||Righe||

di l_s
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Di pugnalarmi il cuore
ho tentato
troppo a lungo:
rinchiuso in gabbie
e disidratato, m'è
sfuggito
sempre.

Troppe volte
per ignorarlo
ho giaciuto
in cantucci di cenere,
sottile era l'odore,
mi annebbiava il naso,
l'emotività nevrotica e
malata
che mi coinvolgeva la tempia.

Lo tengo in mano,
il cuore, incurabile
malato cronico,
pulsante sangue
anestetico, sprizzante
emozoni schizofreniche.

Davvero sto vivendo?















Così si conclude Righe.
E' stata la sintesi autentica e naturale di una fase della mia vita, coi suoi alti e bassi, i suoi complessi e i suoi colori. Non nego che già una certa nostalgia mi stuzzica la gola. Ma non smetterò di scrivere poesie; semplicemente, questa raccolta non è più la sede adatta.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita, che hanno letto o leggeranno,che hanno commentato o commenteranno, che hanno respirato un po' di me,e l'hanno disprezzato o l'hanno capito.
Mi chiedo se io sia arrivata da qualche parte,se il traguardo sia più avanti della partenza, se io abbia guadagnato qualcosa, e cosa sia. "Ma non importa. La strada è vita." (J. Kerouac, Sulla strada)




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