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Non era una bella sensazione.
Sembrava di cadere, di precipitare, e sentiva di aveva
paura. Se ne rendeva conto dal cuore che le pulsava in gola. Forte, come un
cavallo al galoppo.
Sentiva le mani formicolarle, muovere le dita era difficile
perché l’aria era troppo forte e facevano attrito.
Oltre al cuore batterle nella testa non sentiva niente, solo
il vento che le frustava la faccia e gli occhi che le bruciavano perché l’aria
era forte e sembrava volerle strappare il respiro.
Intorno era tutto nero, piccole luci insufficienti a capire
nulla, brillavano lontane e irraggiungibili.
Cominciò a vacillare, avanti e indietro, tenendo la testa
pericolosamente all’indietro.
Provò a spostarsi, e solo allora si rese conto che poteva
direzionare la caduta. Se chiudeva le braccia intorno al corpo, come stava
facendo in quel momento dalla paura, la velocità aumentava, se invece allargava
le braccia, come per mantenere l’equilibrio, la caduta rallentava.
Qualcosa le tirava all’altezza delle scapole. Alzò e abbassò
le spalle, ma la sensazione non se ne andava.
Aveva i capelli davanti agli occhi, per spostarli scosse la
testa, e allora notò un bagliore dietro di lei. Una luce leggera, chiara, quasi
come le stelle intorno a lei.
Si voltò ancora, chiuse la braccia e la caduta tornò ad
essere spericolata. Ruotava su sé stessa, ma anche se rischiò tanto, riuscì a
vedere cosa le tirava le spalle.
Aveva due paia d’ali tese tra le scapole, che vibravano a
contatto con l’aria e brillavano di una luce pulsante e inquietante.
Anche se le aveva viste per poco, era sicura che fossero due
ali di farfalla, con striature dei colori dell’arcobaleno. Si spiegavano
luminose dietro di lei, facendone un faro dentro quella misteriosa notte.
Era incredibile poter volare …
Era il sogno di una vita, spiegare le ali e andare lontano,
lasciarsi tutto alle spalle e vivere una nuova vita.
Non si era accorta che il suo cuore aveva rallentato, ma a
quel pensiero tornò a battere forte, come se volesse uscirle dal petto.
Aveva paura, perché prima o poi quel nulla sarebbe finito, e
lei sarebbe caduta.
Oppure avrebbe aperto gli occhi, e quel sogno sarebbe
finito.
E infatti successe, tutto si concluse in scaglie di luce
bianca attraverso le ciglia, e una mano che andava a ripararsi gli occhi. Si
accorse che era la sua.
Sbatté le palpebre e si alzò a sedere.
Un sogno, sempre e solo un sogno.
Fine.
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