Smoke&Wishky - My sin is yours, yours
is mine
N.B. Se siete omofobi o non potete sopportare che lo slash sia
contemplato nel fandom de “La signora del West”
fate come disse Virgilio a Dante: “Non ti curar di loro, ma guarda e
passa.”
... Innocence dyin' in so many ways
Things that you dream of are lost
Lost in the haze ...
(Hold on - Kansas)
La luce ardente di un primo pomeriggio d'agosto, con
un solleone che spaccava le pietre e una canicola che aveva mandato all'aria
più d'un paio di gambe recando una mole di lavoro assurda alla
dottoressa Quinn, penetrava a stento, filtrata dalle imposte ben serrate.
La stanza angusta, quasi soffocante, era occupata per
buona parte da un ampio letto matrimoniale al centro e da una cassapanca sul
fondo, proprio là vicino all'uscio, anche questo chiuso con sufficiente
cura da non potervi neppure sbirciare attraverso la toppa della serratura.
Abiti sgualciti giacevano abbandonati qua e là
alla rinfusa, mentre nudi i loro padroni si godevano, distesi tra lenzuola
bianche, ma non per questo caste, le ultime allucinanti sensazioni del comune
orgasmo.
D'un tratto lo sfavillio della testa fosforosa di un
fiammifero si fece largo nella penombra, mostrandogli le labbra rosse di Jake
già inumidite di wishky.
"Ehi, dammene un tiro..."
gli fece il barbiere allungando una mano verso la sigaretta, ma l'altro,
dispettoso, gliela allontanò ridendo, mentre già fluenti spire
argentate si disegnavano nell'aria, invisibili agli occhi, confondendo il loro
acre odore con quello del sesso dei due uomini, di cui era impregnata la
stanza.
"Tu dammi un goccio di Wishky,
allora..." lo ricattò Hank e in tutta
risposta l'altro dette un lungo sorso dell'ambrato distillato che ben presto si
ritrovò, assieme ad una soffocante boccata di tabacco a fare da
condimento ad un bacio sporco e corrotto come sporche e corrotte erano state Sodoma e Gomorra, ma a nessuno
dei due la cosa dispiacque più di tanto e anzi, finchè ebbero
fiato non si staccarono, lasciando che le proprie lingue ora si sfiorassero
gentilmente, ora si dessero battaglia con foga, scambiandosi l'uno il peccato
dell'altro, prenotandosi entrambi per la medesima dannazione.
"Che ore saranno?" domandò Jake dopo
qualche attimo di silenzio,passandosi la lingua tra le
labbra in un gesto tanto inconscio quanto provocante che, pur nella poca luce
della stanza, non sfuggì all'attenzione dell'altro.
"Le due e mezzo, le tre forse, comunque sia
è ora che io scenda di sotto e riapra il saloon... con questo caldo la
birra fresca va via come l'aria..."
considerò in un respiro argenteo che sfumò dalle sue narici
"Tu, piuttosto? Te ne tornerai al negozio?"
"Sì." gli rispose giocherellando con
il sughero della bottiglia, mentre sul suo volto si palesava
un'espressione piuttosto scontenta ed imbronciata "Tsk, che palle..."
A quelle
parole Hank si voltò verso di lui di scatto e la sua foltissima, bionda
chioma mossa dai riflessi ramati seguì come in un'onda il movimento
improvviso del suo capo.
"Che c'è... forse non ti è
piaciuto?" gli chiese con un certo timore nella voce che però ebbe
vita breve e si dissipò non appena intravide gli occhi di Jake brillare
per il sorriso che gli era fiorito sulle labbra.
"Ma no, scemo, non mi riferivo a prima, ma a
tutta questa fottuta farsa..." s'interruppe per
un sorso di wishky e riprese a spiegargli "Ora
dovremmo uscire di qui e tornare a far finta di non poterci sopportare, di
non... di non... com'è che disse Loren, quella volta?"
"Di non poterci vedere!" gli
ricordò l'altro scoppiando a ridere e lasciando che la propria mano
accarezzasse piano quella del barbiere e socio.
"Proprio così. Certe volte vorrei proprio farla finita con
questo maledetto teatrino, vorrei che non dovessimo nasconderci come
assassini!" gli confessò in un borbottio a denti stretti che sapeva
un po' di rabbia e un po' di sconfitta innanzi ad una
realtà che non si sarebbe ma e poi mai piegata ai suoi voleri "Una
volta ho provato anche ad immaginare che cosa potrebbe accadere se il reverendo
Johnson, per caso, ci scoprisse..." Hank allora
rise di nuovo, stavolta più forte e così di gusto da far tremare,
anche se leggerissimamente, il letto.
"Dieci a uno che si unirebbe a noi con somma,
somma gioia!"scommise sicuro e l'altro si passò una mano sulla
faccia scuotendo il capo, come a voler cancellare dal proprio cervello
un'immagine sgradita.
"Tu sei decisamente più ottimista di me,
lo sei sempre stato..." gli fece notare il
barbiere e l'altro si accigliò.
"Perché, tu quale finale avevi intravisto
per una simile eventualità?" gli domandò allora, pur avendo
già una mezza idea e le labbra dell'altro si piegarono in un ghigno
amaro come una sboccata di bile.
"Semplice, con noi che penzoliamo impiccati e
mezzo metro da terra ed il reverendo Johnson tutto bello ordinato e composto dentro una cassa di
cerro perché seccato da un infarto alla vista della nostra sodomitica perversione..."
lo delucidò con minuzie di particolari e questa volta Hank non rise, non
sorrise, non fece nulla, semplicemente gli appoggiò la testa sulla
spalla e lo lasciò sfogarsi mentre si portava lentamente la sigaretta
alle labbra "E invece adesso dovremmo tornare alla stupida apparenza di
sempre: tu te ne tornerai a svendere le tue puttanelle ed io invece a tagliare
barbe e capelli come al solito, come se niente fosse. Ora dovremmo ricominciare
con la solita nenia e quando tu mi darai dell'idiota perché per sbaglio
ti graffiato con il rasoio io ti dirò che sei un caprone analfabeta e
dovremmo continuare così fino a che uno dei due prima dell'altro non
diventerà terra per ceci o peggio ancora il delizioso spuntino di
qualche cane sciolto..." considerò tetro e
stava per aggiungere anche qualcos'altro, quando le labbra del barista sulle
sue spazzarono via dalla sua mente ogni triste pensiero con un ennesimo bacio.
"Ah, permaloso come sei prenderti per il culo
è una stronzata, ma il vero problema, per me sta invece nel dover
resistere ogni volta alla tentazione di sbatterti su di un tavolo davanti a
tutti e ficcarti la faccia tra le gambe..." lo
informò con la sua solita ingenuità in uno sbuffo argentato di
fumo ed un sorriso allegro rinacque allora sul volto di Jake, che alzò
gli occhi al cielo, concedendosi un ultimo goccio di Wishky.
"Eh già, a chi lo dici..."
°°°
Non credevo che avrei mai scritto sul fandom della Signora del West, specialmente considerando
che sto parlando di una fanfiction slash...
Fatemi sapere che ne pensate e alla prossima!
ISI.