Ancora, il primo giorno.

di duedicoppe
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Ancora, il primo giorno.





Devo ammettere che poteva andarmi peggio.

Avrei potuto morire.


Devo ammettere che poteva andarmi peggio.

Avrei potuto essere ancora in esilio.


Devo ammettere che poteva andarmi peggio.

Avrei potuto restare incatenato a quell'arpia.


Devo ammettere che poteva andarmi peggio.

Avrei potuto ritrovarmi con una di queste ochette starnazzanti.




Devo ammettere che poteva andarmi peggio, ma anche se sei coraggiosa, tu non sei lei.




***

 



Le mani sulle spalle.

 

"Lui è... è..."

"Facciamo prima a dire cosa non è, non credi?
Non è una brava persona."

"E tuttavia..."

 

Gli occhi, da arancioni, ritornano verdi.

 

"E tuttavia, d'accordo. Ci proverò. Credo che valga la pena di rischiare."

 

I visi appoggiati l'uno all'altro, fronte contro fronte.
Le bocche così vicine che i respiri si fondono, le voci si accarezzano.

 

"Sei tu, vero? Sei proprio tu. Sei perfetta."
"È per lui che ti ha trovata, MacTwisp?
Oppure ti ha trovata per me, sorellina?"




L'altra Matta del mazzo.

 



***



 

Ma le hai sentite, quelle risatine?
L'hai vista, quell'aria di compatimento?

"Poverina, non sa a cosa va incontro."
"Poverina, chissà cosa si aspetta."
"Chissà che cosa creeranno, quei due."
"Forse un lago salato come lacrime..."
"Forse una distesa di cactus..."

Melassa da una parte, derisione dall'altra.

Voglio fargliele andare di traverso.


 

 

***



 

Ti avviso, sto per ridurre a brandelli quest'affare.


Sintonia perfetta, a quanto pare.
L'ho scelto apposta perché me lo strappassi di dosso.



Pazza.
Sei completamente pazza.


Ti sbagli, è stato puro e inadulterato buon senso.
L'alternativa era il camicione con l'oblò.




Risate soffocate, mentre i primi volant atterrano ai vostri piedi.



***

 




mmmmm......... sei magnifico.........


Ti rendi conto di quello che stai facendo?


Alla perfezione.


Il torace di Stayne è ampio come la porta dei sogni.
E l'ombelico è la sua serratura.




***

 



Riuscirò mai a vederti completamente nudo?

Lo sono.

No, non lo sei.

Un ringhio da predatore braccato.


Toglila allora, se vuoi! Toglila!
Cosa credi che nasconda, lì sotto?
Un diamante?

Io credo...

Baci la cicatrice sulla guancia.


Credo che nasconda...

Baci la cicatrice sullo zigomo.


Che nasconda una palpebra tagliata in due, e ricucita.

Un occhio vivo, ma cieco.

Baci la cicatrice sulla fronte.


Toglila.

Toglila pure.
A quanto pare lo sai già, cosa nasconde.

La benda va a tenere compagnia al mucchio di vestiti sul pavimento.


Baci quel povero occhio rovinato.



Suturi un'anima che sanguinava ancora.

 



***

 

 


L'alba si avvicina.




Stanca?



Sì.



(ghigno soddisfatto) - Ne hai avuto abbastanza?



(rapido colpo di lingua su un capezzolo) – No.



Smettila di provocarmi, donna! Non ce la fai più!



(sorriso fuggevole) – Ma tu ce la fai ancora, giusto?



Non è divertente se non sei in grado di collaborare.



Non è divertente se cado in deliquio?



(risata roca e profonda) – In effetti... sì.



Lastre di pietra creano un sentiero per Oz.



***

 

 

 

Chiacchierano.
Parlottano di quello che hanno trovato sul cuscino.



"Una rosa. Una splendida rosa rossa".

"Una rosa. Una meravigliosa rosa bianca".

"Un braccialetto".

"Una spilla".

"Un anello".

"Un biglietto, così dolce...".... 'sono andato a caccia, mia amata sposa. Attendo il tramonto per potervi rendere nuovamente omaggio.'

"Un'orchidea"...


Sussurrano, sospirano, ridacchiano.
Sbirciano di sottecchi.
E alla fine, si decidono a guardarti apertamente, in attesa.



"Niente.
Né un messaggio, né un dono, né un fiore.
Nemmeno un singolo petalo."


Il momento della verità.



"C'è anche da considerare il fatto...


Il momento della stoccata.



...che io non ero da sola, quando mi sono svegliata."



***

 

 

 

Percorre i corridoi.


Attraversa i saloni.


Esce sul loggiato.


Sale la scala della torre.


Arriva sul terrazzo.


Si avvicina, attento a non fare rumore.



Una mano si stacca dalla balaustra di marmo candido.
Sceglie una delle fragole dal cesto.
Si allunga all'indietro, esattamente all'altezza giusta per incontrare una bocca.
Prima di ricadere, indugia in una carezza sulle cicatrici.




Ha inizio una nuova danza, contemplando la strada per Oz.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"La porta dei sogni": canzone di Luciano Ligabue. Grand'uomo.







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