Una fiaba.
\\Quando ti trovi
davanti ad una scelta da cui dipenderà il resto della tua vita, non te
ne rendi pienamente conto.
Non senti né
l'adrenalina che ti scorre nel sangue né vampate di calore, di gelo o
simili.
Nessuna pelle d'oca o
altro.
E questo è un bene, da
un punto di vista.
Perchè almeno eviti di
fartela sotto e di pensare che sei giunto al bivio più importante della
tua pur breve vita.
Chissà mai se, posti
davanti a questo dilemma, noi agiremmo comunque alla stessa maniera?
Cioè...se io avessi
saputo in tempo quello che stava per accadere, se io avessi saputo che,
da quello che stavo per fare, sarebbe dipesa la mia felicità futura o
l'infelicità, davvero avrei agito diversamente?
Non lo so, chiaramente.
E, qualsiasi cosa possa
pensare adesso, so che non sarebbe lo stesso.
Con il senno del poi
tutti siamo bravi a sindacare, giurare e spergiurare.
La realtà è che agiamo
sempre ad occhi chiusi.
Sempre.
Intuiti, sesti sensi e
balle varie non esistono.
E questo l'ho verificato
sulla mia pelle.
Ma credo che sia meglio
se ti racconto tutto dall'inizio, altrimenti non capisci nulla.
E' comodo scrivere su un
PC, sai?
So che adesso stai
scuotendo la testa, incredulo.
Io, proprio io, che sto
“sprecando” il mio tempo per scrivere, usando qualcosa di così freddo
ed impersonale come un PC.
Più o meno sono queste
le parole che ho usato l'ultima volta che ci siamo visti e che tu mi
hai proposto di scirverci così.
Ma, come vedi, mai dire
mai.
Non è che io ne abbia
detti tanti di mai...però, questa volta, questo “mai” è stato
nettamente smentito da questa tastiera che sto torturando con queste
mie parole.
Preferirei parlarti,
certo, ma...non so se tu accetteresti di ascoltarmi.
Io, al tuo posto,
chiuderei la porta in faccia a questo stupido essere che si professava
un amico e che, invece, alla prima occasione davvero importante, messo
davanti ad una scelta, ti ha detto di no.
E ti ha voltato le
spalle.
Come iniziano le fiabe?
C'era una volta....”
bè, è davvero così.
C'era una volta...un
ragazzo che viveva in un regno bellissimo.
Non è che fosse davvero
quel gran posto, a dire la verità, ma per lui, che non conosceva altro,
era immenso.
Così come il
palazzo in cui viveva gli sembrava un castello.
Il proprietario di tutto
questo, poi,quanto di più vicino ad un Rè ci fosse sulla terra.
Che poi ogni fiaba abbia
un fondo di marcio è risaputo.
Biancaneve, ad esempio,
fu una fallita buona a nulla che si fece fregare dalla matrigna fino
alla fine che,secondo me, si meritava: mamma-schiava di un branco di
nani malfidati che la chiudevano a chiave in casa.
O Cenerentola: ma dove
si è visto mai una ragazzina che fa la sguattera in casa sua e venera,
come padrone assolute, le intruse?
Andiamo...è chiaro come
il sole che fosse una masochista e che lì aveva trovato l'America!!
E così anche la vita di
questo ragazzo, alla fine, era come lui la voleva.
Perchè uno che si illude
di essere trattato come un figlio da un maniaco -sadico che lo violenta
per passatempo e non prova nemmeno a capire che cosa c'è sotto e com'è
davvero la realtà, ha quello che si merita.
Ne più ne meno.
“Ma che razza di fiaba
stai raccontando?” dirai adesso.
Bè...leggi fino alla
fine e porta pazienza, tanto tu, con me, ne hai avuta tanta.
Porta pazienza ancora e
aspetta: fra poco capirai.
Come si dice quando
muore un Re?
\Il Re è morto...evviva
il Re\
Ecco, è quello che è
successo quando è morto “quel” Re.
Il nuovo Re diventò lui.
Un Re senza corona e
senza scorta.
Un Re che aveva imparato
una cosa importante: se non ci metti il cuore allora te la puoi cavare
ma, se ti fai “incastrare” da quella cosa che chiamano “sentimenti”, ci
lasci le penne.
Completamente.
Il ragazzino sognatore
che approdò in quel regno e in quel palazzo tanti anni addietro, non
c'era più.
Al suo posto c'era un
giovane uomo con una forza che non temeva rivali ma con il cuore chiuso
a doppia mandata.
La fiaba sta per andare
al suo epilogo...ma non è bello, come ci si può aspettare.
Del resto avrai capito
che questa è una fiaba molto, molto particolare.
In fondo chi lo dice che
nelle altre è finita bene?
“...e vissero felici e
contenti” che cosa nasconde, in verità?
Quanto c'è di vero in
quelle parole?
Io non ci ho mai creduto
pienamente.
Il ragazzino credeva di
essere “felice e contento” fino a quando scopri che il suo amato
padrone, mentre lo accudiva e lo addestrava, se lo scopava.
Come poteva davero
essere felice e contento?
Apparentemente la sua
vita era come lui lo desiderava.
Non si negava nulla e ,
nello stesso tempo, faceva il suo dovere fino alla fine.
Con una precisione
maniacale.
Ma, in relatà, stava
alla larga dall'unica cosa che non aveva mai avuto: l'Amore.
Così, quando arrivò il
momento di afferrare davvero, la felicità, ebbe paura.
E disse di no.
Già, proprio così.
Paura.
Soltanto paura, pura e
semplice.
Paura di qualche cosa
che non aveva mai conosciuto.
E di rivelarsi debole,
ammettendo di aver bisogno di amore per sentirsi, finalmente, completo.
Sai...mi sono chiesto
tante volte: come si può sentire la mancanza di qualcosa che non
conosciamo?
Sentire la mancanza di
qualcuno vuol dire che, questo “qualcuno”, tu, lo hai già avuto.
E' stato tuo e il vuoto
che ha lasciato è incolmabile.
E il nostro ragazzo non
ha dato a nessuno questo potere.
Almeno così credeva.
Eppure lui la sentiva,
questa mancanza.
Questo vuoto che niente
e nessuno riusciva a colmare.
Come termina questa
fiaba?
Bè...il finale è in
sospeso e non credo che debba scriverlo io.
Lascio aperta
l'interpretazione a te.
Una persona riuscì a far
breccia nel cuore del protagonista.
Una persona che lui
cercò, con tutto se stesso, di tenere lontano.
Così quando lui venne a
prendelro per portarlo lontano, in un luogo dove avrebbero potuto
essere, semplicemente, finalmente, se stessi senza finzioni e senza
maschere...lui disse di no.
Adesso ti chiedo una
cosa Milo, una cosa importante.
Scriveresti tu il finale
di questa fiaba così strana e fuori, completamente, da ogni logica e
pensiero?
Io non lo so se lo farei
al tuo posto.
Ma mi sono innamorato di
te perchè sei così diverso e così vero.
Forte nelle tue
convinzioni e nelle tue certezze.
Vivo come il giorno.
Vero come la vita.
Assoluto come la morte.
Soltanto tu puoi finire
questa mia follia.
Lo farai veramente? \\
Rileggo tutto con attenzione e mi rendo conto, una volta di più, di
quanto mi abbia cambiato Milo.
Con la sua assenza.
Stando lontano da me mi ha fatto capire quanto è grande il posto che
occupava in me.
Troppo per continuare a sopportarlo.
Chiudo il PC e lo lascio li per il resto della notte.
Aspetterò fino a domani sera prima di aprirlo.
Gli lascio tutta la giornata per decidere.
Poi...scuoto la testa con forza e vado a letto.
Poi basta.
Non c'è nessun poi.
Non permetterò a me stesso di rovinarmi l'attesa.
Un'attesa che dura fino al crepuscolo del nuovo giorno.
Quando mi siedo davanti alla mia scrivania e accendo questo compiuter
che non avrei mai creduto potesse diventare così importante, per me.
Ed è mentre lo apro che...
\MILO\
...lo vedo seduto li, davanti a qualcosa che aveva giurato di non
toccare mai.
Mi fermo per un attimo, continuando a tenere celato il mio cosmo per
non farmi sentire.
Momento perfetto, unico nell'universo, per me almeno.
La luce della lampada antica, che lo illumina, lo rende davvero simile
a un personaggio di una fiaba.
Certo...questa lampada stona accanto a una cosa così moderna come un
personal compiuter ,ma non mi sarei mai aspettato nulla di diverso, da
lui.
In questo, almeno, non è cambiato affatto.
Il mio principe infelice, che è riuscito a sopravvivere all'inferno
grazie alle sue immense forze.
Quelle forze che lo hanno liberato dalle catene invisibile che
Agathangelos gli aveva lasciato in eredità.
Lascio il mio cosmo libero e lui si volta, calmo.
Tranquillo.
Mi aveva sentito lo stesso...ma aveva lasciato che mi palesassi da solo.
Si alza e ci veniamo incontro lentamente, nei nostri volti la stessa,
identica, espressione.
Finalmente siamo insieme.
Finalmente la nostra attesa è terminata.
<< Vuoi sapere come finisce la tua fiaba,
allora?>>
gli moromoro all'orecchio dopo averlo abbracciato.
Si lascia andare tra le mie braccia come se non avesse aspettato altro,
da una vita.
Fa cenno di si con la testa, appoggiata nell'incavo dle mio collo, e io
gliela alzo per guardarlo diritto negli occhi, quegli occhi così
profondi.
Così meravigliosi.
Così miei.
<< E vissero felici e contenti.>>
Sussulta impercettibilmente e i suoi occhi si fanno ancora più grandi.
<< Sei sicuro di volere un finale banale come
questo?>>
Avvicino la bocca ulteriormente e, prima di coprirla con la mia,
mormoro un <> che non lascio spazio a
nessuna replica.
Adoro le fiabe con i finali banali, specie quando hanno questo sapore.
FINE!!!!
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