Ludwig ha una strana forma di pudore e vergogna; non vuole
mai che lo baci in pubblico. In generale, non vuole che ci siano effusioni fra
noi se non siamo a casa nostra. È qualcosa che non capisco, è incomprensibile e
ogni volta che gli chiedo spiegazioni lui diventa rossissimo e si fa zitto zitto. Come fa a non esplodere d'amore da voler esprimere
ad ogni ora? Io lo amo così tanto che mi sembra assurdo non farglielo vedere
costantemente. In fondo lui non può vedere nel mio cuore, e l'unico modo per
cui non gli possa mai venire in mente di non avermi completamente per sé è
questo. Eppure si irrita sempre tanto quando lo faccio. Stamattina ho cercato
di abbracciarlo, al supermercato, e lui è arrossito tantissimo e, sottovoce,
arrabbiato, mi ha detto: "A casa ne parliamo, Italia.", e non mi ha
più rivolto la parola fino a casa.
E adesso è seduto in salotto, con le gambe larghe e le mani
sulle ginocchia. Sembra un po' il fidanzato di nonno Roma quando se l'era presa
per qualche cosa - il nonno me ne parlava così tanto che mi sembrava di
vederlo. Beh, mi sta guardando, con le sopracciglia aggrottate. Spero solo non
sia un discorso troppo cattivo, o che lui sia troppo arrabbiato. Odio farlo
arrabbiare, perché ci sta male, e non voglio mai fargli male. So benissimo di
dover cercare di controllarmi, eppure è più forte di me, sarebbe come chiedermi
di non mangiare più la pasta, ed è qualcosa di inconcepibile ed impensabile.
Spero davvero che non sia troppo arrabbiato con me. A volte ho paura di perdere
il suo amore; è anche per questo che continuo a dirglielo e a farglielo capire
col mio comportamento. Vorrei che lo capisse, anche se so di dover stare
tranquillo, ogni tanto…
“Vieni qui.”, mi dice, sospirando ancora. Ubbidisco, gli
vado tra le gambe e lo guardo. Mi stringe fortissimo a sé, con le braccia
attorno alla vita. Mi bacia fortissimo, mi accarezza la schiena con movimenti
lenti, quando fa così mi fa venire i brividi. Quando le nostre labbra si
staccano, mi guarda e di nuovo sospira, stringendomi ancor più forte. Sbuffa
sulla mia maglietta. Mi chiede scusa per il comportamento brusco di prima.
“Feliciano, io…”
“Lud, scusami per prima, però io –
cioè, io non capisco, io ti amo così tanto che ho bisogno di fartelo vedere
sempre, e poi è così bello dimostrarsi il proprio affetto, anche davanti a
tutto il mondo, perché tutto il mondo deve sapere quanto ti amo!”
Parlo come un fiume in piena, ho paura di non fargli
arrivare il messaggio forte e chiaro. È la prima volta che glielo dico così
apertamente a voce, magari mi faccio capire meglio così.
“Feliciano, su, fammi parlare, quante volte ti ho detto che
è maleducazione interrompere le persone che stanno parlando?”
Quando mi rimprovera ha sempre una cadenza dolce e un
sorriso.
“Volevo solo spiegarti il mio punto di vista. È che io…”
È sempre così; quando si imbarazza si interrompe duecento
volte prima di riuscire a concludere la frase. Mi fa così tanta tenerezza, è
così carino. Tossisce, mi guarda in viso, sta quasi per riuscire a parlare.
“Io penso che queste siano cose…
private. Cioè, nostre. E poi non voglio che altri vedano che faccia hai quando
ti bacio, deve essere… mia. Tutto ciò che sei tu mi
appartiene, ecco…”
È talmente rosso che se non fossi attento potrei addentarlo,
scambiandolo per un pomodoro. Sorriso e lo stringo fortissimo.
“Ma che carinoooo…”
“Scemo…”
Anche se continua ad essere un ragionamento un po’ oscuro,
se me lo dice in questi termini, potrei anche pensarci su, a starmene un po’
più calmo in pubblico.