Erano
secoli che volevo scrivere una storia del genere e,
quando ho notato il Contest "The
Kitchen",
ne ho approfittato per
decidermi finalmente a buttarla giù! Il tema del contest,
ovviamente era la cucina: dovevamo ambientare una storia per la maggior
parte in una o più cucine e sviluppare una trama.
Questa
storia è un
po' particolare: i protagonisti sono gli elfi domestici, con qualche
comparsa umana. Stavolta la mia fissa per i personaggi secondari ha
raggiunto livelli mai visti prima perché ho scelto come
protagonista uno dei personaggi più impopolari e detestati
di tutta la saga,
quindi preferisco avvertirvi in anticipo (soprattutto i tanti fan di
Sirius Black... io lo adoro ma, dato il protagonista, non potevo
parlare
bene di lui, altrimenti sarei andata OOC).
Be', vi lascio alla storia: sarà composta da cinque brevi
capitoli, quindi niente di troppo lungo. Inserirò i punteggi
ottenuti nel contest nell'ultimo capitolo.
Disclaimer: tutti i
personaggi di questa fanfiction appartengono a J.K. Rowling, come anche
le frasi scritte in corsivo. Non scrivo a fini di lucro.
Le
cucine di Hogwarts
Capitolo I
Luglio 1996
“Ehm…
Kreacher… voglio che tu vada a Hogwarts e lavori nelle
cucine con gli altri elfi domestici”.
Con un sonoro
CRAC, un
vecchio elfo dagli occhi grigi iniettati di sangue si
Materializzò in una stanza dalle grandi dimensioni, popolata
da
almeno un centinaio di suoi simili. Alcuni si affaccendavano intorno ad
un enorme camino, altri prendevano le pentole che si trovavano lungo le
pareti, altri ancora servivano la cena ai quattro lunghi tavoli al
centro.
Bleah.
“Ehi,
guardate, c’è un nuovo elfo domestico”.
Alcuni elfi si
erano
accorti dell’improvvisa comparsa del loro simile e gli si
erano
avvicinati. Kreacher non mosse un muscolo, profondamente disgustato.
“Ciao”
lo
salutò uno degli elfi. “Tu è benvenuto.
Tu dovrebbe
richiedere la divisa al professor Silente, come tutti noi”.
Kreacher
guardò lo
strofinaccio decorato con lo stemma di Hogwarts che tutti gli altri
indossavano e rispose con un grugnito.
“Io
non vuole quella veste! Io ha già cosa indossare”.
Le espressioni
gentili scomparvero subito dai visi raggrinziti che aveva di fronte.
“Come
vuole tu” risposero, voltandogli le spalle e lasciandolo
perdere.
Seppur con
riluttanza,
Kreacher si mise subito al lavoro. A Grimmauld Place si era abituato a
parlare da solo, perciò non volle rinunciare a quella
consuetudine nemmeno lì a Hogwarts.
“Povero
Kreacher, che
umiliazione. Per anni ha servito fedelmente la nobile casata dei Black,
e adesso è costretto a sfamare quei mocciosi insignificanti
di
Hogwarts, quasi tutti Mezzosangue e traditori del proprio
sangue…”
Interruppe di
scartare il
tacchino per lanciare una maledizione a Silente. Se quel vecchio
rimbambito non lo avesse chiamato nell’orrida casa dei
parenti
Babbani di Harry Potter, forse sarebbe riuscito a fermare quello
schifoso ladro.
Poteva
immaginare Mundungus
Fletcher come se fosse stato lì presente, il ghigno
soddisfatto
quasi del tutto coperto dai sudici capelli rossi, mentre portava via
tutti gli oggetti di famiglia, compreso il medaglione.
Kreacher
scoppiò in
un singhiozzo disperato. Aveva disobbedito: non solo non era riuscito a
distruggerlo, ma aveva anche permesso a Fletcher di rubarlo. Doveva
assolutamente punirsi per quell’errore.
L’elfo
smise di
lavorare, guardandosi intorno. Poi si avvicinò al focolare e
tese le mani verso una padella di olio bollente…
“Che
cosa fa?!”
Un attimo
prima di immergere le dita nell’olio, Kreacher fu assalito
alle spalle e trascinato a terra.
Lottando
contro due braccini che lo trattenevano, infine riuscì a
identificare l’elfo che lo aveva fermato.
“Tu
non deve punirti!” disse un elfo molto più giovane
di lui, con il naso lungo e gli occhi verdi.
Kreacher gli
lanciò
uno sguardo orripilato non appena inquadrò il suo vestiario.
Indossava un golfino marrone con una R ricamata sopra, uno scolapasta
come cappello e almeno cinque paia di calzini per piede, ognuno di
colori e fantasie diverse.
“Anche
tu è stato licenziato?” chiese lo strano elfo
vestito, rialzandosi in piedi.
Kreacher
balzò su in un nanosecondo, scandalizzato e indignato.
“Kreacher
licenziato?
Come ti permette? Kreacher ha sempre obbedito, non è stato
licenziato! Io è obbligato a stare qui! Io vuole tornare a
casa,
vuole scovare Mundungus Fletcher e strangolarlo! Come farà
la
povera padrona senza Kreacher?”
“Dobby
chiede scusa” rispose l’altro, impressionato.
“Dobby voleva solo impedire di farti male”.
“È
affare di Kreacher. Io ha sbagliato e deve punirsi”.
“Gli
elfi di Hogwarts
non devono punirsi. Silente è molto buono con noi. Se glielo
chiede, può anche essere pagato. Dobby riceve un galeone al
giorno” annunciò Dobby tutto contento.
Gli altri elfi
domestici,
che fino a quel momento erano rimasti a guardare, si affrettarono a
tornare alle precedenti occupazioni, imbarazzati. Quanto a Kreacher,
fissava quell’altro come se credesse di avere a che fare con
un
malato di mente. Dopo di che iniziò a pestarsi tutto,
furioso.
“Kreacher
non vuole
stare con questi pazzi! Vuole tornare dalla sua padrona!”
strillò, spargendo lacrime di rabbia e odio che gli
solcarono il
grugno. “Invece deve obbedire a quel moccioso Mezzosangue,
che
schifo! Kreacher odia Potter!”
Dobby gli si
avvicinò, incredulo.
“Harry
Potter? Tu conosce, Harry Potter?”
Il vecchio
elfo lo guardò male.
“Sì,
purtroppo…”
Improvvisamente
Dobby si gonfiò come un tacchino, furibondo.
“Tu
non deve parlare
male di Harry Potter! Ha salvato Dobby, l’ha liberato dai
suoi
vecchi padroni cattivi! Harry Potter è un ragazzo gentile
e…”
“Harry
Potter
è un traditore del proprio sangue”
gracchiò
Kreacher, “amico di Sanguesporco, ibridi
e…”
Nessuno seppe
mai che
cos’altro avrebbe detto, perché Dobby gli
impedì di
proseguire, assestandogli un gran pugno sul naso.
Gemendo per il
dolore e la
frustrazione, Kreacher reagì all’attacco e
iniziò
un violento corpo a corpo contro Dobby a suon di calci e pugni che
riecheggiarono per tutte le cucine.
Marzo 1997
“State
solo
appiccicati a Malfoy come un paio di cerotti antiverruche”.
“Oh,
certo, adesso il
padrone ha preso gusto a dare ordini a Kreacher. Kreacher fa questo,
Kreacher fa quello, Kreacher insegue anche Draco Malfoy! Quanto
vorrebbe che il suo padrone fosse il signorino Malfoy, e non quel
traditore di Potter!”
“Se
tu conoscesse davvero Draco Malfoy, tu non parlerebbe
così” intervenne Dobby.
Erano appena
rientrati
nelle cucine dopo l’ennesimo pedinamento notturno. Kreacher
era
stanchissimo, e anche Dobby, ma quest’ultimo si rifiutava di
dormire per far contento Harry Potter.
Alle sue
parole, Kreacher
guardò male l’altro elfo domestico. Erano seduti
su due
tavoli diversi e si lanciavano occhiatacce irritate a vicenda.
“I
vecchi padroni
picchiavano continuamente Dobby. Erano molto… cattivi e
malvagi.
Tu è mai stato picchiato?”
Kreacher
assunse un’espressione corrucciata. I suoi padroni gli
mancavano immensamente.
“Io
è sempre
stato un elfo fedele. Forse tu non era altrettanto. Solo padron Sirius
trattava male Kreacher, ma lui era un rinnegato traditore del suo
sangue e si sfogava sempre su Kreacher. Io non voleva servirlo. Era
cattivo. Aveva fatto soffrire così tanto i miei
padroni”.
Kreacher
rimase in
silenzio, covando risentimento nei confronti di Sirius Black. Non lo
aveva mai sopportato, fin da quando era bambino e gli faceva i
dispetti. Era così diverso da suo fratello Regulus, che
invece
lo difendeva sempre quando Sirius esagerava.
“Kreacher
era tanto
felice di non servirlo più, e invece gli è
toccato il suo
figlioccio” disse digrignando i denti, sicuro che Sirius lo
avesse lasciato a Harry proprio per fargli un ultimo dispetto.
“E
Dobby è
felice di non servire più i Malfoy”
obiettò
l’elfo più giovane. “Harry Potter
è molto
più buono e gentile, tu lo capirà
presto”.
“Neanche
per
sogno” sbottò Kreacher, inorridito al solo
pensiero,
mentre il suo sguardo cadeva su una bottiglia vuota di Burrobirra
abbandonata sul pavimento. Si alzò subito e si diresse verso
di
essa con l’intenzione di buttarla ma, non appena la
sfiorò
con le dita, un involto di tovaglie poco lontano si mosse ed emise un
gemito d’irritazione.
“Lascia
stare!”
Dai panni
stropicciati si
districò un’elfa con gli occhi castani e il naso a
pomodoro. Kreacher la conosceva di vista ma non le aveva mai rivolto la
parola dal momento che era Vestita. Il suo abitino azzurro era
stracciato e pieno di macchie e aveva il muso perennemente arrossato.
“È
finita” osservò Kreacher, irritato.
“Tu
lascia!”
insisté quella, afferrando la bottiglia e portandosela alle
labbra. Erano rimaste solo due gocce di Burrobirra, ma questo
sembrò farle credere di aver avuto ragione.
“Bah”.
Kreacher non
ne poteva
più di essere confinato lì dentro. A Grimmauld
Place
sarebbe stato solo, ma almeno avrebbe avuto il ritratto della sua
padrona a fargli compagnia. Là a Hogwarts invece doveva
avere a
che fare con Dobby e con quell’altra elfa licenziata,
entrambi
tipi loschi e poco raccomandabili, a suo parere.
Nel frattempo,
Dobby si era avvicinato e guardava la sua simile con aria preoccupata.
“Winky
deve smettere di bere. La Burrobirra fa male”.
“A
Winky non
importa” rispose lei, mentre correva alla dispensa per
prenderne
un’altra. Poi tornò allo sgabello che occupava di
solito,
vi si sedette e iniziò a bere di nuovo.
“Ma
che
cos’ha?” non poté fare a meno di
chiedere Kreacher.
Lui e Dobby si picchiavano almeno due volte a settimana quando il primo
insultava troppo Harry Potter, ma a volte riuscivano ad avere delle
conversazioni tranquille, anche se duravano meno di cinque minuti.
“È
stata
licenziata più di tre anni fa e ha cominciato a bere da quel
momento” spiegò Dobby. “Se ne sta sempre
lì a
svuotare una bottiglia dopo l’altra e a piangere. Lei non
è come me, non voleva essere licenziata”.
Winky in
effetti aveva appena cominciato a piangere e singhiozzare
disperatamente.
“Da
quando poi il suo
vecchio padrone è morto” proseguì
Dobby,
“beve ancora più di prima. Poi il suo padrone
più
giovane è stato Baciato da un Dissennatore e lei si dispera
sempre per questo, dice che doveva tenerlo d’occhio e invece
non
l’ha fatto. Gli ha permesso di uccidere suo padre e di far
tornare in vita Colui Che Non Deve Essere Nominato. Dobby ha provato a
convincerla che non è colpa sua ma… Che
cos’hai?”
Quando aveva
sentito quel nome, Kreacher era sobbalzato all’improvviso.
“Niente!”
mentì, mentre orribili ricordi tornavano a tormentarlo.
Tremando
come una foglia, aveva quasi l’impressione di sentire di
nuovo il
bruciore allo stomaco dovuto alla pozione che il Signore Oscuro gli
aveva fatto bere e le mani putride dei cadaveri animati che lo
trascinavano sott’acqua. E poi, inevitabilmente,
ripensò
al suo padrone che subiva lo stesso trattamento ma gli chiedeva di
andarsene e tornare a casa, lasciandolo lì.
Kreacher non
aveva mai
capito perché Regulus avesse deciso di morire per recuperare
quel medaglione, lui non glielo aveva mai detto. Ma il suo compito era
quello di distruggerlo, non di chiedere spiegazioni. Purtroppo, non ci
era riuscito e se l’era fatto pure rubare.
Le lacrime gli
inumidirono gli occhi iniettati di sangue e cominciarono a scendere
lungo il naso.
Senza
aggiungere altro,
Kreacher si allontanò da un perplesso Dobby e se ne
andò
in un cantuccio a fingere di dormire. I suoi singhiozzi risuonarono
nelle ampie cucine, all’unisono con quelle di Winky.
*Angolo
autrice*
Primo
esame della sessione estiva superato alla grande + contest conclusosi
con un risultato oltre ogni mia previsione = tocco il cielo con un
dito, quindi comincio a pubblicare le storie che ho riservato
per
l'estate! =)
Visto che sono riuscita a scrivere anche su altri personaggi oltre
Regulus? XD Ovviamente qui verrà ricordato spesso,
ma
è un gran passo avanti, no? Ho scritto solo un'altra
one-shot su
di lui (davvero deprimente, e infatti ancora non ho trovato il coraggio
di pubblicarla).
Come avrete capito, in questa storia ho voluto ricostruire come se
l'è passata Kreacher dal sesto libro
al settimo, il suo rapporto non molto amichevole con Dobby e anche che
fine ha fatto la povera Winky, che la Rowling ha praticamente
abbandonato.
Spero che l'idea non vi abbia fatto schifo. Immagino che questa storia
non avrà molti lettori, data l'impopolarità di
Kreacher,
ma pazienza: io mi sono divertita a scriverla!
Intanto colgo l'occasione di ringraziare tutti quelli che hanno votato
"Eroi non si nasce, si diventa" al concorso sui personaggi originali e
quelli che l'hanno letta grazie a quel concorso. Sono stata
contentissima, davvero. Non mi aspettavo di vincere ma già
passare la prima fase è stata la cosa più bella
per me.
Grazie!!
@ Pepesale:
se stai leggendo qui, grazie per le recensioni che mi stai lasciando.
Ti risponderò via e-mail con calma quando avrò un
po' di
tempo libero (purtroppo ho altri due esami da preparare per
metà
luglio, quindi sono molto impegnata ora) :-(
Ora
corro immediatamente a studiare: la breve pausa che mi sono concessa
ieri pomeriggio per festeggiare è finita... -.-"
Ciao a tutti! =)
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