Il dolore mi fa piegare a metà e quasi gemo. Me
ne sto incurvata in avanti a guardarmi i piedi sprofondati nella neve a
tenermi le braccia incrociate sullo stomaco.
Cerco di fare mente locale e di ricordare il numero ridicolo di dolori
fisici che ho provato nella mia innaturalmente corta vita ma non mi
viene in mente nulla di altrettanto straziante.
- Nessie?
Oh, Jacob. Che male, ti prego, fallo andare via.
Per un attimo rischio davvero di dirlo ad alta voce ma mi trattengo, in
difesa di tutta la dignità dei miei quindici anni apparenti;
resto zitta e chinata finché un paio di mani delle
dimensioni di un badile ciascuna non mi afferrano per le spalle e
raddrizzano. Quando apro gli occhi è il volto abbronzato e
preoccupato di Jacob che mi trovo davanti.
- Ti senti male?-
domanda inutilmente.
- Lo stomaco
- rantolo.
Il palmo della sua mano mi tocca la pancia.
- Qui?
Scuoto la testa.
- Più in
basso.
- Oh.
La mano si ritira, portandosi via il suo calore e lasciandomi ancora
più sofferente di prima.
- Ti porto a casa. Il
dottore saprà cos’hai.
- Vorrei parlare con mia
madre.
Di nuovo, la mia voce è un rantolo. E di nuovo, mi trattengo
a malapena dall’affermare qualcosa di ridicolmente infantile,
come “Voglio
la mia mamma!”.
Jacob, almeno, mi è subito accanto e mi attacco
volentieri al suo fianco caldo, mentre lui mi guida di nuovo verso la
nostra casa appena fuori Forks.
Ci siamo tornati proprio ieri, rifletto, affidandomi totalmente a Jacob
per camminare. Forse è un sintomo dovuto a qualche ricordo
che il mio corpo ha registrato dopo che sono nata; o forse il mio corpo
sta crescendo di nuovo troppo in fretta e sto per morire. Forse le
mezze vampire donne non funzionano come gli uomini.
Forse la paranoia mi sta uccidendo al pari del dolore allo stomaco.
Non riesco a capirne il motivo, ma in questo ultimo paio di giorni sono
di umore talmente pessimo che scatto per qualsiasi sciocchezza; ora non
ho neppure il fiato per farlo ma normalmente, intimerei a Jacob di
tacere, invece di blaterare chiacchiere inutili, con le quali cerca
evidentemente di distrarmi.
- Peccato, la prima
caccia che facciamo a casa è andata male.
Mugugno.
- Ti è andata
bene, però, il dottore ti darà sangue umano,
adesso. Che schifo.
Sospiro.
- Avrei certo catturato
un cervo più grande del tuo …
Finalmente, la casa è in vista.
Jacob, in un eccesso di cavalleria, stavolta mi solleva proprio fra le
braccia prima di fare il suo ingresso nell’abitazione.
Digrigno i denti, sapendo già che putiferio si
scatenerà una volta entrati.
E infatti …
- Cane! Che le hai fatto?
- Reneesme!
JAKE!
- Reneesme
…
La prima a reagire e zia Rosalie che non perde mai
occasione di litigare con Jacob, specie se ritiene di avere un buon
motivo per farlo; la seconda è la mia mamma, che grazie a
dio è la prima a raggiungermi; il terzo è il mio
papà, che certo ha parlato per farmi sentire che si
preoccupa, ma naturalmente sa già cosa mi affligge
direttamente dai miei pensieri.
- Mal di stomaco, Bells-
racconta Jacob, miracolosamente ignorando zia Rosalie- meglio se chiami il dottore,
dov’è quando serve?
- Mamma
… per favore- mugolo flebilmente (voglio la mia mamma!).
- La prendo io, Jacob.
Grazie -
Questo è papà.
Avverto le braccia di Jacob stringermi di più prima di
cedermi con riluttanza al suo ex peggior nemico e l’affetto
incondizionato con il quale mi tratta mi commuove a tal punto che credo
di poter piangere.
Un secondo dopo l’abbraccio di mio padre mi circonda ma ora
per favore vorrei solo parlare con mia madre.
- Mamma-
ripeto.
- Sono qui, Reneesme,
tesoro- arriva l’immediata risposta.
- Da sole?-
domando esausta.
- Sì.
Capisco che finalmente non sono più in mezzo ad
una folla di vampiri esagitati quando vengo stesa su quello che
riconosco essere un materasso.
Nemmeno mi preoccupo di trattenere un sospiro di sollievo quando mamma
caccia via tutta la famiglia che mi si è assiepata attorno e
chiude la porta alle loro spalle, una volta che li ha buttati fuori.
Mi alzo a sedere e mi afferro lo stomaco gemendo senza ritegno, ora che
c’è solo la mia mamma a sentirmi. Lei si avvicina
e si siede sul letto al mia fianco, scostandomi i capelli dal viso.
- Reneesme, tesoro-
comincia, mentre io osservo disperata i suoi occhi dorati - dove ti fa male esattamente?
***
Mezz’ora dopo sono seduta sul letto dove mio padre mi ha
scaricato, da sola, ad osservare imbronciata le varie e coloratissime
soluzioni che mia madre mi ha proposto per affrontare il mio problema.
Questo non può che essere uno scherzo.
Al di là del fatto di essere una vampira per
metà, tralasciando il fatto che un licantropo ha avuto
l’ imprinting su di me, sorvolando sulla mia crescita
inquietante … Questa è la cosa più
assurda che potesse capitarmi.
Cosa dirà zia Rosalie? Forse ora non mi vorrà
più bene come prima e forse la prenderà come
un’offesa personale, che io sia così scocciata
dall’accaduto.
Ma pensavo che non avrei mai dovuto preoccuparmene, non ora, almeno!
E’ troppo presto! O troppo tardi, da un certo punto di vista.
Non mi sono mai posta il problema, credevo di esserne
tagliata fuori!
Cielo, con il corpo strambo che mi ritrovo e con il fatto di essere
umana solo per metà, come potevo immaginarlo?
Con un gesto stizzito della mano, colpisco le confezioni colorate
appoggiate sul copriletto e le mando a svolazzare per tutta la stanza e
poi sul pavimento.
Mi lascio cadere con la schiena sul letto e fisso sconsolata il
soffitto.
Dio, come è possibile che mi sia venuto il ciclo mestruale?!
Salve, salve!
Ho scritto questa idiozia qualche mese fa e ho pensato che pubblicarla
non avrebbe ucciso nessuno.XD
E' il mio primissimo(e mi sa ultimissimo) tentativo di fan fiction su
Twilight.
E' corta, inutile e ha zero pretese ma se qualcuno spendesse un paio di
minuti a recensirla, sarei molto contenta!^^
P.S. Ho lasciato delle informazioni sparse, tipo "Siamo appena tornati"
perchè esiste un seguito ipotetico di questa storia. Se
qualcuno è curioso, lo dica pure, altrimenti la
lascerò così' ed amici come prima!
Baci,
Beverly Rose
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