Il
mio Dio
Erano passati due anni dalla mia prima chiacchierata con Audrey. Non
l’avrei mai dimenticata.
Quando mi aveva preso una mano tra le sue e aveva iniziato ad
accarezzarmi il palmo con le dita, aveva dilatato gli occhi,
suscitandomi uno strano senso di inquietudine. Quei caldi e vivi occhi
castani erano avvolti da un alone di mistero, che le conferivano
un’aura diversa da tutte le altre persone presenti nel centro
di cura.
Inizialmente Audrey mi aveva detto che ero speciale, sorridendo e
increspando la fronte sottile ogni qualvolta le sue dita cambiavano
direzione sul palmo della mia mano. Era sembrato che stesse davvero
leggendo la mia vita, o meglio, che ne stesse tracciando i
contorni.
Per un attimo avevo creduto di aver davanti a me una persona col mio
stesso problema, o dono, come lo chiamava il signor Foster. Ma poi,
quando Audrey mi aveva mollato la mano e si era allontanata di scatto
da me, punta da un’invisibile ape, le mie speranze si erano
tramutate in paura e dispiacere.
- Ti ho spaventata? – le avevo
domandato.
- N-no. Non tu… No. –
Audrey si teneva una mano sul cuore ed evitava di incrociare il mio
sguardo. Aveva gli occhi di una bambina spaesata la cui pelle avvizzita
e la magrezza ne testimoniavano l’invecchiamento precoce.
Negli ultimi due anni avevo trascorso le mie giornate parlando del
più e del meno col signor Foster, viaggiando in mondi
lontani, immersa nei suoi discorsi bizzarri. Lui stesso mi aveva detto
di non badare al comportamento di Audrey, perché un giorno
avrei scoperto da me cosa l’aveva turbata tanto.
- Non sarebbe giusto che tu lo scoprissi
prematuramente. Sai, si dice che Audrey sia specializzata nella lettura
della mano, che è il motivo per cui si trova qui. Era tanto
intuitiva che l’hanno considerata pazza. La gente teme
ciò che non conosce, perciò non lo accetta e non
lo vuole credere. Audrey è qui perché ha voluto
regalare troppo a chi non l’ha saputa capire. –
Il signor Foster conosceva Audrey e aveva avuto occasione di parlarle
svariate volte, tutto sommato lei non era tanto diversa da me. Anche io
non sarei stata capita se avessi detto che vedevo il futuro, o se
avessi provato a parlare a qualcuno delle mie visioni.
Erano passati due anni e i miei genitori non erano venuti a prendermi.
Erano passati due anni, ma non ero guarita.
Erano passati due anni e Caleb si era sempre preso cura di me.
Erano passati due anni e Samantha non mi aveva più fatto
visita nei sogni.
Fu la notte del mio decimo compleanno, che lo vidi per la prima volta.
Colui che aveva sostituto la costante figura di mia sorella durante il
sonno.
Mi dava le spalle, e la sua figura era sfocata. Io ero molto
più bassa di lui, perciò mi apparve come la
statua di un irraggiungibile dio. Correvo a perdifiato per raggiungerlo
e toccarlo, ma le mie braccia non potevano arrivare alle sue spalle.
Quello era un sogno muto. Forse, semplicemente non sentivo il bisogno
di parlare, quasi temessi di allontanare quel dio con la mia voce, se
lo avessi chiamato.
Ad un certo punto riuscii ad avvicinarmi, e lui si accorse della mia
presenza.
In quello stesso momento, incolpai la mia curiosità. E se
l’oggetto del mio desiderio avesse avuto un viso orribile,
come i mostri che popolavano gli incubi? Mi sarei svegliata e avrei
iniziato ad urlare come due anni prima? Samuel, il medico cattivo, mi
avrebbe picchiata ancora?
Trattenei il respiro, quando il dio voltò la testa di lato.
Delle onde di arruffati capelli biondi gli schermavano gli occhi,
tuttavia l’incarnato luminoso della sua guancia non mi
sfuggì. Rimasi incantata.
Quando il dio stava per voltarsi del tutto, mi ritrovai a fissare il
soffitto nero della mia stanza ad occhi sbarrati.
Mancava ancora poco all’alba. A mezzanotte avevo compiuto
dieci anni.
Che quel dio fosse il mio regalo di compleanno? Era possibile che
avessi avuto una visione durante un sogno?
Mi rigirai nel letto, cercando di riprendere sonno e di non pensare al
dio biondo almeno fino al sorgere del sole.
Il sole… Il sole che tanto amavo mi ricordava i suoi capelli
dorati…
*******
Il giorno del mio compleanno fu l’ennesimo in cui fui
costretta a quell’assurda terapia che mi prosciugava le
forze.
La prima volta che la provai, rimasi scioccata. L’oggetto
della mia visione si era avverato in tutta la sua sconcertante
realtà.
Subito dopo aver mangiato, Caleb mi portò nella stanza dove
tutti gli altri medici mi avrebbero esaminato come un topolino da
esperimenti. Mi lasciai legare i polsi e le caviglie quando mi
distesero sul duro tavolo piatto quanto una lastra di vetro. Chiusi gli
occhi e non dissi una parola, mentre le voci concitate dei medici che
mi toccavano e mi aprivano le palpebre mi rimbombavano nelle orecchie
in un incessante ronzio.
Mi piazzarono, anche quel giorno, uno strano apparecchio sulla testa
che mi provocava delle fastidiose scosse, lasciandomi intontita.
A quale scopo dovevano riservarmi quel trattamento faticoso?
A quale scopo dovevano immobilizzarmi? Non ero una bestia piena di
muscoli, ma una bambina alta un metro e un braccio.
Decisi di rimanere zitta e immobile fino a che i medici non sarebbero
stati soddisfatti. Non li avrebbero fermati le mie grida.
Quando finii la terapia, caddi vittima di una stanchezza opprimente.
Non riuscivo a formulare un pensiero o una frase di senso compiuto,
né a muovermi. Venni portata nella mia stanza e dormii fino
all’alba.
Quello che non sarei mai riuscita a capire, era l’effetto di
quella cura, che, invece di rinvigorirmi e farmi sentire più
normale, mi destabilizzava.
Cominciai seriamente a pensare che fosse colpa della mia ostinazione ad
essere speciale se non riuscivo a guarire.
- Tu non sei malata, Mary Alice.
– mi disse il signor Foster, durante un nuvoloso pomeriggio
d’autunno. – Quando lo capirai che tu non devi
dimostrare proprio niente a nessuno? Resisti, un giorno il tuo angelo
ti verrà a prendere per portarti via di qui. –
Due anni erano pochi agli occhi delle persone, eppure
quell’arco di tempo era bastato per farmi cambiare opinione
sul signor Foster. Avevo iniziato ad accorgermi di quanto fossero
candidi e sottili i suoi capelli e bassa la voce. Le iridi verdi e
brillanti che mi avevano convinta dell’esistenza degli angeli
avevano perso il loro potere e non riuscivano a rincuorarmi come in
passato. La mia innata freschezza infantile si era inumidita, lasciando
posto al dubbio di fronte ai miracoli e ai misteri sulla bocca del
bizzarro vecchietto che mi aveva sempre tenuto compagnia.
Stavo crescendo. Stavo crescendo troppo presto. E non volevo farlo.
*******
Spazio dell’autrice:
il ritardo è clamoroso, lo so. E’ colpa mia senza
dubbio XD Il motivo è che ho altre due long-fiction in
corso. Devo completarne una prima o impazzirò a cercare di
aggiornarne una dopo l’altra. E poi c’è
il fattore ispirazione, con cui devo fare continuamente i conti. Il
capitolo è striminzito, ma spero di riuscire a produrne di
più “ricchi” in seguito.
Ringrazio tutti coloro che mi seguono, sempre se dopo così
tanto tempo ci siano ancora XD
Ringraziementi e risposte alle recensioni:
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Mademoiselle
Shy [Contatta] |
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violazione
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03/06/10,
ore 15:13 - Capitolo 5: 4)
Il disegno della tua vita |
Sì,
ho cercato di rendere l'idea che questi "matti" appaiono come tali
perché etichettati con questa parola. In altri casi, lo sono
perché hanno facoltà particolari come quelle di
Alice, o perché sono diversamente normali. Sto cercando di
far vedere le cose in questo modo attraverso gli occhi di Alice,
perché non riesco a non immaginarla come una bambina che
vede sempre il bello delle cose con la sua fantasia.
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Isangel [Contatta] |
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violazione
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01/06/10,
ore 18:25 - Capitolo 5: 4)
Il disegno della tua vita |
Grazie
per il tuo sostegno^^ Ora la scuola è finita, ma come vedi
ho un'altro grattacapo: 3 storie da scrivere XD Audrey è
forse il personaggio più strano che descriverò,
ma non credo che lascerà felici molti lettori XD Non ho
potuto descrivere la terapia, del resto a raccontarla in prima persona
è come ricordare un video mal registrato. La terapia
è sicuramente una delle cose che Alice
dimenticherà per prime... per sua fortuna ;)
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Sorrow_Writer [Contatta] |
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violazione
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31/05/10,
ore 21:20 - Capitolo 1: Prologo |
Grazie
per entrambe le risposte, mi fa piacere che la maggior parte dei
lettori abbia deciso di leggere la storia che avevo in mente
dall'inizio *-*
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