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Soul
Calibur II
-Il
Ritorno del Trio-
-Conclusione-
Erano
due giorni che era in cammino, ormai.
Si era
infilato clandestinamente su un carro ed era passato per due villaggi, prima
d’essere sicuro di aver preso la strada giusta… Tutto quel tempo passato in
solitudine aveva giovato molto poco al suo senso dell’orientamento…
Ma
finalmente era arrivato! Salvo imprevisti e mantenendo un buon passo, sarebbe di
sicuro arrivato a Pechino entro un’ ora o poco più…
La sua
mente cominciò freneticamente a registrare quello che la sua indole pessimistica
aveva preferito tenere fuori per il corso del viaggio…
Stava
per rivedere Xianghua… Stava per rivedere Xianghua… Stava per rivedere
Xianghua…!!!
Senza
che alcun comando fosse stato impartito dal cervello, istintivamente, le sue
gambe aumentarono il passo fino a prendere il ritmo di una corsa…
Ormai
era quasi riuscito ad uscire dal bosco…
Un
kitana spuntò dal nulla ed andò a conficcarsi roteando a pochi centimetri dai
suoi piedi…
Solo un
po’ più in là e avrebbe dovuto usare il suo bastone per sostituire una gamba
amputata!
Alzò il
viso per capire chi fosse quel folle, e pochi istanti dopo la figura di una
donna ben tornita uscì fuori degli alberi, roteando su se stessa come la sua
arma e atterrando di fronte a lui in perfetto equilibrio:
-
Buon
giorno, gentil messere…- sussurrò, mellifluamente- Mi dispiace molto, ma non si
può proseguire… Non prima di aver pagato il pedaggio, almeno…
Senza
aspettare altro, Kilik impugnò il bastone brandendolo di fronte a sé:
-
Sei una
ladra?!
-
Che
brutta parola..! Mi limito a prendere ai ricchi per dare ai poveri!- ribatté
lei, sorridendo furbescamente.
-
Le
uniche cose che prenderai da me saranno un sacco di colpi! In guardia!- esclamò
lui, facendo roteare l’arma con decisione.
-
Ma tu vedi che tipi testardi devono capitarmi a metà pomeriggio! Di
seguito, per di più!- sbuffò la donna. Gettò un’ occhiata a Kilik, che non
accennava né ad abbassare l’arma né ad attaccare, e sorrise:- Un vero esempio di
lealtà, a quanto vedo… D’ accordo...- sconficcò il suo kitana da terra con un
colpo secco e si portò in posizione d’attacco:- Diamoci da fare…!
Kilik
tirò un colpo secco in direzione dei reni della donna, che li evitò abilmente
con un salto per poi colpirlo alle spalle…
Avvertì
la scapola destra bruciare per la botta ricevuta, ma non si concesse altro tempo
per pensare; con un movimento repentino si voltò, colpendo l’avversaria alle
costole… Lei perse l’equilibrio, ma si appoggiò alle mani e si slanciò contro di
lui, afferrandogli il collo con le gambe… Subì il suo attacco, ma non appena fu
saltata via la colpì con un attacco roteante dell’ asta, la sua specialità…
Finché
utilizzava quell’attacco la donna non poteva avvicinarsi senza essere colpita.
La
guerriera predone fece a sua volta roteare il suo kitana, lanciandolo contro di
lui. Si abbassò appena in tempo e direzionò un calcio deciso alle caviglie della
giovine…
La combattente cadde a terra,
incassando un altro paio di colpi, prima di riuscire a riprendere il suo kitana
e assestare a Kilik un potente attacco frontale…
Kilik
vacillò ma non cadde, appoggiando la sua asta a terra per reggersi… L’
avversaria impuntò la sua arma a terra, issandovi su e tentando di allungargli
un calcio al volto, ma prima che riuscisse nel suo intento Kilik le afferrò il
piede, facendola sbilanciare e scagliandola al terreno con violenza…
I pochi
secondi che la donna ci mise per riaprire gli occhi, ancora intontita per il
colpo ricevuto, bastarono a fargli reinpugnare il bastone e a puntarglielo alla
gola.
-
Ti
arrendi?- chiese Kilik.
Lei aprì
del tutto gli occhi e sorrise, con aria lievemente sorniona:
-
Ok, ok…-
fece- Puoi pure passare!...-si tirò su in piedi, scrollandosi la polvere di
dosso- Comunque… Ero ancora stanca per il combattimento avuto con quel guerriero
qualche ora fa, altrimenti non saresti mai riuscito a battermi… Anche se è la
prima che da queste parti capitano guerrieri così valenti come te e lui, devo
ammetterlo… Evidentemente non è la mia giornata fortunata…
-
Guerriero..?- chiese Kilik, colto da un improvvisa speranza- Chi..? Ti ha detto
il suo nome…?
La donna
scosse la testa, lanciandogli un’occhiata incuriosita:
-
No… Un tipo strano, comunque… Giapponese, probabilmente(*)… Era
agghindato come un marinaio e utilizzava delle armi stranissime, costituite da
due corti bastoni uniti insieme da una catena…
Kilik
sussultò ed abbassò di scatto il bastone, domandando:
-
Da che
parte è andato?- domandò, velocemente, rimettendo l’arma al suo posto.
-
Verso
Pechino… Però se vai da quell’ altra parte, lì dove c’ è uno degli affluenti del
fiume Kamo…- glielo indicò- E segui la corrente ci arrivi più in fretta, anche
se non proprio in città…
Il
giovane si lanciò nella zona indicatagli senza nemmeno sognarsi di salutare o
ringraziare.
Seung
Mina sbuffò:
“Maleducato! Beh, pazienza…” ridacchiò, giocherellando con una piccola borsa di
pelle abilmente sfilata dalla cintura del ragazzo durante il combattimento, che
tintinnò del limpido rumore dell’argento “Questi basteranno a ripagarmi sia
dell’informazione che del pedaggio mancato dal suo amico giapponese… E poi
scommetto che ha così tanto per la testa che non se ne accorgerà neppure…”
Magari
non era stato proprio leale, da parte sua, ma in qualche modo bisognava pur
vivere, no…?!
E poi,
com’era quel motto? Se nessuno ti aiuta, aiutati tu!
******
Era
arrivato, finalmente!
Cadde a
terra, sfiatato… Si sentiva distrutto, ma i suoi occhi luccicavano di gioia…
Guardò
il paesaggio dinanzi a sé, sulle cui colline verdeggianti e le estese risaie si
allargava in tutta la sua maestosità la muraglia cinese, che delimitava i
confini del palazzo imperiale.
Xianghua
era lì, di sicuro. E, se erano rimasti insieme, forse avrebbe trovato anche
Kilik…
Gli
sarebbe bastato raggiungerla per mettere fine alle sue sofferenze… Anche se in
lui la paura di essere rifiutato era ancora forte…
Si
asciugò il sudore che gli imperlava la fronte con una mano, rialzandosi in piedi
a fatica, e prese a correre giù per la collina, verso il palazzo imperiale.
Si fermò
in fretta, tenendosi un fianco e respirando affannosamente; l’incontro con
quella guerriera/predona l’aveva stremato…
Ma ormai
era arrivato, e non poteva certo fermarsi ad un passo dalla fine del suo
viaggio!
Riprese
ad avanzare più lentamente. Attraversò la città scansando venditori e mendicanti
in vena d’imbrogli, e non appena intravide la grande porta orientale, si mise a
correre.
Si fermò
solo una volta arrivato, appoggiando le mani sulle ginocchia e piegandosi su se
stesso per riprendere fiato, mugolando qualcosa all’indirizzo di una qualunque
forma di vita che si trovasse davanti a lui. (non poteva vedere perché era
piegato… ^^’ nda)
Le due
guardie che sorvegliavano la porta orientale lo fissarono con sospetto, portando
le mani alle armi: in effetti, non doveva avere un aspetto molto rassicurante,
conciato a quel modo.
Attese
di essersi sufficientemente ristabilito, per poi raddrizzarsi e ricomporsi alla
meglio, schiarendosi la voce:
-
Devo
vedere la valorosa Chai Xianghua…- disse, deciso, con un ultimo colpo di tosse.
Le due
sentinelle non dissero nulla, limitandosi a scambiarsi fra di loro un’occhiata
poco rassicurante.
Notando
questo, Maxi continuò:
-
Fa parte
dell’esercito imperiale…- aggiunse- Dov’ è adesso? Devo parlarle!
-
La
traditrice Xianghua è stata espulsa da questo esercito...- disse una delle
sentinelle, con voce dura e tagliente.
“Cosa?!”
Maxi sgranò gli occhi, inorridito:- No, non è possibile!- esclamò- Xianghua era
un soldato fedele!
-
Bada al
tono che usi, straniero!- ruggì l’altra guardia, sguainando minacciosamente la
spada.
-
Chai Xianghua ha disobbedito agli ordini. Non è riuscita a trovare la
leggendaria Soul Edge e a portarla al nostro venerato Imperatore, come le era
stato ordinato. Per questo motivo è considerata alla stessa stregua dei
traditori... E adesso vattene!- disse la prima, severamente, seguendo l’esempio
del compagno.
-
Ma no! No! Le cose non stanno così!- esclamò Maxi, scuotendo la testa.
Non riusciva a crederci!!- Non avete capito niente! La Soul Edge era una spada
malvagia… Avrebbe portato solo distruzione..
-
Non forzare troppo la nostra pazienza, straniero! Allontanati da solo
finché sei in tempo! Non puoi restare qui!- ma Maxi non lo sentì nemmeno:
-
Devo parlare con l’ Imperatore! Dovete ascoltarmi!
Com’ era prevedibile, dodici secondi
dopo era già stato buttato di mala grazia in mezzo alla strada, come tutti i
petulanti…
Si rialzò a fatica e prese a camminare
per la strada, masticando insulti. Si sentiva incredibilmente scoraggiato; aveva
appena scoperto che Xianghua era stata (ingiustamente) cacciata dall’esercito, e
in più non aveva la minima idea di dove andarla a cercare adesso…
Sospirò; e ora cosa poteva fare?
Era così preso nei suoi pensieri che
si accorse di stare finendo dritto dritto addosso ad un’altra persona solo
quando le urtò violentemente contro; fortunatamente nessuno dei due cadde,
sebbene l’ investita avesse vacillato paurosamente.
Si raddrizzò a fatica, alzando lo
sguardo sulla sua “vittima”, e notò che era una donna… Una guerriera, a quanto
sembrava, e anche parecchio affascinante… (frena, amico.. E’ già sposata… ^_^
nda)
Beh, non era sua abitudine scusarsi,
ma quella volta fece un’ eccezione. Senza contare che non aveva alcuna voglia di
ingaggiare un’ eventuale lotta anche con quella guerriera...
-
Non importa…- disse la donna, distrattamente- Ero anch’io con la testa
fra le nuvole… Sto cercando una ragazza, alta.. con i capelli biondi… L’ hai
vista?
Maxi scosse la testa:
-
No... Però devo dire che è davvero una strana coincidenza.. anch’io sto
cercando una ragazza…- gli venne spontaneo commentare.
La donna lo fissò pensierosa:
-
Carnagione chiara… Capelli castano scuro tagliati corti con due ciuffi
più lunghi attorno al viso?..- chiese.
Maxi si voltò di colpo a fissarla,
stupito. Qualcosa di molto simile alla speranza si riaccese nel suo cuore.
-
Sì!- esclamò- Come…
-
Ho visto una ragazza simile…- disse la donna- Al di là della collina,
laggiù… Dove c’è la locanda Tora Siroi, vicino allo sbocco del fiume Kamo…
Maxi si lanciò immediatamente nel
luogo che gli aveva indicato, urlandole un “grazie”.
Se era davvero lei… Se era davvero
Xianghua…
Arrivò alla collina con una velocità
sorprendente… Si sentiva le ali ai piedi…
Poi vide qualcosa che lo fece bloccare
così di colpo da fargli correre il rischio di rotolare giù per tutta la strada
che ancora gli mancava alla locanda: una figuretta vestita di brutti abiti
scuri, con in mano un grosso secchio, si dirigeva a passo lento verso una
piccola costruzione che da quella distanza sembrava una di quelle casette di
legno con cui giocano i bambini…
Anche di spalle… Anche vestita a quel
modo… Era impossibile non riconoscerla…
-
XIANGHUA!!!- urlò, riprendendo la sua corsa.
La ragazza lasciò cadere a terra il
secchio, che si rovesciò con un fragore attutito dall’ erba… Si voltò tremante,
fissandolo avvicinarsi, incredula…
-
Maxi…- sussurrò, sull’ orlo delle lacrime.
Ci rimase molto male. Non l’aveva mai
vista piangere prima.
Ma quando la vide tendere le braccia
nella sua direzione come ad un miraggio che si teme di veder svanire non
resistette più; in pochi passi le fu di fronte e l’avvolse forte tra le braccia,
lasciando che i suoi singhiozzi fossero soffocati dalla stoffa della propria
camicia.
******
Era Maxi! Di sicuro era Maxi!
Quanta altra gente poteva esserci che
combatteva con dei nunciaco?!
E se era arrivato lì prima di lui…
Forse aveva già trovato Xianghua!
Le sue gambe correvano a precipizio
seguendo il corso del fiume, ignorando le fitte di dolore scaturite dal
combattimento da poco disputato. Con il bastone scansava ogni sasso e tronco gli
si presentasse davanti, automaticamente, senza pensare…
In testa aveva solo una cosa: stava
per rivederli, stava per rivedere i suoi migliori amici!
Con un fragile sussulto di speranza e
gioia intravide lo sbocco del fiume, diviso in due affluenti, e una rozza casa
di tronchi sovrapposti, dalle imposte colorate di un verde brillante visibile
anche a quella distanza; la prima, piccola abitazione del territorio di Pechino.
Era quasi arrivato, ormai… Sarebbe solo dovuto arrivare al palazzo imperiale e…
Si bloccò: a poca distanza
dall’edificio di legno grezzo, c’erano due figure avvinte strettamente in un
abbraccio. Conosceva fin troppo bene quel ciuffo nero perennemente arricciolato
e quella nuca castana simile ad un cespo di cipolla non ancora sbucciato.
(come sei poco romantico… V.V nda)
Xianghua e Maxi.
I suoi amici… I suoi migliori amici…
La tiepida gelosia che aveva provato
nel vederli abbracciati sciamò in un attimo, cedendo il posto alla commozione ed
al timore.
Non riusciva ad avvicinarsi a loro…
Gli sarebbe bastato fare pochi passi, anche solo dire una parola per richiamare
la loro attenzione e partecipare a quell’abbraccio…
Ma non ci riuscì, troppo impaurito ed
incredulo. Come quando si è finalmente raggiunto qualcosa che cercavi da tempo,
e non riesci ad avvicinartici per paura che scompaia…
L’ arma
gli cadde dalle mani, senza alcun rumore per via dell’ erba alta, e nello stesso
istante, Xianghua e Maxi si staccarono. I due ragazzi si guardarono negli occhi
per qualche istante, poi la cinese si passò le mani sulle guance e l’ex-pirata
alzò il viso, lasciando che l’aria fresca gli scivolasse sul viso.
E fu
allora che finalmente lo notò. Maxi spalancò la bocca:
-
KILIK!-
non fu la voce di Maxi ad urlare il suo nome ma quella di Xianghua. E bastò
quella a risvegliarlo dal suo stato di trance.
Il primo
impulso fu quello di correre ad abbracciarli, ma prima ancora che fosse riuscito
a staccare un piede da terra fu letteralmente travolto!
Il lieve e delicato profumo dei fiori
di shaing, raggiunse la sua mente prima ancora della stretta calda che lo
avvolse completamente, gambe comprese. Xianghua gli aveva detto e ripetuto che
lo shaing era molto, molto comune a Pechino come nel resto della Cina Orientale,
e quindi era usato per bagnoschiumi e profumi di basso costo… A Nanjing,
addirittura, era usato per profumare la lana grezza in modo da sopprimere
l’aroma polveroso della tosatura, prima di passare per i laboratori tessili
(**)…
Era perciò molto facile ritrovarlo
addosso a molte donne…
Ma lui si era sempre rifiutato di non
associare che a lei quel profumo, tanto che, nei tempi fiorenti in cui se ne
andava a spasso per la Cina senza una meta ben precisa, gli era capitato ogni
qualvolta sentiva quel delicato aroma di chiamarla istintivamente, guardandosi
freneticamente attorno e spaventando le altre ragazze che in realtà portavano
quel profumo e gli erano capitate per caso vicino…
Fu la prova più tangibile che Xianghua
era davvero lì con lui. E la forte e familiare pacca dietro la schiena che gli
arrivò pochi istanti dopo formulata quella constatazione, gli confermò anche
l’effettiva presenza di Maxi:
-
Il nostro complessato preferito è di nuovo tra noi!! A quanto sembra
abbiamo avuto tutti la stessa idea, eh?!- esclamò il nipponico, afferrandolo
appena in tempo per il cappuccio della veste, dato che Kilik, al suo colpo,
avendo Xianghua attaccata con gambe e braccia al proprio corpo, aveva vacillato
paurosamente in avanti- Noto con piacere che non sei cambiato affatto…- aggiunse
mentre lo rimetteva dritto, con una smorfia divertita, scuotendo criticamente e
scherzosamente la testa.
-
Neanche tu, Maxi…- ribatté lui, con un mezzo ghigno- Sei sempre il solito
sbruffone…
-
Ehi, ehi… E’ piuttosto strana tanta schiettezza sulla bocca di un mancato
sacerdote! Dov’è finito il nostro Kilik dal linguaggio aulico ed
incomprensibile? Vedi un po’ di ricomporti; noi stavamo aspettando Kilik, non
una mia versione imbranata…- osservò Maxi, con tutto il tono di uno che è in
cerca di guai.
Difatti,
pochi istanti dopo si vide arrivare un secco colpo di bastone, che venne
prontamente schivato:
-
…Meno
male che però certe cose rimangono sempre le stesse! Avevo paura che la nostra
assenza avesse causato più danni del previsto, eh Xianghua?... Ehi, che hai?
Da
quando gli si era gettata fra le braccia, Xianghua non aveva mai alzato la testa
dalla spalla di Kilik; se ne rese conto in quel momento anche quest’ultimo,
fissando la sua nuca bruna con aria preoccupata:
-
Cosa ti
succede?- sussurrò, scostandola dolcemente da sé.
Quando
finalmente la giovine alzò il viso, per poco non gli venne un colpo: i suoi
occhi luminosi erano velati di lacrime.
Lacrime?!.. Da quando la conosceva Xiaghua non aveva mai pianto, perché adesso era in lacrime?!
-
Non
essere troppo felice per il mio ritorno…- cominciò, tentando di sdrammatizzare,
ma fu interrotto dalla ragazza stessa che gli saltò nuovamente al collo.
-
E’ che
io.. io…- balbettò, stringendolo forte e dandogli l’impressione che la sua testa
sarebbe saltata via da un momento all’altro; forse Xianghua l’aveva scordato, ma
anche se adesso si comportava come un’adolescente innamorata, rimaneva comunque
una guerriera, e aveva una presa piuttosto forte- …Ho aspettato così tanto
questo giorno che ora non mi sembra vero!...
I due
ragazzi non risposero, ma sui loro volti si dipinse un’espressione amara.
Non si
può dire che scoppiarono in lacrime come Xianghua, ma avevano il cuore gonfio e
mentre la consolavano si resero conto di star dando nel contempo delle
rassicurazioni a se stessi…
Ormai
quello era il passato… Dovevano andare avanti…
-
Adesso
siamo insieme…- sussurrò Kilik, in tono di conforto- E lo resteremo per sempre…
Non permetteremo a nessun uomo, donna o divinità di separarci di nuovo…
Xianghua
sorrise, asciugandosi le guance umide.
-
Sia ben
chiaro però che io non ho alcuna intenzione di fare lo sguattero in questa
locanda!- aggiunse Maxi, prendendosi un calcio da Kilik per la sua mancanza di
tatto.
La
giovane cinese lo fissò preoccupata:
-
Intendi
riprendere il viaggio..?- sussurrò, perplessa.
Maxi
annuì:
-
Certo!
Ci sono ancora molti luoghi che ho voglia di visitare! Sono rimasto fermo anche
troppo a lungo, in questi ultimi anni; ora che i miei marinai sono stati
vendicati, ho voglia di concludere il giro del mondo conosciuto che avevamo
iniziato, anche senza la mia nave! Insieme a voi, s’intende!- ammiccò, in
fretta.
Xianghua
s’imbronciò:
-
Ma io
non ho più un soldo da quando mi hanno buttato fuori dall’esercito…
-
Ti hanno
buttata fuori dall’esercito imperiale?!- esclamò Kilik, incredulo.
Xianghua
arrossì e Maxi gli tirò un calcio, probabilmente più per ripicca che perché lo
ritenesse necessario:
-
Ho
parlato con un paio di guardie e ti assicuro che le loro accuse erano una vera
idiozia…- disse, fra i denti, ancora irritato al ricordo del trattamento
ricevuto da quelle stesse guardie- Non starci troppo a pensare.. poi ti
spiegherò…
Kilik
scosse la testa, sospirando e accarezzando una ciocca di capelli dell’amica con
quieto rammarico.
Aveva
capito che a Xianghua doveva essere capitato qualcosa, visti gli straccetti da
due soldi che aveva addosso e le precedenti parole di Maxi sul fatto di fare “lo
sguattero all’ osteria”, ma non immaginava certo una cosa del genere! Aveva
sempre pensato che l’ imperatore fosse un po’ tocco, con quella pretesa
d’incatenare a sé il potere della Soul Edge, ma ora ne aveva la conferma!
Si
sforzò di sorridere, tanto per dimostrare ad una apparentemente imbarazzata e
umiliata che la considerava ancora un essere umano, visto che dal modo in cui
l’aveva sciolto dalla sua stretta pareva preoccupata di essere ripudiata, o
cosa:
-
Beh,
qualunque sia il tuo lavoro adesso…- cominciò, glissando sull’argomento con
delicatezza- ..Puoi anche dare le dimissioni! Maxi ha ragione.. Dobbiamo
concludere ciò che abbiamo iniziato, in tutti i sensi, e tu fai parte del
gruppo! Quanto ai soldi, io ho un po’ d’argento da parte…- fece per portare
istintivamente la mano al sacco dove era riposto, ma si rese conto di non averlo
più alla cintura.
-
Cosa…?-
si guardò intorno, chiedendosi se fosse caduto, poi capì- Oh!- esclamò, dandosi
una manata in fronte.
-
Che
succede?- chiese Xianghua, perplessa.
-
Quella
dannata predona! Deve essere stata lei a rubarmi la sacca!- strepitò Kilik,
furibondo.
-
Predona?.. Vuoi dire Seung Mina?- chiese Maxi, iniziando a capire.
Kilik
annuì, con una smorfia:
-
Già,
proprio lei…- sospirò e spiegò ai suoi amici del suo incontro con la donna, del
combattimento e dell’epilogo che aveva avuto.
Alla
fine del suo racconto Maxi scoppiò a ridere con tutto il cuore:
-
Tipico
di te, Kilik! Così concentrato sullo scontro da dimenticarti persino di
difendere ciò per cui stavi combattendo! Anch’io ho combattuto contro quella
guerriera, ma di certo non mi sono fatto fregare a quel modo!
-
Si
capisce, per un ex-ladro è più facile capire la mentalità dei suoi colleghi…-
ribatté Kilik, con una certa acredine nella voce, furioso per quella doppia
presa per il naso.
Maxi
smise all’istante di ridere e si avventò su di lui:
-
Ripetilo
se ne hai il coraggio!- urlò, furibondo.
-
Piantatela voi due!- esclamò Xianghua, frapponendosi fra i due uomini.
Maxi si
lasciò docilmente trattenere, ma non rinunciò ad urlare:
-
Un
pirata non è un ladro, è un audace avventuriero esperto di navigazione!
Quella
frase che ai tempi del loro primo viaggio insieme era sempre stata oggetto di
polemica fra i tre, soprattutto i due maschi, non mancò come allora di provocare
una sonora risata ai due interlocutori dell’ ex- audace avventuriero esperto di
navigazione, che dopo qualche istante di offesa si unì a loro.
-
D’accordo!- esclamò Maxi, quando animi e risate si furono placati- Vorrà dire
che il viaggio lo faremo con il denaro della mia ricompensa! In diversi villaggi
era stata messa in palio una certa somma d’oro per chi li avesse liberati di
quel mostro assassino di Astaroth, e sarete felici di sapere che il sottoscritto
se l’è guadagnata!- affermò, con soddisfazione.
-
Beh… ma
allora…- esclamò Xianghua, eccitata- Che cosa stiamo aspettando ancora?! In
marcia!
-
Puoi
dirlo forte!- urlò Maxi- Attenzione mondo! Il trio si è ricomposto e ritornerà
sulla scena!- fece un paio di salti dalle gambe alle braccia e così via,
giocherellando con i suoi nunciaco, tanto per dar maggior enfasi alle sue
parole, provocando le risate degli altri.
-
Su,
andiamo allora!- osservò Kilik, facendo un ampio cenno in avanti con il braccio.
-
Non
saluti la tua ex-datrice di lavoro?- chiese Maxi a Xianghua, mentre i tre si
avviavano lasciandosi alle spalle la città ed il passato.
Xianghua
ci pensò su. In effetti aveva una gran voglia di salutarla con un paio di calci
nello stomaco, ma forse non era il caso. Le avrebbe fatto perdere tempo e poi
rischiava di indolenzirsi il piede.
-
Naa…-
fece.
Maxi
sorrise.
-
Direi di
avanzare fino a Vladivostok e poi prendere un sambuco per raggiungere Hokkaido…-
disse in tono pensieroso Kilik, che evidentemente non aveva ascoltato una parola
della conversazione- Sempre se non vogliamo arrivare fino a Ningakor… In questo
modo allungheremmo il tragitto a piedi, ma il viaggio via mare sarebbe più breve
e di conseguenza pagheremmo meno il noleggio della barca…
-
Arriveremo a Ningakor… Non è il caso di essere spilorci, abbiamo abbastanza
oro…- replicò Maxi. Fece una pausa:- S’ intende che quando avrete guadagnato
qualcosa per i vostri servigi di guerrieri mi ripagherete dei soldi che ho speso
per tutti e tre…- aggiunse.
-
Cosa?!-
esclamò Kilik- Non cambierai mai! Sei sempre il solito approfittatore
pidocchioso!
-
Si dice
“oculato risparmiatore”…
Xianghua
non si prese nemmeno la briga di interromperli di nuovo.
In fondo
adesso sì che era davvero tornato tutto alla normalità!
***Fine***
Nota
dell’ autrice:
(*)
Ricordo di aver letto sul suo profilo che Maxi è un corsaro giapponese (anke se
a me sembra più spagnolo, con quel ciuffo e quelle armi… O.o”)… Ma davvero in
Giappone a quell’epoca c’erano i pirati?!? O.o””
(**) Ho
letto da qualche parte che Soul Calibur è ambientata durante la seconda
rivoluzione industriale… Anke se non si può dire che quello di SC sia davvero il
mondo reale, d’altri tempi e d’oggi… ^^”
Salve!
^^””” Chiedo 100000 volte venia a tutti per il ritardo… Spero solo che quei
quattro lettori che avevo mi perdonino l’immane negligenza (ma sapete.. Il cap
era lungo, le fic da aggiornare erano tante e poi i compiti, le vacanze…) e
leggano quest’ultimo cap, spero all’altezza delle aspettative…
Mi rendo
conto che la battaglia fra Kilik e Seung Mina fa pena, ma non sono proprio
portata per questo genere di cose… ç.ç
A
proposito di Seung Mina: so bene che secondo il suo profilo la donna è la figlia
di un potente guerriero, maestro di Yunsung… Ma nella modalità Maestro d’Armi,
le viene data la parte di una guerriera che depreda i viandanti, e mi è sembrato
più consono per la mia fic inserirla con questo ruolo… ^_^ I suoi fan non se
l’abbiano a male…
Spero
che il cap vi sia piaciuto e che lo commenterete…
Scusate
ancora per il ritardo… >.<;;;
Forse
scriverò un’altra fic sulla coppia Talim/Yunsung, ma non ne sono sicura… (so che
sarebbe più indicata una Yunsung/Seung Mina, ma lei mi è sempre parsa un po’
troppo matura in tutti i sensi per un giovane avventato come lui… ^^”)
Ciao a
tutti!!! ^O^
ps. Ehm, per la fretta di postare non l'ho riletto... ^^"""
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