Crucify the Dead
Ho scritto questa fanfiction dopo aver letto la traduzione del testo di Crucify the Dead, la canzone cantata da Ozzy Osbourne che c'è nell'albun di Slash.
Ciò che ho scritto non
è da prendere come verità assoluta, non voglio dire che
Axl è una merda e che la colpa dello "scioglimento" dei Guns
è stata tutta sua... ho semplicemente usato la fantasia partendo
dalle cose che so; purtroppo non posso sapere la verità su
quello che è successo, così come non potete voi.
Detto questo, buona lettura e fatemi sapere che ne pensate!
CRUCIFY THE DEAD
Non
so perchè lo sto facendo. Non so perchè sono fermo da
dieci minuti davanti allo stereo con fra le mani questo cd.
Non so perchè questa mattina, di punto in bianco, sono uscito
di casa senza nemmeno guardarmi allo specchio e mi sono diretto al
negozio di musica più vicino. Non so perchè ho
afferrato quest'album, ho pagato e sono tornato a rifugiarmi nel mio
appartamento lussuoso con un dolore sordo dalle parti del cuore. Non
capisco.
Per
l'ennesima volta scorro con gli occhi la tracklist sul retro. So che
c'è qualcosa per me. In uno di quei pezzi c'è un
messaggio che mi hai dedicato. Non so come faccio a dirlo, so solo
che è così.
E
ho paura. Una fottuta paura. Proprio quel sentimento che da anni
ormai mi sforzo di non provare. Quel sentimento che soffoco nel
lusso, nella falsa spavalderia, nel narcisismo, nell'egocentrismo di
cui tante volte mi avete rimproverato.
Apro
la custodia, prendo tra le mani il disco liscio e sottile come la
lama di un coltello e lo infilo nello stereo. Ci vogliono alcuni
secondi prima che le note di Ghost invadano l'attico buio nonostante
l'ora.
Adesso
non posso fare altro che aspettare.
Mi
siedo sul divano di pelle nera, fissando lo sguardo vacuo fuori
dall'ampia finestra davanti a me. Piove dalle nuvole plumbee ed
oscure e mentre il mio cuore sembra distruggersi lentamente mi
accorgo che dentro di me piove da tanto, tanto tempo. E' sempre stata
una delle mie manie, quella di nascondere il dolore dietro ad una
patina d'oro, sperando di rendere brillante ed attraente anche ogni
mia patetica sconfitta.
Peccato
che l'oro non guarisce le ferite e prima o poi si è sempre
costretti a fare i conti con i propri fantasmi.
“Non
puoi fuggire dal futuro, non puoi cambiare il passato, non così
velocemente”
Questa
breve frase mi colpisce. L'hai scritta tu, vero? Diretto e conciso
come sempre, amico mio. Ho tentato di cancellare ciò che è
stato; forse per un po' ci sono riuscito, ma ora tutto mi sta
crollando addosso. Ho tentato di fuggire dal futuro, fingendo che non
avremmo più avuto occasione di ripensare al passato, ma non è
così. Alla fine tutto ritorna indietro. Alla fine si è
sempre, costantemente, irrimediabilmente in trappola.
“Kill
the ghost yhat hides in your soul”
Dovrei
ucciderti? Sei tu il mio fantasma.
Non
riuscirei mai a farlo, ho già ucciso i tuoi sogni... e questo
in un certo senso è stato come uccidere te, vero?
Non
è stata solo colpa mia, oh no. Purtroppo però a me
spetta la fetta più grande di questa torta troppo amara.
La
prima traccia finisce e quasi immediatamente la seconda incomincia.
Crucify
the dead.
Chitarra
iniziale che trascina verso la voce di Ozzy.
Ed
ora, ora sto male sul serio.
“Il
fuoco è iniziato tempo fa, le fiamme hanno bruciato, i tizzoni
sono ardenti, carbonizzati e neri, non c'è più niente
da bruciare, da bruciare”
Non
c'è più niente? E' tutto finito? E' questo che pensi
davvero, Slasher? Forse lo pensi perchè sono stato io a
fartelo credere... forse perchè anche io ho voluto crederlo
per tutto questo tempo.
“Avevamo
lo stesso sogno, vivere la vita all'estremo, un fucile carico assieme
ad una rosa”
Mi
scappa una risata disperata. Un fucile carico assieme ad una rosa.
Non potevi essere più chiaro. Ho rovinato tutto, è
questo che vuoi dire vero? Ho ucciso il nostro sogno, dissetandomi
del suo sangue per continuare a vivere, lasciando morire tutti voi
altri.
“Le
spine non sono attorno alla tua testa, il tuo ego ti ha maledetto
fino a farti sanguinare. Non puoi crocifiggere il morto... per me tu
sei morto.”
Le
mie risa si trasformano in un pianto isterico mentre mi lascio cadere
sdraiato sul divano. Per te sono morto? Forse lo sono. I singhiozzi
mi pervadono il petto, mi passo una mano fra i capelli biondi,
cosparsi d'oro come tutto ciò che sono diventato. Non tento
nemmeno di calmarmi, so di non meritarlo. Questo è il
confronto con la morte, il confronto che ho aspettato per anni e a
cui sapevo di dover andare incontro prima o poi.
“Ma
vecchie decisioni ti relegano alla solitudine, tu hai tradito tutti
noi con la tua avidità, la tua avidità”
E'
come un doloroso flashback. I vostri volti mi piombano addosso, tanto
che mi rannicchio in posizione fetale come se foste davvero tutti qui
ad attaccarmi.
Probabilmente
in questo momento sembro patetico. Appena formulo questo pensiero
mi faccio ancora più schifo. Anche ora, anche mentre mi stai
accoltellando riesco a pensare all'apparenza. Cosa sono diventato?
“Eravamo
come fratelli con il mondo nelle nostre mani. Tu hai sempre troppe
cose da dire. Un giorno guarderai indietro e ti chiederai perchè
hai lasciato che tutto sfuggisse via”
Lo
sto facendo proprio ora, sei contento? Mi hai sbattuto in faccia
tutto quello che pensi, tutto quello che ti sei tenuto dentro in
questi anni, nonostante le mie provocazioni lanciate attraverso la
stampa. Mi hai scorticato l'anima con il puro intento di farmi male.
Ma come posso biasimarti?
In
un impeto di rabbia mi alzo e scaravento a terra il tavolino di
cristallo. L'urto crea un fracasso enorme, le schegge di vetro non mi
feriscono per puro miracolo. Il calice di vino rosso che vi era
appoggiato finisce a terra e si rovescia sulla moquette chiara. La
mia furia si abbatte sulla lampada della scrivania, sulle tende di
seta che strappo e pesto, sulla televisione al plasma comprata ieri.
Con una manata scaravento a terra le copie omaggio di Chinese
Democracy e tutti i premi che custodisco gelosamente. Non valgono un
cazzo. Tutto questo non vale un cazzo. E' solo finzione.
Le
foto appoggiate sulla credenza finiscono a terra in un turbinio di
vetri rotti che questa volta mi colpiscono, facendomi un taglio
superficiale sulla gamba. Non mi basta. Sono pieno di un'energia
furiosa, sono arrabbiato, sono tremendamente disperato ed arrabbiato.
Apro
i cassetti e rovescio il loro contenuto a terra; spartiti, oggetti,
caricabatterie, penne, quaderni, gioielli, candele, qualunque cosa.
Apro
l'ultimo cassetto e butto fuori tutto ciò che contiene.
Sto
per richiuderlo quando vedo che qualcosa è rimasto attaccato
al fondo.
E'
una foto.
Con
mano tremante la afferro.
Ironia
della sorte. Siamo noi.
E'
una foto in bianco e nero, ingiallita, vecchia di vent'anni e più.
Non ricordavo nemmeno di averla. E' rimasta in quel cassetto per
tutto questo tempo?
Tu
sei al centro, la solita cascata di riccioli sul volto, con la testa
appoggiata ad un Duff sorridente. Steven è appoggiato a te,
ride anche lui. Izzy è sdraiato a terra tra le sue gambe, una
sigaretta in mano come sempre. Io sono vicino a Duff, guardo da
un'altra parte, distante ma allo stesso tempo parte integrante di
quella foto.
Eravamo
bellissimi. Giovani, spensierati, con un'enorme voglia di spaccare
tutto, di farci strada nel mondo suonando. Ce l'abbiamo fatta, ma
proprio all'apice abbiamo cominciato a cedere... e siamo caduti a
terra da un'altezza così grande che le nostre ossa non si
ripareranno mai del tutto.
Quei
momenti non ritorneranno mai indietro. Non passeremo più notti
insonni nel tourbus a fumare e sparare cazzate. Non mi struscerò
più contro di te durante i concerti. Non troveremo più
Steven mezzo collassato dopo una delle sue serate alcool + eroina.
Non ascolteremo più i deliri insensati di un Izzy ubriaco e
fin troppo allegro. Non ti accarezzerò più i capelli
mentre vomiti dopo l'ennesima sbronza o mentre tenti di dormire
almeno un'ora prima del concerto... giusto per reggerti in piedi.
Addio alle liti, agli insulti, alle risse. Addio alle risate, ai
momenti duri, alle vittorie ed ai successi. Addio alla nostra corsa
folle incontro alla vita, addio alle nostre avventure.
Solo
ora mi rendo conto di quanto tutto questo mi manchi. E come dicono
tutti, si capisce cosa si è perso solo quando è troppo
tardi.
I
miei occhi non riescono a staccarsi dalle nostre figure, mentre la
musica non riesce a coprire del tutto i pugni dei due bodyguard che
bussano alla porta, richiamati dal fracasso. Mi guardo attorno. La
stanza è completamente sfasciata, la moquette è coperta
di frammenti di vetro e oggetti rotti di qualunque tipo. Devo aver
fatto danni pari a centinaia di migliaia di dollari. Le lacrime
ancora mi bagnano il volto, ma rido. Ecco cosa sono diventato. Uno
stupido uomo che si circonda di lusso e futilità, che antepone
se stesso e i suoi bisogni malati a tutto il resto; un uomo che ha
distrutto la propria vita e quella dei suoi migliori amici. Proprio
il tipo di persona che avremmo odiato.
Non
posso che farmi schifo.
<<
Mr. Rose? Mr. Rose, è tutto apposto? >> la voce timorosa
di una guardia del corpo mi raggiunge, soffocata dalla musica e dalla
porta.
Non
rispondo.
Cammino
lentamente verso il divano, stringendo al petto la foto, incurante
dei detriti che pesto. Mi ci lascio cadere a peso morto, rimanendo a
fissare il vuoto.
<<
Mr. Rose? >> mi chiama di nuovo la guardia.
<<
Sì... >> sento la mia voce rispondere.
<<
Sta bene, Mr. Rose? >>
Cosa
devo rispondere?
Chi
deve
rispondere? L'Axl Rose che urla come un forsennato sul palco, si
ubriaca con gli amici e vive in un garage? O l'Axl Rose ricco,
calcolatore e
fottutamente solo?
<<
Certo che sto bene, idiota. Che vuoi? >> Stronzo, ricco,
calcolatore e solo. Ciò che sono diventato.
<<
Oh.. beh... niente, volevo solo ricordarle che tra due ore avrà
l'intervista per il Rolling Stone. Mi scusi per il disturbo. >>
mormora in un sussurro appena udibile.
<<
Lo so. >> ringhio a denti stretti in risposta, stupendomi di
come la mia voce possa mascherare ciò che provo dentro.
<<
Cazzo me ne fotte dell'intervista.. >> sussurro, portando di
nuovo lo sguardo sulla fotografia.
E
piango. Non posso fare altro che piangere.
Perchè
mi mancate cazzo. Mi mancate fottutamente, mi mancate da far male.
E'
il vecchio Axl Rose che parla qui. Peccato che quell'Axl Rose sia
ormai solo un vegetale che dorme dentro di me e si risveglia in
momenti come questi.
Fanculo
Slasher, mi hai fregato un'altra volta.
Sei
riuscito ad uccidermi. Probabilmente saresti felice nel vedermi
agonizzante sul mio divano di pelle, circondato dai cocci di tutta la
vita falsa che mi sono costruito.
Ti
odio. Ti odio con tutto me stesso.
Eppure
non posso fare che ringraziarti.
La foto descritta è questa:
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