Jeux de poupée

di Kokky
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Ispirata da Bright star (il film) e, indubbiamente, influenzata dalla Pioggia nel pineto di D'Annunzio.




Poggi le tue membra giovani
Nel vitreo specchio d’acqua
Che m’avvolge le carni
Stanche d’annate stantie.
Ricerchi bellezza e gioia
Con le labbra frivole che s’arricciano
Come ali di farfalla
– E vola il tuo bacio sino alla mia bocca,
Muore fra i denti, sulla lingua.
Nuoti verso di me,
s’imperla la tua pelle
di porcellana intatta
intonsa la tua mano mi sfiora
per poi rifuggire
la morte dei miei occhi.
Non scappare, sussurro
Non ha senso l’orrore del tuo sguardo
E il purpureo sprezzo
Delle tue giovani dita – che amo
Sorrido e t’amo
E t’amo, demistificatrice di speranze vane.
Ascolta, ti dico;
ascolta e mi muovo nell’acqua
sotto il riflesso dei tuoi calcagni
non inseguiti dal vento, ma da farfalle
(e bacio i lembi del tuo vestito
Come loro poggiano le loro ali
Soffici ti sfiorano senza volere).
Chi sei – mi chiedo, o giovane
Non so rispondere a ciò che dici
Né a domande profferte da Zefiro –
Non so chi sei, Lesbia dagli occhi silvani
Dai vuoti denti da latte
Dai serici boccoli scuri –
Non so chi sono, mentre t’amo
E divento vetro anch’io,
un riflesso bianco all’ombra dei cipressi
morti.




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