia bocca e mi sorrise nuovamente
accarezzandomi la guancia.
Sentivo
che dalla sua voce stava scomparendo quel tono di camuffamento...
...il
mio cuore batteva sempre più forte e le gambe mi tremavano...
Io
alzai la mano e l'appoggiai sulla sua e insieme alzammo la
maschera...
...di
scatto...
...velocemente...
...insieme...
....con
sicurezza...
...con
decisione...
...mentre
sapevamo che comunque sarebbe andata nulla sarebbe cambiato tra di
noi...
Io non
riuscì a trattenermi e chiusi gli occhi...avevo paura...
Lui mi
prese il mento e premette le sue labbra contro le mie mentre il suo
sapore dolce mi invadeva e sentivo la tensione sciogliersi...
...ricambiai...
Feci
passare le mie braccia attorno al suo collo e la mia mano gli toccò
i capelli morbidi mentre lui mi tirava verso di se, spingendomi tra
le sue braccia.
La
maschera era caduta a terra.
La
pioggia ci bagnava.
La sua
vera identità era lì, svelata, in attesa che io la vedessi.
Per la
prima volta avevo paura di scoprire chi era davvero.
Lui
allontanò le sue labbra dalle mie e appoggiò la sua fronte contro
la mia.
Io
avevo ancora gli occhi chiusi...ma il suo bacio mi aveva fatto
provare una sensazione strana...
...avevo
sentito un profumo di muschio, pulito, fresco...
Il suo
inconfondibile odore che non riuscivo a dimenticare...
"Scusami
Sam..."
Spalancai
gli occhi.
Mi
allontanai con un salto da lui.
Lo
fissai.
I
muscoli erano tesi.
Il
cuore si era fermato nel petto.
Il
dolore allo stomaco pulsò, vivissimo.
Il fiato era sparito e la bocca mi si era fatta secca dallo stupore...
Una goccia di pioggia scivolò lenta fino al mio mento.
"...Nick..."
Il suo
volto pallido...
...i
suoi occhi scuri...
...i
capelli ricci...
...le
labbra morbide...
...il
Ragazzo Misterioso era Nick...
...Nick
era il Ragazzo Misterioso...
...lui
era l'altro...
...e
l'altro era lui...
...il mio killer e il mio salvatore erano la stessa persona...
...le
due persone che credevo di amare erano in realtà una sola...
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