Al cuore non si comanda
Al cuore non si comanda
Quando Livon le donò il pugnale, l'entusiasmo di Nihal era alle stelle. La sua
prima arma era un piccolo pugnale dall'impugnatura a forma di tronco d'albero
con alcune frasche che si fondevano perfettamente con la lama. Non avrebbe
rinunciato a quel pugnale per nulla al mondo, soprattutto perché lo aveva vinto
contro suo padre. La mezzelfo cominciò a girovagare per tutta Salazar con la sua
banda di amici, di cui ormai era diventata il capo. Sfidava qualsiasi ragazzo ad
un duello per mettere in mostra le sue abilità di combattente. Il suo sogno era
quello di diventare la prima donna Cavaliere di tutto il Mondo Emerso. Sapeva
che avrebbe coronato il suo sogno, ma era conscia del fatto che fosse molto
difficile realizzare quell'impresa.
Mentre camminava le si parò davanti un
ragazzo dai capelli rossi.
-Salve, io sono Sennar della Terra del Mare, e vengo
qui per sfidarti- disse quest'ultimo con voce soave.
-Prima di accettare voglio
sapere quali sono i motivi che ti spingono a sfidarmi- rispose Nihal in tono di
sfida.
-Voglio il tuo pugnale- disse semplicemente quello. Le parole le
arrivarono fredde e dure come il ghiaccio.
-Accetto- disse Nihal spinta dall'euforia del combattimento.
I due si misero uno davanti all'altro e cominciarono
a battersi con i bastoni. Il rumore sordo del legno che cozzava dava fastidio
alle orecchie della mezzelfo, che tuttavia riuscì a rimanere concentrata. Sennar
tentò un affondo che Nihal parò con molta facilità. Spinta dalla foga della
battaglia, Nihal cominciò ad affondare, ma all'improvviso il suo bastone si
trasformò in un serpente che le sgusciò dalle mani, facendola perdere.
La
mezzelfo aveva perso il pugnale di suo padre. Per questo avrebbe dovuto odiare
il suo avversario, ma tuttavia non ci riusciva. I suoi occhi gli trasmetteva un
senso di saggezza infinita. Desiderava sentire il calore della sua pelle
diafana. Avrebbe voluto mettere le sue mani fra i suoi capelli. Sentiva di
amarlo, ma un moto di repulsione scacciò via quegli assurdi pensieri. Aveva
distrutto la sua possibilità di avere un'arma. Si allontanò carica di amarezza
con il suo nome che le affiorava sulle labbra e si diffondeva nella sua mente
come un suono cristallino: Sennar.
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