IL DUELLO
Allora, questo capitolo non mi è venuto come volevo
e temo che non vi piacerà molto e credo che rimarrà
un capitolo unico, ma siccome mi è costato veramente molti
sforzi, lo pubblico lo stesso…spero che salviate almeno qualche
frase.
La puntata numero venti, dove Oscar si ritrova a fare da galoppino per
la regina e Fersen mi è sempre piaciuta molto, primo
perché André sbrocca e dice quella frase bellissima e poi
perché secondo me è lì che Oscar comincia a
considerare André non più un ragazzo, ma un uomo. Non
può capire ancora quanto sia legata a lui, perché
è tutta presa dal tentativo di combattere l’amore per
Fersen e s’incazza pure quando il nostro povero attendente cerca
di mettersi in mezzo facendole capire che lei e Fersen hanno poco da
fare i martiri, che mica sono gli unici a soffrire…la mia tesi
è un po’ azzardata, ma è proprio questa: che lei
voglia combattere con lui non perché debba sfogarsi a causa di
Fersen, ma perché il fatto che André parli di sé in
quel momento la fa arrabbiare e lo vuole dissuadere
dall’approfondire l’argomento.
Mi rendo conto che vi sembrerà un po' assurdo il dialogo
mentale contrapposto ai movimenti fisici del duello…non volevo
dire che sono telepatici al 100% perché se così fosse
veramente stato, magari le cose sarebbero andate in modo diverso, ma mi
piace pensare che anche a livello inconscio comunicassero in modo
speciale. Basta, sono logorroica…
André parlava ormai da qualche minuto; aveva appoggiato la mela
sul tavolino…l’aveva maneggiata nervosamente per
così tanto tempo che era diventata quasi calda e ora non gli
andava più. Era seduto con i gomiti appoggiati alle cosce e le
mani congiunte. I polpastrelli stringevano così forte le
nocche che le unghie erano diventate in parte bianche(1) e
i pensieri che gli affollavano la mente erano così pesanti che
doveva tenere la testa bassa…il suo era un dolente monologo,
visto che Oscar non dava segno di ascoltarlo; restava ferma, in piedi, dandogli le spalle, una sagoma nera contro la luce del giorno
morente. Lei che era la sua luce era ora un ritaglio di buio. Non
parlava, non si muoveva, non commentava. La sua rabbia cresceva parola
dopo parola; aveva capito con lucida disperazione che durante quella
lunga giornata in presenza del conte Fersen lui per Oscar non era
esistito che nei brevi attimi in cui aveva preso la parola per
primo per formulare le solite frasi di circostanza sul pranzo e sulle
tecniche di combattimento…solo in quei momenti lei lo aveva
guardato con la solita gentilezza, per poi distogliere immediatamente lo
sguardo. Lei non gli aveva quasi rivolto la parola e lui sapeva che non
l’aveva fatto apposta; semplicemente il conte aveva oscurato la
sua presenza.
Non era mai stato così geloso prima e si rendeva conto di aver
messo una nota polemica nelle sue considerazioni sulla relazione
clandestina che occupava tutti salotti di Parigi in quel momento. Temeva
che Oscar gli avesse chiuso per sempre una parte del suo cuore, quella
stessa parte che lui cercava silenziosamente di conquistare da anni e
che Fersen si era preso senza alcuno sforzo. Voleva scuoterla, colpirla, strappare da lei quella sofferenza che lui capiva così bene e
che avrebbe voluto evitarle con tutte le sue forze.
-Sai Oscar, provo compassione per Fersen, sei l’unica cui
posso dirlo, perché ad altri parrebbe sconveniente che io
provi questi sentimenti per un nobile…ma compassione è
quello che provo…doveva soffocare quel
sentimento…c’è chi ama tutta la vita una persona
senza che questa lo sappia-
Il giorno stava scivolando verso il crepuscolo in una violenta
dissolvenza di gradazioni che dal rosso morivano nel viola che
annunciava la notte…tra tutti i tramonti che avevano visto
assieme questo era forse il più penoso…
Il profilo di Oscar si stagliava immobile e sinuoso davanti
alle grandi vetrate del salone…era un’ombra…si
sentiva un'ombra…era in parte irritata dal modo in cui
André stava parlando di Fersen e di Sua Maestà la
Regina, ma in realtà pensava che avesse ragione su tutto e
riteneva anche che André fosse molto perspicace nel dire che in
fondo quella relazione dava al conte più dolore che
gioia…voleva stare da sola, ma il tono basso e misurato della
voce di André era riposante e le permetteva di capire meglio
quello che sentiva; inoltre sospettava che la solitudine in quel momento
le avrebbe fatto versare lacrime amare e lei non voleva piangere.
-In fondo, soffre di più chi ama non ricambiato-(2)
Eh sì, hai proprio ragione André.
Stava sprofondando dentro ai suoi pensieri e dentro se stessa quando
una frase di André la riportò improvvisamente alla
realtà
C’è chi ama tutta la vita una persona senza che questa lo sappia
Le parole risuonarono nella testa di Oscar come un campanello
d’allarme. Sentì le sue mascelle serrarsi come a contenere
un urlo improvviso
Cosa dici André? Che cosa stai
dicendo? Di chi parli? Perché dici questo adesso? Stavi parlando di
Fersen e contemporaneamente anche di me no? Cosa centri tu? Stai
forse cercando di dirmi…NO…non ti permetterò
di...non posso perdere anche te, anzi, soprattutto non posso perdere
te…è come dici tu…bisogna ricacciare in fondo al
cuore i sentimenti che non hanno speranza e io ci sto provando con
tutta me stessa...ma è difficile sai? Quasi impossibile…e
adesso parli come se tu ci fossi riuscito…tu che sembri
sempre così allegro e tranquillo nascondi dei dispiaceri?
Si girò lentamente verso di lui e André alzò
la testa per ricambiare il suo sguardo…erano sempre stati capaci
di capirsi con poco…di solito bastava un'occhiata per sapere cosa voleva dire l’altro...nel loro mondo, fatto
di convenzioni dalle quali era impossibile discostarsi, dove un padrone
non poteva dimostrare simpatia e affetto verso un servo senza sollevare
volgari sospetti, avevano dovuto imparare un linguaggio tutto
loro, una sistema grammaticale complesso dove la parole erano
scritte dagli occhi e la punteggiatura dai gesti…era per questo
che da qualche tempo Oscar evitava di guardare direttamente il
suo amico d’infanzia; sapeva che lui le leggeva dentro e non
volendo ammettere i sentimenti che provava per Fersen nemmeno con se
stessa, voleva evitare che André la obbligasse a confrontarsi
con essi… quel momento era arrivato comunque, ma questo non se lo
aspettava proprio…nonostante il profondo legame che li univa
c’erano dei terreni in cui non si addentravano mai
volontariamente e questa cosa in parte infastidiva Oscar perché
confermava la differenza di sesso e condizione che esisteva tra di loro.
Forse aveva preferito conservare dentro di se l’immagine di
André bambino per non dover pensare a lui in modo diverso e ora
si doveva scontrare con un André adulto che provava
i sentimenti di un adulto e sentiva le necessità di un
adulto.
Oscar sapeva che André le era molto affezionato e per lei era lo
stesso; quando si trovavano in pericolo sapevano di poter contare
sull’aiuto incondizionato dell’altro, e questo anche a costo
di correre dei grossi rischi...era sempre stata molto grata per
quell’amicizia che si era fortificata anno dopo anno e non
pensava che qualcosa o qualcuno l’avrebbe mai minacciata…
André, cosa stai facendo?Sei il mio unico punto fermo
Il suo trasporto per Fersen, la posizione di André…si
odiò per quel confronto impietoso che le era nato
improvvisamente dentro e lo scacciò prima di formularlo
completamente…sentì la voce di suo pare che le impartiva
lezioni sul fatto di non mettere mai in discussione le tradizioni, i
privilegi e i doveri della nobiltà, ma a quel punto qualcosa le
impose di interrompere il flusso di pensieri e le sembrò che
facendo questo le stesse sfuggendo qualcosa di importante
Eppure mi sei così caro. Forse
non mi sto comportando bene con te…forse do per scontate troppe
cose. Non voglio pensare a quello che può significare, ma di
certo è una farsa…il destino si ostina ad inviarmi prove
sempre più difficili, forse per punirmi della libertà di
cui godo grazie all'inganno di mio padre…
In profondità, dentro di sé, avrebbe voluto
parlargli…chiarire con lui quella frase sospesa, confortarlo e
farsi confortare…a volte parlare sinceramente è una
violenza, ma dovrebbe essere una cosa dovuta con le persone che
ci vogliono bene…invece Oscar non era abituata a parlare
apertamente dei propri sentimenti…in questo André era
sempre stato più bravo di lei…fece così
l’unica cosa che le riusciva in casi come
questo: trasferì in un oggetto tutta la sua pena. Scelse la spada,
che era sempre stata un feticcio per entrambi; il loro tributo in sudore
e fatica veniva ripagato con una vicinanza che eliminava la distanza
fisica(3)e non creava complicazioni o fraintendimenti.
-André, prendi la tua spada…voglio combattere ancora-
Scappò dalla stanza quasi correndo, tanto l’aveva sconvolta quello che aveva letto nello sguardo del suo amico
André era altrettanto stupito per la facilità con
cui gli erano uscite poco prima quelle parole e capiva di averla
spaventata…che sciocco, non aveva saputo trattenersi. La gelosia e
la paura di perderla gli avevano fatto perdere il controllo. Che diritto
aveva di intromettersi? Per un momento gli era persino sembrato che lei
gli volesse dire qualcosa, ma lui conosceva bene la sua Oscar: poteva
affrontare ogni pericolo con coraggio e nervi d’acciaio; i
sentimenti invece la mettevano in difficoltà…nei
sentimenti non poteva applicare schemi o seguire regole apprese
con impegno.
Bene, vuoi che non ne parli
più? Non ne parleremo più, ma tu cerca di capire quello
che intendevo: il mio amore per te è a senso unico, come il tuo
per Fersen, eppure continuiamo ad amare; ma io non voglio niente, non
pretendo niente, la mia non era certo una dichiarazione, come potresti
ricambiarmi? Volevo solo che tu sapessi che ti capisco e che sono qui
per te…fai come me Oscar, perdonami se ho la presunzione di
poterti insegnare come si deve amare, ma tu sei testarda e ti ostini a
combattere…se non gli riveli i tuoi sentimenti lui sarà
per sempre un buon amico, se invece ti riveli a lui(e se ti conosco
prima o poi ci proverai), lo perderai…tutto qua…e ora
sfogati pure, ne hai bisogno amore mio.
Si alzò con un gesto stanco e lento, facendo leva sulle
ginocchia e mentre scendeva le scale dell’atrio notò che
Oscar era già pronta nel cortile sul retro; era molto nervosa e
tagliava l’aria con la spada per scaldare i muscoli tesi.
Il giorno stava morendo, gli ultimi riflessi rossastri si abbassavano
velocemente inghiottiti dalla terra, e l’unica cosa a cui
riusciva a pensare Andrè era il colore dei capelli della sua
vecchia amica …pensava che assumevano una diversa sfumatura a
seconda dell’ora…era meravigliosamente bella la sua
Oscar…avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, anche amarla in
silenzio per tutta la vita…
-André, bada che questa volta farò sul serio-
-D’accordo Oscar,come vuoi-
Capisci cosa volevo dire Oscar? A volte bisogna saper sacrificare se stessi, se si ama veramente
Incrociarono le spade con violenza, niente a che vedere con le solite
esercitazioni giornaliere e la mise en garde(4) non durò che due
o tre secondi; in quel breve lasco di tempo Oscar si concentrò
sugli di occhi di Andrè e si ripropose di continuare a farlo per tutto il duello; li aveva evitati per
troppe volte negli ultimi tempi…doveva comunicargli qualcosa, si
era resa conto di essere scappata come una vigliacca poco prima, non
aveva saputo affrontare lo sguardo addolorato dell’amico e ora
voleva risolvere la situazione a modo suo
-Ah…-
Oscar scattò velocissima con il primo affondo e
André parò il colpo appena in tempo, facendo
scivolare la spada oltre il suo l’orecchio sinistro e
poi con una forte spinta, rimandò spada e spadaccino nella
posizione di partenza
Attenta Oscar, potremmo farci male questa volta…
Cos’è
quell’espressione preoccupata? Non ti preoccupare
André…non ci faremo del male…io e te non possiamo
farci del male…io e te siamo fratelli e tali rimarremo per
sempre. Non ti permetterò di innamorarti di me…non posso
pensare che tu soffra per me come io soffro per
Fersen…no…non posso ricambiarti, lo sai, non posso…
Non mi importa se non mi ami…lo so che non mi ami, ma dimentica Fersen, dimenticalo, ti prego
André schivò un altro rapido attacco di Oscar e si fece
strada affondando a sua volta, mosso da una collera che non riusciva
più a trattenere dopo l’ultima occhiata che gli aveva
lanciato Oscar: diceva di lasciar perdere, di non affrontare mai
più quell’argomento; era adirata con lui, con se stessa e
con il mondo intero…le faceva quasi paura perché quando
perdeva il controllo poteva diventare una furia…questa volta non
poteva dirle di calmarsi, l’avrebbe fatta infuriare ancora di
più.
Puntò la sua spada direttamente alla gola di Oscar che dovette fermarsi davanti a quella punta affilata.
Ansimavano entrambi…erano entrati troppo velocemente nel vivo
del combattimento, ma non c’era stato spazio per i
preliminari…dovevano sfogare in qualche modo tutta quella
frustrazione…
André abbassò la lama per riprendere fiato e Oscar fece
lo stesso. Si resero conto che forse stavano esagerando e sentirono il
bisogno di stemperare un po' l’atmosfera
-Sei diventato veramente bravo André, ma io sono più brava di te-
-Sì, devo ammettere di aver avuto un ottimo maestro, combatte
come un uomo, ma si dice in giro che sia una donna al cento per cento-
-Fatti sotto pivello e vediamo chi è la femminuccia-
-Sono secoli che non mi chiami pivello-
-Sono secoli che non cerchi di insegnarmi chi sono-
André attaccò per primo, ma Oscar era troppo svelta ed
agile per fermarsi di fronte al colpo di André e con uno scatto
fulmineo corse dietro di lui che dovette girarsi e a causa di questo
perse tempo e si ritrovò in posizione di difesa a parare
flèches e affondi per qualche tempo prima di poter
attaccare di nuovo.
Il tuo stile lascia a desiderare oggi
Oscar, sembra che tu abbia in mano un bastone e che mi voglia
colpire. E’ inutile che tu faccia il maschiaccio con me …la
tua sofferenza mi fa desiderare di poterti proteggere e la tua
femminilità la vedo in tutto quello che fai…le tue dita
sottili, le tue gambe affusolate…non capisci Oscar? Tu con questi
duelli credi di dimostrarmi che sei un uomo e di inibire in me
qualsiasi sentimento che vada oltre l’amicizia e invece…
mi ecciti da morire.
Sono io, la vecchia Oscar, vedi
André?…non cambiare ti prego…lo so che io
sono cambiata, ma continuo a volerti bene, forse più di
quello che sono disposta ad ammettere, ma non sono pronta per affrontare
questo tuo cambiamento… se cambi tu devo cambiare anch’io
e non voglio; se devo provare l’amore come lo prova una donna
voglio che sia un amore facile, lecito, anche sofferto, ma
normale…anche non corrisposto, mi va bene lo
stesso…probabilmente è proprio per questo che ho scelto
Fersen…no…non innamorarti di me ti prego…non voglio
Non puoi controllare anche i miei
sentimenti Oscar. Sono già innamorato di te e non puoi farci
niente…ti amo come un pazzo…mi lascerei trapassare il
cuore dalla tua spada anche in questo preciso istante se questo
potesse farti trovare un po' di pace…darei tutto me
stesso per vederti serena, spensierata come un tempo…nessuno ti
ha vista come ti ho vista io…allegra, entusiasta,
vitale…quando eri piccola correvi, correvi sempre…e
ridevi…a Versailles non ridi mai, con Fersen sei sempre seria, con
tuo padre non ne parliamo…solo con me ridevi e ogni tanto ridi
ancora …cerca di ricordarlo e cerca di non amarlo tanto da
stravolgere te stessa. Lui ti cambierebbe sai? Lui ha avuto bisogno che
io gli dicessi che sei una donna…capisci quello che significa?Io
ti amo con tutto il cuore, eppure vedi? sono sempre
io…l’amore dovrebbe essere così in fondo
Smettila di guardarmi così, smettila maledizione, mi distrai…non eri tu a dire solo pochi
minuti fa che bisogna soffocare i sentimenti che non possono darci
gioia…io non posso darti quello che vuoi…cosa vuoi da me, cosa vuoi? Vorrei prenderti a pugni…perchè sono
così arrabbiata?
BASTA! Concentrati sulla respirazione Oscar…ginocchio piegato, mise en garde, attacco
-Ah…-
Il viso di Oscar era arrossato e la sua bocca si torse in una smorfia
di fatica quando, dopo l’ultimo attacco di André si
ritrovarono a incrociare le spade all’altezza
dell’impugnatura…i gomiti alti, i muscoli del collo tesi, i
loro visi che quasi si sfioravano, e le lame
pericolosamente vicine ai loro nasi…ansimavano e respiravano
l’uno l’alito dell’altro …
Non farlo, non puoi…io credo
di amare Fersen, per colpa tua devo ametterlo ed
accettarlo…soffriresti come un cane ad amarmi e io
non posso pensare di essere la causa della tua
sofferenza…potrebbe significare la fine di questo, lo
capisci? Vuoi che tutto questo finisca?
Non essere arrabbiata con me
perché ti amo…accettalo…ti dedico tutta la mia
vita…non vale granchè, ma è tua…io non ti
farò pesare questo mio sentimento, sarà un ingombro
leggero e in cambio tu dovrai solo continuare a volermi bene come hai
sempre fatto
Ti vorrò sempre bene
André…prima di conoscerti stavo diventando un bambino
imbronciato e prepotente…con te ho imparato a giocare e a ridere
e a rispettare tutti gli esseri umani…ma non soffrire…non
voglio che tu soffra…non so perché mi è
così insopportabile l’idea che tu soffra… non devi
soffrire per causa mia
Non volevo farti agitare…ti
prometto che non cambierà nulla.Non preoccuparti per me. Cercherò di farmi bastare quello che abbiamo e non
soffrirò molto Oscar…in tua compagnia sono quasi sempre
sereno,il mio non è un amore disperato come quello di Fersen o
come il tuo; io in fondo sono felice anche adesso, non vedi come si sta
bene, io e te assieme? Ogni volta che incrociamo le spade sento un
brivido lungo la schiena e forse lo senti anche tu…sentilo
Oscar, perché non mi ascolti? Non importa, io sono sempre
qui…basta che tu ti ricordi sempre chi sei…ricordati chi
sei
Ormai era calata la sera e intorno a loro c’era
silenzio…si sentiva solo lo stridere acuto delle loro
spade…andavano avanti così già da più di
mezz’ora(5) ed erano ormai allo stremo delle forze…non
avevano mai combattuto in modo così brutale e così a
lungo senza fermarsi.
Con un ultimo slancio Oscar riuscì a disarmare André e
nel fare questo lo ferì leggermente alla mano…era
più un graffio che una ferita vera e propria, ma Oscar ne fu
costernata. Crollarono a terra e ci volle qualche tempo prima che si
riprendessero…ora non si sentiva davvero più nessun
rumore se non i loro respiri che ritornavano piano ad una
velocità normale…
André guardò Oscar alla luce della luna…i capelli
sudati e scomposti, il petto che si alzava e abbassava
velocemente…
Se fossimo due amanti dopo
l’amore Oscar, ora potrei tenerti stretta tra le mie braccia e tu
potresti abbandonarti al sonno senza timore, e invece devo
accontentarmi di questo surrogato …chissà come deve
essere sentirti sotto di me, non le spade, come appendici di carne che si toccano, ma i nostri
corpi…sei così vicina...
Alzò la testa e con un balzo improvviso si mise a
sedere…il desiderio che lo aveva colto all’improvviso era
stato così forte da fargli temere di perdere il controllo
e sentì che se non avesse detto subito qualcosa sarebbe
stato capace di prenderla lì, mentre era ancora senza
forze e allora si che sarebbe tutto finito nel peggiore dei modi
-Touchè Oscar, è proprio il caso di dirlo-
-Andrè scusami…sei stato un osso veramente duro e se non
avessi tentato quell’ultima mossa mi avresti battuta…mi
sono lasciata trascinare dalla voglia di finire l’incontro; lo sai
che quando voglio vincere sono pronta a tutto…ti fa male?-
-Ma dai Oscar cos’è quella faccia? Non mi hai mica preso un occhio…-
-Non dirlo nemmeno per scherzo…Perdi sangue?-
-Oh, sì…litri e litri…ora devi offrirmi da bere per farti
perdonare…devo solo pensare a cosa…ma certo, credo
ricorderai cosa abbiamo bevuto l’ultima volta che mi hai ferito-
Oscar rise piano, guardando la stessa luna che prima aveva permesso ad André di vedere l’oggetto del suo desiderio
-Ah già, tu sei quello dalla memoria di ferro, come fai a
ricordarti tutto? Sì che me lo ricordo; eravamo dei ragazzini e
non ci rendevamo conto di quello che rischiavamo-
-Beh…era buono però eh…ne assaggerei volentieri un altro po’-
-Scordatelo, non siamo più bambini. Il brandy di mio padre non si
tocca…lo sai che è gelosissimo della sua riserva privata-
-L’hai toccato quella volta però-
-Fu solo un goccio e solo perché mi avevi sfidata…ricordo
ancora la tua faccia quando mi vedesti arrivare con la bottiglia in mano-
-Sì certo, un goccio eh?…mmm...-
-Erano altri tempi ti dico-
-Non è mica passato un secolo da che eravamo ragazzi sai? Comunque se la metti così ti sfido nuovamente…-
-Non mi tentare…lo sai che non mi devi provocare-
Si alzarono aiutandosi a vicenda e ridendo come ai vecchi
tempi…si erano sfogati a modo loro e l’enorme
quantità di energia che avevano liberato in quel loro scontro
aveva placato per qualche ora le loro anime in pena …soffrivano
ancora certo, ma la stanchezza li aveva disarmati e la rabbia era
passata…sapevano che quel ristoro sarebbe durato poche ore, che
purtroppo non erano più dei ragazzi e che avrebbero dovuto
faticare non poco per proteggere la loro amicizia non solo dal mondo
esterno, ma anche daloro stessi, ma erano grati per quei momenti di pace
e volevano goderseli bevendo un po’ assieme e dimenticando quella
brutta giornata
-Vieni, ti accompagno in cucina…lì potrai medicarti quel graffio-
-Graffio? Guarda, è largo almeno cinque centimetri-
-Cinque? Ma chi ti ha insegnato a prendere le misure?Sono al massimo
quattro e mezzo. Dai, vieni a sciacquarti la ferita, intanto che
io vado a chiamare tua nonna-
-Sei crudele Oscar…se sa che abbiamo combattuto in questo modo mi uccide…è questo che vuoi?-
-Sì, l’idea era questa, tutto pur di non affrontare il rischio di trafugare il brandy dallo studio di mio padre.-
-Non importa Oscar…prima scherzavo…è vero, siamo cresciuti ormai per queste cose-
-Paura eh? Io vado a farmi un bagno e poi si vedrà. A dopo
André e grazie per il combattimento…ne avevo veramente
bisogno-
André seguì con gli occhi la figura snella e slanciata che stava salendo le scale
-Sono qui anche per questo Oscar-si sentì sussurrare
-Lo so André, lo so bene- disse piano Oscar, mentre entrava nella sua stanza.
---Fine----
Intanto ringrazio tantissimo chi ha avuto la pazienza di leggere questo
delirio, questa volta spero di essere andata un po’ più in
profondità…se continuano a venirmi idee per le due
storie a capitoli e che spero di aggiornare presto e per queste storie
di un capitolo è solo grazie alle vostre dritte e alla lettura
della vostre ff. Grazie infinite a chi lascia una parola e anche a chi
legge e basta. Mi sembra quasi impossibile che ad alcune di voi
piacciano le cose che scrivo. Grazie .
Note
1- Si sa che André ha una grande passione per
le mele rosse e questo ha ovviamente dei rimandi biblici(simbolo dl
desiderio ecc). Anche se nella scena iniziale nell’anime
André tiene in mano la mela per tutto il monologo, a me piaceva
l’idea della mela calda e della calma della sua voce in
contrapposizione alla folle gelosia che lo attanaglia. Allontana la
mela, ma non riesce a frenare il suo cuore.
2- Questa è chiaramente la frase che
dirà Oscar più avanti nell’episodio, ma a me piaceva
metterla in bocca ad André
3- Ho visto che alcune di voi hanno già scitto
questa cosa e molto meglio di me…scusatemi, non era mia
intenzione scopiazzarvi; ho sempre pensato anch’io che la spada
sia uno dei mezzi che Oscar ha per eliminae le distanze da
Andrè ed esternare i suoi sentimenti, come d’altra parte
anche il piano.
4- Non sono assolutamente un ‘esperta di
scherma: il linguaggio tecnico l’ho imparato guardando la Vezzali
e la Grambassi alle olimpiadi e quindi se ho sbagliato qualcosa nella
descrizione dei movimenti non esitate a dirmelo che correggo subito(la
mise en garde è la posizione di partenza come è
facilmente intuibile,il fléche invece è un affondo
più preciso e slanciato).
5- Visto che un incontro di fioretto è
frazionato in incontri di pochi minuti e che lo letto che la scherma
pretende un grande sforzo cardiocircolatorio oltre che di
concentrazione immagino che mezz’ora di combattimento sia
veramnete un tempo eccessivo, ma volevo farli stramazzare a terra
dalla fatica, per rendere l’entita della rabbia che hanno dentro
6- Alla fine noterete un cambio di tono che
può sembrare(e di certo è), poco in linea con la coerenza
della narrazione, ma mi sembrava tutto troppo melodrammatico e volevo
farli scherzare un po'…in fondo sono due persone con una
grande intimità. Comunque ditemi cosa ne pensate che mi fa piacere
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