ATTENZIONE
:
Questo
è ufficialmente l'ultimo capitolo ragazze. Scusate se
abbiamo
postato così presto ma, detto sinceramente, non stavamo
più nella
pelle!
Abbiamo un annuncio da fare, anche se Ary lo aveva già
accennato nel penultimo capitolo: non temete, questa fanfiction
è
finita ma presto, molto presto, ne posteremo un'altra. Anche per
quella non ci saranno grossi problemi, tempisticamente parlando,
è
già finita quindi dovremmo essere piuttosto regolari, salvo
intoppi
dell'ultimo minuto xD Vi anticipiamo il titolo: “Mistake
of twins”
e,
tecnicamente, cominceremo ad aggiornare nei prossimi giorni.
Prestissimo, come vi ho già detto *__*. Sarà
anche quella una round
mia e di Ary xD
Ora vi lascio leggere in pace, ci sentiamo a fondo
pagine con gli ultimi saluti e ringraziamenti.
CINQUANTADUESIMO
CAPITOLO (ALE) My heart is yours – Epilogo.
“Ary..
Sposami” Silenzio nella sala. La mia forchetta mi cadde dalle
mani
mentre la mascella di tutti i presenti cascava sul tavolo, compresa
quella della mia migliore amica.
Georg si era inginocchiato di
fronte a lei, con un cofanetto in velluto nero aperto davanti al
naso, gli occhi lucidi e le guance arrossate.
“Potrei
mai dirti di no?” Una domanda che non aveva bisogno di
risposta, un
bacio affettuoso e una promessa che sarebbe valsa per la vita.
Abbracci,
baci, risate. Amore.
*
“Ragazze,
c’è una cosa che vorrei dirvi” Francesca
ci guardò
affettuosamente, con il piccolo Jacob di ormai tre anni addormentato
tra le braccia.
Non c’era nessuno in casa, solo io, Ary, Tiah e
Kate. I ragazzi erano a fare un concerto non distante da noi.. Ormai
niente ci poteva più dividere, nemmeno i mille impegni dei
Tokio
Hotel.
“Spara!”
Biascicai, riempiendomi la bocca di patatine.
“Qua
dentro.” Disse, indicandosi la pancia.
“C’è la sorellina o il
fratellino di Jacob” Inutile dire che le patatine mi caddero
dalla
bocca lasciandomi allibita.
Urla,
risa, felicità. Amore.
*
“Se
tu venissi a vivere con me sarebbe tutto più
semplice” Bill portò
il nasetto all’insù guardando Tiah di sottecchi.
Avevano appena
finito di discutere per l’ennesima volta sul fatto che era
una
faticaccia farsi Lubecca- Amburgo tutti i giorni.
“E
io ci vengo a vivere con te!” Un abbraccio pieno
d’amore e un
bacio che avrebbe tolto il respiro a chiunque.
“Così finalmente
abbandono mio zio!” Una risata che riempì la
stanza e due sguardi
incatenati, potenti.
Spensieratezza,
novità, futuro. Amore.
*
“La
odio! La odio!” Ivan mi abbracciò, nascondendo il
viso nel mio
collo. La scuola era finita da qualche mese, ma tra me e lui nulla
era cambiato.
“Non
dire così..” Lo strinsi a me, più forte
che potevo.
“Mi
ha tradito Alex, mi ha tradito!” Helen lo aveva lasciato per
un
altro, e io non sapevo come fare per consolare il mio migliore amico.
Per cercare di alleviare almeno un po’ il male che lo stava
distruggendo.
“Ci
sono io qui con te. Ci sarò sempre, per te.” Un
sorriso tra le
lacrime, un bacio sulla guancia e una promessa: sempre insieme.
Dolore,
amicizia, sorrisi. Amore.
*
“Tom..”
Lo guardai, un po’ intimorita, sentendo il peso del mio cuore
farsi
lentamente un macigno.
“Sì
piccola?” Chino sulla scrivania del nostro appartamento, la
chitarra fra le mani e un foglio con appuntate delle note davanti al
viso.
“Io,
beh ecco.. Ho un ritardo” Sussurrai, abbassando gli occhi. Ne
sarebbe stato felice?
“Dove
dovevi andare?” Si girò verso di me, guardandomi
col suo sorriso
sbilenco che, negli anni, non era cambiato di una virgola, seppur lui
ora ne avesse ventiquattro appena compiuti.
“Ma
no cretino! Ho un ritardo.. Nell’altro senso!” Gli
spiegai,
impaziente, sperando che non fosse così tonto come voleva
farmi
credere.
“Oh..”
“ Non
hai capito vero?” Scosse la testa, ridacchiando, tornando a
scarabocchiare sul suo foglio, lasciandomi in mezzo alla stanza a
contorcermi le mani.
“Tom.
Sono incinta.” Mormorai. Il rumore di una matita che cadde a
terra.
Chiusi gli occhi.
Quando li riaprii lui era davanti a me, con le
mani sulla mia pancia ancora piattissima.
“Qui
c’è.. c’è.. mio
figlio?”
“No,
il figlio del vicino” Scherzai. “Certo che
c’è tuo figlio!”
“Amore..”
Una lacrima gli percorse il viso. Ed io in quel momento vivevo per
quella lacrima che mi donava una gioia immessa e crescente. Un
abbraccio, un bacio lungo una vita e poi un letto, il nostro letto.
“Dici
che si può fare ugualmente?” Chiese allarmato. Una
risata
cristallina e una notte tutta per noi.
Gioia,
euforia, vita. Amore.
*
“Amore,
guarda papà!” Ary prese le piccole manine di
Marion, indicando
Georg di fianco a lei. Da quando era nata la mia piccola nipotina
vivevano insieme, in una casetta poco lontana dal centro di Amburgo.
“Pa-pààà”
Allungò le sue gracili braccia verso il padre, che la prese
in
braccio tirandola fuori dal seggiolone, con un sorriso incantato.
“La
sua prima parola, è per me..” Sussurrò,
guardando la sua
principessa con occhi lucidi. Cinse la vita di Ary con un braccio, la
sua regina.
“Quale
re potrebbe desiderare un regno migliore di questo?”
Sussurrò,
guardando le donne della sua vita e stringendole in un unico
abbraccio.
Tenerezza,
ingenuità, sorrisi. Amore.
*
“Tom,
smettila di toccarmi il culo!” Gli intimai a bassa voce,
dandogli
uno schiaffetto sulla mano.
“Ieri
sera non eri della stessa opinione e, comunque, sei la mia fidanzata
accidentaccio!” Incrociò le braccia al petto,
fintamente offeso.
“Ma..
Amore siamo ad un corso pre parto!” Ridacchiai, tentando di
respirare come ci stava insegnando l’istruttrice. Ci avevo
trascinato Tom con la forza, quando ormai ero al quarto mese di
gravidanza e la pancia cominciava a gonfiarsi sempre di più.
“Ah,
a proposito.. Sei bellissima con quel pancione” Mi
sussurrò
all’orecchio abbracciandomi e baciandomi la tempia.
“Ma..
Tom! Sono cicciona!” Piagnucolai, inspirando ed espirando.
“Sei
stupenda invece, anche se un po’.. In carne.” Mi
prese in giro
accarezzando il bimbo che avevo dentro. Oh! Avevamo scoperto che era
un maschietto.. Il nostro Noah.
“Signori
Kaulitz, attenti alla lezione!” Ci riprese
l’istruttrice,
ammonendoci.
Infantilismo,
baci rubati, dolcezza. Amore.
“Mamma,
mamma guarda! C’è papà!”
Marion indicò Georg, ormai
ventisettenne, che stava suonando sul palco l’ultimo concerto
di
quel tour mondiale. Eravamo dietro le quinte a goderci lo spettacolo,
era magnifico.
“Lo
vedo amore.” Sorrise Ary.
Marion
aveva tre anni compiuti, adesso, la stessa età del piccolo
Jacob che
stava facendo impazzire mia sorella, correndo di qua e di la
all’interno del backstage.
Tiah era seduta su un divanetto di
pelle bianca che chiacchierava con Ivan e Kate.
Kate era la
fidanzata ufficiale di Ivan, stavano insieme da più di due
anni e
lui era riuscito a superare il dolore provocato da Helen, grazie a
lei.. Di lei non avevamo più avuto notizie. Meglio
così, mi
ritrovai a pensare. Aveva fatto soffrire il mio migliore amico come
un cane.
Mi accarezzai il pancione con un amore infinito. Ero
al nono mese ormai, mancava pochissimo.. Presto avrei conosciuto il
mio piccolo Noah e non stavo più nella pelle.
“Ary
dammi una mano” Le chiesi, tentando di alzarmi dalla sedia su
cui
ero seduta, per arrivare al rinfresco e bere un bicchiere
d’acqua.
“Certo!
Marion vieni con la mamma” Prese per mano la bambina mentre
con
l’altra mi tirava su per un braccio, mettendomi in piedi. La
ringraziai, versando un goccio d’acqua in un bicchiere e
bevendo
lentamente.
“Ciao
mamma!” Ridacchiò Ivan, abbracciandomi da dietro e
appoggiando il
mento su una spalla, mentre con una mano mi toccava la pancia.
“Ivan,
sono grassa, vero?” Pigolai, guardandomi in uno specchio li
vicino.
Ero enorme, una balena!
“Ma
se sei bellissima! La gravidanza ti dona.” Mi disse,
portandomi una
ciocca di capelli dietro all’orecchio. Li avevo tinti di un
colore
unico, finalmente. Li avevo fatti neri.
“Ragazzi
è stato un concerto magnifico!” Bill fece la sua
comparsa nella
zona relax, andando a baciare Tiah che gli sorrise amorevole,
accarezzandogli una guancia.
Gustav accorse in aiuto di Francesca,
e calmò il piccolo Jacob prendendolo tra le sue forti
braccia e
facendogli fare l’aeroplano, mentre mia sorella andava a
recuperare
il passeggino su cui era addormentata la dolcissima Holly, che ormai
aveva quasi un anno.
Georg invece si avvicinò a baciare la sua
bellissima moglie e poi prese la sua principessina Marion e la fece
volteggiare in aria, girando su se stesso, come piaceva a lei.
“Amore
mio!” Sentii Tom strillare, chiamandomi, e venendomi incontro
tutto
sudato.
Mi arrivò vicino e mi baciò le labbra, per poi
abbassarsi e posare un grosso bacio sul mio pancione ormai enorme.
“State bene?” Mi chiese, senza togliere le mani dal
mio ventre.
“Ora
meglio” Sorrisi, prendendogli il viso tra le mani e
baciandolo
ancora. Lo sentii sorridere sulle mie labbra e accarezzarmi i capelli
in un gesto pieno d’affetto.
Mi
girai verso il rinfresco e mormorai un “Ho fame”
portandomi un
dito sul mento e guardando sul tavolo cosa poteva esserci di mio
gradimento.
“Piccola,
per te solo jogurt e cose leggere” Sentenziò il
mio ragazzo,
abbracciandomi da dietro.
“E
perché mai?”
“Sei
incinta!”
“Appunto!
Sono incinta, mica è una malattia!” Ridacchiai,
scatenando le
risate generali.
“E
lasciale mangiare quello che vuole!” Esclamò
Gustav, con Jacob che
si agitava nel suo abbraccio.
“Ma
se poi sta male?”
“Io
quando era incinta mangiavo come una porcellina. Sono mai stata
male?” Scherzò Ary, guardando la piccola Marion
con uno sguardo
acceso d’amore, tra le braccia del suo papà.
“Vabbè!
Ingozzati!”
“Ora
s’è offeso..” Rise Ivan, prendendolo in
giro e beccandosi una
linguaccia da Tom.
“Ragazzi..”
Mormorai.. Ma nessuno mi ascoltò, tutti troppo impegnati a
chiacchierare tra loro, a ridere e a scherzare.
“Ragazzi.”
Ripetei, cercando questa volta di alzare il tono della voce, ma senza
risultati.. Nessuno dava cenno di avermi sentita.
“RAGAZZI!!”
Urlai, sentendo le guance diventare rosse. Tutti si girarono verso di
me, guardandomi con tanto d’occhi, soprattutto Tom.
“Io,
ecco.. Mi si sono rotte le acque!” Strillai, sentendo le
lacrime
salirmi agli occhi. C’eravamo, c’eravamo quasi!
“Oh.Mio.Dio.”
Scandì Tom, guardandomi allarmato, non sapendo
più che cosa fare.
Eppure glielo avevano insegnato al corso pre parto! Zucca vuota!
“Bill
prepara il minivan, ci andiamo con quello in ospedale, tanto ormai
siamo un esercito! Ragazze su sbrigatevi.. Ale, stai tranquilla, fai
respiri profondi e non farti prendere dal panico.”Accidenti,
Georg
era preparato per questo genere di cose! “Tom! Non stare li
impalato!”
“AAAAAA!”
L’ennesima contrazione mi fece piegare in due. Ary mi
stringeva la
mano da una parte, Tom dall’altra. Quest’ultimo non
aveva
spiccicato parola durante tutto il tragitto e nemmeno quando, in sala
parto, gli avevano fatto indossare il camicie verde e lungo. Mi
stringeva convulsamente la mano, forse più sconvolto di me,
bianco
cadaverico in volto e con gli occhi sbarrati.
Entrò
un dottore, ormai ci eravamo.. Era arrivato il momento.
“Vai
piccola, tra poco mi fai zia!” Ridacchiò Ary al
mio fianco. Io non
risposi, feci solo un sorriso sofferente, ero troppo impegnata a
respirare e a ricordarmi come farlo correttamente.
“Lei
è il padre?” Chiese il dottore a Tom.
“N..no,
sono il fidanzato.” Rispose sotto shock.
Il
signore fece una risatina comprensiva. “Intendevo dire se lei
è il
padre del bambino che sta per nascere.”
“Oh
sì, sì!” Ridacchiò Tom
imbarazzato, ritornando un po’ in sé.
“Amore
ci sono io qui con te. Su forza, respira!”
Sussurrò al mio
orecchio.
“Signorina
incominci a spingere! Il bambino è in posizione
corretta!”
Cominciai
a spingere, più forte che potevo, sentendo un dolore
lancinante e
atroce, ma autoconvincendomi del fatto che ne sarebbe valsa la pena,
eccome.
“Quanto..
quanto sangue.” Mormorò Tom, per poi cadere a
terra. Svenuto.
“TOOOOOOM!!”
Urlai, ma ormai quello era partito. Ary ridacchiò al mio
fianco, ma
senza allontanarsi da me che ormai ero madida di sudore e anche
piuttosto affaticata.
Un infermiera si avvicinò a Tom, tentando
di rianimarlo. Il mio fidanzato si alzò in piedi di scatto,
tornando
a stringermi la mano più forte di prima.
Durò
tutto un eternità, un tempo infinito che non saprei
descrivere.. Ma
quando sentii il mio bambino strillare e piangere, tutto i
fermò.
“E’
stata bravissima, signorina.” Mi sorrise
un’infermiera,
mettendomi in braccio un fagottino avvolto in un asciugamano blu. Il
mio bambino, il bambino mio e di Tom.
“E’..
bellissimo..” Sussurrò Ary, al mio fianco.
“Tutto
suo padre!” Ridacchiò Tom, che invece era dietro
di me. “Ciao
piccolo, sono il tuo papà!” Esclamò
prendendogli la manina
minuscola con il suo dito lungo e affusolato.
“Noah..”
Fui solo in grado di mormorare, le lacrime ormai scendevano
imperterrite. Avevo davanti il bambino mio e di Tom, il frutto del
nostro amore.
Quella piccola e tenerissima creaturina era nostro
figlio. Nostro
figlio.
Eravamo
tutti quanti davanti al vetro dietro al quale c’erano tanti
bimbi
appena nati, compreso il mio Noah. Ero in camicia da notte, sfinita,
abbracciata al mio uomo.. Con intorno tutti i miei amici : Ary,
Georg, la piccola Marion, Ivan, Kate, Gustav, Francesca, Jacob e
Holly, Bill, Tiah. Mia mamma e mio fratello Edo, ormai di otto anni,
sarebbero arrivati nel pomeriggio a vedere il loro nipotino.
“Ti
rendi conto che quello scricciolo è tutto nostro?”
Mi sussurrò
Tom abbracciandomi da dietro e appoggiando il mento sulla mia spalla.
“Ancora
non mi sembra vero.. Ero così abituata ad averlo nella
pancia”
Mormorai, portandomi le mani sul ventre in quel gesto diventato ormai
d’abitudine, trovandolo piatto come lo avevo lascito nove
mesi
prima.
Tom
lanciò un’occhiata a Georg ed Ary, posando il suo
sguardo sulle
fedi che avevano alle dita.
“Che
dici? Diventeresti mia moglie?” Ridacchiò
imbarazzato, nascondendo
il viso nel mio collo, tra i capelli profumati.
“E’
come se già lo fossi Tom.” Sorrisi, guardandolo
estasiata.
Mi
strinse di più a sé, tornando a guardare il
nostro piccolo
futuro.
Diedi un’occhiata generale intorno a me..
Bill
stuzzicava Tiah, facendole il solletico sui fianchi e baciandola sul
collo.
Ivan e Kate stavano guardando tutti i bambini dietro al
vetro, chissà.. Forse si stavano immaginando un loro
possibile
futuro con un bimbo sgambettante per casa.
Gustav stava cullando
un Jacob addormentato insieme alla sua futura sposa, che stava
giocando con la sua bambina... Eh si, molto presto si sarebbero
sposati.
Georg e Ary, sposati da poco, stavano cercando di
spiegare alla piccola Marion che Noà sarebbe stato il suo
cuginetto.. Il compagno di giochi suo e di Jacob.
Mi
girai, catturata in un dolce bacio di Tom.
“Hai
una vaga idea di quanto ti amo?” Sussurrai sulle sue labbra.
“Forse
una minima parte di quanto ti amo io” Rispose, sorridendo
felice.
Quella
era la piccola bolla di sapone in cui, accidentalmente, ero rimasta
incastrata quattro anni prima.. Non avrei mai voluto che questa bolla
si rompesse.. Era casa mia, il luogo in cui volevo vivere e crescere,
insieme alle persone che amavo. Insieme al mio bambino.
Così,
ora e tra cinquant’anni. Sì, sì.. Mille
volte sì!
“This heart,
it beats, beats for only you
My
heart is
yours”
[Questo
cuore
che batte, batte solo per te
Il mio cuore è tuo]
Ora
possiamo dire, con enorme dispiacere.. che è finita.
Definitivamente
ç___ç Dopo quasi otto mesi, è finita.
Fa più male a noi che a
voi, fidatevi. E' stata la nostra prima round e, anche se “Mistake
of twins” la riteniamo migliore..
“Incastrate” rimane
una fanfiction speciale e sarà sempre nel nostro cuoricino
T.T Mamma
che tristezzaaaa.
Vorremmo fare dei ringraziamenti generali,
quindi tutte voi che avete recensito lo scorso capitolo. Vale a dire
Jiada95, Layla e Tokietta86. Grazie
di
cuore ragazze.
Poi, ovviamente, tutte quelle che hanno inserito
questa storia tra le seguite e tra le preferite. Infine anche chi ha
solo letto, senza recensire. Grazie anche a voi “lettrici in
punta
di piedi”.
Ah,
vorremmo dire GRAZIE a BigAngel_Dark
e a
Tokietta86 per aver
votato “Incastrate”
al concorso dei migliori personaggi. Non abbiamo vinto (prevedibile)
ma ci ha fatto un piacere enorme!
Ora
è proprio arrivato il momento di lasciarci. Speriamo di
ritrovarvi
tutte quante nell'altra fanfiction, ne saremmo davvero contentissime!
Vi
amiamo, lo sapete.
Le
vostre, Ale&Ary
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