Hello!
Prima di tutto, mi scuso con le 11 prsone che hanno commentato l'ultimo
capito di "un assassino e il suo carnefice", ma non riesco a continuare
il terzo capitolo ;A; *epic fail* cercherò di
farmi venire qualche idea, promesso!
Questa invece è una one-shot che mi è uscita
stamattina, è tremendamente triste, mi è venuto
un magone assurdo a scriverla ma nel complesso mi sembra uscita bene
(povero Iggy, povero Iggy, povero Iggy *piagnucola*)
Uhm, bene, grazie a tutti quelli che leggeranno ed un grazie ancora
più grande a quelli che commenteranno!
*inchino profondo* o(_ _)o
Chibi_Cute
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Ci sono sere che passeresti volentieri rintanato sotto le coperte a
singhiozzare.
Per cosa poi, non lo sai manco tu.
Solo, quel groppo alla gola non decide ad andarsene.
E provi a deglutire, provi a schiarirti la voce, ma proprio non passa.
E allora, finalmente, quando il tuo orgoglio si piega alle tue
emozioni, quando la ragione viene messa da parte,
piangi.
E piangi a lungo, piangi disperato, perchè ancora una volta,
come tutti gli anni, non hai il coraggio di andare alla sua festa di
compleanno.
Troppi ricordi, troppa
tristezza....troppo dolore.
E piangi anche perchè alla fine lo sai anche tu, che
continui a dannarti per lui da secoli, di quanta poca importanza tu
abbia per lui.
Non sarai mai la sua persona speciale, non sarai mai abbastanza.
E questa coscienza, che si ripresenta a tratti irregolari lungo le tue
giornate, ti fa sprofondare in un oblio di tristezza profonda.
Ti senti male solo a pensare a quanto tempo continui a perdere dietro a
quello stupido ragazzino.
Ti senti male a pensare che seppure tu lo sappia non riesci a lasciarlo
perdere.
I singhiozzi ormai ti percuotono da capo a piedi, le lacrime hanno
bagnato le tue guance e i pantaloni, mentre tu, con la testa china e le
mani tra i capelli, rimani seduto a terra, unica spettatrice del tuo
dolore la luna.
Ammettilo, ammettilo anche a te stesso: tu non hai amici.
Non ne hai mai avuti, se non forse Giappone; ma erano altri tempi,
altre circostanze: ora sei solo.
E la tua casa si fa più grande e fredda, il buio si fa
più scuro e il silenzio più opprimente di quanto
già non sia.
E vorresti gridare, urlare il tuo dolore, ma sarebbe inutile:
non ci sarebbe nessuno a sentirlo.
Proprio quando stai per abbandonarti del tutto a quella tristezza, ti
senti afferrare da dietro.
Due braccia ora ti stringono forte, un forte profumo di rose si espande
nell'aria e tu non fatichi a capire chi sia la persona che ora ha preso
a farti levare le mani dalla testa, liberando piano piano ogni dito,
per non strapparti manco un capello.
E tu chiudi gli occhi, lasciando cadere le mani a terra, senza forze,
senza speranza.
-Smettila di piangere così, Angleterre...-
-...Lasciami stare, stupido. Tortanete a casa, questa faccenda non ti
riguarda-
Provi a liberarti dalla sua stretta, ma questa si fa più
forte, quasi soffocante.
Senti il suo calore e il suo petto che si alza e si abbassa, cullandoti.
-Sono stanco di vederti piangere per quell'idiota-
-Sono stanco di sentirmi dire quello che devo fare da una rana come te-
Lo senti irrigidirsi per un attimo, prendendo poi ad accarezzarti il
viso, ad asciugarlo da tutte quelle lacrime.
-Così ti stai facendo solo del male-
-Cosa ne sai tu? Sei solo una stupida rana-
Ride lievemente, poggiando il viso sulla tua spalla
-Ne so più di quanto pensi, in realtà-
-...Taci-
Ti giri, abbracciandolo, poggiandoti al suo petto, sospirando
Il silenzio che è sceso tra voi due ti rilassa, ti fa stare
bene.
Chiudi gli occhi, li senti così pesanti dopo aver pianto.
Lui non dice niente, ti stringe tra le sue braccia e ti culla
finchè non ti addormenti.
-Se solo tu sapessi,
Angleterre....-
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