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Ciao
a tutti. Questa è la mia prima fiction. Non ho mai scritto
niente in vita mia ma spero comunque che vi appassionerete a questa
storia dove tutti sono umani e dove si raccontano
semplicemente stralci di vita quotidiana, niente di speciale. Sono ben
accette tutte le critiche, sia positive che negative, purchè
costruttive.
E ora buona
lettura!
Blair Waldorf: Ciao Betty sono contenta che ti
piaccia. Spero di continuare a incuriosirti. Isangel:
grazie mille sono proprio contenta che ti piaccia e grazie per avermi
dato le dritte per scrivere, non so come avrei fatto altrimenti. Sono
una vera imbranata col pc e non ci capivo niente, ma con la guida tutto
è andato a posto. Spero che continuerai a seguirmi. Uchiha_chan: ciao,
non so se chiedendomi il codice ti riferisci a come ho scritto il
prologo. Scusa ma non sono molto pratica spero di aver fatto meglio col
primo capitolo.
CAPITOLO 1
Sorpresa
Pov
Bella
Finalmente oggi arrivava mio padre! Eravamo
tutti in agitazione per questa sorpresa che ci aveva promesso. Ero
felice per lui: dopo parecchi anni lo vedevo di nuovo sereno e appagato
e se la sorpresa aveva a che fare con la misteriosa donna con cui aveva
la relazione, non potevo che essere più contenta per lui.
Magari aveva deciso di presentarcela… sarebbe stata proprio
l’ora!
-Hei Bells, a che ora ti ha detto che arrivava
papà? Perché mi ha chiamato Jenny e dovrei uscire
nel pomeriggio- mi domandò mio fratello. E ti pareva che non
si dovesse vedere con qualche sgualdrinella!
-Non ti preoccupare Jazz, ha detto che sarebbe
arrivato in mattinata, quindi anche per oggi, quel cosino che ti
ritrovi in mezzo alle gambe, verrà ampiamente soddisfatto!-
lo schernii.
Rosalie non riuscì a trattenersi e
scoppiò a ridere quasi cadendo dalla sedia su cui era seduta
per fare colazione. Jazz, invece, senza dire neanche una parola,
uscì dalla cucina. Mmm… non era
possibile!
Stavo ancora rimuginando su quanto fosse stato
strano e sospetto il comportamento di mio fratello quando
cacciai un urlo spaventoso. Quel brutto demente aveva fatto il giro dal
salone e rientrando dalla porta posteriore della cucina mi aveva
versato un secchio di acqua gelata sulla testa, inondando me e
soprattutto il mio barattolo gigante di Nutella appena iniziato!
-E per la cronaca io in mezzo alle gambe sono
messo bene!- sentenziò, mentre mi faceva una linguaccia.
Rosalie se prima era quasi caduta dal ridere
ora era completamente sdraiata per terra tenendosi la pancia per i
singulti che la scuotevano tutta.
-Jasper sei un idiota!! Sai
benissimo che puoi toccare tutto ma non la mia Nutella! Sei mortooo!!-
urlai, incazzata nera. In un attimo afferrai la doccina del lavandino e
cercai di annaffiarlo, ma il furbone si parò dietro il
tavolo così centrai Rose ancora per terra. Ora sì
che aveva smesso di ridere!
Nel giro di qualche secondo eravamo tutti e
tre impegnati in una battaglia ad acqua all’ultimo
sangue.. fu proprio in quel preciso istante che udimmo la
voce di nostre padre. Ci paralizzammo all’istante! Merda!
-Ragazzi sono tornato, dove siete?- ci
chiamò ancora, alzando il tono.
Non ci potevo credere, eravamo stati
impeccabili per tutto il mese: ci eravamo occupati della casa e
soprattutto avevamo evitato di organizzare anche la più
piccola festicciola, come si era raccomandato lui.
E ora?! Doveva proprio tornare nel momento in
cui avevamo praticamente allagato la cucina… per non parlare
poi di come eravamo conciati noi! Se questa non era una sfiga pazzesca!
Ci fissammo negli occhi e poi con un gesto di
noncuranza (tanto ormai non potevamo più
rimediare!), ci avviammo verso l’entrata, lasciando
una lunga scia d’acqua.
Quando spuntammo imbarazzati dal salone,
rimanemmo basiti tutti e tre: mio padre non era affatto solo! Sulla
porta accanto a lui c’erano una donna, una ragazza e due
ragazzi.
Rimanemmo tutti e tre a bocca spalancata
mentre mio padre, evidentemente stupito di trovarci in quelle
condizioni, ci fissava incredulo, mentre l’acqua
che continuava a gocciolare copiosa dai nostri corpi e vestiti sul suo
prezioso parquet.
Ok, eravamo morti! Ma mio padre ci
stupì una volta di più!
-Ragazzi ma cosa diavolo avete combinato?! Non
si usa più fare la doccia in bagno? Mentre ero in vacanza
è per caso scoppiata una nuova moda?- esclamò
divertito, inarcando le sopracciglia.
Dio avremmo dovuto ringraziare per tutta la
vita la combriccola che lo accompagnava… ero certa che se
non fosse stato per la loro presenza ci avrebbe tirato il collo!
La donna era minuta, capelli color
caramello, occhi azzurri e un viso dolce e materno. La ragazza accanto
a lei, le somigliava molto: stessa corporatura minuta, ben
proporzionata, occhi azzurri e capelli scuri, corti e con le
punte sbarazzine. Sembrava gli fosse scoppiato un petardo in testa e ci
guardava evidentemente divertita, cercando di trattenersi dallo
scoppiare in una risata.
Uno dei due ragazzi aveva capelli corti e
neri, occhi verdi… ma quello che saltava subito
all’occhio era la sua corporatura massiccia che, insieme
all’altezza imponente, lo rendeva molto simile a un enorme
orso gigante. A differenza della donna e della ragazza, lui non faceva
nulla per cercare di contenere l’ilarità e stava
sghignazzando, completamente a suo agio.
Quello che però mi aveva
letteralmente colpita al cuore, era l’ultimo ragazzo
presente. Leggermente più basso di quello che pensavo fosse
il fratello, con una muscolatura ben definita ma meno evidente, capelli
ramati e perfettamente disordinati, grandi ed espressivi occhi verdi;
era il ragazzo più bello che avessi mai visto! Sembrava un
dio greco e anche lui rideva spudoratamente.
In un attimo io e Rose eravamo saltate
subito addosso a mio padre per abbracciarlo, e Jasper si era
avvicinato aspettando pazientemente il suo turno per salutarlo: era
mancato tanto a tutti noi!
Anche se era stato bello avere avuto la casa
libera per un mese, noi preferivamo quando lui era presente…
era un padre fantastico e molto comprensivo; ci dava pieno spazio e
libertà, fidandosi incondizionatamente di noi…
fiducia che era sempre stata ben riposta!
-Ehi! Piano, piano… così
non mi fate respirare, bambine mie!- esclamò felice quanto
noi; -E poi… come potete vedere non sono solo!- aggiunse,
arrossendo leggermente.
-Sarebbe bene che vi occupaste anche dei
nostri ospiti- ci rimproverò bonariamente.
-Sì, scusa papà! Hai
ragione, ma… ci sei mancato così tanto! Dovevamo
assolutamente strizzarti un po’, prima!- esclamai contenta.
-Più che strizzarmi mi avete
completamente bagnato. Ma cosa stavate combinando?- ci chiese
sospettoso. Io sorrisi sorniona.
-Niente! E’ che… Jasper
è un tantinello permaloso e non riesce ad
accettare la verità!- affermai, deridendo mio fratello che
mi lanciò unì’occhiataccia
inteneritrice. Io gli feci una linguaccia e lui sorrise minaccioso.
Sapevo che dietro quel falso sorriso erano contenuto il chiaro
messaggio: “non ti preoccupare con te finisco
dopo”. Ma non mi preoccupai troppo… tanto poi
finiva sempre col farmele passare tutte lisce!
-Allora, ragazzi! Loro sono Esme, Alice,
Emmett ed Edward- ci spiegò indicando la compagnia. -Invece
questi tre pulcini bagnati sono le mie gioie. Loro sono i miei figli:
Jasper e Isabella… ma è meglio che la chiamiate
Bella se non volete vederla arrabbiata! E lei è mia nipote
Rosalie… anche se più che una nipote ormai per me
è come una figlia- continuò orgoglioso.
-Grazie zio… mi fai sempre
commuovere- gli rispose Rose, mentre arrossiva. Poi si rivolse agli
altri.
-E’ un piacere conoscervi- esclam,
stringendo le mani ad ognuno di loro e scusandosi del fatto che fosse
bagnata.
Io e mio fratello seguimmo il suo
esempio. Nel momento in cui strinsi la mano di Edward rimasi
paralizzata: una tremenda scossa elettrica scaturì al
contatto con la sua calda e grande mano e si propagò e
diffuse per tutto il mio corpo, lasciandomi senza fiato.
Mi staccai immediatamente come scottata e
arrossii violentemente, imbarazzata dalla mia reazione. Per fortuna mio
fratello richiamò l’attenzione e i suoi occhi
magnetici si staccarono dal mio corpo, permettendomi di nuovo di
riprendere il controllo di me stessa.
-Allora papà, la sorpresa di cui
parlavi era questa! Finalmente ti sei deciso a presentarci la tua dolce
metà e la sua famiglia- dichiarò gioioso Jazz.
Eravamo contenti e sembravano delle brave persone.
-Era ora! Sa Esme lei ha reso di nuovo molto
felice il nostro caro papà e quindi ci fa molto piacere
conoscerla- intervenni io, mentre Rose e Jazz annuivano convinti.
-Oh grazie, ma il piacere è tutto
mio, ragazzi! E poi se qui c’è qualcuno che mi ha
reso felice dopo tanto tempo, quello è porprio vostro padre!
E’ un uomo meraviglioso!- cinguettò innamorata,
lanciando uno sguardo di vera adorazione verso l’uomo di cui
stava parlando. Sorridemmo.
-Ma vi prego, datemi del tu! I miei
figli lo fanno già con Charlie- aggiunse.
-Grazie Esme. Ma quanto vi fermate? Spero
almeno un po’ di giorni così avremo modo di
conoscerci un po’ meglio. E voi ragazzi mi potrete raccontare
qualcosa di più su New York! E’ la
città che adoro più di tutte, anche se non ho
ancora avuto la fortuna di visitarla. Qui il posto per dormire non
manca di certo, con tutte le stanze che abbiamo!- affermai.
L’atmosfera intima e gioiosa che si
era formata poco prima, si raffreddò immediatamente e notai
i volti di mio padre e Esme colorarsi sempre di più, mentre
si lanciavano sguardi tremendamente imbarazzati.
E adesso cosa diavolo avevo detto di male?!
Sì che a volte la mia bocca si dotava di vita propria e mi
faceva fare delle figuracce, ma stavolta non mi sembrava di aver
pronunciata nulla di sconveniente…
-Ehm.. veramente…. Non so come
dirvelo ragazzi…- balbettò impacciato mio padre.
-Dai zio non vorrai mica farci morire, arriva
al sodo!- tagliò corto Rosalie, che non era famosa per la
sua pazienza.
-Ve lo dico io! Tanto se aspettiamo loro
facciamo notte... si sono sposati!- intervenne Alice, urlando gioiosa
l’ultima frase.
I nostri visi mutarono in
un’espressione di autentico stupore, mentre le parole
continuavano a vorticarmi in testa senza un senso logico. Alice ci
richiamò alla realtà.
-Quindi ragazzi, adesso siamo tutti una grande
famiglia e vivremo qui tutti insieme! Vorrei subito vedere la mia
stanza… sapete com’è! Il volo
è stato lungo e mi ci vuole una bella doccia calda e
rilassante e vestiti pultiti!- affermò con un tono che non
ammetteva repliche, mentre noi ragazzi eravamo ancora impietriti sul
posto e non riuscivamo a proferire parola.