-Long time ago-
Che le pozioni di Komui fossero una calamita per i guai, e che uno dei
loro bersagli preferiti fosse Allen, era ormai risaputo. Ma cosa
accadrebbe se, a causa di una di esse, Allen e Tyki tornassero bambini,
senza i ricordi della guerra, semplicemente come se non fossero mai
cresciuti?
[Yaoi/Shounen-ai - Tyki x Allen]
-Titolo:
Long time ago
-Autore:
Madame Melerik [Gala
& XShade-Shinra]
-Manga:
D.Gray-man
-Pairings:
TxA (Tyki x Allen - poker pair)
-Genere:
Commedia, Fluff
-Personaggi:
Tyki/Allen, Lenalee, Link, Lavi, Un po' tutti
-Warnings:
Yaoi/Shounen-ai, What if…
-Rating:
Arancione
-Capitoli: 2
-Disclaimer:
Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e
comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come
d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi
non ci appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei
relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno
scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
-Note:
Ritorna l’Estate e torniamo anche noi! *^* *battono
cinque*
Dopo aver corretto da cima a fondo tutto “Better than
Beautiful” e portato avanti altri nostri progetti, siamo
pronte per iniziare a pubblicare! ^^
Sperando che anche questa nostra nuova elucubrazione senza troppe
pretese vi piaccia, vi auguriamo buona lettura! ^^
Gala & XShade-Shinra
- Long time ago -
Capitolo 01
C'era molto fermento, quel giorno, nella nuova sede del Black Order.
Un piccolo gruppo, composto da Allen, Lenalee, Lavi e Link, trasportava
un prigioniero verso l'ufficio del Supervisore Komui.
Erano riusciti a catturare il Noah Tyki Mikk.
Tutti gli Esorcisti ed i Finder si erano accorpati lungo la strada
verso la meta dei ragazzi appena tornati dalla missione, quasi come se
si trattasse di un corteo od una processione, cedevano loro il passo
quando si avvicinavano, attaccandosi al muro per poter ammirare la
preda.
Gli occhi di Tyki, però, erano fissi sulla mano deforme che
lo teneva per un braccio, cercando di evitare una possibile fuga; Allen
gli camminava accanto. Poteva distintamente sentire il profumo dei suoi
capelli o l'aroma che sprigionava la base del collo e sentirsene
inebriato.
Dopotutto il portoghese si trovava lì per sua scelta, non
certo perché si fosse fatto catturare, come credevano quei
poveri ingenui.
Link era tronfio di sé per la buona riuscita della missione:
oltre al frammento dell'Innocence che avevano recuperato, erano
riusciti anche a portare alla Home un elemento della famiglia Noah. Il
Sovrintendente Lvellie ne sarebbe stato entusiasta.
Le labbra del moro si avvicinarono per l'ennesima volta all'orecchio di
Allen e l'altro trattenne il fiato. Era da quando si erano rincontrati
che lo torturava in quella maniera.
«Scommetto che sarai orgoglioso di te, Shounen... Se
vuoi, possiamo festeggiare insieme, stanotte...» gli
soffiò caldo nell'orecchio.
«No, grazie...» borbottò,
arrossendo ancora.
«Perché?» chiese,
assottigliando lo sguardo con fare provocante.
«Non ho niente da festeggiare...»
sussurrò il ragazzo, spostando lo sguardo di lato.
«La cattura di un Noah...» gli
ricordò, come se non stesse parlando di sé
«E non un Noah qualunque, ma quello del... piacere...»
Il ragazzo non rispose, arrossendo ancora una volta. Era ovvio che Tyki
stesse tentando di provocarlo, ma lui non avrebbe ceduto! Non si
sarebbe lasciato mai raggirare!
«Vorresti provare stanotte il mio potere segreto?»
gli chiese, mordicchiandogli la tenera cartilagine
dell'orecchio.
L'albino spalancò gli occhi diventando della stessa
tonalità dei capelli di Lavi.
«La vuoi smettere?» lo pregò
esasperato.
«Ehy!» gli altri tre chiamarono in
coretto il moro, che si girò appena.
«Che volete?» domandò con
fare annoiato, prima di ricevere una martellata in testa da Lavi, un
calcione da Lenalee ed un... colpo di treccia da Link.
«BASTA!!!» urlarono
all’unisono.
Allen si strinse le braccia intorno al petto leggermente traumatizzato.
Non aveva mai ricevuto molestie del genere così
insistentemente.
«Ora vieni con me!» abbaiò
il membro della squadra dei Corvi, trascinandolo dolorosamente via per
i capelli, mentre il pubblico li guardava allibiti.
«Tutto bene, Allen?» gli
domandò subito Junior.
«Credo di sì...»
rabbrividì Allen, seguendo il biondo nell'ufficio di Komui.
Lenalee tirò appena la manica dell'uniforme del rosso,
perché rimanesse un poco indietro.
«Non ho capito perché Allen si è
ostinato a portarlo qua ancora da Noah...»
sussurrò.
«Lo sai com'è fatto Allen... per lui i Noah
sono normali esseri umani...» fece con un'alzata di
spalle, il guercio.
«Lo sta facendo impazzire!»
sbuffò, gonfiando una guancia, gelosa.
«Già... fa tanto il gradasso anche nella
posizione in cui si trova...»
«Allen... è troppo buono...»
disse sconfitta, la cinese.
Il Bookman sospirò ed entrarono anche loro nell'ufficio di
Komui... venendo subito investiti da urla e pianti da parte del
Supervisore.
«Reever!» abbaiò il cinese,
rincorrendo l'australiano per tutto l'ufficio.
«Fratello! Che sta succedendo?» chiese
in imbarazzo, Lenalee, mentre Reever scappava dal boccoloso con in mano
una strana e sospetta boccetta.
«Oh, Lenaaa!» urlò l'uomo,
festante «Sei tornata!»
«Sì...» rispose preoccupata.
Dalla gioia il Supervisore si estraniò dalla
realtà ed inciampò, cadendo addosso al biondo, al
quale scivolò inavvertitamente la fiala, che volò
per aria. Purtroppo il tappo, che doveva essere mal avvitato, si
separò dal contenitore ed il liquido, dallo spregevole color
marrone, finì addosso a Tyki ed Allen, i più
vicini alla traiettoria della boccetta.
Una densa nube di fumo si sprigionò intorno ai due
malcapitati; per riflesso gli altri appena arrivati si tapparono il
naso, per riparare i nervi olfattivi dalla puzza.
«Che schifo...» disse la vocina di un
bambino.
«Già... ha un brutto odore!»
disse un altro bimbo, tossendo appena.
«Eh?» chiesero in coro Link e i due
Esorcisti.
«Oh, no! E' successo di nuovo...» si
lamentò Reever.
«Successo cosa?» chiese sospettoso,
Link.
Ma i membri della sezione scientifica non risposero, visto che Komui
afferrò il collega biondo per il colletto del camice e
scapparono via in sella a Komunrin. Appena i ragazzi tornati dalla
missione avessero visto lo scandalo che compiva quella pozione, li
avrebbero come minimo impalati!
Il fumo si diradò piano scoprendo due figure basse
dall'aspetto informe e grottesco.
Ad un certo punto, un forte grido penetrante fu emesso da una delle due
creature, che cadde a terra come provò a camminare.
«Ahio! Che botta!» si
lamentò un... bambino.
Aveva profondi occhi neri, la pelle
ambrata, e ricci capelli ebano. Sembrava un piccolo Latin Lover.
«Non pensare che io ti aiuti.» disse un
altro bimbo, dalla pelle chiara ed i capelli castani... Chi era?!
«Chi sono questi bambini?» chiese
confusa, Lenalee.
«A rigor di logica sono Walker e Mikk...» dedusse
Link.
Lavi guardò attentamente il bambino castano...
«Dai tratti sembra Allen... però... non ha
la cicatrice e... i suoi capelli non sono argentati.»
«Tsk...» fece stizzito il castano
stringendosi i vestiti intorno al corpicino segnato da brutti ed estesi
lividi. Si guardava intorno nervoso, come se non avesse dovuto trovarsi
lì.
«Tutto bene?» chiese gentile la cinese,
allungando una mano per regalargli una carezza. Lui però
gliela scacciò con uno schiaffo.
«Non mi toccare!» tremò
appena «Perché sono qui? Se non torno al
circo prima del tramonto Cosimo si arrabbierà...»
«Mamma...» pianse appena il moretto,
sedendosi a terra con due lacrimoni agli occhi.
«Allen... non devi avere paura. Noi siamo tuoi
amici...» cercò di non demordere la ragazzina.
«Io non ho bisogno di amici... non mi servono...»
borbottò quello che tra i due sembrava il
bambino più piccolo.
«Io voglio la mamma!»
singhiozzò quello che doveva essere Tyki.
«Ehm... ragazzi, su... ora dobbiamo andare a cercare
Komui...» disse piano il rosso.
«Lavi, hai visto i lividi che ha sul corpo, Allen?»
fece preoccupata avvicinandosi a lui.
«NESSUNO QUI MI VUOLE BENE!!!»
urlò a pieni polmoni il portoghese, tanto da far mettere le
mani sulle orecchie a tutti.
«Smettila di urlare! Non ti vorrà mai bene
nessuno se fai tanto rumore!» fece scorbutico Allen,
lanciandogli una scarpa.
«WEEE!!» pianse come una sirena a
quell'azione «MI HA FATTO MALEEE!!!»
era davvero un piagnucolone…
«Su su, fai il bravo...»
provò a consolarlo Lavi, che lo prese in braccio.
«GNOOO!!!» urlò, sporcando
di moccio la divisa del Bookman «Voglio la
mammaaa!!!»
«Se smetti di piangere ti do le caramelle...» lo
tentò Junior.
«Caramelle?» chiese, zittendosi subito.
«Esatto... ma le do solo ai bambini bravi che non
piangono!» fece il rosso, come uno che la sapeva lunga.
«Oh...» fece piano Tyki
«Grazie, signor Benda!»
sussurrò, dandogli un bacio sulla guancia per poi
abbraccialo per il collo.
Link intanto si era avvicinato ad Allen.
"Ed ora... cosa dico al Sovrintendente Lvellie...?" si chiese,
sconvolto.
«Che cosa guardi?» chiese tagliente
l'inglesino. Quella peste era così diversa dal solito
Walker…
«Mi fai vedere il braccio sinistro, Walker?» gli
chiese con sguardo duro.
Il bambino lo nascose dietro la schiena, spostando lo sguardo da una
parte.
«Non so chi sia questo Walker, e poi non ti faccio
vedere un bel niente!»
«Uhm, va bene.» fece Howard, afferrando
con forza il braccio del più piccolo.
«Ah! Lasciami, mi fai male!» si
lamentò Allen, dimenandosi dalla presa di Due Nei. Lenalee
si arrabbiò a quella scena e protesse l'inglesino tra le
proprie braccia.
«Link, vergognati! Allen ora è solo un
bambino! Non puoi essere così rude...» lo
ammonì.
«Lasciami!» gridò Allen alla
compagna Esorcista «Non ho bisogno di farmi difendere
da nessuno! Soprattutto da una femmina!»
«Scusa...» borbottò
dispiaciuta, lei.
«Il braccio, Walker!» ripeté
Link, tendendo una mano.
Il bambino borbottò ancora qualcosa tipo "Non conosco nessun
Walker" per poi porgere riluttante il braccio sinistro al biondo.
«E' proprio lui...»
sussurrò, guardandogli la mano rossa e deforme.
«Avevi bisogno di vedere il braccio per esserne sicuro?
E' ovvio che sia lui! Guarda i suoi occhi...» fece
Lenalee, raddolcendo la voce, cucciandosi appena vicino ad Allen.
«Noi non vogliamo farti del male e il tuo braccio non
devi mostrarlo più a nessuno se non vuoi. Hai
fame?» chiese dolce, sperando che l'amico non la scacciasse
un'altra volta.
«Signorina Lee, non devi trattare Walker come un
poppante! Ha diciotto anni, ormai!» le
ricordò Link.
«Questo Allen non è quello che conosciamo
noi, altrimenti ci riconoscerebbe, e Tyki certo non si accontenterebbe
di una manciata di caramelle...» fece arrabbiata lei,
indicando un soddisfatto Tyki che si abbuffava di dolci.
Due Nei rimase basito per un attimo, poi guardò nuovamente
Allen e gli accarezzò la guancia dove sarebbe dovuta esserci
la cicatrice.
«Ha ancora l'Innocence... sarà ancora utile
al Pontefice.»
Allen dapprima serrò forte gli occhi, pensando che Link
volesse picchiarlo, poi li schiuse sconcertato a quella carezza,
arrossendo appena.
«Portatelo da qualche parte con il Noah e fate loro la
guardia.» disse duro, allontanandosi dal bambino.
Lenalee sorrise furba a quelle parole.
«Allen è un nostro compagno e Tyki non
è più un Noah, vero Lavi? Hanno bisogno di
qualcuno che faccia loro la guardia?» chiese, prendendo
Allen tra le braccia.
«Che cos'è un Noah?» chiese
il portoghese, con le ditine intrise di zucchero.
«Non sappiamo a che età si è
risvegliato il Noah che dorme in lui.» disse cupo il
Corvo, uscendo dall'ufficio del Supervisore.
«Certo non adesso...» Lenalee fece
l'occhiolino al piccolo Mikk, accarezzando i setosi capelli
dell'inglesino. Allen l'aveva abbracciata senza dire niente, ancora un
po' sbigottito da tutte quelle attenzioni.
«Che facciamo, Lena?» chiese il rosso
«Sto per finire le caramelle.»
«Portiamoli dalla capo infermiera: Allen ha delle
brutte ferite, e poi chiederemo a Bookman di prestarci qualche
vestito!» disse decisa.
Di colpo, Lavi scoppiò a ridere.
«Che cos'hai da ridere?» chiese
perplessa, la ragazza.
«Ma ti immagini questi due con gli abiti da
cinese?» chiese tra le lacrime.
Lenalee s'imbronciò tirando un pugno in testa al rosso.
«Vedi altre soluzioni?» chiese
arrabbiata. A quel gesto Allen ridacchiò.
Mentre "i grandi" discutevano, Tyki allungò una caramella al
piccolo Allen:
«Vuoi?» chiese cordiale.
«Grazie...» borbottò quello
mangiando il dolciume tenendo gli occhi bassi.
«Come ti chiami?» gli chiese Tyki,
allungando la manina.
«Allen... e tu?» chiese ciucciandosi le
dita piene di zucchero.
«Io mi chiamo Tyki Mikk.» si
presentò «Non lo hai un cognome?»
L'inglesino scosse la testa in segno di diniego, mentre Lenalee l'aveva
vinta su Lavi e lo spingeva in infermeria.
«Oh... tu sei come i miei amici che abitano nelle
strade di Lisbona?» chiese a bassa voce.
«Come sono i tuoi amici?» chiese
confuso, il castano.
«Sono vagabondi...» rispose.
«Mh...» fece il bambino, stringendo le
braccia al collo di Lenalee come a voler confermare. «Non ce
l'ho la mamma e il papà...» disse
piano.
«Loro non sono i tuoi genitori?»
chiese, indicando i due Esorcisti.
«No, no... io sto in un circo! Mi fanno dare da
mangiare agli animali e pulire le loro gabbie...» disse
serio.
«Oh, io non ho mai visto il circo...»
sussurrò, per poi tirare appena la bandana di Lavi per avere
udienza «Ehy, signor Benda! Mi porti anche al circo se
faccio da bravo? Mi hanno detto che c'è lo zucchero
filato!» disse con gli occhi luccicanti.
«Eh-eh...» ridacchiò
depresso, Lavi, non volendo contraddire quella sirena ambulante.
«Se fai il bravo, forse...» disse,
aprendo poi la porta dell'infermeria.
«Veramente?! GRAZIE! GRAZIE!» disse
felice, abbracciandolo d'impeto al collo fin quasi a strozzarlo.
Allen e Lena osservarono perplessi la scena, mentre il demonio in
gonnella si avvicinava a loro, confusa a sua volta.
«Signorina Lee, chi sono questi due bambini?»
«Beh... vede... è una situazione difficile
da spiegare...»
«GRAZIE!!!» continuava a strillare Tyki
«Sarà così bello andare al circo
tutti insieme!»
«Scusi, può intanto visitare lui, mentre io
aiuto Lavi?» chiese nervosa, appioppandole Allen in
braccio.
«Ciao vecchia strega!» la
salutò il castano.
«Ma come ti permetti, maleducato?»
sibilò la capo infermiera.
«Ma come? Non sei la strega che lavora nel circo?»
chiese confuso, il bambino, mentre l'infermiera lo
metteva a sedere su di un letto.
«No e non faccio nessuno spettacolino!»
disse lei, arcigna.
«Peccato... saresti perfetta...» disse
mogio, Allen, mentre la donna gli sfilava i vestiti troppo grandi.
«Che brutti lividi...» disse la donna,
premendo il pollice sopra uno di essi.
«Ahia! Mi fai male!» si
lamentò il castano.
«Sono freschi... Che ti è successo?» gli
chiese, guardandolo negli occhi.
«Niente… io... sono caduto...»
borbottò, abbassando lo sguardo.
«Sei stato picchiato.» dedusse lei.
«Ugh!» trattenne il fiato il piccolo,
preso in contropiede «E se anche fosse? Tanto non
importa a nessuno!
Devo solo aspettare di crescere e poi non mi
picchierà più nessuno...»
l'aggredì, sentendosi alle strette.
«Beh, a me importa, invece.» disse la
"strega" prendendo i farmaci necessari per pulirgli le ferite e
curarlo.
«Oh...» disse sorpreso il bimbo, mentre
la donna gli disinfettava le ferite. Quelle parole lo avevano talmente
colpito che gli occhi gli si riempirono di lacrime.
«WEEE!!!» pianse a pieni polmoni con
grossi singhiozzi. Il petto gli si comprimeva velocemente, facendo
capire all'anziana donna quanto grande fosse la pena che quel monello
si portava dentro.
«Su, non fare così...» disse
piano, accarezzandogli i capelli «Sei un ometto, no?
Devi essere forte.»
«Sì...»
singhiozzò ancora, asciugandosi il viso con le manine
aperte.
«Bravo...»
Ma a quel punto, anche Tyki per riflesso ricominciò a
piangere.
«Zitto tu o ti do io un buon motivo per piangere!»
lo freddò l'infermiera, mentre metteva una
pomata ad Allen.
«Uhm...» fece Tyki, con il labbro
tremolante.
«Bene, tu sei a posto ora! Vieni tu...»
disse, indicando Tyki.
«Nooo!!! Mi vuole sculacciare!!!»
urlò, attaccato come una patella all'uniforme del Bookman.
«Che bambino viziato...» si
lamentò la capo infermiera, prendendo Tyki di peso e
mettendolo sul letto accanto ad Allen.
«Lei mi farà la bua come a te!»
frignò, stringendo Allen per la vita.
«No, è una strega buona...»
sorrise dolce il bimbo, accarezzando piano la testa a Tyki.
«Da-- Davvero?» chiese lui, alzando i
grandi occhi scuri su quelli chiari del ragazzo.
«Sì...» affermò
convinto, allungando una manina per prendere il lembo di una garza e
legarsi i capelli in una coda alta.
«Uhm... mi tieni la mano?»
bisbigliò il ragazzino.
«Fifone...» lo apostrofò,
stringendogli però la mano.
«Graccie...»
sussurrò,
stringendo forte gli occhi.
Bastarono due secondi.
«Questo è a posto! L'ho detto che era
viziato!» fece la donna, avvolgendo entrambi in una
coperta.
«Ha... finito...?» domandò
Tyki, rimanendo con gli occhi chiusi.
«Sì... puoi aprire gli occhi...»
sussurrò Allen, guardando la donna
allontanarsi per poi posargli meglio la coperta sulle spalle.
«L'ho detto che era buona...»
Il portoghese si rilassò e riaprì le pozze nere,
sorridendo, e strinse un poco di più la mano, tirando
l'amichetto verso di sé.
«Grazie.» gli sussurrò,
posando le labbra sulle sue.
Allen arrossì spingendo via l'altro.
«Che diavolo fai?» chiese con il petto
ansante.
«Ti do un bacio!» disse con l'aria
felice.
«E perché? Solo i papà e le mamme
si baciano così!» lo additò
pulendosi contrariato la bocca.
«La mia mamma lo fa con tutti...»
«Moron...» sibilò il
più piccolo, arrossendo ancora.
«Uhm...» fece appena il ragazzino
più grandicello, leccandosi le labbra. Aveva trovato Allen
particolarmente buono, anche più delle caramelle.
In quel momento Lavi, che con Lenalee era uscito a cercare un paio di
vestiti del vecchio panda, si presentò davanti ai due
piccolini. Per sua sfortuna aveva assistito alla scena e
capì che Tyki era segnato fin da piccolo a diventare un
pervertito.
«Allora... baldi giovani!» disse,
mostrando loro due vestiti, uno rosso e un altro di un appariscente
giallo «Chi vuole quello giallo?»
ghignò.
I due bambini lo guardarono per una frazione di secondo, incerti se
prenderlo sul serio o meno.
«Lui!» disse Tyki, indicando Allen.
«Che? Io non voglio sembrare un limone! Dallo a lui,
s'intona con i suoi occhi!» disse Allen.
«Ma a me va meglio il rosso!»
sbuffò Tyki, per poi ripensarci e sussurrare piano
all'orecchio del castano «Ma se mi dai un altro bacino,
lo prendo io quello giallo!»
Allen valutò i pro e i contro della proposta, per poi
osservare il vestito giallo. Era proprio brutto!
«Va bene...» si fece coraggio baciando
Tyki su una guancia.
«Non sulla guancia.» disse ad alta
voce, il moro, indicandosi le labbra, nello schifo più
totale di Lavi.
«Ehy!» fece il rosso, capendo che
urgeva intervenire.
«Grazie!» disse il castano prendendo il
vestito rosso, scendendo dal letto e nascondendosi dietro la gonna
dell'infermiera.
«Come?!» fece Tyki, imbestialito
«Voglio il mio bacino!»
urlò, scendendo dal letto per rincorrere l'ex-Esorcista.
Allen cominciò a scappare, vestendosi nel mentre. Era
davvero un bambino agile!
«Torna qui!» continuò a
gridare il moretto, mentre correva.
Alla capo infermiera sarebbero necessitate alcune settimane di
ferie....
«No! Fatti baciare dalla tua mamma!» lo
prese in giro, facendogli una linguaccia.
«La mamma non bacia me! Bacia i suoi amici!» disse,
mostrandogli la lingua di rimando.
«Chi se ne importa!» rise l'inglesino
finendo di abbottonarsi l'ultimo bottone della giacca rossa mentre Tyki
ancora era nudo.
«Uffa!!!» urlò, battendo un
piede a terra «Signor Bendaaa!!! Fai qualcosa!»
«Mi chiamo Lavi...»
piagnucolò il rosso, prendendo Allen in braccio, porgendolo
poi a Lenalee per tornare da Tyki per aiutarlo a vestirsi.
«Non lo voglio...» si
lamentò il bimbo, mettendo su un adorabile broncio.
«E' solo per oggi... poi compreremo qualcosa...»
cercò di convincerlo il giovane Bookman.
«Uffa!» fece ancora, incrociando le
braccia al petto.
«Smettila di fare i capricci, altrimenti Allen
riderà di te...» provò a
ricattarlo.
«E chi se ne frega!» disse il piccolo
«E non ne voglio baci da te, signor Benda!» mise
bene in chiaro.
«Muoviti Tyki, la signorina ha detto che ci porta a
mangiare se ti sbrighi!» urlò Allen,
sporgendosi dall'abbraccio di Lenalee per chiamare il moretto.
«Non ho fame!» fece l'offeso. In parte
aveva ragione, dopo essersi ingozzato di dolci...
«Dice che dopo ci lasceranno giocare insieme!»
provò a convincerlo ancora.
Ma il piccolo era davvero testardo e viziato. Gonfiò le
guance ancor di più e girò il capo.
L’inglesino non sopportava quegli atteggiamenti e
guardò male Tyki.
«Che peccato... vorrà dire che
dirò il mio segreto ad un altro amico...»
fece Allen, dando le spalle all'altro.
«Quale segreto?» chiese subito il
bambino.
Per fortuna Allen sembrava aver tolto di stallo la situazione
o presto Tyki si sarebbe ritrovato un bel sederino rosso dalle
sculacciate.
«Perché dovresti saperlo? Io lo dico solo al
mio migliore amico che si veste in fretta e mi fa andare a
mangiare!» gli disse, andando via insieme alla ragazza.
Tyki strappò di mano il vestito a Lavi e se lo
infilò in fretta e furia, per poi saltare al collo del
rosso. «Andiamo, corri!»
«Sì...» sbuffò
depresso, il guercio.
«Dobbiamo arrivare prima di Allen!» lo
spronò, dandogli dei colpetti ai fianchi, come fosse un
cavallo.
«Non sono un ronzino!» si
lamentò Bookman Junior correndo veloce per recuperare
terreno.
«Una giumenta?» chiese, mettendosi
l'indice sulle labbra, con aria pensante.
«No di certo!» borbottò
scorbutico, il rosso.
«Lena! Più veloce!» fece
ridendo, Allen. Lei, intenerita, attivò l'Innocence e fu
alle cucine in un attimo. Nessuno era più veloce di Lenalee
quando aveva i Dark Boots ai piedi.
«Guarda! Li abbiamo persi!!!» pianse il
moro, insozzando nuovamente l'uniforme di Junior
«Ora Allen non mi dirà più il suo
segreto perché sei lento! WEEE!!!»
«Acc... il vecchio mi punirà quando lo
scoprirà...» fece Lavi, punto nell'orgoglio,
prendendo il suo martello «Tieniti forte!» lo
avvertì.
«Perchééé~?»
urlò forte, quando l'Esorcista
attivò a sua volta l'Innocence, percorrendo tutto il
corridoio in pochi secondi.
«Chi ha vinto?» chiese sconvolto Tyki
con gli occhi a spirale.
«Ehm... loro.» rispose Lavi, dandogli
una carezza alla testa.
«UFFA!!! WEEE!!!» si rimise a piangere.
Quel ragazzo avrebbe avuto un futuro come antifurto!
Allen, intanto, era sceso dalle braccia della cinese e, guidato dal suo
naso, finì in cucina da Jerry; piccolo com'era, non
faticò a passare sotto le gambe delle persone già
in fila e sbucò per primo davanti al cuoco.
«Oh, e tu chi saresti grazioso bocconcino?» chiese
dolce, il cuoco, vedendo quel piccolo e carino
bambino davanti al bancone.
«Io mi chiamo Allen, e tu?» chiese
l'inglesino allungando le manine per raggiungere il bancone e poter
vedere a chi appartenesse la voce che gli stava parlando.
«Mi chiamo Jerry, dolcezza! Cosa ti posso offrire?»
«Offrire? Sono gratis?»
domandò incredulo.
«Certamente!» rispose.
Il castano ci pensò un po' prima d'iniziare ad elencare una
valanga spropositata di cibi. L'indiano avrebbe giurato di avere
davanti un Allen in miniatura!
«E... come porterai tutto sul tavolo?»
chiese il cuoco.
«Uno alla volta!» rispose con un
sorriso.
«Va bene!» disse il cuoco, facendo
spallucce, mentre metteva l'ordine nei piatti.
Allen, così, cominciò a portare, uno dopo
l'altro, tutti i piatti ad un tavolo. Una volta finito
ringraziò lo chef e si arrampicò sulla panca per
poter mangiare, ma il caso volle che prese posto proprio accanto ad un
Esorcista con un certo piatto preferito: la soba!
«Ehy, mammoletta! Non puoi andare a mangiare
più lontano da me? Mi appesti il profumo della
soba.» ringhiò.
«Che? Dopo tutta la fatica che ho fatto per portare
tutti i piatti qui?» chiese retorico, iniziando
comunque a mangiare.
«Esatto.» sibilò, alzandosi
di colpo dalla panca per poi darle un calcio, facendola cadere in
terra, e con essa il bimbo al quale cadde perfino un onigiri.
«Ah! Cosa hai fatto?!»
«Ti ho insegnato una lezione di vita, mammoletta!»
«Sei antipatico!» lo freddò,
Allen, alzandosi e prendendo un altro onigiri, continuando a mangiare.
«Tsk!» fece il giapponese, proseguendo
anch'egli nel suo pasto.
Il castano mangiò in silenzio con molto appetito. Cosimo non
lasciava mai che mangiasse molto.
Pur di non darla vinta al moccioso, Kanda finì la sua
ciotola in piedi, sempre con un'espressione imbronciata in volto.
Subito dopo pranzo avrebbe chiesto chi e cosa fosse quel moccioso.
L'inglesino mangiava trattenendo le lacrime per la botta che aveva
preso e per non darla vinta all'altro.
Erano due zucconi testardi sempre in lotta anche quando incapaci di
riconoscersi.
«Allen!» una piccola vocina da dietro
fece girare i due: era Tyki.
«Mh...» fu solo in grado di dire il
castano, avendo la bocca troppo piena.
«Hai già finito?»
domandò un po' triste.
«Quasi... tu non hai mangiato?» chiese
confuso.
«No. Facevo la fila.» disse mite,
accostandosi all'amico, quasi a volergli chiedere il permesso di
sedersi con lui a mangiare.
«Vuoi mangiare con me?» gli propose.
«Sì!» disse il ragazzo
illuminandosi.
Kanda non sopportò quella scena ed una volta terminata la
soba, se ne andò, senza salutare.
«E' quello il tuo amico?»
chiese triste, rialzando la panca.
«No... quello è antipatico!»
fece arrabbiato, l'inglesino.
Il portoghese sorrise e lo abbracciò.
«Io voglio essere il tuo migliore amico,
Allen-pon!» sorrise.
«Tu sei il mio primo amico...»
borbottò il più piccolo, arrossendo.
«Oh...» arrossì anche Tyki,
stringendolo di più a sé «E
quando saremo grandi ci sposeremo ed io ti darò il mio
cognome!»
«Cheee?! Non sono mica una femmina, io!»
arrossì ancora di più, il bimbo.
«Ma sei così carino...»
«Che vorresti dire?»
borbottò Allen.
«Che mi piaci tanto tanto...»
sussurrò, baciandogli la guancia.
L'inglesino ci pensò un po', imbronciandosi.
«Anche tu mi piaci...»
borbottò spostando lo sguardo di lato.
«Davvero? Allora ci sposeremo!» disse
l'altro, contento.
«Come ti pare...» borbottò
ancora Allen finendo di mangiare.
Con un piccolo versetto, gli diede un altro bacino sulla gota, per poi
mangiare lui stesso dal piatto che si era portato.
Il castano dondolava le gambe che non toccavano a terra, seduto accanto
al suo nuovo amico del cuore. Era così contento che non
riusciva a fare a meno di sorridere.
«Allen, dopo andiamo a giocare?»
domandò «Così anch'io ti
dirò un mio segreto...»
«Va bene...» sorrise contento, il
bambino.
«Hai un bellissimo sorriso.» lo
lodò il moretto, mentre finiva il suo pasto.
«Grazie...» fece incerto il castano,
arrossendo. Non glielo aveva mai detto nessuno, anzi... lui non
sorrideva quasi mai.
«Devi magiare altro?» chiese, senza
capire che la montagna di piatti sul tavolo era di Allen e non degli
altri commensali.
«No, sono sazio...» sorrise ancora.
«Bene!» disse il portoghese, felice,
scendendo dalla panca e tendendogli una mano
«Vieni!» sorrise.
Allen gli porse la manina paffuta e Tyki la strinse, per poi portarlo
via dalla mensa.
«Dove vanno quei due?» chiese confusa
Lenalee a Lavi, osservando la scena da lontano.
«Non dovevano giocare?» le
ricordò il rosso, azzannando un cosciotto di pollo.
«Non si faranno male? Ci sono le stanze di mio fratello
che sono piene di cose pericolose...» fece lei, pensosa.
«Sono solo bambini! Non arriveranno alla maniglia delle
porte!» disse a bocca piena.
«Tu non ti ricordi cosa significhi essere un bambino,
vero?» fece scettica, la ragazza.
«Io sono nato grande.» le rispose,
facendo spallucce.
«See see, come no...» sbuffò
lei, finendo di mangiare.
[ …continua…
]
Gala &
XShade-Shinra
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