Titolo: Ti Vada
o No
Rating: Giallo
Genere: Romantico,
Commedia
Personaggi: Jacob Black,
Leah Clearwater
Avvertimenti:
AU, OOC,
One-Shot
Canzone
Scelta: Ti Vada o No – Hercules
NdA:
Salve a tutti miei cari! Finalmente mi appresto
a postare questa storia che stagna nel mio pc da quasi due mesi
ù_ù Devo dire
che la amo (come ogni mia storia in effetti XD) forse più
delle altre. È la
prima JakeXLeah che scrivo e adoro questo paring che è
così poco considerato. La
storia partecipa al concorso “Colonne
sonore dei film d'animazione Disney”
indetto
da Harriet sul forum di EFP.
La traccia che ci è
stato chiesto di seguire è la seguente: scrivere una
storia ispirata a una
canzone tratta da una colonna sonora di un film d'animazione Disney.
Come
scritto
prima la canzone che ho scelto è “Ti vada o
no” di Hercules. Potrebbe risultare
forse banale come scelta, ma è una canzone che ho sempre
amato e spero di
essere riuscita a fare un buon lavoro. Non so bene come mi sia uscito
fuori il
pezzo in cui uso la canzone, in effetti potrebbe risultare un
po’ sciocco =P
Buona
lettura!
NdA2:
Un Grazie
speciale a tutte coloro che mi hanno sOpportato nella stesura di questa
storia! Un bacio a tutte voi bimbe X3
Lasciata.
L’unica
spiegazione? “Ho avuto un colpo di fulmine.”
Che ti prendesse in testa il
fulmine!
Dopo
tre
anni, e dico TRE, sono stata piantata in tronco da quello che
consideravo il
mio vero amore.
Sì,
credevo anch’io nel principe azzurro… fino a una
settimana fa quando il mio
ragazzo, ex-ragazzo, si
è presentato
alla mia porta con la sua nuova fiamma.
“Leah,
tu
sai che ti ho amato veramente per tutto il tempo che siamo stati
insieme, ma è
stato più forte di me. Sai che al cuor non si
comanda.”
Se
sperava
di vedermi urlare e strapparmi i capelli davanti a quella stronza di
mia
cugina, ebbene sì, il mio carissimo ex si è messo
con mia cugina, si sbagliava
di grosso.
Mi
sono
limitata a guardarlo dritto negli occhi, ho spostato lo sguardo su mia
cugina
Emily, sono ritornata a guardare il maledetto Sam e poi gli ho chiuso
la porta
in faccia augurandogli tanti auguri e figli maschi.
Il
fatto
che io ora sia in palestra a trucidare di cazzotti il sacco per la box
è dovuto
solo al mio nuovo programma di allenamento.
Faccio
box? Assolutamente no. Ma se un giorno mi dovessi ritrovare Sam davanti
saprei
bene come rispondergli.
<<
Ehi campionessa, così rischi di romperti qualcosa!
>> Due mani grandi
quasi il doppio delle mie fermano il sacco che, impazzito dai colpi,
ondeggiava
pericolosamente.
<<
Jacob non rompere! >> Sferro un colpo vicino alla sua
mano facendolo
indietreggiare.
<<
Come sei acida! >> Sbuffando se ne torna dai suoi amici a
fare pesi sulla
panca.
La
palestra della riserva di La Push è l’unica
decente nel raggio di trenta miglia.
A Forks, la città più vicina, ce ne sono alcune,
ma sono per lo più frequentate
da signore che preferiscono praticare lo sport del pettegolezzo che
farsi due
miglia in cyclette.
I
ragazzi
che frequentano la palestra li conosco quasi tutti, partendo da quel
noioso di
Jacob Black. Ci conosciamo da quando siamo nati dato che le nostre
madri erano grandi
amiche. Dall’asilo nido alle superiori abbiamo frequentato la
stessa scuola.
Con
lui,
inseparabili come un branco di lupi, ci sono Quil Ateara ed Embry Call:
“Il
piccolo trio infernale”, come sono solita chiamarli.
Ultimamente
il mio piccolo fratellino, che ormai di piccolo ha solo il cervello, si
è unito
a loro creando il quartetto dell’apocalisse.
Seth
ha
diciotto anni e va ancora a scuola, innamorato perso della sua Angela.
Quando
non è con lei è con i tre ragazzi che ora stanno
facendo gli spavaldi di fronte
alle tre ragazze che sono appena entrate.
Povero il mio fratellino, non sa
che l’amore è
solo una grande fregatura.
Colpisco
più forte che posso il sacco rosso davanti a me facendomi
male al polso.
Non solo l’amore
è una gran fregatura, ma è pure
deleterio per la salute!
La
felicità che vedo nel suo sguardo quando lo posa su Angela
sono certa che non
potrà durare per sempre.
In
fondo
in un modo o nell’altro l’amore finisce. Sempre.
Lo
vedo
negli occhi spenti di mia madre che non riesce a perdonare nostro padre
per
essersene andato all’altro mondo prima di lei.
Lo
vedo
negli occhi di Billy Black che condivide lo stesso dolore di mamma.
Lo
vedo
negli occhi di Charlie Swan e di sua figlia Isabella per la separazione
che
Renèe ha imposto loro senza stare tanto a discutere.
Perché
innamorarsi se poi si finisce sempre per soffrire?
<<
Ehi Lee-Lee! >> Parlando del
diavolo…
Isabella
Swan, Bella per gli amici, mi saluta agitando una mano.
Dietro
di
lei Alice Cullen e Rosalie Hale fanno la loro porca figura in shorts e
canottiera.
Sono
tutte
e tre troppo belle per essere vere.
Una
diversa dall’altra. Una bionda, una castana, una mora. Una
alta, una bassa, una
minuscola. Una dal fisico perfetto, una dal fisico formoso e una dal
fisico
minuto. Occhi blu, occhi castani e occhi verdi.
Come distruggere
l’autostima di una donna in tre
secondi o poco meno.
Isabella
la conosco quasi da quanto conosco Jake; i nostri padri, da quando sono
ragazzi, andavano a pesca insieme e spesso ci ritrovavamo a casa mia
aspettando
il loro ritorno.
Così
come
Jacob è un povero imbecille, Bella ha una mente fine e al
limite del geniale.
È
praticamente perfetta se non fosse per il suo piccolo problema.
Il
tempo
di sbattere le ciglia e Isabella scompare dalla mia vista ma un
“Ahi ahi” mi fa
abbassare lo sguardo sulla mia amica col sedere a terra.
Dicevo?
Ah
sì, il suo piccolo problema. Ha l’equilibrio di un
gatto a cui sono state
tagliate le vibrisse.
Rosalie,
la bionda che fa concorrenza alla modella più pagata di
questo universo, la
soccorre rimettendola in piedi.
<<
Bella, possibile che non riesci a fare due passi di fila senza cadere?
>>
Mi slaccio i guanti massaggiandomi il polso.
<<
Scusa, Leah! >> Mi guarda mortificata come se mi avesse
appena insultata.
Forse
dovrei dire che Bella ha due difetti: oltre la sua sbadataggine
è anche la
persona più innocente di questo mondo.
<<
Non devi scusarti. Non hai fatto nulla di male. >> Mi
avvicino cercando
di sorridere, anche se negli ultimi giorni penso di essermi dimenticata
come si
fa.
<<
Ecco, lo sapevo! Ti sei fatta male, vero zuccona? >> A
passo marziale Jacob
ci viene in contro sbraitando.
<<
Jake, eclissati se non vuoi che ti usi al posto del sacco!
>> Come nostro
solito ci ringhiamo contro guardandoci negli occhi, solo che negli
ultimi anni
ho dovuto iniziare al alzare la testa per poterlo guardare dritto in
faccia.
Non
è più
il ragazzino che obbligavo a giocare con le pentole di plastica
colorate.
<<
Sei
la solita testarda! Perché non mi ascolti mai quando ti dico
qualcosa?!
>> Esasperato se ne torna per l’ennesima volta
dai suoi compari che
ridono come due iene.
Di
solito
i nostri litigi durano molto più a lungo, certe volte per
delle ore intere, ma
da quando il maledetto mi ha lasciato persino Jacob mi tratta coi
guanti.
Vorrei
tanto potergli urlare “Ehi, mi hanno solo lasciata! Non mi
hanno investito con
un tir!” ma tanto so che non cambierebbe nulla, anzi. Forse
rischierei di
scatenare la terza guerra mondiale.
<<
Uffa! Ma non sono ancora arrivati?! >> La piccola Alice,
minuta per
quanto iperattiva, saltella nervosa tirandomi per un braccio.
Alice
si è
trasferita da poco in città, ma già da subito
è riuscita a conquistarsi le
simpatie della bella Rosalie e di Isabella.
Io
c’ho
messo più di un anno anche solo per riuscire a farmi
sorridere dalla signora
dei ghiacci e lei in quattro e quattr’otto si è
accaparrata un posto sul podio.
Ovviamente
al primo posto c’è il suo inseparabile
“Emmie Pooh” col quale è fidanzata da
quando io ho memoria.
E
considerando che ci conosciamo da quando andavamo alle medie direi che
è davvero molto tempo.
Ecco
un’altra coppia immersa nell’illusione
dell’amore perfetto.
Mi
chiedo
quanto ci metteranno a lasciarsi. Magari lui la tradirà o
lei troverà di meglio
in uno dei suoi viaggi di lavoro come modella. Cosa aspettarsi di
più da Rose
se non un impiego come modella?!
<<
Allora? Non sono nemmeno passati? >> Il delizioso broncio
sulle labbra
della piccola Cullen è un’arma di distruzione di
massa peggio dell’equilibrio
precario di Isabella.
<<
E’ ancora presto Alice, sono appena le due. >>
Sospiro cercando di
scrollarmela di dosso.
Mi
sono
affezionata a lei, ma è appiccicosa come un cucciolo di
Labrador ancora da
svezzare.
Quelli
che
tanto sta aspettando non sono altri che Emmett McCarty, sì
proprio “Emmie
Pooh”, Edward Cullen, suo cugino, e Jasper Withlock.
Innamorata
persa di quest’ultimo, sono almeno due mesi che ogni giorno
viene in palestra
solo per vederlo.
Ora mi chiedo… visto che
è tanto amico di tuo
cugino e di quell’orso del fidanzato della tua amica,
perché non vai a
stressare loro invece che me?!
Che
peccato
ho commesso per essere bersagliata dai suoi sbuffi e dai suoi lamenti?
Solo
perché vengo in palestra un giorno si e l’altro
pure non vuol dire che sia
pappa e ciccia col terzetto del demonio versione 2.0.
Bella
ride
della mia espressione, ma anche lei avrebbe solo da stare zitta visto
che sbava
dietro a Cullen da quando l’ha visto la prima volta alle
elementari.
Dio, sono circondata da idioti
innamorati!
Mi
manca
solo di vedere Quil ed Embry che si baciano e poi abbiamo fatto
l’enplein.
Mancherebbe
solo Jacob, ma chi vuoi che se lo pigli uno del genere?
Lascio
le
tre ragazze alle cyclette e, mentre mi infilo le cuffie
dell’i-pod nelle
orecchie, imposto la velocità del tapis roulant.
La
musica
mi accompagna mentre corro a occhi chiusi.
Le
immagini di me e Sam mi affollano la mente. Lui che mi sorride, lui che
mi accarezza,
lui che mi bacia… perché ogni parola di queste
maledette canzoni mi ricorda
lui?
Non
so per
quanto ho corso, so solo che appena il tappeto smette di scorrere sotto
i miei
piedi mi fermo col fiatone come se avessi fatto la maratona di New York.
Con
le
mani appoggiate al sostegno e la testa china, cerco di rimandare
indietro le
lacrime che mi offuscano gli occhi. Prendo dei grandi respiri con
l’unico
effetto di stare quasi per singhiozzare.
Ottimo, mi manca solo di mettermi a
piangere
davanti a tutti e poi si che sarà una splendida giornata!
Sono
riuscita a resistere fin’ora, perché proprio
adesso queste maledette lacrime
hanno deciso di uscire?
Boccheggio
in cerca d’aria quando la gola mi si chiude e un singhiozzo
rischia di
sopraffarmi.
Cazzo!
Che
dolore
al petto, mi sembra che mi stia per scoppiare il cuore da quanto batte
veloce.
<<
Leah, non puoi monopolizzare quell’affare per tutto il
giorno! Vedi di andare a
correre fuori se ne hai tanta voglia! >> La voce annoiata
di Jacob mi fa
girare di scatto verso di lui, ma tutto quello che riesco a vedere
è il verde
della sua salvietta che mi tira addosso.
La
tengo
ferma sul viso per non farmi vedere mentre le lacrime iniziano a
scendere.
<<
Quanto rompi! È tutto tuo! >> Scendo dal
“tapiro”, come lo chiamavamo da
bambini, e passandogli accanto per uscire gli sussurro un
“Grazie” che sono
certa abbia sentito data la pacca sul sedere che mi rifila.
Fuori,
nell’aria fresca di fine primavera mi lascio andare. Nascosta
dagli alberi al
limitare della foresta piango tutte le lacrime che posso urlando,
stringendo i
denti intorno alla stoffa spugnosa.
<<
Maledetto, maledetto, maledetto! Ti odio! Ti Odio! TI ODIO! Ti detesto
per
avermi resa così debole! >> Mi appoggio con la
schiena ad un albero
scivolando seduta sull’erba.
Perché
ha
dovuto umiliarmi così? Non è passato nemmeno un
giorno che già giravano per la
riserva e per la città abbracciati scambiandosi sguardi e
baci pieni d’amore.
Ma
tanto
finirà anche per loro. Niente è per sempre e
questo me lo hanno insegnato
proprio loro, due delle persone che amavo di più al mondo.
Tutti
i
“Faccio tardi a lavoro”, “Stasera sono
stanco, ci vediamo domani magari” e i
“Ma no, tranquilla! Starò via solo una notte per
la riunione” mi si rinfacciano
facendomi singhiozzare come mai, nemmeno da bambina nascosta sotto le
coperte
per paura dei tuoni, mi è successo.
Un
braccio
caldo mi si poggia sulle spalle e un petto grande e confortevole
accoglie tutte
le mie lacrime.
Jacob
mi
stringe a sé abbracciandomi forte. Mi aggrappo a lui come se
fosse la mia unica
certezza.
Ed
infondo
è quello che è.
Lui
è
l’unico che mi conosce veramente. I pregi e difetti, i
successi e gli sbagli.
Sa tutto di me e continua a starmi vicino.
<<
Perché Jake? Perché ha dovuto umiliarmi
così? Non poteva lasciarmi subito
invece di tradirmi per tutto questo tempo? >> Un
singhiozzo più forte
degli altri mi fa balbettare le ultime parole.
Più patetica di
così non potrei essere.
<<
E’ solo un idiota. Se vuoi vado a casa sua e lo pesto a
sangue! Non lo
riconoscerai nemmeno quando avrò finito con lui.
>> Il solito Jacob.
Riesce sempre a calmarmi con le sue stronzate.
Una
piccola risata si alterna ai singhiozzi facendomi calmare; le lacrime
stanno
lentamente smettendo di scendere.
<<
L’amore fa schifo. >> Sbuffo asciugandomi le
ultime lacrime con la sua
maglietta ormai rovinata.
<<
Già… guarda come ha ridotto la mia povera
maglietta! >>Mi scompiglia i
capelli alzandosi. Mi tende una mano per aiutarmi a fare lo stesso, ma
testarda
come sono mi alzo con le mie forze sbattendogli l’asciugamano
in faccia.
<<
Andiamo sbarbatello! >> Lo spingo verso la palestra
facendolo quasi
inciampare nei suoi stessi piedi.
<<
Smetterai mai di rinfacciarmi gli otto giorni che hai più di
me? >> Un
passo dopo l’altro s’incammina mentre continuo a
spingerlo con le mani aperte
sulle sua schiena.
<<
Scordatelo, marmocchio! >>
Grazie Jake.
Un
mese è
passato.
Un
mese di
ulcera allo stomaco e di esaurimento nervoso a vedere tutte le
coppiette felici
intorno a me.
Rosalie
ed
Emmett, come sempre, si lasciano andare in effusioni che di casto non
hanno
nulla.
Jasper
e
Alice, che finalmente si è decisa a presentarsi, flirtano
come due pavoni nella
stagione degli amori.
Seth
e
Angela si sussurrano cose che preferisco non sentire.
Embry
e
Quil, come due emeriti idioti, continuano a prendere per culo gli altri
a tal
punto che sospetto che tra poco si scopriranno gay.
Bella
segue Edward come un cagnolino mentre lui le spiega una parte della
lezione che
ha saltato all’università perché
è dovuta stare in infermeria a causa di una
caduta; una delle tante, oserei aggiungere.
E
io? Io
mi mangio il fegato vedendoli. Li invidio.
Siamo
a
First Beach, la spiaggia della riserva. Il bel tempo ci ha concesso una
giornata calda e soleggiata e io ne ho approfittato per prendere un
po’ di
sole.
Nonostante
la mia carnagione scura, tipica di noi Quileute, mi piace farmi
accarezzare dai
caldi raggi del sole.
Col
mio
bikini bianco e gli occhiali da sole calati mi godo questo momento di
pace.
Il
Maledetto
sta lentamente uscendo dai miei pensieri; anzi, lo sto proprio
cacciando a
pedate nel culo come avrei dovuto fare quando si è
presentato davanti alla mia
porta un paio di settimane fa…
“Leah,
non
riesco a vederti così, vorrei poter fare qualcosa per
vederti di nuovo
sorridere.”
A
quelle
parole, a quello sguardo amareggiato, non ho saputo cosa rispondere.
Per
fortuna Jake è venuto in mio soccorso lasciandogli come
ricordo uno zigomo
viola. Ha sempre avuto un destro micidiale il mio Jake.
Mio… da dove mi
è uscito mio?
Ci
manca
solo che mi infatui del mio amico e poi siamo a cavallo.
Sbircio
da
sopra gli occhiali quello che ho sempre considerato un fratello giocare
in
acqua con i nostri amici.
Ai
miei
occhi è sempre stato lo stesso con i suoi occhi neri sempre
allegri e il
sorriso stampato sulla faccia.
È
sempre
stato più basso di me fino a che improvvisamente non
è cresciuto tutto d’un
colpo arrivando al metro e novanta che si ritrova adesso.
Nonostante
sia alta per essere una donna devo alzare la testa per guardarlo negli
occhi,
come è successo in palestra quando sono scoppiata a piangere
come una
ragazzina.
A
proposito di palestra… da quando si è iscritto
anche lui sembra che i suoi
muscoli abbiano scoperto di esistere.
Ha
sempre
avuto un bel fisico asciutto, ma ora… cavolo, con un corpo
del genere fa sesso
anche a me!
<<
Bel culo, eh? >>
<<
Già… >> Oddio!
Col
cuore
in gola, dopo essermi resa conto di stare effettivamente puntando un
po’ troppo
lo sguardo sul fondoschiena di Jake, mi giro trovandomi le tette di
Rose ad una
spanna dal naso.
Appoggiata
con un braccio allo schienale della mia sdraio mi guarda con un
sorrisetto
accattivante che le piega le labbra.
<<
Rosalie, accidenti a te! Mi hai fatto prendere un colpo!
>> Mi tolgo gli
occhiali trucidandola con lo sguardo.
<<
So io da chi lo vorresti prendere un colpo… magari anche
due! >> Ridendo
si alza ravvivandosi i lunghi capelli dietro le spalle.
Mi
serve
un momento per capire cosa ha appena detto.
Io… Jake… CHE
COSA?
Una
cosa
del genere non la sognerei nemmeno nei miei sogni più
perversi e lei tranquilla
se la ride.
<<
Tu stai fuori! >> Stizzita mi alzo lanciandole gli
occhiali da sole
dietro.
Sbattendo
i piedi a terra vado verso il bagnasciuga per fare una passeggiata e
cercare di
calmarmi.
Bionda psicopatica!
Sbuffando
tiro un calcio ad un sasso tondo che l’ultima onda ha portato
con sé.
Con
tutto
quello che ho patito per quell’essere schifoso del mio ex ci
manca solo che mi
prenda una cotta per Jacob.
Dopo
vent’anni che ci conosciamo non è possibile una
cosa del genere! È assolutamente
assurda come cosa!
<<
Che nervi! >> Braccia lungo i fianchi e pugni stretti
tiro un altro
calcio al povero sasso facendomi male all’alluce.
<<
Ma porc… >> Mi massaggio il piede con una mano
saltellando come un’idiota,
che è esattamente quello che mi sento di essere adesso.
<<
Lee-Lee, ma che stai facendo? >> Un’ombra mi
scherma gli occhi dal sole e
il petto muscoloso di Jake, per non dire altro, mi si para davanti al
viso.
Mi
tiro su
di scatto sentendo le guance arrossarsi.
Maledetta Rosalie! Accidenti a lei
ed ai suoi
discorsi senza senso!
Con
le
mani sui fianchi e un sopracciglio alzato mi guarda incuriosito.
Tutto
bagnato, coi capelli neri e corti pieni di goccioline d’acqua
che gli scendono
sul collo, è una cosa che non riesco a spiegare.
Nota per Leah: Cucire la bocca alla
bionda
psicolabile!
<<
Allora? >> Mi chiede facendomi cadere dalle nuvole.
Dannazione!
Mi
sono
incantata a guardarlo e non ho sentito una sola parola che ha detto.
Ok Leah, adesso prendi un bel
respiro perché è
solo Jacob… in costume e tutto bagnato, ma è
sempre il solito Jake.
<<
Mmh?
>> Ottima risposta a qualsiasi domanda.
<<
Leah, ma stai bene? Non è che hai preso un colpo di calore?
>> Mi si
avvicina prendendomi il viso fra le mani. Le sue mani fresche e umide e
mi
danno un po’ di sollievo sulle guance in fiamme.
Poggia
le
labbra sulla mia fronte e io mi ritrovo con il viso direttamente sui
suoi
pettorali scolpiti.
<<
Beh effettivamente sei un po’ calda…
>> Si allontana guardandomi
preoccupato.
<<
Jake, è ovvio che sono un po’ calda! Ho preso il
sole fino a cinque minuti fa!
>>
Accidenti a Rosalie! L’ho
già detto altre
cinquanta volte? Pace!
Mi
sono
lasciata condizionare troppo dalle sue stupide battute.
<<
Mi lasci la testa? Sai, mi serve ancora. >> Gli scosto in
malo modo le
mani dal viso riprendendo a camminare.
<<
Sei acida come uno yogurt andato a male! >> Mi
trotterella dietro
sbuffando.
<<
Sei diventato noioso con queste battute scontate. >>
Aumento il passo per
cercare di togliermelo di torno; con i pensieri assurdi che mi sono
venuti in
testa meno lo vedo meglio è.
<<
Le preferisci a prezzo pieno? >> Con due passi mi
è di nuovo al fianco.
<<
Tieniti le freddure per le ragazzine che abbordi al bar.
>> Mi fa il
verso gesticolando con le mani.
E io cosa dovrei farci con questo
bambinone
troppo cresciuto?
Scuoto
il
capo sconsolata. La sua immaturità non ha confini.
Il
tempo
ha deciso di riprendere a scorrere in un modo decente.
Adesso
i
giorni mi sembrano giorni, le settimane settimane e i mesi sono di
nuovo mesi.
L’amore
che un tempo provavo così forte e sicuro per Sam si
è andato a rintanare in un
angolo sperduto del mio cuore smettendo di farmi soffrire come un cane
o essere
invidiosa di tutti i miei amici.
Già
sono
acida di mio, dopo che il signorino ha levato le tende mi sono resa
conto da
sola di essere diventata insopportabile.
Adesso
siamo in piena estate e la mia convinzione che l’amore fa
schifo non è ancora
passata.
Ok,
forse
all’inizio ho esagerato dicendo che tutto ha una fine.
C’è
anche
chi ha deciso di iniziare qualcosa e spero per loro che tutto vada per
il
meglio.
Di
chi sto
parlando?
Di
Bella e
Edward: I due tonti si piacciono da quando erano alti meno di un metro
e
finalmente si sono dichiarati.
È
stata un
po’ una sorpresa per tutti il fatto che Edward fosse
innamorato follemente di
Bella, ma ad ognuno il suo.
Io
continuo
col mio voto di nubilato: niente più uomini nella mia vita
che non siano zii,
nipoti e fratelli.
Di
ritorno
dal lavoro canticchio una canzone che passa alla radio;
“L’estate più calda di
tutti i tempi”, dicono i telegiornali.
Lo
credo
bene! Ci sono quaranta gradi all’ombra ed anche la freddolosa
Isabella si è
spogliata fino a ritrovarsi in gonna e canottiera.
Per
colpa
dell’aria condizionata che si è rotta in ufficio
ci hanno rispedito tutti
quanti a casa; persino l’avvocato Rogers è stato
sopraffatto dal caldo
opprimente.
Meglio per me! Una giornata di
vacanze pagata in
più.
Essere
la
segretaria di un bravo avvocato certe volte è snervante,
soprattutto quando il
suddetto perde una causa; per fortuna non capita spesso.
La
mia è
l’unica macchina in giro a quest’ora, ed
è una vera goduria guidare per una
strada sgombra… Se
non fosse per il fumo nero che
inizia ad uscire dal cofano.
Presa
dal
panico accosto sul ciglio della strada schizzando terra e sassolini da
tutte le
parti.
Spengo
il
motore e scappo fuori dalla macchina, non prima di aver tirato la leva
per
aprire il cofano.
Tolgo
il
fermo aprendolo del tutto; una nuvola di fumo mi investe facendomi
tossire e
lasciare la presa sul cofano che si richiude di botto con un tonfo
assordante.
Perfetto. Rompere la macchina in
una strada
deserta era la cosa che più speravo mi succedesse a
mezzogiorno!
Cerco
di
riaprirlo con scarsi risultati.
Imprecando
in tutte le lingue che conosco, e ne conosco tante, frugo in borsa in
cerca del
cellulare.
Dopo
tre
interminabili squilli, dall’altra parte si decidono
finalmente a rispondere.
<<
Autofficina Black, buon giorno. >> Mi dice una voce seria
e
professionale.
Ok, chi è questo che ha
risposto?
<<
Sono Leah Clearwater, cercavo Jacob. >> Dico cercando di
riacquistare la
calma, che la mia maledetta macchina mi ha fatto perdere.
<<
Che
fai Lee-Lee, non mi riconosci al telefono? >> Una risata
allegra mi
arriva dall’altoparlante del mio cellulare.
Associare
la voce assolutamente da telefono hard di prima alla faccia di Jake mi
è
impossibile, eppure è così.
<<
Ehm… no, cioè si. Uffa, senti mi si è
rotta la macchina. >> Tiro un
calcio alla ruota della traditrice.
Un
momento
di silenzio credo sia di dovere, ma la risata che subito dopo mi spacca
i
timpani un po’ meno.
<<
Lo trovi tanto divertente?! >> Non riesco nemmeno
più ad arrabbiarmi
adesso.
Sono
solo
sconsolata dal fatto che per riparare la macchina il fondo per le
vacanze si
prosciugherà definitivamente.
<<
Assolutamente! “Non metterai mai mano alla mia macchina,
meccanico da
strapazzo!” >> Con una mia pessima imitazione
mi rinfaccia quello che gli
ho detto non appena ho comprato l’infido mezzo.
<<
Devo chiamare qualcun altro o sua maestà “culo
peso” mi viene a prendere col
suo fottuto carro attrezzi? >> Ecco che la rabbia ritorna
a fare da
padrona, ora si che mi riconosco.
<<
Dimmi solo dove sei che parto subito. >> Me lo immagino
ad asciugarsi le
lacrime per le troppe risate.
Gli
indico
la strada mandandolo a farsi fottere invece di salutarlo.
Dopo
nemmeno un quarto d’ora sono seduta sul sedile del passeggero
del rimorchio di
Jake aspettando che attacchi la mia macchina.
<<
Non posso esserne sicuro senza guardare, ma… penso proprio
che ti sei giocata
il radiatore. >> Tutto tranquillo si mette al posto di
guida e avvia il
motore.
<<
E’ come se mi avessi detto che mi è morto il gatto
col sorriso sulle labbra; hai
un tatto unico, Jakie.
>>
Incrocio le braccia al petto sprofondando nel sedile.
<<
Saranno dieci anni che non mi chiami più così.
>> Il silenzio è smorzato
solo dal rumore dell’aria condizionata.
<<
Stai bene col tailleur. >> Lo guardo di sottecchi; ha una
guancia sporca
di grasso ma vedo benissimo che è un po’ arrossito.
Troppo
presa dall’incazzatura per la macchina non avevo fatto caso a
come è vestito: la
tuta blu da meccanico, che mille volte gli ho visto indossare ,
è abbassata
fino ai fianchi e legata in vita lasciandogli il petto coperto solo da
una fine
canottiera che un tempo è stata bianca.
<<
Tu sembri appena uscito da un film porno. >> Ghigno
mentre lui mi guarda
scandalizzato.
<<
Non credevo che ti piacessero certi film, Lee-Lee! >>
Stavolta sono io a
ritrovarmi con le guance in fiamme e la bocca spalancata.
Una
risata
forte e allegra riempie l’abitacolo: con il capo piegato
all’indietro e gli
occhi socchiusi Jacob se la ride della grossa.
Devo
ammettere con me stessa che è veramente bello quando
ride…
Restiamo
in silenzio fino a che non parcheggia davanti alla sua officina.
Spingendo
la macchina la sistema dentro il garage e con fatica apre il cofano che
si era
bloccato.
<<
Come avevo detto: radiatore bye bye. Ti si è bloccata la
ventola, l’acqua è
andata in ebollizione per il troppo calore e il radiatore si
è fottuto.
>>
<<
Sei sempre fine quando parli con una signora. >>
Sconsolata guardo
quell’ammasso di ferraglia che una volta era il mio radiatore.
<<
Non vedo nessuna signora qui. >> Lo fulmino con lo
sguardo. << Oh
scusa, intendevi te! >> Cerca di trattenersi dal ridere
con scarsi
risultati.
In
piena
crisi economica mi lascio andare sulla sedia che Jake mette a
disposizione dei
clienti.
<<
Quanto mi verrà a costare questo scherzetto?
>> Appoggio i gomiti sulle
ginocchia sostenendomi il viso con le mani: l’immagine della
disperazione.
Accosciato
davanti al muso della macchina si gira per guardarmi; con un
sopracciglio
alzato e una chiave inglese in mano mi guarda pensieroso.
<<
Non pensavo fossi il tipo da autoreggenti e mutandine di pizzo.
>> Sgrano
gli occhi mentre lui si avvicina alle mie gambe aperte.
Sono
veramente
un’idiota di prim’ordine; mi sono dimenticata di
avere la gonna e
tranquillamente mi sono seduta come al solito con le gambe semi
spalancate.
<<
Bel colore. >> Chiudo le gambe di botto quasi dandogli
una ginocchiata
sul naso per quanto si è avvicinato.
<<
Sei un porco, Jake! >> Mi alzo uscendo fuori dal garage
climatizzato.
Il
caldo
mi colpisce in pieno mentre Jacob ridendo mi urla:
<<
Non c’era bisogno di andarsene sculettando! Che hai un culo
da favola lo sapevo
già! >> Rossa, non solo per il caldo, gli
grido un “Fottiti!” che penso
si sia sentito fino a Forks.
<<
Quando vuoi! A tua disposizione! >> La sua risata mi
accompagna mentre mi
avvio verso casa sua per salutare Billy.
Per
fortuna l’officina è a pochi metri dalla piccola
casa che Jacob divide con suo
padre.
A
causa
del diabete Billy ha perso l’uso delle gambe ed ora
è costretto su una sedia a
rotelle; Jacob lo aiuta come può e, con la sua pensione e il
lavoro che non
manca mai, riescono a andare avanti più che bene.
Apro
la
zanzariera e la porta sul retro entrando in cucina.
<<
Billy, sono Leah. >> Mi risponde dal salotto chiedendomi
di raggiungerlo.
<<
Bambina, da quanto tempo che non viene a trovare questo vecchio
storpio!
>> Con il sorriso che mi ha sempre riservato mi accoglie
a braccia
aperte.
<<
Non dire così, per favore. >> Ricambio
l’abbraccio per poi sedermi sul
divano.
<<
Che ci fai da queste parti? Se cerchi Jake è ancora a
lavoro. >>
<<
Già… >> Le stupide battute e
l’imbarazzo di prima mi tornano addosso
facendomi scendere un brivido lungo la schiena.
<<
Mi si è rotta la macchina. Jacob sta cercando di sistemarla.
>> Sbuffando
mi lascio andare contro la spalliera del divano.
Quante
volte ci siamo addormentati qua sopra guardando qualche vecchio film
della
Disney…
Sorrido
al
ricordo del suo sorriso sdentato quando da bambini mi prometteva che mi
avrebbe
sposato e che saremmo andati a vivere in un castello come quello di
Biancaneve
o di Cenerentola.
<<
Sistemarla sarebbe già tanto! È da resuscitare
quel ferrovecchio! >> Ed
in tutto il suo splendore ecco a voi Jacob Black mezzo nudo!
La
canottiera ora è appoggiata su una spalla e la tuta gli
è scesa scoprendo buona
parte dei boxer neri.
Pensavo
che gli stupidi pensieri che mi erano presi al mare fossero una cosa
passeggera
e dovuta a Rose… allora perché ora sto pensando a
come mi piacerebbe togliergli
quello che gli rimane dei vestiti?
Stupido Jacob e stupide le sue
frecciatine.
<<
Jake! Ti sembra il modo di presentarti questo?! >> Billy
si muove verso
di lui aggirando il tavolo e, una volta arrivatogli vicino, gli tira un
cazzotto nella pancia senza troppa forza.
<<
Eddai pà, è solo Leah! >>
Non
so perché
ma questa frase, detta con così tanta leggerezza, mi da una
noia infinita.
Solo Leah.
<<
Vado a casa. Chiamami appena hai sistemato la macchina.
>> Saluto Billy
con un bacio sulla guancia senza degnare di uno sguardo lo stupido
Jacob.
La
porta
di casa sbatte alle mie spalle e per l’ennesima volta il
caldo mi prende alla
gola chiudendomela.
Non
abitiamo molto distanti, giusto qualche centinaio di metri.
Gli
occhi
mi pizzicano da morire, sicuramente il vento mi ci ha tirato un
po’ di polvere;
alzo lo sguardo sulle fronde degli alberi che, immobili, fanno ombra
sul
vialetto di casa mia.
Ottimo. Perfetto. Stupendo.
Dannazione!
Non
posso
credere di star veramente piangendo per Jacob Black!
Dopo
tre
giorni di assoluto silenzio Jake mi ha chiamato dicendo che la macchina
è
tornata alla vita: oggi pomeriggio devo passare a prenderla. Per
fortuna, in
questi giorni, mia madre mi ha lasciato usare la sua vecchia utilitaria.
Il
caldo
afoso non si è preso di riposo nemmeno la domenica e io mi
ritrovo a camminare
sotto al sole cocente di metà agosto.
Le
parole
di Jake mi hanno ossessionato per tutto il tempo in cui non ci siamo
sentiti ed
anche al telefono la sua voce seria e professionale mi ha fatto tremare.
Fantastico. Mi sto innamorando di
Jake.
Quanto
tempo fa avevo pensato che in fondo l’amore non è
poi questa gran fregatura?
Ecco,
mi
rimangio tutto: L’amore è una grandissima e
fottutissima fregatura.
E
allora
perché mi sono messa questa stupida minigonna e questa
maglietta che mi copre
il seno e poco più?
Sono
un’idiota. Cosa mi è saltato in mente?! Nemmeno mi
sono resa conto di quello
che mi sono messa addosso. Sicuramente è stato per il caldo
eccessivo e per non
soffrire troppo ho preferito vestirmi leggera.
Arrivata
davanti alla saracinesca del garage prendo un respiro profondo e mi
tolgo il
fastidioso sudore che mi si è formato sopra al labbro.
È
il
caldo. Ci saranno si e no più di trenta gradi. Mamma mia che caldo.
Mi
mando a
‘fanculo da sola mentre tiro su la serranda; lo stanzone
è illuminato solo da una
luce sotto una macchina dal quale spuntano due gambe seminude.
<<
Jake? >> Richiudo la saracinesca per non far entrare
altro caldo.
Il
condizionatore lavora a ritmo serrato e le levette non fanno altro che
muoversi
per raffreddare l’aria afosa che è entrata con me.
La
luce soffusa
mi fa vedere a malapena dove metto i piedi.
Mi
avvicino a Jake che sta imprecando contro un bullone che non ne vuole
sapere di
fare il suo lavoro.
Lo
scavalco con una gamba ritrovandomelo sotto. Appoggio le mani al
tettuccio della
macchina e mi abbasso un po’ per vedere cosa combina.
<<
Sei venuta prima. Ti avevo detto alle quat… >>
Scivola da sotto la
macchina con la tavola a rotelle e si blocca a metà frase.
La
lampada
lo segue come un docile cagnolino illuminandogli il viso; ha la bocca
socchiusa
e gli occhi sgranati.
<<
Che hai? Lo so che sono arrivata presto ma volevo andare a fare la
spesa.
>> Non capisco che ha da fare quella faccia.
Gli
scoccia così tanto che sia arrivata con mezz’ora
d’anticipo? Di solito mi
rimprovera sempre che faccio tardi.
<<
Leah… >> Inghiotte chiudendo lentamente gli
occhi per poi riaprirli. Ha
il viso tutto sporco di grasso e con quegli occhioni è
adorabile.
<<
Mmh?
>> Mi abbasso un po’ di più
avvicinandomi a lui. I capelli che avevo
legato in una coda mi scivolano davanti solleticandomi il viso.
Ha
il
petto nudo e sporco come il viso.
Odio
il
fatto di aver iniziato a vederlo in modo diverso.
Cavolo, perché deve
avere un fisico del genere?!
<<
Per quanto adori guadarti sotto la gonna, e ti giuro che ci starei per
ore,
dovrei alzarmi. >> Che gonna?
Oddio!
Come
si
può essere così idioti da dimenticarsi di avere
una gonna?
Due
volte
in meno di una settimana. Brava Leah!
Mi stringerei la mano da sola.
Ha
ragione
mamma quando dice che dovrei essere più femminile e smettere
di mettere sempre
i pantaloni quando non sono a lavoro!
Corro
letteralmente via da lui appoggiandomi al bagagliaio della macchina che
stava
sistemando.
Jake
si
mette seduto passandosi il dorso della mano sulla fronte e sporcandosi
ancora
più di prima.
Non
avrei
mai pensato di poterlo sconvolgere così, in fondo non
è successo niente di che.
E
allora
perché i suoi pantaloni si sono improvvisamente stretti
all’altezza del
cavallo?
Si
schiarisce
la voce prima di parlare.
<<
Leah, pensi che sia di legno? >> Si alza e con tre lunghi
passi mi è
davanti.
La
luce è
rimasta a terra e ci illumina da basso creando strani giochi di luce e
ombra su
di noi.
<<
Non era mia intenzione. Mi sono dimenticata di aver messo la gonna.
>>
Incrocio le braccia sotto al seno guardandolo negli occhi.
<<
E
ti sei dimenticata anche il reggiseno a casa e il resto della maglietta
nell’armadio? >>
Mi
guarda
con occhi duri come mai aveva fatto nemmeno durante i nostri litigi.
<<
Fa caldo. >> Di certo non mi
sono
vestita così per lui!
Sbuffa,
avanzando di un passo facendomi arretrare e sbattere contro la macchina.
<<
Da quanto ci conosciamo? >> Appoggia le mani vicino ai
miei fianchi
bloccandomi ogni via d’uscita.
<<
Da quando siamo nati. Perché? >> Intrappolata
fra lui e la macchina mi
appoggio comodamente al bagagliaio.
<<
Ed in tutto questo tempo non hai pensato, anche solo lontanamente, che
da
quando hai iniziato ad essere una donna per me è diventato
difficile vederti
vestita così? O come l’altro giorno, con quella
camicia che lasciava molto poco
all’immaginazione? >> Mi si avvicina ancora
curvando le spalle.
<<
Dai Jake, non scherzare. Mi vesto sempre in quel modo per andare a
lavoro.
>> Alzo la testa per guardarlo meglio negli occhi. Lo
sguardo fisso nel
suo.
<<
Leah, smetti di provocarmi o qui andrà a finire male. Il mio
autocontrollo ha
un limite e tu stai facendo di tutto per farmelo oltrepassare.
>>
Si
allontana di scatto dirigendosi alla scrivania con la cassa e tutti i
registri.
Prende le chiavi della mia macchina e me le lancia.
<<
La macchina è qua fuori. Ci vediamo. >> Torna
a sdraiarsi sulla tavola
scivolando di nuovo sotto la macchina.
Stringo
le
chiavi in mano facendomi quasi male.
Lentamente
cammino fra gli attrezzi cercando di non cadere e, una volta raggiunta
la
saracinesca, la alzo quel tanto che basta per passare e richiudermela
alle
spalle.
Chiusa
in
camera ripenso a quello che è successo oggi in officina.
A
Jake
piace il mio corpo. A me piace il corpo di Jake. A me piace Jake.
Come cazzo ho fatto ad innamorarmi
di Jacob?!
Il
cellulare vibra sopra il comodino rischiando di cadere visto che lo
avevo
appoggiato quasi sul bordo.
Lo
prendo
prima che finisca per terra.
Un
messaggio ricevuto.
Un
messaggio di Jake.
Lo
apro
trattenendo il fiato.
“Scusa
per
oggi. Non so che mi sia preso, ma tu non mi aiuti di certo. Sei troppo
importante per me… Non voglio perderti.”
E
poi mi
chiedo come non ci si possa innamorare di lui?
Odio
l’amore. Mi rende idiota.
Mi
sento idiota
col sorriso sulle labbra.
Mi
sento
idiota con le guance rosse.
Mi
sento
idiota col cuore che mi batte forte.
Stupido
sentimento voltafaccia.
Ok,
sono
innamorata di lui. Magari ci mettiamo insieme, ci frequentiamo per un
paio di
mesi e poi chi s’é visto s’é
visto e ognuno per la sua strada. Vent’anni di
amicizia buttati nel cesso.
Necessito
di supporto morale al più presto.
Forse
la
cosa è un po’ esagerata.
Come
mi ci
sono ritrovata in camera di Alice Cullen con la faccia coperta da roba
colorata, odorosa e appiccicosa?
<<
Se esiste un premio per gli ingenui… io l’ho
già vinto da tempo. >> Le
ragazze mi guardano sconsolate dopo che ho finito di raccontare tutto.
I
sentimenti per Sam che se ne sono andati bellamente a farsi fottere.
L’attrazione per Jake e quello che ho iniziato a provare dopo
che Rose mi ha aperto
gli occhi.
<<
Ma nessun uomo vale tanto... Di delusioni ne ho avute troppe!
>> Dopo aver deciso non c’è altro da
dire. Il gioco
non vale la candela. Ho paura di perderlo. Ho paura di soffrire ancora.
<<
Cosa credi amica, non si può far finta quando tutto parla
chiaro... >>
Rosalie mi sorride ammiccando. Lei c’ha visto giusto.
<<
Ma noi ti leggiamo dentro e anche se lo neghi, sai si vede quanto
immenso sia.
>> Alice, criptica come al solito, riesce comunque a
farsi capire
benissimo. È così evidente che sono innamorata di
lui?
<<
Non so perché… non lo ammetterò mai!
>> Mi lego nervosa i capelli in una
treccia stringendo più del dovuto l’elastico che
mi sega le dita mentre cerco
di fargli fare un altro giro.
<<
Ti vado o no, l’ami e dillo! >> Persino Bella
mi sprona con la faccia
tinta di verde.
<<
Oh Oh! >> Alice batte allegra le mani con la sua maschera
giallina che le
si sta solidificando sul naso.
<<
Ma è certo che l’amo… e non lo
saprà. >> Mi alzo dalla poltrona in cui
ero sprofondata e vado verso la finestra. Mi affaccio guardando il nero
che ci
sovrasta.
Il
cielo è
coperto dalle nuvole, ma fra queste alcune stelle riescono a farsi
vedere.
<<
So bene come andrà finire… ed i pensieri miei
vanno. >> Mi giro verso le
tre ragazze che mi guardano, un po’ tristi.
<<
Io sento dentro “Puoi fidarti…”, mentre
la testa mia “Non lo fare!” >>
Combattuta e indecisa torno alla poltrona buttandomici di peso.
<<
Quanto sei curiosa! >> Mi prende in giro Rose mentre si
finisce di
spalmare la crema bianca sulle guance.
Vorrei ma non vorrei….
Se fosse o se non sarà.
<<
Tu nascondi l’evidenza! >> Alice finisce di
mettere un bigodino fra i
capelli di Bella e mi punta un dito contro. Sbuffo guardandola male.
<<
Noi ti conosciamo, non t’arrabbieresti tanto senza una
ragione se non fossi
tanto presa dall’“eroe”! >>
Mima le virgolette sull’ultima parola.
Bella
ha
lasciato la sua semplice innocenza nella stanza di Edward. Mi sfotte
perché sa
benissimo che Jake è sempre stato il mio eroe, da quanto
all’asilo mi portava i
pastelli che volevo, fino alle superiori dove mi difendeva dai tipi
troppo
insistenti sino a che il suo posto è stato occupato da un
bastardo.
<<
Non so perché, ma è più forte di me!
>> Ormai sono entrata nell’ottica
che l’amore fa schifo e, dopo tutto quello che ho passato,
anche prima di Sam,
non mi è facile pensare che ci possa essere un lieto fine
anche per me.
<<
Ammettilo, che felice sarai! >> Vorrei tanto che fosse
vero. Rosalie la
fa tanto facile, lei che a fine anno si sposerà con
l’amore della sua vita.
<<
Scusatemi, ma non glielo dirò. >> Non per
tutti c’è il “per sempre felici
e contenti”.
<<
Che storie fai?! Tanto glielo dirai! >> Alice mi saltella
vicino battendo
le mani, già sicura di quello che sarà. Che
potrebbe essere.
<<
Non lo farò! Io, piuttosto, lo so! >> La sfido
con lo sguardo,
fulminandola. Di certo non sarà lei a dirmi quello che devo
fare.
<<
Tanto lo sa già… >> Bella
accucciata per terra con le ginocchia al petto
mi sorride serena.
Alice
e
Rosalie mi si avvicinano braccandomi sulla poltrona e iniziando a farmi
il
solletico cantilenando un “Diglielo! Diglielo!”.
<<
Lasciatemi! Tanto nooo… >> Non riesco a
resistere al solletico e ridendo
cerco di liberarmi.
<<
Ti vado o no, l’ami e glielo dirai. >> Nemmeno
si fossero messe d’accordo
me lo urlano praticamente nelle orecchie e io non riesco più
a ribattere
sopraffatta dalle risate.
<<
Non cederò! >> Ma io
l’amo e lo
so….
Quando
finalmente riesco a togliermi dalla faccia quella melma rosa la mia
pelle è
liscia e profuma di pesca.
Ci
siamo
fatte maschera, pedicure, manicure e capelli.
Mi
sento
una Barbie senza il suo Ken nella casa di Malibu.
<<
Ehi, Raperonzolo! È arrivato il tuo principe!
>> Continuo a limarmi le
unghie aspettando che una delle ragazze si alzi urlando il nome del suo
amore.
<<
Ehi Leah… guarda che dicevo a te. >> Alzo lo
sguardo sulle tre che mi si
sono parate a ventaglio davanti.
<<
Come scusa?! >> La voce mi esce in un soffio.
<<
C’è Jacob in giardino. Credo proprio che cerchi
te. >> Bella mi mostra il
suo cellulare.
Sul
display poche parole che mi fanno aumentare i battiti.
“Puoi
dire
a quella zuccona di accendere il telefono o di scendere? Per Leah:
È tutto il
giorno che cerco di chiamarti, testona!”
Guardo
a
bocca aperta il piccolo telefono di Bella.
<<
Dobbiamo buttarti giù dalla finestra o scendi da sola?
>> Alice,
combattiva come sempre, è in posizione da “piccolo
generale” con le gambe ben
piantate a terra e i pugni sui fianchi.
<<
E
che gli dico? >> Nel panico. Sono nel panico.
Mi
sento
una ragazzina dagli ormoni sottosopra.
Ok,
ragioniamo.
Punto
uno:
mi sono resa conto di amare Jake, che conosco da quando sono nata, e
vent’anni
non sono affatto pochi.
Punto
due:
nemmeno due giorni fa mi ha fatto intendere, più che bene,
che non gli sono
indifferente; o per lo meno che il mio corpo non gli dispiace affatto e
che io
sono importante per lui.
Punto
tre:
lui adesso è qui sotto ed io non so cosa dirgli!
<<
Perché ho l’impressione di essere tornata a quando
avevo quindici anni e non
sapevo come comportarmi con un ragazzo? >> Mi sembra di
essere un
leprotto braccato da tre volpi e un lupo.
<<
Perché stando con quell’idiota ti sei scordata
tutto il divertimento! Adesso
scendi e se non sai che dire gli salti addosso e festa finita!
>> Bella e
Rosalie mi tirano per le braccia facendomi quasi inciampare in Alice
che mi
stava ancora davanti.
In
shorts
e canottiera, quelli che uso come pigiama, scendo le scale fino al
salotto.
La
grande
porta a vetri fa vedere tutto il giardino illuminato da piccoli
lampioni che
formano un viale fino ad un gazebo.
Se
fossimo
in una favola ora arriverebbe una fata a darmi un vestito fantastico e
una
carrozza trainata da topini bianchi e, alla fine del sentiero, troverei
il mio
principe azzurro sul suo cavallo bianco.
Peccato
che non abbia un bel vestito e che alla fine del sentiero, che
lentamente ho
percorso, ci sia Jake appoggiato alla sua moto.
Un principe azzurro moderno?
Pronto,
Leah? Dove è finita l’acidona che diceva che
l’amore è una gran fregatura?
Eccola
qua, sempre presente. Ma se devo soffrire tanto vale essere un
po’ felice
prima, no?
<<
Che ci fai qua, Jake? >> Mi avvicino superando
l’ultima fila di
lampioncini sfregandomi le braccia nude con le mani.
La
luce
alle mie spalle è tenue e non riesco a vederlo bene in volto.
Si
stacca
dalla sua moto venendomi vicino. Indietreggio fino a tornare alla luce
e ora
posso vederlo in faccia.
Non
riesco
a capire se è più arrabbiato o triste.
<<
Non mi hai risposto. >> Si avvicina ancora, ma stavolta
non indietreggio.
<<
Non sapevo di essere obbligata a risponderti. >> Dico
mettendomi subito
sulla difensiva; ma ha ragione, avrei dovuto almeno rispondere con un
“ok”.
<<
E’ tutto il giorno che ti cerco e ogni volta che pensavo di
trovarti sparivi
come per magia. Ti fa così tanto schifo il fatto che io
possa provare qualcosa
per te che non sia semplice amicizia? >>
Forse
ho
sentito male. Ma da quello che riesco a vedere nello sguardo di Jacob
non
penso.
Oddio, non può averlo
detto!
Mi
sento
avvampare le guance.
<<
Lee-Lee, sono stato in silenzio per tutto questo tempo. Ti ho guardata
da
lontano, ti sono stato vicino come meglio potevo. Ti ho protetta quando
ho
potuto, ti ho abbracciato quando volevi piangere senza farti vedere da
nessuno.
Ho cercato di essere almeno un po’ speciale per te. Ogni
volta che litigavamo
mi sentivo al di sopra degli altri perché con quegli occhi
carichi di passione
non guardavi nessun altro; nemmeno Sam ha mai avuto quegli sguardi.
Quando ti ha
lasciato sei stata forte, non ti sei lasciata abbattere. Hai lottato da
sola e
io mi sono sentito inutile perché non potevo fare altro che
starti vicino, come
sempre. >>
Gli
occhi
mi si velano di lacrime ad ogni parola.
<<
Leah… >> Annulla la distanza che ci separa con
un unico passo
abbracciandomi stretto come solo lui sa fare.
<<
Leah, scusa. Non riesco più a starmene in disparte adesso.
>> Si scosta
quel tanto che basta per accarezzarmi il viso con le sue grandi mani
calde.
<<
Non ti chiedo niente. Una tua parola e tutto tornerà come
prima se vorrai. Ma
non posso più tenermi tutto dentro o rischio
d’impazzire. >> Appoggia la
fronte sulla mia respirando pesantemente.
Allungo
le
mani sulla sua maglietta stringendo la stoffa fra le dita.
<<
Dimmelo. >> Sussurro solamente.
<<
Se lo dirò poi non potremo più tornare indietro,
lo sai? >> Sorride
nervoso e io gli rispondo solamente: <<
Dimmelo… ti prego.
>> Non penso di aver mai detto queste due parole a
nessuno e lui lo sa bene.
<<
Ti Amo Leah. Da sempre >> Chiude gli occhi sospirando
triste.
Cosa starà pensando
adesso questo sciocco?
<<
Per te va bene se io ti amo solo da un paio di mesi? >>
Sorrido della sua
espressione sbalordita e, alzandomi sulle punte dei piedi, lo bacio
come avrei
voluto fare da quella giornata al mare nel quale ho iniziato a capire
di
amarlo.
Ci
mette
qualche secondo a capire quello che sta succedendo e quando finalmente
ritorna
in sé mi stringe fra le braccia sollevandomi.
Mi
bacia
sorridendo e io non posso fare a meno di ricambiarlo.
Non
m’importa se in futuro soffrirò, per ora mi basta
essere felice con lui. Per
ora.
<<
Jake… non farmi soffrire. >> Sussurro quando
ci stacchiamo nascondendo il
viso sul suo petto.
<<
Con quanto c’ho messo a prenderti… non ho nessuna
intenzione di perderti. Magari
non sarà facile e litigheremo un giorno si e uno no,
ma… Ti amo, e non posso
farci niente. >>
Non
so più
se ridere o piangere; le lacrime mi scendono contro la mia
volontà e non mi
vergogno di piangere di gioia.
Un
singhiozzo ci fa voltare verso il piccolo gazebo dove, malamente
nascoste, ci
sono le nostre tre amiche.
<<
Abbiamo dato spettacolo. >> Ride nascondendo il viso fra
i miei capelli.
<<
Non vorrai lasciarmi con quelle tre matte, vero?! Hai idea di cosa
dovrò
passare nelle prossime ore?! >> Tremo al solo pensiero
del terzo grado
che mi aspetta.
Mi
sento
mancare la terra sotto ai piedi e faccio solo in tempo ad accorgermi di
Jake
che mi ha presa in braccio mentre corre verso la moto.
<<
Spiacente ragazze ma ve la rubo fino a tempo indeterminato!
>> Mi mette
il casco in testa e mi fa salire dietro di lui.
Alice
saltella esaltata battendo le mani e lanciando urletti che di umano
hanno ben
poco. Rosalie urla raccomandazioni sul fatto che è troppo
giovane per diventare
zia, mentre Bella si limita a mandarci una bacio soffiato sulla mano.
Mi
stringo
a lui mentre partiamo per non so dove.
Stasera
non voglio pensare a quello che sarà; stasera
penserò ad essere felice. Felice
col mio Jake.
Perché,
mi
vada o no, ormai sono fregata!
The End
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