Capitolo
1.
Il
dubbio di Roxy
Era
una calda mattinata di fine Aprile a Gardenia; soffiava una leggera
brezza che entrò nella cucina sopra il negozio di cuccioli
magici, il Love & Pet, accarezzando il volto di una sonnacchiosa
Musa che, appoggiata una guancia su una mano, sbadigliava
oziosamente, mentre i suoi occhi si spostavano su Tecna che leggeva
avidamente il giornale.
“Ehi,
siamo citate!” esclamò allegramente quest'ultima,
indicando un punto all'interno della pagina.
“Eh,
cosa?” Stella piombò in cucina, lasciando cadere i
bigodini che stava tentando di sistemarsi tra i capelli: da che i
terrestri avevano cominciato a credere nell'esistenza delle fate, non
faceva altro che spuntare dai posti più impensabili per
ascoltare ciò che i media avevano da dire sul Winx Club.
Chissà come, era sempre in prima linea, non appena sentiva una
parola che somigliava vagamente al nome del suo gruppo di fate. “Chi
ci ha citate? E che ha detto? E che...”
“Buongiorno,
Stella!” ridacchiò Aisha, impegnata nella preparazione
della colazione. Ma la fata del Sole e della Luna non aveva risposto,
si era piazzata dietro Tecna, chiedendo, convulsamente: “Dov'è?
Dov'è? Dov'è?”
La
fata della Tecnologia sospirò, tirò via dal quotidiano
la pagina che parlava di loro e la passò a Stella che, con
eccessiva veemenza, gliela strappò di mano e si gettò
sul piccolo divano che aveva tanto insistito perché venisse
sistemato in cucina.
“Qualequalequale?
Ehi... Tecna?”
“Parla
di un parco divertimenti!” sospirò l'interpellata,
voltando pagina: forse, finalmente, sarebbe riuscita a finire di
leggere il giornale.
Gli
occhi di Stella rotearono sulla pagina, non ascoltò Bloom che
entrava in cucina e che salutava, stiracchiandosi, le sue amiche,
tanto era impegnata nella lettura dell'articolo. Musa rispose al
saluto della Fata del Fuoco del Drago con un altro sbadiglio.
“Ehi,
Musa, sembri distrutta!” ammise quest'ultima, posandole una
mano sulla spalla, preoccupata. “Che è successo?”
Musa
si passò una mano tra i lunghi capelli neri e sospirò.
“Ho studiato fino alle quattro la canzone che devo preparare
per domani!” ammise. “Non mi sono resa conto del tempo
che passava e così...” non completò la frase, ma
lasciò bene intendere il finale. Bloom sorrise in modo
comprensivo, mentre i loro cuccioli magici spuntavano da sotto il
tavolo, rincorrendosi tra loro e ridendo gioiosi.
“Devi
essere davvero molto stanca!” esclamò, sedendosi accanto
a Stella che continuava a fissare la pagina, la fronte corrugata e
un'espressione concentrata stampata sul volto. “Tra la tua
carriera musicale, il Love & Pet e il nostro dovere di fate, ti
stai davvero esaurendo!”
Musa
sorrise. “Sto bene, dico davvero! Ehi, piano!” esclamò,
rivolgendosi ai cuccioli che avevano cominciato a litigarsi le
orecchie del povero Kiko. Prese tra le mani Coco, il paperotto, e gli
accarezzo le piume scure che gli spuntavano dalla testa. “Tengo
molto alla mia carriera e non voglio arrendermi alla prima
difficoltà!”
“Certo,
ti capisco perfettamente!” asserì Bloom.
“E
se avrai bisogno di una mano” aggiunse Aisha, sistemandole
davanti un piatto carino di uova e pancetta. “noi saremo al tuo
fianco!”
Musa
sorrise, in direzione di quest'ultima. “Siete delle vere
amiche!”
“Puoi
dirlo forte!” esclamò la fata dei Fluidi, rivolgendole
una strizzatina d'occhio. Si voltò di nuovo, per distribuire
la colazione a tutte le altre. “Allora, queste sono per Tecna,
queste per Bloom, queste per Stella, queste per Flora...” si
guardò intorno, cercandola. “Ehi, ma dov'è
Flora?”
Senza
alzare gli occhi dal suo giornale, rispose Tecna, col tono di una
solerte segretaria: “E' andata con Helia a fare una passeggiata
sulla spiaggia. Credo che ne avranno ancora per un po'.”
“Okay,
allora le terrò la colazione in caldo.” decise Aisha,
aprendo il forno e sistemandovi il piatto con la colazione della fata
dei Fiori.
Ormai
si poteva dire che si fossero ambientate sulla Terra e che la
convivenza, per quanto fosse sempre stata difficile, anche ad Alfea,
per quanti litigi potesse aver portato l'improvviso cambio di
abitudini, per via del bisogno di lavorare e di non sprecare il loro
denaro, non portava loro grandi problemi. Anzi, si erano organizzate
alla grande: ognuna aveva due giorni al mese in cui preparare la
colazione, pulire la casa e mettere in ordine, ritirare la posta.
Erano in sei e, anche se pulivano la casa due volte la settimana e
due dovevano lavorare due volte nello stesso mese, decidevano a
sorteggio ogni volta. Stella era l'unica che si lamentava del metodo,
quando toccava a lei.
L'unico
problema che davvero avevano era che avevano poco tempo da passare
coi loro ragazzi ultimamente, tra il lavoro e le varie incombenze che
avevano avuto combattendo. Aisha sentiva di vedere davvero poco Nabu,
anche se, ormai, erano promessi sposi.
“Oh,
non è niente di che!” sospirò Stella, posando la
pagina di giornale sul bracciolo accanto a cui era seduta. “E
io che credevo che parlassero di me! Dice solo che, per la nuova
attrazione, di più magico di questa, ci siamo soltanto noi!”
Bloom
ridacchiò. “Il che non è falso!”
“Oh,
lo so!” rispose Stella, ancora molto delusa. “Ma
avrebbero potuto invitarci come madrine per l'inaugurazione,
avrebbero potuto chiederci di dare il nostro tocco magico, oppure...”
“Non
credi di andare troppo in là con la fantasia?” domandò
Musa, con un ghigno.
La
fata del Sole e della Luna chiuse gli occhi e si portò una
mano al petto, con fare solenne. “Dico solo che dovrebbero
tenerci maggiormente in considerazione! Non credo di sbagliare,
dicendo che abbiamo fatto il bene di molte persone... almeno un
ringraziamento...”
Ma
Bloom le impedì di continuare, quando posata la forchetta nel
piatto, le strinse gentilmente una spalla con la mano. “Noi non
facciamo del bene per avere un tornaconto.” dichiarò,
con aria severa. Le guance di Stella si imporporarono di vergogna e i
suoi occhi si abbassarono sulle sue mani strette a pugno sui
pantaloncini del pigiama color pesca.
“Non
sto dicendo che dovrebbero tutti acclamarci come salvatrici del mondo
– anche se lo siamo.” aggiunse, come per fugare ogni
dubbio. “Dico solo che dovrebbero chiamarci anche per gli
avvenimenti mondani, non solo quando ci sono problemi da risolvere!”
“E'
il nostro compito di fate!” le fece notare Aisha, molto meno
gentilmente di Bloom. “Siamo fate Guardiane, non dimenticarlo!”
“Io
non lo dimentico!” esclamò Stella, offesa. “Dico
solo...”
“Abbiamo
capito, Stella...” sospirò Tecna che ormai aveva
rinunciato alla lettura del suo giornale. “Vuoi anche
divertirti, oltre che fare del bene, giusto?”
“Sì,
è così!” ammise la fata, annuendo con forza. “E,
dato che siamo così famose, è giusto che ci invitino
alle occasioni mondane!”
Musa
sbuffò, divertita. “La nostra Stella non cambierà
mai!” scoppiò a ridere e Bloom non poté fare a
meno di rimanerne contagiata. Ben presto, le risate riempirono la
stanza e i cuccioli magici e Kiko guardarono le loro padrone
sconvolti, non riuscendo bene a capire che cosa stesse succedendo.
Bloom
fu la prima a riprendersi, riscossa dal campanello che suonava. Posò
il piatto sul tavolo, tra Tecna e Musa. “Vado a vedere chi è!”
annunciò, allegramente. Così aprì la porta a:
“Roxy!” esclamò, stupefatta, non appena vide la
ragazza dai lunghi capelli violetti. Abbassò lo sguardo e così
vide anche il cane dal pelo raso marrone e le zampe lunghe che la
accompagnava. Si piegò, posando le mani sulle ginocchia. “Ciao
anche a te, Artù!”
“Ciao,
Bloom!” rispose, cordiale, il cane. Stupefatta, Bloom si
raddrizzò.
“Hai
fatto grandi progressi, Roxy!” esclamò. La ragazza
sorrise, orgogliosa.
“Puoi
dirlo forte!” disse. “Pensa che ho fatto l'incantesimo
prima di partire da casa.” ridacchiò. “Dovevi
vedere mio padre, quando Artù lo ha salutato: ha lanciato le
frittelle in aria e se le è ritrovate tutte sui capelli! Pensa
se lo facesse anche al lavoro...”
Anche
Bloom ridacchiò. “Sì, immagino che sarebbe un
problema. Forse è meglio che Artù non parli, in certi
momenti!”
“Non
ti preoccupare.” rispose lui, dandosi importanza. “So
bene che non devo parlare in presenza degli esseri umani... non
ancora, almeno!”
La
voce di Stella interruppe quello scambio di battute. “Bloom,
chi è?” chiese, leggermente annoiata. La sua testa fece
capolino dall'arco della porta
“Oh,
ma sei tu, Roxy!” esclamò, sgranando gli occhi e
mostrando una grande preoccupazione. “Sei in anticipo...”
Roxy
chiuse gli occhi, sorridendo. “No, a dire il vero sono anche in
ritardo!”
Bloom
guardò l'orologio a pendolo che stava accanto alla porta di
cucina, dalla quale stavano uscendo anche le altre Winx. “Sono
già le dieci!” esclamò.
“Già...”
rispose Roxy. “mi avevate chiesto di aiutarvi a sistemare il
negozio e di venire alle nove e mezza!”
Bloom
ridacchiò. “Sì, siamo delle smemorate! Vieni,
accomodati!” si fece da parte e lasciò entrare Roxy e
Artù.
Si
accomodarono in cucina, dove nell'aria aleggiava il buon odore delle
uova fritte da Aisha.
“Vuoi
qualcosa da mangiare?” chiese quest'ultima, già tirando
fuori un vassoio carico di biscotti e versando del latte in una
tazza. L'ultima fata della terra aveva creduto che Flora fosse quella
più materna, ma anche le altre non scherzavano: erano sempre
pronte a coccolarla e ascoltarla, soprattutto Bloom, che le stava
insegnando così tanto, ad avere fiducia in se stessa sopra ad
ogni altra cosa.
Doveva
essere molto grata ad ognuna di loro e cercava sempre in tutti i modi
di ripagare quelle ragazze meravigliose. Decise di prendere qualche
biscotto e ne divise due con Artù.
“Dopo
aver finito di sistemare il negozio, che facciamo?” volle
sapere, addentando l'ultimo che aveva accettato.
“Beh,
potremmo fare una passeggiata!” propose Tecna, che sorrise.
“Dopotutto, una pausa ce la meritiamo!”
“Andiamo
al Frutti Music Bar?” chiese Stella, rientrando e sistemandosi
i capelli dietro la testa. Si era cambiata e, adesso, indossava un
vestitino aderente arancione che risaltava le sue curve.
“Pensavo
di fare qualcosa di diverso, in realtà...” rispose Roxy,
accarezzando la testa di Artù; un alone di luce verde
brillante circondò il suo corpo e, un attimo dopo, si
dissolse. La fata sospirò, dimenticandosi di cosa stava
dicendo. “Ecco, è finito l'effetto dell'incantesimo.”
Kiko
si avvicinò a lei e le toccò leggermente la caviglia;
la ragazza lo prese in braccio e cominciò a grattargli
delicatamente la pancia: era un po' demoralizzata e il coniglio se
n'era reso conto.
“Non
te la prendere!” le consigliò Musa, posandole una mano
sulla spalla, anche lei intuendo il motivo della sua tristezza.
“Prima o poi l'effetto durerà molto più a lungo!”
“Lo
spero tanto, Musa!”
Il
grande difetto di Roxy, tutte le Winx erano d'accordo, era proprio
quello di scoraggiarsi alla prima difficoltà. Se qualcosa
andava storto, subito pensava di non essere all'altezza, di non
essere in grado di farcela. La guardarono tenere gli occhi chiusi,
mentre ripercorreva a memoria, con le dita, la pancia di Kiko.
“Non
devi metterti a confronto con noi, Roxy.” disse Musa, posando
entrambe le mani in grembo. “Tu sei, ehm... diciamo... appena
nata! Noi siamo fate diplomate, abbiamo ricevuto un'istruzione alla
scuola per fate...”
“Alfea,
giusto?” chiese conferma la ragazza, alzando lo sguardo su
Musa, che annuì.
“E'
proprio così.”
“Vorrei
poterci andare anch'io...” mormorò, come se avesse avuto
paura di poter esprimere il suo pensiero a voce più alta.
“Ci
andrai.” disse Aisha, rassicurante, chinandosi su di lei. “La
preside Faragonda sarà felice di avere tra le sue allieve
l'ultima fata della Terra!”
Roxy
sorrise timidamente. “Lo pensi davvero?”
“Certo!”
sbottò Stella, mettendosi in mezzo a Musa e Aisha e facendo in
modo di avere la giovane fata davanti agli occhi. “Lo pensiamo
tutte! Adesso, per piacere, ci dici che cosa vuoi che facciamo dopo
aver sistemato il negozio, se non andiamo al Frutti Music Bar?”
§
Roxy
aveva pensato ad un viaggio in collina, dove avrebbero potuto
ammirare lo spettacolo indetto dal Club degli Amanti degli Aquiloni
di Gardenia; una gara in cui i partecipanti avrebbero potuto far
volare gli aquiloni creati da loro. Il vincitore, indicato da una
giuria, avrebbe avuto il diritto ad una vacanza di una settimana su
una meravigliosa spiaggia tropicale.
“Oh,
come vorrei andarci io!” sospirò Stella, guardando il
cartello affisso sopra al bungalow che ospitava la sede del Club.
Guardò Roxy, avidamente. “Me la merito una bella
vacanza, dopo tanto lavorare, lottare e aiutare! Allora? Dove posso
costruire un aquilone? Voglio assolutamente andare in questa spiaggia
topica!”
“Tropicale,
Stella!” la corresse Tecna, anche lei molto interessata al
volantino.
“Oh,
fa lo stesso!”
Roxy
rispose limitandosi a ridacchiare. “Devi costruirlo, il tuo
aquilone!”
Stella
rimase interdetta.
“E
devi anche iscriverti al Club, se vuoi partecipare.” continuò
la fata della Tecnologia che scrollò le spalle: “Sempre
che tu sappia costruirti un aquilone, Stella!”
La
fata sembrò delusa. Sospirò e le guardò le sue
amiche che, incuranti del premio che sarebbe spettato al miglior
aquilone, stavano guardando lo spettacolo dato dalla città che
si stendeva sotto i loro piedi, molti metri più in basso.
Tutta la baia di Gardenia, poi, sembrava particolarmente luminosa:
erano mesi che non c'era un sole così caldo.
Musa
inspirò profondamente l'aria. “Sta tornando l'estate!”
dichiarò.
“Per
certi versi, sembra quasi di essere su Solaria!” esclamò
Stella, stiracchiandosi e dimenticandosi in un baleno della propria
idea di costruire un aquilone.
“Cos'è
Solaria?” volle sapere Roxy, avvicinandosi a lei.
Stella
abbassò immediatamente le braccia e chiuse gli occhi,
assumendo un'espressione dolce. “E' un pianeta, mia cara. Il
pianeta del Sole e della Luna.” si posò una mano sul
petto per indicarsi. “Davanti a te hai la principessa di
Solaria!”
“Principessa...”
soffiò incredula Roxy. Poi sogghignò ed aggiunse: “Ora
ho capito perché sei così smorfiosa!”
Quelle
parole fecero diventare Stella paonazza. Sgranò gli occhi,
guardando l'ultima fata della Terra come se le avesse sputato
addosso. “Che cosa hai detto?” gridò. Fece un
balzo in avanti e Roxy cominciò a correre, invogliata dallo
sguardo furente di Stella. “Fermati subito!” gridò
quest'ultima, alzando un pugno al cielo. “Se ti prendo te la
faccio pagare!”
Cominciarono
così ad inseguirsi e le loro risate seguirono tutti coloro che
erano fermi sulla collina in attesa dell'inizio della gara.
Aisha
le guardò e un debole sorriso increspò le sue labbra
carnose. I suoi pensieri, però, erano rivolti a Nabu e al
rifiuto dei ragazzi di partecipare alla gita fuori porta.
“Avrebbero
dovuto esserci anche gli Specialisti!” sospirò.
Flora
le posò una mano sulla spalla. “Dovevano lavorare.”
provò a consolarla, anche se sapeva che non sarebbe bastato
per togliere quel peso dal cuore di Aisha: Nabu le mancava molto,
tutte lo sapevano; negli ultimi tempi, da quando le persone avevano
cominciato a credere nelle Fate, con il lavoro e tutto il resto, si
erano un po' persi di vista. Per lo stesso motivo, Helia aveva creato
una piccola occasione per stare insieme, prima del lavoro. “Lo
so quanto tenevi a vedere Nabu!”
“Almeno
tu hai passato qualche momento piacevole con Helia...” rispose
Bloom, anche lei piuttosto scontenta. Teneva gli occhi puntati sulla
baia e tutte poterono notare la sua tristezza. “Sento che non
stiamo più insieme come un tempo. E'... come se... come se lui
fosse tornato ad essere il re di Eraklyon.”
“Già,
la nostra Flora è stata fortunata ad averlo avuto per tutta la
mattina. Sulla spiaggia.” aggiunse Musa, sogghignando.
Le
guance di Flora si imporporarono, mentre le sue labbra si curvarono
in un dolce sorriso.
“Già...”
Stella, attirata dall'argomento ragazzi, aveva dato tregua a Roxy e
si era avvicinata a loro, guardando Flora con una punta di sospetto.
Si strinse nelle spalle e si piegò sulla fata dei fiori,
tirando fuori un sorrisetto malizioso molto simile a quello di Musa.
“Allora, zozzoni, cosa avete fatto su quella spiaggia, eh?”
Il
volto di Flora divenne paonazzo. “Ma... ma di che parli?”
chiese, guardandosi intorno, in cerca di un aiuto da parte delle
altre. Ma nessuna, neanche Roxy, sembrava disposta a mettere una
buona parola per lei che fermasse Stella, tutte avide di sapere
esattamente come lei: era lei l'unico legame che, per il momento,
avevano con i loro Specialisti.
“Parlo
di te e Helia!” rispose la fata del Sole e della Luna,
indicandola con un falso fare accusatore. “Sei tornata a casa
così raggiante che ho subito pensato a...”
Flora
si nascose il viso tra le mani, profondamente imbarazzata. “Ragazze,
vi prego, non guardatemi così!” pregò. Ci fu un
lungo silenzio, interrotto dalla risata cristallina di Bloom.
“Ok,
dai ragazze, non diamo il tormento alla povera Flora!”
“Ma
non è giusto!” protestò Stella. “Io sono
curiosa!”
Anche
Musa annuì e sorrise a Flora, in modo rassicurante. “Non
importa. Se la nostra amica vorrà dircelo, sa che noi siamo
qui e che siamo più che disposte ad ascoltarla.”
“Propongo
un mega abbraccio di gruppo!” gridò Stella, afferrando
Flora per le spalle. Tutte quante si fecero avanti e si tennero
strette.
“Coraggio,
Roxy, vieni anche tu!” la invitò Bloom.
La
ragazza si guardò attorno, come per capire se la Winx si
stesse rivolgendo a lei o a qualche altra Roxy. Artù, al suo
fianco, la spinse con il muso verso le fate abbracciate, per
spronarla ad accettare l'invito di Bloom. Dubbiosa, la ragazzina fece
un passo avanti, ma non osò andare oltre.
Stella
fu la prima a sciogliere l'abbraccio. “Cosa c'è? Perché
non vuoi abbracciarci?”
“Ecco...”
Roxy si torse le dita, gli occhi bassi, incapace di rivolgerli a lei
o a qualunque altra delle sue nuove amiche. “io... non credo di
entrarci!”
“E
perché no?” volle sapere Aisha.
“Io...”
Roxy prese tempo inspirando profondamente, poi esplose: “io non
sono una Winx!”
Stella
e Bloom si scambiarono un'occhiata, la prima dubbiosa, la seconda
intenerita. Si avvicinò a Roxy e le posò
affettuosamente le mani sulle spalle. Scosse la testa e la guardò
con aria materna. “Tu sei una di noi!” le disse, piano.
“Sei una fata e una nostra carissima amica.”
La
ragazza si irrigidì. “Ma io non c'entro con voi.”
ribatté, ancora tenendo gli occhi bassi. “Voi siete un
gruppo e io... io stono.”
Bloom
non seppe cosa rispondere: era confusa, preoccupata da quelle parole.
Le dispiaceva che lei ancora avesse delle riserve a considerarsi una
di loro, parte integrante del gruppo. Persino le altre erano un po'
turbate.
“Io...
scusatemi, devo stare un po' sola.” così Roxy tagliò
la conversazione. Scivolò via dalle braccia di Bloom e scappò
via. Artù guardò da lei alle sei fate e poi, senza
indugiare, seguì la sua padrona che andò a rifugiarsi
nella boscaglia.
Bloom
provò a richiamarla, credendo di essere stata lei a far
qualcosa di sbagliato, ad aver detto qualcosa che avesse,
inavvertitamente, ferito la fata degli animali. Aisha le impedì
di seguirla.
Scosse
la testa.
“Ma...
Aisha...” provò a protestare.
“Adesso
è confusa.” le disse. “Essere una Winx la
spaventa. Vedi...” chiuse gli occhi e tacque, cercando la forza
per continuare. Quando la trovò, guardò la fata del
fuoco del drago dritta negli occhi. Parlò sicura, ma con una
punta d'amarezza: “All'inizio, anche io ho avuto molti
problemi. Non mi sentivo accettata e parte di voi, avevo paura che,
prima o poi, mi avreste abbandonata, perché il vostro legame
era troppo forte! Si sente un'intrusa, dobbiamo cercare di capirla.”
“Ma
non dovremmo spiegarle che lei è già parte del gruppo?”
domandò Flora. “Voglio dire... io credo che lo sia
sempre stata!”
“Lasciamola
un po' sola. Sarà più facile parlarle, quando si sarà
calmata.” consigliò Aisha.
Bloom
annuì: adesso aveva capito. I suoi occhi osservarono i fili
d'erba del terreno che si muovevano lentamente con il passaggio della
brezza. Si sentiva triste: erano andate lì per passare un
pomeriggio diverso, per divertirsi e, invece, si trovavano nel mezzo
di quella nuova difficoltà.
§
Roxy
arrivò nel boschetto oltre la radura utilizzata per la gara di
aquiloni e si fermò per riprendere fiato. Era fuggita di
fronte ad un semplice abbraccio. Era fuggita perché si era
sentita in imbarazzo: quelle ragazze, con lei, erano sempre state
molto dolci e gentili, disponibili. L'avevano protetta contro gli
Stregoni del Cerchio Nero, le avevano insegnato il poco che sapeva
della magia e l'avevano sempre spronata a dare il massimo.
E,
ora, la ammettevano anche nel loro gruppo.
Solo
che lei non si sentiva degna di quel gruppo! Quelle grandi fate,
sempre così coraggiose e grintose che non si arrendevano di
fronte a niente, neanche alla più piccola difficoltà
dicevano che lei era parte del gruppo. Non si rendevano conto di
essere... semplicemente troppo rispetto a lei? Lei non era così:
come poteva essere parte di un gruppo di persone, di fate, tanto
meravigliose ed essere tutto l'opposto?
Si
appoggiò con la schiena ad un albero e scivolò a
sedere. Si strinse le gambe al petto, nascondendo la testa tra le
ginocchia: se ne avesse parlato con Bloom, lei le avrebbe detto che
era coraggiosa e che sapeva fare cose meravigliose. Per Roxy erano
parole vuote, senza alcun fondamento. Lei non era in grado di
guardare un nemico in faccia e di combatterlo.
Contro
gli stregoni era stato diverso: avevano attaccato suo padre. Per un
momento si era sentita davvero forte, tanto che era riuscita a
trasformarsi. Ma adesso, a distanza di alcune settimane, aveva
cominciato a credere che fosse stata tutta una enorme casualità.
Giocherellò
col Cerchio Bianco che portava al dito. Lo guardò: non era
certa di meritarlo, a volte addirittura di non poter essere l'ultima
fata della terra.
Era
stata tanto felice quella mattina, quando aveva fatto parlare Artù,
credendosi di aver fatto chissà che cosa.
Artù...
il suo fedele amico animale era lì davanti a lei da un po' e
le stava scodinzolando, in cerca di un po' d'attenzione e un segnale
che gli facesse capire che la sua padrona stava bene. Roxy gli
sorrise mestamente e allungò una mano per dirgli di
avvicinarsi. Così lui si accomodò ai suoi piedi e si
lasciò coccolare.
“Sai,
Artù, non credo di essere all'altezza.” a lui lo disse,
perché solo lui riusciva a capirla davvero. Ripeté
l'incantesimo che gli avrebbe permesso di parlare, così che
potesse sentire la sua risposta.
“Perché
dici questo?” volle sapere quindi, perplesso, non appena la
luce verde dell'incantesimo si dissolse. “A me sembri una fata
molto in gamba!”
“Io
non mi sento così.” mormorò la ragazza. “Le
Winx sono così diverse da me...”
“Ognuno
è fatto a modo suo, Roxy.”
Lei
chiuse gli occhi. “Non mi consola molto.”
“Ma
è così.” Artù la guardò negli occhi
e a Roxy sembrò che le avesse sorriso e anche in modo
rassicurante. “E quando te ne accorgerai, capirai quanto sei
forte!”
Anche
Roxy sorrise, intenerita. “Sei molto dolce, amico mio!”
lo abbracciò e lui passò una zampa dietro la sua
spalla.
Improvvisamente,
un qualcosa interruppe quell'idilliaco momento. Fu Roxy la prima a
percepire che stava accadendo qualcosa, che quel pacifico boschetto
di collina non era più un posto sicuro. C'era qualcosa di
oscuro che serpeggiava tra le chiome degli alberi e che riusciva ad
insinuarsi oscuro nella sua coscienza. Qualcosa di pauroso.
Si
alzò in piedi.
“Lo
senti anche tu, Artù?” chiese, guardandosi intorno.
“E'
strano...” il cane annusò l'aria. “E' qualcosa di
terribile, ma non sento la presenza di nessuno!”
Roxy
guardò a destra e a sinistra, tra i rami più alti degli
alberi, ma non vide niente. Sentiva solo quella paura ed eccitazione
che precedeva un combattimento con gli Stregoni del Cerchio Nero.
Eppure, qualcosa le diceva che non erano loro, adesso, a tenerla in
trappola.
“Dove
sei?” chiese, all'aria. Stava tremando come una foglia e
avrebbe tanto voluto scappare. C'era una forza, però, che si
opponeva fieramente al suo desiderio. Era follia? O forse la paura
stessa a paralizzarla? Si voltò di scatto, non appena sentì
il fruscio delle foglie.
“Chi
sei?” domandò, con voce tremante e un po' stridula.
Quell'immobilità
la inquietava; c'era un silenzio innaturale e neanche il vento
soffiava più. Neanche Artù parlava. Sembrava che non ci
fosse che Roxy in quel nuovo e oscuro mondo. Sola, indifesa.
Sentì
una risata, una risata cattiva, di donna. Era intorno a lei, sopra di
lei, dentro di lei.
Provò
a scappare, gridò, ma non servì a niente.
Inciampò
in qualcosa, in una radice, forse. Sentiva solo il dolore sordo del
proprio ginocchio che aveva battuto a terra e quell'inquietudine che,
invece di allontanarsi grazie a quella corsa, era cresciuta, come se
lei fosse caduta in una vasca piena di quel sentimento liquido.
Di
nuovo quella risata sinistra echeggiò nell'aria.
In
lontananza, cominciò a materializzarsi una figura alta,
avvolta in un mantello di fumo nero dal quale si spanse un odore
pestilenziale.
“Chi
sei?” provò a chiedere Roxy, posandosi una mano davanti
alla bocca e al naso, per evitare di respirarlo. Una cosa era certa:
quello era l'odore della morte.
“Tu
mi conosci bene.” rispose la voce, sibillina. “Sei stata
tu a chiamarmi.”
“Non
so di cosa tu stia parlando!” gridò la ragazza. Una
forte rabbia si impadronì di lei, una rabbia che riuscì
a farla alzare in piedi, a fronteggiare quella figura lontana;
l'odore, però, non se ne andava ed era quello ad indebolirla,
a tenerla malferma sulle ginocchia che tremavano.
“Ma
certo che lo sai...” rispose la voce, suadente. “Lo sai,
perché se tu non mi avessi chiamata, non sarei arrivata.”
“Beh,
io non ti credo!” la sfidò Roxy, puntandole un dito
contro. “Non avrei mai potuto evocare una creatura immonda come
te!”
“Sei
proprio come tutti gli altri...” tagliò corto la voce,
con un sospiro.
“Che
cosa vuoi da me?”
“Credevo
che fosse chiaro...” Roxy percepì il tuo sorriso dietro
quel suo manto di fumo e le si rizzarono i capelli in testa.
Reagì
in ritardo a causa di quell'odore terribile che le annebbiava la
vista: la figura scattò in avanti, verso di lei, così
veloce che Roxy ebbe difficoltà a vederla. Quella la investì
in pieno e la attraversò all'altezza del cuore. La fata sentì
un gran freddo invaderla, prima che il mondo intorno a lei diventasse
nero.
Tempo
fa avevo cominciato a scrivere questa fanfiction, in attesa della
seconda parte della quarta serie. Non l'ho mai conclusa, ma spero che
almeno pubblicandola riuscirò a trovare la motivazione per
finirla. Ho quattro capitoli, di cui due da rivedere, per il resto, è
ancora tutto da scrivere, ma la trama è già tutta in
questa testolina. Bisogna aspettare e sperare. :)
Giusto
perché non ho mai avuto modo di ringraziare coloro che hanno
commentato l'altra mia fanfiction su questo fandom (Quando
una strega è in libertà vigilata...), lo
faccio subito. Quindi, oltre a mileybest
e BAbyDany94, un
ringraziamento speciale va a FairyFlora
che ha fatto tanti complimenti alla fic e mi ha inserito tra i
suoi autori preferiti, e a bellina97
che ha commentato in tempi recentissimi. :)
Ancora
una volta grazie, per quella fic. Ha totalizzato sette preferiti, un
ricordato e un seguito e per essere la mia prima fanfic, per me vuol
dire tanto, anche se confrontata con altre storie è solo una
goccia nel mare.
Vi
lascio con questa nuova avventura. E speriamo che sia – a
questo punto – all'altezza della prima.
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