All the colors

di Yati
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ALL THE COLOURS
scritta da Yati, tradotta da Alessia Heartilly

Le diede un gelato un giorno, alla vaniglia, bianco come il suo vestito. Lei lo prese e disse grazie e lo mordicchiò, e lui pensò che fosse una maniera sbagliata di mangiare il gelato. Non le disse niente, guardò soltanto.

Avrebbe dovuto sapere come comportarsi coi bambini piccoli, pensò. Aveva governato interi regni e presieduto un gruppo di apprendisti che battibeccavano, e questi ultimi, più o meno, erano bambini, nonostante la loro età. Il problema era che questa ragazza non era una bambina - era una semplice Nessuno, e i Nessuno erano destinati a essere incompleti, a essere dimenticati, a sparire. Quello era il suo destino.

Lei sembrava soffrire la solitudine. Non poteva essere, però; lei non aveva un cuore. Eppure si trovò a chiederle, quasi contro la sua volontà, se desiderava altro.

Naminé alzò lo sguardo, fissandolo con quei suoi sconcertanti occhi pallidi. Si guardò intorno nella stanza; i muri bianchi, i mobili bianchi. Si lisciò il vestito bianco, le mani tremolanti, nervose. "Tutti i colori del mondo," rispose infine, e mise il bastoncino del gelato dritto accanto alla sua matita, ordinatamente.

Lui se ne andò, e quando tornò nella sua stanza una settimana più tardi le posò una piccola scatola sul tavolino. Lo sguardo di lei era interrogativo, mentre faceva scorrere le dita sul set completo di matite colorate che la scatola conteneva. "Ecco," le disse lui. "Tutti i colori del mondo."

Lei si costruì i suoi mondi personali, dopo, luminosi sprazzi di disegni sparpagliati nella sua stanza. Ma lui aveva ancora un cuore nascosto da qualche parte dentro di lui, anche se per lei non era così, quindi non le disse che i suoi colori (il blu dell'oceano e del cielo e gli occhi di un ragazzo, le ombre dorate di calore della sabbia e il sole e l'amicizia e la risata) erano slavati e attenuati, confusi dal ricordo.

Le portò un altro gelato molto più avanti: sale di mare stavolta, e lei sorrise e lo ringraziò. Continuò a disegnare, leccando assente il gelato che gocciolava, mangiandolo nel modo in cui un bambino dovrebbe mangiare un gelato.

Non una bambina, pensò, solo una Nessuno.

La lasciò ai suoi espedienti.

*****
Nota della traduttrice: grazie a Little_Rinoa per il beta reading! Ogni vostra recensione verrà tradotta e spedita all'autrice, e se ci saranno risposte ve le posterò :) Grazie e alla prossima!
Alessia Heartilly





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