Salve
gente ^__^
questa è la
prima FF che riesco a completare di Slayers, premetto che non
è un opera
d’arte, ma a me piace...
L’ho ambientata qualche tempo
dopo la fine di Slayers Try, non contando altamente le ultime due serie
uscite
(sorry :P).
p.s: Per
alcune incomprensioni
ho messo una nota alla fine della storia per cercare di rispondervi
alla bene
meglio su una certa domanda che potrebbe venirvi in mente leggendo ;-)))
Il
cuore le batteva a mille,
tanto che credette le stesse per scoppiare. Cos’era quella
sensazione d’insicurezza?
Cos’era quella voglia di scappare, le guance in fiamme e le
farfalle nello
stomaco? Perché si sentiva arrabbiata, triste e felice nello
stesso momento?
Quante domande, troppe per
cercarne una risposta soprattutto in quel momento, il suo cervello era
andato
letteralmente in panne a causa del sovraccarico di sensazioni.
Ma per quanto cercasse di
negarlo Amelia sapeva bene quale emozione le affliggesse il petto, solo
che non
credeva di poterla provare per qualcuno che non fosse una certa chimera
di sua
conoscenza.
Eppure eccola là, a tremare
come una ragazzina, ad avere la bocca impastate e a non riuscire a
pronunciare
più di una sola sillaba senza balbettare. Alla fine la cosa
che più la
principessa temeva era successa, si era innamorata di un perfetto
estraneo.
Non che ci fosse qualcosa di
male in questo, anzi, solo che cosi facendo aveva infranto la taciuta
promessa
fatta a se stessa, un lontano giorno di un anno prima quando aveva
dovuto
salutare, forse per sempre, una persona molto importante per il suo
cuore.
Amelia scosse la testa. No,
non poteva essere, l’amore non poteva nascere
“cosi” da un colpo di fulmine,
quello accadeva solo nei libri che ogni tanto amava leggere. La gente
normale
doveva prima conoscersi per potersi innamorarsi... Giusto???
Pur essendo sempre stata una
paladina della giustizia, a cui piaceva (e ancor piace) proclamare pace
e amore
nei suoi discorsi in maniera ben più che logorroica, Amelia
non conosceva
ancora pienamente il significato della parola Amore. Si, sapeva cosa
significava
innamorarsi di qualcuno, lo aveva provato sulla propria pelle, e sapeva
cosa
significasse anche soffrire per amore, quando si vide messa da parte
per far
spazio alla ricerca di una famigerata “cura” che
forse neppure esisteva, quelle
erano esperienze che lasciavano il segno, e la principessa ne aveva
fatto
tesoro. Facendosi un idea completamente sbagliata di questo sentimento,
aveva
deciso di non innamorarsi mai più, preferendo donare il suo
cuore alla dea
Giustizia, piuttosto che soffrire ancora.
Amelia
sollevo lo sguardo e
arrossi di colpo, lui la stava guardando e senza alcun dubbio
l’aveva vista
prendere quel colorito “vivace”. In quel momento la
principessa ricordava molto
un semaforo quando dava il segnale di STOP.
Che imbarazzo, pensò con il desiderio costante di
scappare, ma qualcosa la
trattenne...
Lo
sconosciuto le sorrise, un
sorriso gentile e solo leggermente divertito.
Fu
proprio quel gesto che
impedì ad Amelia di scappare, ad un tratto
l’emozioni nel suo petto sembrano
farsi ancora più forti, come se le chiedessero di essere
riversate fuori tutte
in colpo. E questa era una cosa veramente stupida, lei non aveva la
minima idea
di chi si ritrovasse di fronte, perché avrebbe dovuto fare
una cosa simile?
Quello che doveva essere un
amore appena nato, frivolo e leggero, causato da un colpo di fulmine,
aveva su
di se il peso di un amore non manifesta e relegato in un luogo segreto
nelle
profondità del suo animo. Probabilmente era questo il motivo
per cui Amelia aveva
la voglia matta di buttarsi contro quello sconosciuto, abbracciarlo,
baciarlo,
scaraventarlo a terra e fare tutto ciò che non aveva mai
potuto fare con una
chimera dal cuore di pietra.
La principessa sospirò, guardandolo
meglio ora capiva la causa di questo suo “innamoramento
istantaneo” erano state
le piccole cose che aveva intravisto, le piccole somiglianze, che gli
avevano
fatto sussultare il cuore.
Il modo di camminare, come si
guardava attorno e persino il sorriso che le aveva rivolto; tutto in
quello
sconosciuto le aveva riportato alla mente Zelgadiss, nonostante la
chimera
avesse un sorriso più timido e incerto.
Quella era una ferita ancora
aperta difficile da richiudere, se non impossibile, e
l’incontro con quel
giovane era stato come sale sul suo cuore lacero.
- Amelia..?- la chiamò il
giovane, le si era avvicinato senza che se ne accorgesse. La
principessa
sollevò lo sguardo incrociando quello dell’altro,
aveva due freddi occhi verde
acqua dal taglio felino, ma mentre vi si specchiava Amelia non
avvertì alcun
gelo provenire da essi, intravide solo molta tristezza, disagio e forse
senso
di colpa???
Come poteva essere che uno
sconosciuto provasse delle simili emozioni solo
nell’incontrarla?
La principessa fu percorsa
come da una scossa.
Le piccolo somiglianze... Si ripeté strabuzzando
gli occhi, ma..?
Quanta
gente c’era al mondo
che portava una pettinatura pressoché identica a quella
della famiglia reale di
Saillune?
E quante persone in tutto
l’universo possedevano anche quella sfumatura di lilla?
La
risposta era una sola...
-
Zelgadiss Greywords- disse
con un filo di voce quasi in un sussurro, come se quelle parole,
pronunciate
con appena un po’ di più di voce, lo avrebbero
fatto dissolvere come una nuvola
di fumo.
Lui le sorrise di nuovo ma in
modo timido e imbarazzato, più simile a quello che le
rivolgeva quando la sua
pelle era di pietra, poi il silenzio si dilungò e lo
sciamano si ritrovò a
fissare il terreno colpevole, mentre l’espressione di Amelia
passava dallo
stupore alla rabbia.
-
Quanto ti costava inviarmi
una lettera?- incominciò la principessa ostentando una finta
calma,
-
Visto dov’ero finito, sarei
arrivato io prima...- si giustifico Zel, sempre guardando a terra,
-
Avresti potuto contattarmi
in qualche altro modo- la voce iniziò a tradire la stizza,
-
Ho scoperto che la magia
non funziona nel deserto della morte- rispose con un gocciolone sulla
fronte.
Il
pugno che per poco lo
colpì in volto fu veloce e inaspettato, ma lo sciamano
riuscì comunque ad
evitarlo abbassandosi, e non ringrazio mai tanto i suoi ottimi riflessi
come in
quel momento. Il muro dove era finito il pugno della principessa prima
si
ricoprì di un infinità di crepe, poi
crollò come un castello di carte, era un
colpo che gli avrebbe fatto molto male anche da chimera, figuriamoci
adesso
tornato umano. - M-mi dispiace di come ci siamo lasciati
l’altra volta...-
balbettò prendendo un colorito blu, vedendo il viso
infuriato della ragazza,
Lina quando era arrabbiata faceva paura, ma Amelia furiosa era di gran
lunga
più spaventosa, avvolta poi da quel densa aura nera che la
distaccava assai
molto dalla sembianza di una paladina della giustizia.
- Ti dispiace?? Lo dici
veramente, o solo perché sto per ammazzarti?- disse con voce
gelida,
preparandosi a colpirlo,
-
Certo che lo dico sul serio.
Altrimenti perché ti sarei venuto a cercare, sapendo cosa mi
aspettava?- replicò
lo sciamano recuperando un po’ di coraggio e alzandosi in
piedi per guardandola
fissa negli occhi, era pronto a ricevere qualunque cosa volesse
scagliargli
addosso, sapeva di aver commesso un grosso, grossissimo errore
l’anno prima e,
andando da lei, si era preparato al peggio. Se per farsi perdonare
doveva
prenderle d’Amelia, allora per una volta avrebbe messo da
parte il suo stupido
orgoglio, era disposto a tutto perchè lo perdonasse.
Quando avevano dovuto
separarsi era stato molto freddo, non le aveva rivolto quasi parola
limitandosi
ad un “addio”. Per paura che la principessa potesse
scoprire cosa provasse si
era finto distaccato, lo aveva fatto perché doveva prima di
tutto tornare al
suo vero aspetto. Sapeva che se Amelia avesse accettato i suoi
sentimenti, lui
non sarebbe più andato a cercare alcuna cura, non si sarebbe
più allontanato da
lei tanto era forte ciò che li legava.
Cosi facendo però l’aveva
fatta soffrire e se ne era pentito amaramente, erano stati il suo
orgoglio e il
desiderio di tornare umano a fargli prendere quella decisione,
conoscendosi
però sapeva che le avrebbe fatto comunque sempre del male se
non trovava una
soluzione...
E l’unica soluzione che aveva
trovato era stata: cercare una cura.
Alla fine Zelgadiss si era
giurato di non tornare d’Amelia prima di avere recuperato un
aspetto “normale”.
(Geniale, no..? =_= Nda)
Passo
un lungo istante mentre
il pugno della principessa rimaneva sospeso nell’aria, come
indeciso, solo in
quel momento lo sciamano poté vedere bene il suo volto e si
accorse che stava
piangendo. Il resto del suo viso però non tradiva alcuna
emozione, se non la
rabbia, Zel non capiva il perché di quelle lacrime e questo
gli dimostrava
quanto poco in realtà comprendesse le reazioni di Amelia.
-
S-sei... Sei stato crudele!-
gli disse con la voce rotta dal pianto, pian piano la sua espressione
cambiava,
lasciando intravedere la tristezza che nascondeva,
-...è
vero- ammise l’altro a
voce bassa, tornando con lo sguardo a terra,
-...
E,e ingiusto!!- continuò
tenendosi sempre pronta a colpirlo,
-
hai ragione-
-
Dimmi un solo motivo perché
non dovrei colpirti?!- il suono di quella domanda aveva un che di
disperato,
-
Non ce ne sono- parlò Zel
sapendo di dire la verità.
-
Allora perché non riesco a
colpirti?!- urlò la principessa lasciando uscire tutte
l’emozioni represse da
un anno a quella parte...
Si
butto contro l’ex-chimera
e entrambi caddero a terra, Amelia lo abbracciava e lo insultava
contemporaneamente, gli diceva che era stato uno stupido a rischiare
tanto per
trovare un cura, c’era un motivo se chiamavano deserto della
morte il Deserto
della morte; che non era passato giorno in cui lei non si preoccupasse
per la
sua incolumità, Zel però gli rispondeva che se
teneva alla propria incolumità
non avrebbe neanche mai viaggiato con Lina; lei lo azzittiva
prendendolo a
pugni e nascondendo il viso sul suo petto, non voleva vedesse il
sorriso che
faceva capolino sul suo viso.
La
principessa disse che non
l’avrebbe mai perdonato, eppure non si scostò dal
bacio datogli dallo sciamano.
(l’aveva
aspettato fin troppo
:P nda)
In
realtà Amelia avrebbe
perdonato di certo la sua chimera (anche se non era più
tale), ma solo dopo che
Zel si fosse umiliato un tantino... Farlo partecipare alle sue missioni
da
paladina della giustizia poteva essere uno punizione adatta, ma era
solo
l’inizio.
È
pericolo far soffrire un
donna ;-)))
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Vi chiedete perché manchi
quasi totalmente la descrizione di Zel da essere umano?
Semplice,
se l’avessi
descritto sin dall’inizio, tutti avrebbero capito subito che
era lui ^^ , anche
se cosi facendo sembra che manchi un pezzo della storia :P...
Comunque spero
che vi sia piaciuta, se non è cosi mi giustifico dicendo che
è stata buttata
giù senza alcuna idea precisa, quindi è normale
che non abbia ne capo ne coda
(ne alcun ambiente intorno ai personaggi :P).
Però devo dire che mi piace come
è venuta fuori e ho voluto condividerla con voi J
Alla
prossima ;-))
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