Hermione aprì gli occhi, si sgranchì prima le gambe, poi le braccia.
Sbadigliò molto
silenziosamente e si stropicciò lentamente gli occhi.
Uffi!
Aveva ancora sonno.
E poi non si voleva alzare
poiché sapeva che si sarebbe ricordata che il suo migliore amico non aveva
ancora risposto alla sua lettera.
Quale suo migliore amico?
Beh, Ron Weasley.
Finalmente Fleur voleva
presentare ai suoi genitori Bill, il fratello maggiore di Ron e Ginny, e quell’estate sarebbero andati in Francia, e più
precisamente nella bellissima Parigi.
Fleur aveva così tanto
insistito che Ron e Ginny venissero con loro che il signor Weasley aveva dovuto
pagare il viaggio non più ad una sola persona ma a tre.
A Hermione Ron mancava tanto.
Ma tanto tanto
tanto!
Decise finalmente di alzarsi
e di scendere a fare colazione con i suoi genitori, ma si accorse proprio
quando stava infilando i sandali a infradito che un gufetto
piccino stava fuori la finestra tutto rannicchiato dentro se stesso e teneva
nel becco una lettera.
Immediatamente Hermione aprì
la finestra e prese tra le mani il piccolino, posandolo sulla sua scrivania
ordinatissima ma pur sempre strapiena di libri.
Con l’indice lo toccò un
pochino e fu allora che Leo, infastidito, sbattè le
ali e girò la testa dall’altra parte.
Evidentemente non si voleva
svegliare, voleva ancora dormire e rimanerci a lungo, anche.
Proprio come il padroncino.
Sorrise dolcemente la ragazza
sfilando la lettera, poi l’aprì immediatamente.
Ciao Hermione,
probabilmente sarai arrabbiatissima con me perché non
ho risposto subito alla tua lettera ma, vedi, è successo un casino che magari
ti spiegherò quando verrai alla Tana, ok?
Vuoi che ti venga a prendere da casa tua?
Fammi
sapere.
Ron.
Hermione sorrise a quelle
semplicissime parole, e alla sua scrittura.
La sfiorò dolcemente e sentì
il cuore battere a mille.
Eppure erano solo parole
scritte…
° ^^^^^^^ °
‘ Roooonnn!!’
urlò mamma Weasley mentre si sentiva il rumore di una macchina arrivare.
Il ragazzo scese a due a due
i gradini e gli ultimi quattro li saltò completamente.
Andò fuori in giardino e la
vide.
Era lei.
Con quella canotta bianca e le bretelline
azzurre, con quel paio di jeans così aderenti che facevano immaginare già
tutto, quei capelli boccolosi legati in una coda alta
e quel sorriso dolcissimo che gli fece tremare le gambe.
‘Oh, finalmente faccio la tua
conoscenza, Ron!’ esclamò il papà di Hermione porgendogli la mano.
Ron strinse la mano, poi si
rivolse a Hermione ‘Ciao, com’è andata?’
‘ Bene, tu come stai?’
rispose lei.
Il sole picchiava sulla testa
di tutti, ma in particolare i raggi solari si divertivano fra i capelli della
Granger facendoli diventare dorati.
Hermione inclinò il viso
verso destra ‘Ohi?’
Ron si risvegliò dai suoi
pensieri ‘ V-vuoi che ti porti la valigia in camera?’
‘ Veramente l’ha già fatto
Ginny… ma ti trovi sulla luna?’
Ron abbassò lo sguardo
arrossendo furiosamente e rientrarono insieme a casa.
Nel pomeriggio arrivò anche
Harry e insieme arrivò anche l’ora di cena.
Fuori nel giardino della
Tana, Molly aveva messo le due solite tavolate e ora
tutti insieme stavano assaporando quello stufato così buono.
Spesso Hermione si voltava
verso Ron, poiché si sentiva osservata, e non sbagliava.
Ma il rosso, scuotendo la
testa, si voltava velocemente verso Harry, fred e
Charlie e continuava a parlare.
‘ E’ cotto di te, lo sai
vero?’ le domandò Ginny, mentre si serviva di insalata fresca.
Hermione si rivoltò e non rispose.
‘ E’ timido.’ Le spiegò
ancora, la rossa, versandosi ora un po’ d’acqua ‘ Ha bisogno di una spinta.’
‘ Beh, dimmi com’è andato il
viaggio in Francia.’ Cercò di cambiare discorso Hermione, decidendo di non
voltarsi più verso l’amico.
La guardava come se fosse la
prima volta che vedeva una ragazza.
Osservava ogni suo minimo
movimento.
Come muoveva le mani mentre
parlava, come inforcava coltello e forchetta.
Come muoveva le labbra mentre
mangiava.
Era quello che lo faceva
impazzire.
Come le muoveva.
E desiderava essere lui, per
un momento, quel bicchiere o quella forchetta o quella foglia di lattuga.
Per assaporare quelle labbra
così belle e piene, così desiderose di passione.
E lei si volta.
E a lui manca un battito,
mentre sente il cervello svuotarsi di ossigeno.
Lo guarda.
Aggrotta le sopracciglia come
per chiedere spiegazioni.
E lui vuole sfuggire a tutto
questo.
Non vuole dirglielo.
Non vuole.
Si volta di scatto e mentre
con il cervello pensava alla sua migliore amica, con la bocca parlava di cose
che, poco tempo prima, gli sarebbero sembrate interessantissime.
******
Non riusciva a dormire.
Ecco tutto.
Forse erano stati quei
peperoni della madre che gli si erano piombati sullo stomaco…
O forse il gelato, magari le
fragole non erano state sbucciate per bene.
O forse era la sua presenza a
sconvolgerlo.
Cosa che anni addietro era
normale, quel giorno gli sembrava stranamente diverso.
Era come se il suo corpo avesse deciso di
crescere e trasformarsi tutto d’un colpo.
Troppo velocemente.
‘ Ehi, anche tu sveglio?’
Oh no! adesso anche il
cervello si era fuso!
Adesso sentiva anche la sua
voce…
Ma quel corpo… coperto da un
leggerissimo pigiama composto da magliettina corta e
pantaloncini a metà gamba.
Era così reale.
Era davanti a lui, e ora si
stava massaggiando il collo, così perfetto, così bello, così desideroso di
baci.
‘ Hermione? Che ci fai qui?’
domandò Ron, alzandosi e raggiungendo l’amica che ora si trovava davanti il
frigorifero.
Lui invece si poggiò al
mobile del lavandino.
‘ Non ho sonno. Sono venuta a
bere un po’ d’acqua’ spiegò lei.
Ron si voltò per prendere un
bicchiere ma lei aveva fatto lo stesso e adesso si trovavano mano nella mano
sullo stesso freddo bicchiere.
Ron tossicchiò lasciando
subito la presa mentre le gote della ragazza prendevano fuoco.
E presero ancora più fuoco
quando si dovette sporgere sul lavandino per riempire il bicchiere.
Gli sfiorava il petto e il bacino,
così ben scolpiti dal Quidditch.
Erano tutti e due scalzi e in
pigiama e le gambe così perfette toccarono debolmente quelle di lui.
Finalmente l’inferno finì
quando il bicchiere si decise a riempirsi, e lei potè
cominciare a bere.
E lui la osservò.
Non aveva sete.
Aveva voglia di vederlo.
O magari di parlagli.
O forse non sapeva che c’era
e voleva rimanere un po’ sola a pensare.
Lui non lo sapeva proprio.
Sapeva solo che quando uno
aveva veramente sete finiva il bicchiere in un attimo, mentre quel bicchiere
ora era posato sul tavolo ancora quasi pieno.
E lui sorrise.
E lei anche ‘ In realtà… volevo una tua idea su com’è Parigi.’
‘ Oh… ehm..beh,
carina… Sì. Mi sembrava di parlare con tante Fleur!!’ esclamò grattandosi la
nuca.
Hermione rise, coprendosi la
bocca con una mano.
E lui la guardava, mentre
quegli occhi si piegavano in un sorriso solare.
Solare come era la sua
persona.
‘ Oh, quasi dimenticavo! Ho
un piccolo regalo per te. Non è un granchè, però…’
disse Ron, arrossendo.
Hermione lo guardò ‘ Davvero?
Fammelo vedere!’
Ron frugò nella tasca, poi
uscì un piccolo pacchetto color avorio con un bigliettino con su scritto “Per
Hermione da Ron”.
E quella frase a Hermione
fece tanto stare bene.
Una frase che non aveva mai
letto e che le fece arrivare il cuore in gola.
Con le mani tremanti,
Hermione aprì il pacchetto con delicatezza e uscì un braccialetto di un
materiale indiano simile ad una corda levigata con su incise
H . R .
Hermione lo guardò ‘ H…R?’
Che vuol dire?
Ron arrossì e si guardò
attorno come in cerca di aiuto che non trovò.
Poi si ricordò di Harry ‘ Per
differenziarti da Harry, è chiaro no?’
‘ E perché non hai messo
l’iniziale del mio cognome?’ domandò insistentemente lei, avvicinandosi al
ragazzo.
Il quale deglutì ‘ P-perché.. non ci avevo pensato…. Magari è bruttino… ma era
tutto quello che mi potevo permettere…’ abbassò il volto, imbarazzato.
‘ E’ bellissimo, invece,
grazie. Mi chiedo… perché non me l’hai dato davanti a tutti…’
‘ Volevo che rimanesse tra
noi, ecco… non l’ho fatto a nessuno il regalo… neanche a Harry… solo a te.’
Hermione rimase colpita da
quelle parole e lo guardò ‘ Grazie…’
‘ Figurati! Se solo il tuo
amico fosse ricco ti regalerebbe la luna…’
‘ Non mi serve la luna. Ho
già te e questo mi basta, Ron.’
Ron sorrise,
superimbarazzato, mentre l’amica gli porgeva il polso ‘ Me lo metti?’
Ron ubbidì, e mentre le loro mani si intrecciavano
bisbigliò ‘ In realtà… l’ho fatto apposta a mettere anche la R, Hermione.’
‘ Lo so.’ Sussurrò lei.
Ron la guardò, mentre un
morso sembrava prendergli lo stomaco.
Le prese delicatamente il
mento e, chiudendo gli occhi, sfiorò le labbra di lei.
E le scoprì come le aveva
sempre immaginate.
Così calde, così belle, così
morbide.
Hermione gli mise le braccia
intorno al collo mentre Ron se la stringeva sempre di più a se.
Hermione schiuse le labbra, e
Ron, invitato praticamente a nozze, le schiuse anche lui e cominciarono a
stringersi sempre di più.
Quando i loro polmoni
chiesero ossigeno Ron la guardò ‘ Ti amo.’
‘ Anche io ti amo.’
Ron sorrise mentre
rincominciò a baciarla e insieme cercarono a tentoni di trovare il divano.
Trovato, Ron la stese
dolcemente mentre le dita di lei
viaggiavano tra i capelli di Ron.
‘ Sono pesante?’ chiese Ron
che si trovava sopra di lei.
Lei negò con la testa.
‘ Ragazzi!’ erano Harry e
Ginny che erano scesi in cucina.
Ron si alzò di scatto da
Hermione e Hermione fece lo stesso,
alzandosi dal divano.
‘ R-ragazzi..che
ci fate qui?’ domandò Hermione, mettendosi una ciocca di capelli dietro
l’orecchio.
‘ Voi che ci fate qui?’
domandò Ginny, mentre prendeva un pentolino e metteva a riscaldare dell’acqua.
‘ N-noi?
Ehm… stav…stavamo cercando una cosa…’ rispose
Hermione.
‘ E.. per cercare una cosa…
bisognava che Ron si sbottonasse i pantaloni?’ domandò Harry, malizioso
indicando i pantaloni del rosso.
Hermione arrossì se possibile
ancora di più mentre il rosso si abbottonava e alzava la zip dei pantaloni.
‘ Voi?’ ridomandò Ron.
‘ Harry aveva voglia di una
camomilla… volete favorire?’ domandò Ginny, mentre riempiva due tazze con un
po’ di macinato di camomilla.
Hermione negò con la testa
‘No, adesso me ne vado a letto… buonanotte.’
Ron la guardò ‘ Buonanotte…’
E la guardò ancora mentre
saliva le scale, mentre il bacino si muoveva e le gambe avanzavano lente per
salire.
‘ Ti hanno rubato la lingua?’
domandò Harry, sedendosi sul divano.
Ginny ridacchiò, mentre Harry
brandiva quello che sembrava un reggiseno azzurro.
‘ E questo di chi è?’ domandò
il moro.
Ron si voltò, arrossì
furiosamente mentre lo strattonò dalle mani dell’amico ‘Ma dico sei pazzo? Come
ti viene?? Metti che entravano Fred e George, o
addirittura mia madre!’
‘ Avrebbero finalmente capito
quello che noi abbiamo capito da anni… e cioè che tu e Hermione vi piacete..’
spiegò Harry, sorseggiando la camomilla.
‘ Sarò io la madrina di
vostro figlio, vero?’ scherzò la sorella.
Ron prese un cuscino e glielo
buttò addosso ‘Non scherzare su queste cose!’ e poi scoppiò a ridere, mentre
risaliva le scale per restituire la cosa
accidentalmente dimenticata di Hermione.
//
Era stesa sul letto comodo,
mentre accarezzava Grattastinchi.
Ebbe prurito alla schiena e
si accorse di una cosa.
Una terribile cosa.
‘ Oh mio Dio!’ sussurrò,
mentre svelta scese dal letto per dirigersi alla porta.
L’aprì e andò a sbattere
contro qualcuno. Guardò in su. ‘Ron?!’
‘ Credo che sia tuo…’ le
porse il reggiseno.
‘ Beh, tuo non può esserlo di
certo.’ Scherzò lei ‘ Grazie.’
‘ Scusa se te l’ho tolto…’
cominciò lui.
‘ E tu scusami perché ti ho
sbottonato i pantaloni…’
Tutti e due scoppiarono a
ridere, poi divennero di nuovo seri.
‘ Vuoi entrare?’ domandò d’un
tratto Hermione.
‘ C-chi…i-io?’
‘ Mhm-mhm.’
Lui annuì, e mentre quella
porta di legno si chiuse piano, una manciata di capelli rossi scoppiò a ridere
battendosi dei meravigliosi cinque.
‘ Evvai!!’
esclamò Fred, brandendo in aria un pugno.
‘ E io che credevo che il
nostro fratellino fosse asessuato!’ disse Charlie in preda ad un altro attacco
di risa.
‘ E tutto per merito nostro,
vero Harry?’ domandò Ginny.
‘ Hai completamente ragione,
Gin. Brindiamo alla nostra ennesima vittoria!’ esclamò il moro porgendo la
tazza si camomilla.
Fecero cin-cin e da quel
semplice cin-cin una nuova vita sarebbe rincominciata.
Beh, è una piccola one-shot
senza tante pretese…
Ditemi ciò che ne pensate, ciao!!!