E
li, a fianco a me, nella tenda, c'era Ennis. Ci eravamo ubriacati,
avevamo riso. E lui non aveva avuto il tempo di ritornare alla sua
postazione. All'inizio, lui aveva deciso di dormire fuori, per non
disturbarmi, forse. Ma dopo, a tarda notte, quando lo udii battere i
denti e tremare dal freddo, mi fece una tale compassione che non potei
fare a meno di chiamarlo dentro.
Ora,
udivo il suo respiro sul mio collo. Mai avevo desiderato tanto una
persona. E ora, lo sentivo giacere al mio fianco. Cosa potevo fare? Non
riuscii a controllare il desiderio. Gli presi una mano, la strinsi al
mio petto. Restai così per un pò, a godermi
quegli attimi rubati. E dopo, Ennis, il mio amato Ennis, si
svegliò. Si mise a sedere, mi guardò con aria
quasi spaventata, sconvolta. Si allontanò da me, si mise
alle pareti della tenda. Mi avvicinai a lui.
"Cosa
stai facendo?"
Mi
tolsi la giacca. Ero vicinissimo a lui. Presi la sua testa tra le mie
mani. Le sue labbra, quelle meravigliose labbra, quanto avrei voluto
baciarle. Ma lui, lui, con quelle sue braccia vigorose, mi tenne
lontano, mi respinse. Ma alla fine, cedette.
Io
avevo ancora le mie mani avvinghiate alla sua testa, e lui le sue
attorno al mio collo. Mi fece avvicinare a lui, tirandomi con forza. Le
nostre labbra si sfiorarono, restammo lì per qualche
secondo, in quel meraviglioso oblio.
Mi
slacciai i pantaloni. Lui mi guardò, quasi con affetto,
mentre io compivo quel gesto. Mi spinse giù, e si
abbassò i suoi.
Fù
il nostro primo rapporto. Mai lo dimenticherò. Il
dolce ansimare di Ennis dietro di me, il piacere che provavo in quel
momento. L'amore che iniziavo a nutrire verso di lui.
Lo
sentivo dentro di me, eravamo una cosa sola. Una meravigliosa cosa
sola.
E
infine, ci addormentammo abbracciati, ancora svestiti. E io continuavo
a pregustare quel momento appena passato.
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