Titolo: My Eternal Sun
Rating: Verde
Disclaimer: non possiedo i diritti sui personaggi. Sono miei solo la
storia e i pensieri espressi.
Questa storia ha vinto come Best Narrator alla seconda sfida di Dream Writers
La battaglia è finita. La polvere si adagia lentamente sui
cadaveri pian piano mentre il sole scende dietro i pochi arbusti e
alberi rimasti ancora in piedi dopo l’orda di stamane.
È un momento particolare questo, sempre. Si contano i morti,
i feriti e i sopravvissuti. Che non sempre sono i più
fortunati.
È anche il momento per chi vive di fare i conti con la
propria coscienza.
La mia uscirà questa notte, quando sarò solo
nella mia tenda.
Ma ora vedo lui… sta piangendo, urlando, sporco di terra e
sangue, di quella disperazione che nasce quando ti rendi conto che hai
perso compagni ed amici, che non li sentirai più cantare,
ridere e scherzare. Oppure raccontare le storie dei miti per tenersi
compagnia davanti al fuoco.
Vorrei andare da lui, ma non posso.
Da quando lo conosco, cioè da sempre, so che in questi
momenti Alessandro vuole stare da solo. E io esaudirò il suo
desiderio.
Eppure il mio cuore sanguina, perché l’unica cosa
che vorrei fare ora è stringerlo a me e fargli capire che
non è solo, perché lui avrà sempre me
al suo fianco.
“Efestione, aiutaci ti prego.” Alcuni soldati
stanno trasportando alcuni corpi verso quella che diventerà
la loro pira funeraria: è un lavoro mastodontico
perché i cadaveri sono tanti, troppi. Non è un
lavoro che mi compete, io sono talmente in alto nella scala gerarchica,
che queste cose non le faccio da tempi immemori, ma ho bisogno di fare
qualcosa per non pensare e per metabolizzare il dolore sordo che pian
piano sta crescendo. Faticare, sudare, sporcarsi, mi aiuta nella mia
personale catarsi.
Abbiamo vinto, è vero, ma Dario ha spezzato molti scudi
stamane e questo è uno dei lavoro più immani e
penosi da dover fare.
Solo quando la notte è fonda e le stelle brillano fredde ed
altere sopra di noi, che il fuoco viene acceso: brucerà per
tutta la notte, accompagnando le anime dei defunti verso la dimora del
dio Ade o verso i Campi Elisi, dove banchetteranno e faranno festa per
l’eternità, mentre noi continueremo a soffrire qui
nel mondo terreno.
Lo vedo Alessandro, il mio Alessandro, all’altro lato della
pira, che guarda le fiamme salire e pregare gli dei perché
tutto questo non si compia nuovamente. Speranze vane, perché
la sua sete di conquista e sete di immortalità è
tale che noi, insieme a lui, andremo fino ai confini del mondo. Io lo
so, lo conosco meglio di chiunque altro.
Non ho paura, perché sono con lui e lui con me. Niente
potrà mai dividerci, solo la morte.
Indossi solo una vestaglia di stoffa leggera che a malapena copre il
tuo corpo perfetto, abbronzato e pieno di cicatrici delle mille
battaglie che abbiamo affrontato assieme, fianco a fianco. Ti sei
preparato perfettamente per questa notte che dovrà essere
perfetta.
Una notte che non passerai con me.
La passerai con lei.
Roxane.
Tua moglie.
Lo so che devi, lo so che un re come te, deve avere una regina, ma
questo ti porta più lontano da me. E stanotte starai con
lei, mentre io sarò solo a pensarti.
Mi amerai anche mentre sei con lei?
Lo sentirai l’anello del sole al tuo dito, mentre la bacerai
e la violerai la prima volta?
Quell’anello l’ho custodito per anni, dopo aver
lasciato l’Egitto, solo per darlo a te nel momento migliore.
Chi è il sole, Alessandro?
Tu sei il sole, Alessandro, il mio sole.
Vedo la tua espressione triste, forse commossa. Eppure la tua pelle
è cosparsa di piccoli brividi di attesa ed eccitazione.
Aspetti questa notte e non solo perché questa ti potrebbe
portare un figlio, ma proprio perché aspetti lei, questa
figlia di barbari, questa principessa che ti ha stregato con i suoi
enormi occhi e queste curve promettenti fertilità di donna.
Un qualcosa contro cui non posso competere, nonostante io ti potrei
dare molto di più.
Tutto l’amore del mondo.
Tutto me stesso, fino alla fine dei tempi.
Il tuo abbraccio è forte, sembra quasi che tu non voglia
lasciarmi andare e per me vale lo stesso. Vorrei tenerti a me per tutto
il tempo che mi rimane, invece veniamo interrotti troppo presto,
proprio da colei che ti porterà in un nuovo mondo, nel quale
io non potrò entrare.
È nervosa e decisamente infastidita di trovarmi li, lo
capisco da come mi fulmina con gli occhi, da come si muove, da come
allontana i servi, umiliata da me che abbraccio suo marito. Del resto
la posso capire fino in fondo, visto che provo gli stessi sentimenti di
invidia e di gelosia nei suoi confronti.
Non possiamo far altro che staccarci. Lo guardo per un’ultima
volta e lo lascio a lei.
Ed io alla mia tristezza.
Sto morendo.
Nonostante quello che dice il medico, le sue rassicurazioni, io so che
non supererò la notte. E non serve che tu entri nella mia
camera come una furia, triste e sconvolto, con le lacrime, sapendo che
io sto male.
Questa volta il tuo sole non potrà scaldarmi.
Ho così tanto freddo, Alessandro.
E non è per il tifo che mi consuma fin troppo velocemente,
ma perché mi sto rendendo conto che non ti vedrò
più. Non sentirò più la tua voce
parlarmi di casa, della Grecia. Di te e me assieme, mentre i nostri
figli giocano assieme. Delle tue labbra che mi accarezzano durante le
fredde notti lontane.
Non avrò più il mio Alessandro.
E le lacrime premono per uscire, perché non voglio morire se
questo mi porta lontano da te che sei il mio unico amore.
Vorrei baciarti un’ultima volta, vorrei sfiorarti con le
dita, per avere un ultimo ricordo da portare con me
nell’Aldilà, ma tu sei lontano da me, parli
sperando che le cose cambino, che io, per miracolo, mi alzi e ti
abbracci. Non succederà, perché me ne sto andando.
Sento l’ultimo alito di vita abbandonarmi, sento che ho
ancora un’ultima cosa che posso fare, prima di andare a
salutare Ade e Proserpina: ti guardo e tu risplendi.
Addio Alessandro.
Addio, mio Sole Eterno.
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