La verità vista con gli occhi di un bambino

di Gaara4
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Era tardo pomeriggio come tanti altri, il sole cominciò a tingersi del rosso tipico del tramonto. Light si trovava seduto su una panchina, davanti all’università, un po’ stanco dopo aver sostenuto l’esame di ammissione, ma certo di averlo superato con il massimo del punteggio, come sempre del resto.
Ma non era l’unico motivo, si rese presto conto che passare ore e ore, giorno dopo giorno, a giudicare i criminali lo sfiancava
“il mondo è così pieno di gente malvagia”
si ritrovò a pensare per l’ennesima volta, chiudendo gli occhi, mentre la brezza del vento gli accarezza il viso
“Ma devo adempiere alla mia missione, ripulire il mondo anime impure” pensò deciso.
“Signore posso sedermi accanto a te” la candida voce di un bambino lo riscosse dai suoi pensieri
“Si certo, io sono Light” rispose Light sorridendo “E tu come ti chiami?” chiese
“Michael” rispose il ragazzino mentre si sedeva “ho” Light lo vide muovere le dita della mano in cerca del numero giusto “sei, sei anni, faccio la prima elementare” disse Michael soddisfatto di essere riuscito nella sua impresa.
Light si accorse che lo guardava con dei grandi occhi vispi e puri, tipici dell’innocenza di un bambino.
Dopo un paio di minuti durante i quali Michael osservava i passanti “Kira”un mormorio
“Come scusa?” chiese Light agitato e sorpreso nello stesso tempo, possibile che quel bambino fosse a conoscenza di lui? “Ho sentito questo nome alla televisione, dicono che sia stato mandato dal cielo per mettere in punizione i cattivi, come fa la mia mamma quando non faccio il bravo” rispose Michael “Poi hanno chiesto cosa pensiamo di Kira” continuò guardando alcuni ragazzi che tornavano alla propria casa per la cena.
“Tu cosa ne pensi Light?” chiese con un po’ d’ingenuità. Light d’altrocanto aveva ascoltato parola, per parola e suo malgrado cercò di inventarsi una risposta a quel ragazzino, ma di fronte a quegli occhi riuscì solo a esprimere ciò che pensava realmente “Credo che se gli uomini commettono degli sbagli, sia giusto che ci sia qualcuno che li punisca e li giudichi” concluse aspettando la reazione di Michael. Si stava già facendo sera, presto sarebbe stata ora di tornare “Ma la mia mamma mi ha spiegato che solo Dio può giudicare chi è cattivo e chi è bravo e non siamo noi a giudicare”.
“Tesoro vieni è tardi” si udì una voce femminile in fondo alla strada.
“Arrivo mamma” si affrettò a rispondere Michael “Sai se incontrassi Kira gli chiederei, cosa pensa su una frase che ho letto sul mio libro di italiano, eccola! Ciao Light”. E se ne andò correndo verso sua madre, lasciando al ragazzo più grande un foglio su cui c’era una frase, su cui Light rifletté molto, scritta con una calligrafia un po’ disordinata,“Quando giudichiamo qualcuno in realtà giudichiamo noi stessi”.




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