°Cerise, ma Cerise... [ ... à votre santé. ]° di BenHuznestova (/viewuser.php?uid=33755)
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Ok, non saltatemi addosso. Non
serve che mi ricordiate quanto lavoro arretrato ho, quanti capitoli ho
da aggiornare, eccetera.
Take it easy. Tranquilli. Perchè quest'estate
avrò un sacco di tempo libero.
Ringraziate la Mary-Star e le sue ingegnosissime riforme, ringraziate
una tizia che ha cercato di farmi fuori per cinque anni e
c'è riuscita al quinto, mischiando legalità,
illegalità e un'apatia generale. Non sto a specificare.
Fatto sta, signori, che gli esami saltano e con loro tutti gli impegni
derivanti.. dunque, come disse il buon Parini a Jacopo ".. se non puoi
spegnere quel tuo ardore fatale ché non lo volgi ad altre
passioni?" incanalerò questo "spirto guerrier ch'entro mi
rugge", questa inc*zzatura di proporzioni colossali nell'aggiornare,
modificare, rivedere e postare fino a che non mi accascerò
esanime sulla tastiera.
Impegni scolastici a data da destinarsi, ecco Cerise.
E' venuta così, serviva a dare una svolta e la fatica (
assurda, considerata la one-shot ) nello scriverla mi ha fatto
comprendere quanto fossi arrugginita.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se ne avete voglia.
Orsù, orsù, il Coniglio è tornato.
Wow.
Questa
storia si è classificata prima al premio della critica del
Picta!Comics 2010.
Ancora grazie.
*traduzioni alla fine.
Cerise,
ma Cerise...
Elle
était belle, ma Cerise.
Elle
était...
...
Vanité.
Cerise, dolce Cerise...
Piccola e vanitosa ninfa.
La spiava di nascosto dietro la porta del camerino, la osservava
estirparsi
una ad una le belle sopracciglia carminie prima di ogni spettacolo, una
cura crudele e minuziosa in quei gesti rapidi e decisi.
Era Vanità, prima di tutto.
Sorrideva, Cerise... sorrideva nel piccolo e tondo specchio che nulla
di
quelle deliziose labbra scarlatte poteva mostrare se non il vezzoso
e indecente riflesso di un solitario, gelido zaffiro.
Una leggiadra piroetta sui suoi tacchi a spillo, un ultimo ritocco al
reggiseno imbottito.
Oh, carezzava pensosa quel seno fittizio, proiettando sul muro
scrostato l'ombra di un tocco malinconico e languido... a cosa
pensavi, graziosa bugiarda?
Spesso andava a chiamarla.
Le tendeva una mano dalla soglia, invitandola con grazia ad uscire
dalla
penombra.
Esitante, ella l'afferrava ogni volta, indagando con sguardo assorto il
limpido abisso smeraldino degli occhi dell'altro.
Sorrideva ancora ( dannata! ) lasciandosi trascinare e i suoi canini
brillavano infami sul rossetto, lame sguainate pronte per l'ennesimo
inganno.
Cerise,
ma Cerise...
Elle
était jolie, ma Cerise.
Elle
était...
...
Vie.
Sembrava così indomabile e irraggiungibile, Cerise...
guardarla muoversi provocantemente sulla clientela bramosa ed eccitata
era una visione al contempo inebriante e dolorosa.
Ballava, quel piccolo demone... ed i suoi occhi sembravano
come immersi nel
nulla, nient'altro che splendidi ed opachi vetri, vecchie, nostalgiche
biglie azzurrine.
Eppure, tra un ordine e l'altro, tra un cocktail da preparare e un
calice da riempire, Boris si ritrovava ad ammirare di sottecchi la sua
delicata figura, nascondendo il suo sguardo dietro il cristallo di un
bicchiere... ma ella lo scorgeva sempre e i suoi occhi si riaccendevano
per un
misero istante, le sue braccia si tendevano ancora una volta verso i
riflettori, pallide ali di una pazza, innamorata falena.
Riviveva, Cerise. E con lei quella massa di esseri patetici che si
accalcavano attorno alle sue gambe, osannandola.
Luce, fiamma di vita.
Troia, regina di vermi.
Boris riabbassava lo sguardo, tornando a pulire i suoi bicchieri.
Un sorriso amaro a commentare quella triste contraddizione.
Cerise,
ma Cerise...
Elle
était cruelle, ma Cerise.
Elle
était...
...
Mort.
Bianco.
Il candore della sua pelle.
Il colore del suo male
Da chi avesse ricevuto una così terribile
eredità, ella stessa non sapeva dirlo con certezza.
Forse in quello stesso, squallido locale... forse tanti anni prima, una
vita fa, quando ancora non aveva mai indossato una fredda minigonna di
pelle nera ed i suoi occhi brillavano puri, lontani dall'adulante luce
dei riflettori.
Boris sapeva che Cerise non era sempre stata tale.
Sapeva di un ragazzetto dai capelli rossi, un giovane d'acume dalla
bellezza smisurata.
Bellezza...
Era forse stata quella stessa, assurda bellezza a dannarla?
Chissà... o forse, più semplicemente, era stato
uno dei
tanti balordi che la rapivano dopo ogni spettacolo, null'altro che
maiali erroneamente avvezzi alle più squisite prelibatezze.
Fatto sta che ella, silenziosamente, si lasciava stuprare. E, sempre
silenziosamente, donava un pò della sua maledizione a quegli
insulsi esseri.
Quel luogo, quell'aria... erano ebbri dei morti di Cerise.
Ricordava come ogni volta avesse sceso le scale poco prima della
chiusura, come la sua pallida figura avanzasse al pari di un fantasma
tra la luce fioca dei faretti.
Non c'era nessuno a quell'ora, come al solito... solo loro due ed il
proprietario del locale in una stanzetta di sopra, ancora estasiato
dall'ennesima performance privata della sua cagnetta preferita.
Come sempre, si sedeva al bancone ordinando il solito e con occhi
magnetici osservava i movimenti fluidi e sicuri del giovane barman nel
preparare quanto richiesto.
Sorrideva, quando quest'ultimo le poneva dinnanzi il suo Bloody Mary
senza decorazioni, come piaceva a lei.
E Boris avrebbe voluto possederla lì su quel bancone, con lo
sperma del suo capo ancora tra le gambe e l'odore aspro di altri uomini
sul viso... glielo ripeteva spesso e lei, ogni singola volta,
prorompeva
in una risata cristallina.
- Silence, mon amour, silence! - diceva strizzandogli un occhio e
portandosi l'indice alle labbra.
Boris sapeva. Ma lasciava che continuasse a uccidere, che continuasse a
morire.
Che continuasse a vivere. A suo modo.
Rumori vicino alle scale, segno che era finalmente ora di chiudere.
Alzava il calice sanguigno, ammiccando al suo indirizzo.
-Bon, à votre santé.-
... à la
tienne, Cerise.
Cerise, ma Cerise...
Elle était
triste, ma Cerise.
Elle
était...
... elle
était l'Enfer.
- LURIDA TROIA! -
Il padrone l'aveva agguantata per un braccio e strattonata via dal
bancone: aveva mosso qualche passo incerto una volta libera da quella
presa, ma egli l'aveva spinta con malagrazia verso le scale.
Boris fissava severo la scena, senza dire una parola.
- Tu! Finisci di mettere a posto la sala, bada che non è
successo
niente! - gli aveva gridato contro il suo capo prima di spronarla a
salire i gradini con l'ennesima spinta.
Il ragazzo non aveva smesso di fissare il suo viso pallido prima che
questo
sparisse inghiottito nella tromba delle scale.
Sorrideva, Cerise.
Ma era un sorriso nuovo, quello.
Erano stati vuoti i suoi sorrisi fino ad allora.. maliziosi, crudeli,
benevoli, pietosi..
Ma mai erano stati tristi.
- Je t'attende - aveva sussurrato, sperando che ella potesse scorgere
il
movimento delle sue labbra - je t'attende, je remains ici. -
Lei non aveva risposto. L'aveva guardato un'ultima volta, sempre con
quella strana espressione.
Je suis resté
seul, ma petite, je suis resté seul avec ton verre...
Tu retournera
à le boire?
- Silence, mon amour,
silence... -
Il capo ridiscese dopo circa un'ora, viso stravolto, mani che si
torcevano spasmodicamente l'una con l'altra.
- Va a casa. - aveva sussurrato.
- Non posso -aveva ribattuto fermamente il giovane - deve ancora bere
il suo cocktail. -
L'uomo aveva scoccato una rapida occhiata al bicchiere scarlatto ancora
sul bancone. Scarlatto come i capelli di Cerise.
Aveva deglutito, dandogli le spalle.
- Va a casa. Non lo berrà, stasera .-
Boris aveva annuito, gelido. Poi aveva versato il nettare rosso nel
lavello e se ne era andato.
Era lontano almeno due isolati quando udì l'esplosione.
Cerise,
ma Cerise...
...
où tu est finie?
- Silence, silence, je
t'en prie... -
...
elle était...
Solo circa un mese dopo l'area fu resa nuovamente accessibile.
Di quello scellerato locale, dei suoi mefistofelici inganni, non erano
rimaste che macerie annerite.
Lui tornava là ogni notte, andava a trovarla con un tumbler
scarlatto in mano.
Cosa c'era di male nel brindare al chiaro di luna?
- Non sei tornata, piccola mia - sussurrava - non sei tornata, ma io ti
aspetto, rimango qui... -
Nel buio, chi avrebbe mai potuto scorgere quel fluido rosso versato a
battezzare null'altro che grigia cenere?
Eppure, mentre la terra accettava tacitamente quel desolato brindisi,
lo si poteva sentire nell'aria.
Un odore di sperma, alcool e fuoco.
E al chiaro di luna, sembrava quasi di poterla scorgere ballare e
chiamare tra la polvere delle macerie.
Cerise,
ma Cerise...
- Baise-moi. -
- Qu'est-ce que tu dis?
Tu veux baiser la Mort? -
- Je veux baiser ma Vie.
-
- Donc, ta Vie n'est que
la Mort pour toi? -
" Continua a uccidere, continua a morire.
Continua a vivere. "
Elle
était belle, ma Cerise.
- Tu m'aime? -
- Silence, mon amour,
silence... -
- Je t'aime, oui, je
t'aime... -
- Silence, je t'en
prie... -
- Alla tua salute, sanguinaria ninfa. -
Elle
était...
- ... à la
tienne, mon silencieux amour. -
...
Fin.
*******************************
Francese ovunque,
già.
Uso spropositato del femminile, si.
Il "male" che ho citato e associato al colore bianco non è
che l'AIDS, poiché il virus HIV infetta di preferenza i
linfociti T helper, ovvero delle cellule che attivano tutti gli altri
linfociti ( da qui il colore bianco ).
Metto le traduzioni, nel caso servissero.. anche se è un
francese molto scolastico -w-''!
P.s. Cerise non viene tradotto. Per chi non lo sapesse, significa
"ciliegia"... un piccolo tributo al caro Cherry e a questo frutto che
sempre mi accompagna ^w^!
Cerise, ma Cerise...
Cerise, mia Cerise...
Elle était belle/jolie/cruelle/triste, ma
Cerise. Era
bella/graziosa/crudele/triste, la mia Cerise.
Elle était... Lei
era...
... Vanité/Vie/Mort/l'Enfer/Fin. ...
Vanità/Vita/Morte/l'Inferno/Fine.
... à la tienne, Cerise. ...
alla tua, Cerise.
Je suis resté
seul, ma petite, je suis resté seul avec ton verre... Sono rimasto solo, piccola mia,
sono rimasto solo col tuo bicchiere...
Tu retournera
à le boire? Ritornerai
a berlo?
- Silence, mon amour,
silence... - - Silenzio,
amore mio, silenzio... -
... où tu est finie? ...
dove sei finita?
- Silence, silence, je t'en prie... - - Silenzio,
silenzio, te ne prego... -
- Baise-moi. - -
Baciami. -
- Qu'est-ce que tu dis? Tu veux baiser la Mort? - - Cosa dici? Vuoi
baciare la Morte?-
- Je veux baiser ma Vie. - -
Voglio
baciare la mia Vita. -
- Donc, ta Vie n'est que la Mort pour toi? - - Dunque, la tua Vita non
è che la Morte per te? -
- Tu m'aime? - -
Mi ami? -
- Je t'aime, oui, je t'aime... - -
Ti
amo, si, ti amo...-
- ... à la tienne, mon silencieux amour. - - ... alla tua, mio silenzioso
amore. -
C'è tutto mi pare. Bon, alla prossima, dunque. Buona estate
a tutti voi, un augurio affettuoso!
Ben
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