Al cuore non si comanda

di Rike Malfoy
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Al cuore non si comanda
Al cuore non si comanda


Quando Livon le donò il pugnale, l'entusiasmo di Nihal era alle stelle. La sua prima arma era un piccolo pugnale dall'impugnatura a forma di tronco d'albero con alcune frasche che si fondevano perfettamente con la lama. Non avrebbe rinunciato a quel pugnale per nulla al mondo, soprattutto perché lo aveva vinto contro suo padre. La mezzelfo cominciò a girovagare per tutta Salazar con la sua banda di amici, di cui ormai era diventata il capo. Sfidava qualsiasi ragazzo ad un duello per mettere in mostra le sue abilità di combattente. Il suo sogno era quello di diventare la prima donna Cavaliere di tutto il Mondo Emerso. Sapeva che avrebbe coronato il suo sogno, ma era conscia del fatto che fosse molto difficile realizzare quell'impresa.

Mentre camminava le si parò davanti un ragazzo dai capelli rossi.

-Salve, io sono Sennar della Terra del Mare, e vengo qui per sfidarti- disse quest'ultimo con voce soave.

-Prima di accettare voglio sapere quali sono i motivi che ti spingono a sfidarmi- rispose Nihal in tono di sfida.

-Voglio il tuo pugnale- disse semplicemente quello. Le parole le arrivarono fredde e dure come il ghiaccio.

-Accetto- disse Nihal spinta dall'euforia del combattimento.

I due si misero uno davanti all'altro e cominciarono a battersi con i bastoni. Il rumore sordo del legno che cozzava dava fastidio alle orecchie della mezzelfo, che tuttavia riuscì a rimanere concentrata. Sennar tentò un affondo che Nihal parò con molta facilità. Spinta dalla foga della battaglia, Nihal cominciò ad affondare, ma all'improvviso il suo bastone si trasformò in un serpente che le sgusciò dalle mani, facendola perdere.

La mezzelfo aveva perso il pugnale di suo padre. Per questo avrebbe dovuto odiare il suo avversario, ma tuttavia non ci riusciva. I suoi occhi gli trasmetteva un senso di saggezza infinita. Desiderava sentire il calore della sua pelle diafana. Avrebbe voluto mettere le sue mani fra i suoi capelli. Sentiva di amarlo, ma un moto di repulsione scacciò via quegli assurdi pensieri. Aveva distrutto la sua possibilità di avere un'arma. Si allontanò carica di amarezza con il suo nome che le affiorava sulle labbra e si diffondeva nella sua mente come un suono cristallino: Sennar.




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