Fire
Glee è la mia
ultima ossessione. Il femshlash lo è da un pò. Dato il
fantastico cast femmilinile di quel telefilm, e la splendida chemistry
che c'è fra Lea Michele e Dianna Agron (Ma anche Naya Rivera e
Heather Morris <3), non c'è da meravigliarsi che il fandom
americano/inglese sia impazzito per loro. La canzone a cui mi sono ispirata per il misfatto è: Fire
originariamente di Bruce Springsteen, ricantata in Glee da Kristin
Chenoweth e Matthew Morrison.
I present you, Faberry (Rachel/Quinn) ;)
Fire
Odio quello che mi fa.
Odio i sentimenti che provoca in me. Sentimenti che non dovrebbero esistere.
Dannazione, io sono Quinn Fabray, la Regina di questa stupida scuola.
[O almeno lo ero fino a qualche mese fa.]
E ora? Chi sono ora? Cosa ci faccio nella macchina della persona più fastidiosa del pianeta?
Rachel Berry, con i suoi orridi maglioni fatti a mano, i suoi sorrisi falsi,
[c’è così tanta tristezza dietro quei sorrisi]
il suo stacanovismo suicida, quell’entusiasmo inappropriato e
quella parlantina che fanno venire voglia a
probabilmente il 99,9%
delle persone di ficcarle un calzino in bocca.
Non so davvero cosa mi prenda. Devo essere impazzita. Uscita di testa.
Gli ormoni della gravidanza devono aver completamente preso possesso
del mio corpo. Forse gli alieni mi hanno rapito mentre dormivo.
[o forse semplicemente non la trovo così insopportabile]
Non c’è spiegazione altrimenti. Non c’è
spiegazione al fatto che da un mese a questa parte la lascio
accompagnarmi a casa.
Ma quando lei abbassa la radio (qualche stupido showtune), la macchina
ferma nel parcheggio a qualche chilometro da casa mia, e mi bacia,
attirandomi a se, io non protesto.
Io odio Rachel Berry, davvero. Ma quando lei mi bacia, tutto è
fuoco. Il mio corpo brucia e formicola di energia pura. E non posso
farne a meno. Fermarmi è impossibile.
E lei lo sa. Lei sa che, per quanto possa insultarla ogni giorno della
sua vita scolastica, tutto quello che dico è una bugia. Tutto
quello di cui cerco di convincermi è una bugia.
Ma non so vivere altrimenti. Ho sempre vissuto in una bugia.
È come se leggesse dietro tutti gli strati d’acciaio che ho costruito per difendermi.
E sa che mento quando dico di voler rimanere da sola, in una casa
fredda e nemica sotto ogni aspetto.
Sa che dietro la mia facciata
distaccata, la mia pelle, i miei muscoli, tutto il mio corpo guizza
dolorosamente, quasi tendendosi verso il suo tocco.
L’ho sempre odiata così tanto da far meravigliare molte
persone. Che cosa mi aveva mai fatto? Ma era il suo stesso esistere, a
farmi infervorare.
Quella sua maniera di sgattaiolarti sotto la pelle quasi inosservata.
È cominciata quando l’ho sentita cantare per la prima
volta. Da allora, non sono riuscita a spegnere il fuoco che mi ardeva
dentro ogni volta che la nanetta
[non è poi così bassa ora che ci penso]
aveva l’indecenza di aprire la bocca. Ho attaccato il fuoco con
secchiate e secchiate di acqua gelata, non dando importanza alla fiamma
che diventava sempre più alta.
Ho inventato gli epiteti
più inverosimili da affibbiarle. L’ho umiliata in ogni
modo conosciuto all’uomo. Ma la fiamma continuava a guizzare,
quasi prendendomi in giro.
Contro la mia volontà, la mia mente compara la nostra storia a
tutte quelle venute prima. Potrebbe quasi essere una storia alla Romeo
e Giulietta,
se non fosse che a)io la odio b)non ho alcuna intenzione
di essere Romeo c)Giulietta era una cretina, e non c’è
assolutamente alcuna possibilità che io possa identificarmi in
lei
[c) noi non finiremmo mai come loro].
Ma quando mi bacia, dio santo.
Non c’è più niente. Romeo e Giulietta non sono
niente in confronto. Nessuna stupida comparazione con alcun stupido
evento naturale potrà mai descrivere
quello che sento quando
quella sottospecie di Streisand-wannabe mi bacia. Le mie mani bruciano
sui suoi fianchi, sulle sue guance. Le mie labbra sono scottate
permanentemente.
E dopo ogni bacio, sento che il fuoco, invece di affievolirsi, aumenta
il suo impeto, ma si sposta, sempre più giù. Sempre
più giù.
Dopo ogni bacio, mi sento come se avessi percorso mille chilometri in
ginocchio, come se avessi scalato l’Everest, come se fossi appena
uscita da una seduta di elettroshock.
Ed è davvero stupido a pensarci bene, ma è come se il
fuoco avesse consumato tutto. Tutte le bugie e le falsità. Tutto
sparito.
E vorrei darmi davvero uno schiaffo sulla fronte per aver
scambiato quel fuoco per odio. Perché non ho mai amato scottarmi
così tanto in vita mia.
E vorrei che non smettesse mai, e vorrei che il fuoco mi travolgesse
fino a consumare ogni brandello di me, tranne le mie labbra.
Lei, lei, è sempre stata consapevole di questo. E ride quando
cerco di descriverle l’effetto che mi fa. Ma non posso farne a
meno. Non posso fare a meno del fuoco.
Perché quando mi bacia, io brucio.
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