Titolo: Qualcosa
ci unisce.
Autrice: GiglioBlu
Fandom: 8 Donne e
un mistero
Personaggi/Pairing:
Pierrette/Gaby
Genere:
introspettivo, romantico
Rating: verde
Avvertimenti: femslash
o shoujo ai
Note iniziali: salve
a tutti questa è la mia prima fanfiction ed è su
un film che io e
la mia socia Nemo From Mars adoriamo XD
Qualcosa
ci unisce.
Se ne stava li, immobile
sul divano
rivestito di seta rossa, seduta con in mano un bicchiere di Porto
mentre, assorta nei suoi pensieri, fissava il vuoto: Gaby la vedova.
Indossava un cupo vestito nero con la classica manica a trequarti,
una scollatura che metteva in evidenza il suo prosperoso seno e uno
spacco sul lato destro che lasciava intravedere la sua rosea coscia.
Non era più giovane, ma il suo corpo non accennava a
mostrare
debolezze, la sua pelle era ancora liscia e profumata come quella di
un tempo. Ciocche di capelli biondi le si appoggiavano sul viso
dolcemente come un velo, mentre con il bicchiere tra le dita',
pensava al suo defunto marito e alle vicende che l'avevano portata a
quel momento; non aveva versato nemmeno una lacrima quel giorno, non
perchè non soffrisse, ma perchè abbandonarsi alle
emozioni non era
mai stato facile per lei. Ebbe un sussulto quando una mano le
sfiorò
i capelli: non si aspettava visite a quell'ora, la servitù
era stata
congedata, le figlie erano ormai tra le braccia di Morfeo, la madre e
la sorella si erano ritirate nelle loro stanze per leggere e
sferruzzare; mancava solo una persona all'appello, la quasi
sconosciuta cognata Pierrette. Ex ballerina senza veli, rinnegata
dalla famiglia per via della vita dissoluta che aveva scelto di fare
a Parigi, capelli setosi di un color corvino intenso, alta, sinuosa,
anche lei vestita in nero, ma con un piccolo particolare che spiccava
su tutti: le sue labbra carnose avevano un color rosso naturale
capace di stregare chiunque in pochi attimi; Gaby l'aveva persa di
vista dopo il funerale, non poteva immaginare che si trovasse ancora
nei paraggi. Si voltò e la vide, le chiese quale fosse il
motivo
della sua presenza - in fin dei conti non si conoscevano quasi e non
aveva minimamente bisogno del suo conforto. Pierrette, con aria
noncurante dell'ostilità che riceveva da parte di Gaby, si
sedette
al suo fianco.
Iniziarono a parlare, quasi
come se si
conoscessero da anni - in fondo avevano “amato” lo
stesso uomo;
si scambiarono ricordi, battute, confidenze e intanto il Porto
scivolava nei loro bicchieri come acqua che sgorga dalla fonte.
Parlarono e parlarono per ore. Ci fu solo un attimo di silenzio, nel
quale i loro sguardi si incrociarono e quell'attimo sembrò
durare
un'eternità. Gaby ritrasse lo sguardo, imbarazzata, e per un
secondo
sembrò che le sue bianche gote prendessero colore; Pierrette
le
afferrò il viso con fermezza e in quel gesto non c'era
aggressività,
solo sicurezza. Perchè lei sapeva cosa voleva, e dagli occhi
di Gaby
capì che era un desiderio condiviso.
“Quello che ci
accade intorno può
farci molto male” esordì Pierrette, che subito
fissò lo sguardo
negli occhi dell'affascinante donna bionda che aveva di fronte, e
continuò dicendo: “Abbandonarsi ad una piccola
passione non è
sconveniente, si può trovare conforto e calore tra le
braccia più
impensate”. Gaby la guardò: il suo volto era
radioso anche se
tuttavia un po' oscurato dalla paura, dal timore di sbagliare; i suoi
occhi si posarono sulle rosse labbra ed ebbe un fremito, un brivido
le percorse la schiena, accendendo in lei quel coraggio che fino a
quel momento non aveva mai provato. Il sangue cominciò a
scorrerle
più veloce nelle vene, bruciando più che mai, e
Gaby seppe qual era
l'unico modo per placare quella sensazione; con un gesto deciso si
gettò tra le braccia di Pierrette, che le
accarezzò il viso e la
baciò. Gaby doveva forse sentirsi in colpa? suo marito era
scomparso
qualche giorno prima. Non aveva rimorsi e non aveva paura, anzi non
si era mai sentita così amata e al sicuro, perchè
sentiva che
qualcosa le aveva unite.
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