Desclaimer: I personaggi della
Fiction sono tutti maggiorenni, fatti, azioni e nomi non rispecchiano
avvenimenti davvero accaduti, dovesse esserci somiglianza, sarebbe del
tutto casuale.
I personaggi sono di Kazuya Minekura.
.:Prologo:.
Tokyo.
Quando la notte faceva presa
sulle strade di Tokyo, l'adrenalina non poteva fare a meno di
assalirgli lo stomaco. Ed il sorrisetto sghembo e autolesionista si
faceva largo sul volto. I guanti scuri e di pelle reggevano stretto il
volante, mentre gli occhi violetti scrutavano a tratti la strada
davanti a se ed a tratti lo specchietto retrovisore. La ragazzina
seduta accanto, totalmente ubriaca e succube delle droghe ingerite
nell'arco della serata, urlava divertita. Senza cintura, teneva le
gambe al petto. Convinta, forse, che mostrando le gambette nude di
quindicenne avrebbe eccitato sessualmente il pilota. Il biondo, pilota,
sterzò bruscamente, tirando il freno a mano, e derapando una
spericolata inversione a U, che lo portò a ritrovarsi nella
corsia accanto, come indicava il percorso segnato a terra, da delle
strisce rosse disegnate evidentemente di fretta ed ancora fresche.
"Sei un
fottutissimo Bastardo!" Urlò ridendo bellamente il pilota
della macchina dietro, dai capelli rossi come il fuoco, il quale si
ritrovò a dovere momentaneamente sbandare verso destra per
poi imitare la sterzata del biondo, seguendo il tragitto già
stabilito. Il biondo, di rimando, gli ghignò in cagnesco,
presentando un evidentemente dito medio prima di inserire la terza
ed accelerare, portandosi dietro la polvere della strada
notturna, totalmente sgombra di macchine.
"Sanzo..."
Miagolò la ragazzina seduta accanto. "... ti ha dato del
bastardo, non dici nulla?"
"Aaah..."
Si lamentò il pilota, facendole cenno di stare zitta mentre
lui continuava quella folle corsa di auto.
Il rosso
nella macchina dietro premette il piede sull'acceleratore. La "sua" di
ragazzina seduta accanto, doveva essere ad una delle sue prime corse.
Perchè tremeva. Chiusa in un paio di jeans a sigaretta, dei
tacchi a spillo ed una maglietta a righe bianche e blu. Aveva un bel
visino rotondo, seppure anche lei sembrava tramortita dalle follie
della sera. Magari era stata anche la sua prima bevuta, si
ritrovò a pensare Gojyo. Ma gli occhi tornarono alla
macchina davanti a se. Una Lamborghini nera, vinta in un torneo di
Poker su internet. Rise tra se, pensando a come il suo migliore amico
fosse uno che riusciva a portare ogni suo vizio al vertice massimo.
Il
traguardo stava ormai a meno di 600m davanti a loro. Ed il rosso si
morse il labbro inferiore mentre cambiava marcia, e si portava nella
corsia accanto, contro mano, soltanto per riuscire a superare
l'avversario il quale si voltò a guardarlo sorridendo ancora
una volta, con un che di mefistofelico.
"Sai
battermi soltanto quando bari!" Urlò Sanzo.
"Nessuno
ha stabilito delle regole!" Rispose ridendo ancora, ma la questione si
chiuse lì. Concentrati sul traguardo. Sulle due stangone dai
capelli tinti che aspettavano alla fine del tragitto.
Sanzo
cambiò marcia ancora una volta mentre l'avversario mimava un
saluto con la mano destra, inserendo il NOS. Fumo bluastro si
proiettò fuori il tubo di scappamento mentre Gojyo, convinto
ormai di avere vinto, rideva entusiasta.
Meno di
cento metri.
La
vittoria era lì, davanti a se, se non fosse che, qualcosa,
colpì la sua macchina da dietro. Frenò di botto.
La macchina si ritrovò a girare su se stessa e vide dallo
specchietto l'ennesimo gestaccio di Sanzo, il quale lo superava, ed
andava a vincere con i suoi comodi la gara.
Gemette il
rosso, segnando mentalmente i danni alla macchina.
"Cazzo,
Sanzo!" Sbottò fulminando l'amico. "... Mi hai sfasciato il
culo!" Sanzo s'avvicinò all'altro, facendo spallucce. "Se
bari tu, posso farlo anch'io.." Si giustificò.
"Barare
è un conto, m'hai distrutto il dietro della macchina!"
Esplose disperato Gojyo, portandosi indietro i capelli lunghi e rossi.
Le dita sfiorarono il codino sopra la nuca prima di tornare sul fianco.
"Non stare
a frignare..." Commentò il vincitore accendendosi serafico
la sigaretta estratta dal pacchetto morbido. "... te li pago io
danni..."
Gli occhi
di Gojyo si illuminarono e presto la questione si chiuse lì.
La ragazzina che stava seduta accanto al rosso, durante la gara, adesso
piangeva accerchiata dalle amiche, per lo spavento preso.
"Dai,
andiamo da Hakkai... " Suggerì il biondo aspirando con
veemenza dalla sigaretta accesa. La mano corse allo sportello della
Lamborghini, aprendolo e facendo cenno all'amico di salire in macchina.
"Anzi,
facciamo così!" Gli urlò già al
volante, mentre il rombo del motore copriva tutto. "Offrimi una birra,
e io magari ti compro un catorcio nuovo!" Sorrise sghembo lo
strampalato ed alquanto tenebroso riccone biondo. Ed il fatto che Gojyo
non se lo facesse ripetere due volte, lasciando la propria auto
semidistrutta in balia di tutto, lasciava intendere la profonda e per
certi versi contraddittoria amicizia dei due.
Quando la
notte calava, era come se la gente si spogliasse dei vestiti del
giorno, soltanto per mostrare una nuova faccia di se, totalmente
diversa. Le ragazze erano le più brave in quest'arte. A
partire dalle studentesse liceali, sino a belle e formose donne in
carriera.
Sanzo e
Gojyo erano anche loro maestri. Nessuno avrebbe mai dubitato della loro
stravagante passione nella notte. Gojyo, in fondo, era un'alquanto
prestigioso manager di piccoli ed emergenti musicisti locali. Per
quanto non avesse mai avuto grandi ambizioni nella vita, se non
divertirsi e portarsi a letto più o meno tutta la flora
femminile di Tokyo, comunque poteva vantare un guadagno sopra la media.
Sanzo,
invece, era un famoso uomo d'affari. Indaffarato sempre in borsa, tra
telefoni cellulari, taccuini e matite divorate per lo stress ed il
nervosismo, lui riusciva comunque ad emergere per la passione che
riponeva in quel lavoro e la modesta dose di fortuna che si portava
dietro.
Raggiunsero
le strade più animate e vive della Tokyo notturna, nel giro
di pochi minuti. Dando notizia della loro venuta con il rombo sfacciato
dei motori.
Gojyo rise
divertito, lasciando dal finestrino la cicca ormai morta. "Sei un
megalomane di merda..." Sfottò l'amico, il quale gli
bastò mollare un palese finto pugno sulla spalla dell'altro,
prima di posteggiare davanti al locale. Non temeva furti, seppure fosse
una bella macchina. Per il giro in cui erano capitati, c'era un
reciproco rispetto per cui, uno guardava la macchina dell'altro,
indipendentemente dal fatto che si fosse gareggiato sino a poco prima,
e magari uno dei due partecipanti avesse perso.
Il Kanzeon
era il pub IN più in voga del momento. Vantava tre sale da
discoteca, due salottini privati, ed una zona bar con circa sei o sette
baristi.
Una densa
aria satura di caldo investì i due, diretti verso il
bancone, mentre un'orda di femmine, incallite conquistatrici, si
avventavano su Gojyo, il quale non sembra disdegnarle. Piuttosto Sanzo
si diresse a passo spedito al bancone. Superando qualche quattordicenne
ubriaca, o due omosessuali, intenti a conoscersi ed il proprietario del
locale a cui diede una stretta di mano veloce prima di sparire tra la
folla.
Hakkai era
un affascinante Barman, dai modi gentili e le mani abili. Restio a fare
amicizia con la gente di lì, era l'uomo perfetto per quel
posto, in quanto difficilmente lo si avrebbe visto perdere tempo nel
chiacchierare o provarci con la ragazzetta provocante. Piuttosto, al
massimo, se arrivava qualche amico, non si sapeva come, riusciva a
recepire comunque tutte le ordinazioni, preparare i Coktail e parlare
con chi di interesse. Portava sul volto due sfavillanti occhi verdi,
mentre i capelli neri, a tratti scompigliati e sudati per il lavoro
sfiancante, si ergevano corti, in parte rasati sulla nuca.
Quando
vide Sanzo, capì dovesse aver vinto anche quella gara, in
quanto l'amico biondo non portava sul volto nessun espressione nervosa
o scocciata. Piuttosto si poteva leggere un che di tacitamente
compiaciuto.
"Tzè,
guardalo... mi ha sfasciato la macchina e se ne sta lì a
fare fichetto.. manco ricordasse i suoi 30 anni..." L'improvvisa
apparizione di Gojyo, stupì e forse a tratti
spaventò il moro, il quale rise tranquillo porgendo un
boccale di birra al rosso.
"...
lascialo stare..." Pronunciò il saggio Hakkai, tornando a
mischiare gli oscuri e segreti ingredienti per realizzare altri
Cocktail. Non gli dava fastidio che i suoi amici venissero
lì. Passando tutta la notte, o quasi, in quel posto, fare
due chiacchiere con gente conosciuta, serviva per prendere quella
boccata d'aria che lui di certo non andava a prendere fuori il locale,
come tutti gli altri "colleghi".
"Chi
è che avrebbe 30 anni, scusa?" Il biondo fulminò
l'amico con lo sguardo mentre cercava dentro la tasca di dietro dei
jeans neri, l'accendino. Dio, se lo perdeva circa dieci volte al giorno.
Hakkai
tornò a ridere divertito. Un sorriso ed una vocetta garbata
per un uomo dagli occhi misteriosi.
"Oh
suvvia, Sanzo, intendevamo soltanto dire che per l'età che
hai, porti i tuoi anni divinamente!" La situazione piuttosto che
migliorare, precipitò. Scosso dal ridere, Gojyo
raccattò la sua birra, affogando le labbra nella schiuma e
bevendone una corposa sorsata.
Sanzo
girò gli occhi, pregando il Budda di dargli la forza di non
starli ad ascoltare mentre, finalmente, trovata l'accendino e dava
fuoco alla punta della sigaretta.
"Dov'è
Goku, oggi non lavora con te?" Chiese l'affascinante borsista, o
borsaiolo come si divertiva a cansonarlo il manager.
"Si, ma di
settimana non ha senso prendere tutto lo staff per il weekend
così, Kogaiji" Il proprietario, quello a cui Sanzo aveva
stretto la mano sino a due minuti prima. "Ha preferito fare tagli per i
giorni feriali e quindi ci ritroviamo un pò tutti a fare
più cose nella stessa serata."
Sanzo
scrutò l'amico dagli occhi verdi per una manciata di secondi
prima d'inarcare le sopracciglia.
"E quindi?"
Gojyo
invece seguiva distratto i discorsi, intento più ad ammirare
la gonna, o per lo più maglietta molto lunga, della biondina
che s'agitava insieme alle amiche nella discoteca. Divertendosi,
mentalmente, ad immaginarsela a letto, in pose provocanti. O magari
imbarazzata da brava scolaretta delle medie.
"E quindi,
è in cucina, potete andare se volete, sta sera non
c'è quasi nessuno alle salette private... Io vi raggiungo
tra un attimo.." Hakkai rise, quando il biondo tirò via per
la camicia Gojyo, ancora perso nelle mutandine viola e rosa della
minorenne poco distante il bancone.
Goku stava
seduto sulla superficie d'acciacio accanto i sei fornelli. Il
cappello bianco da cuoco, ed il completo di giacca bianca e pantaloni a
scacchi, gli dava quell'aria da grande chef che in realtà
non era. La sua più grande passione era mangiare, non tanto
cucinare, ma proprio perchè la sua fama da buon gustaio lo
precedeva, comunque poteva vantare una certa bravura nell'aggiungere
cose fondamentali come sale e pepe nelle giuste quantità.
In
compagnia del lavapiatti Rumeno, intento in una telefonata con la
moglie davanti l'entrata di dietro, Goku fissava la televisione
annoiato. Sospirando di tanto in tanto e mandando giù due o
tre sorsate di CocaCola. La partita di Basket non andava come sperava.
"Ehi,
scimmia!" Esclamò Gojyo aprendo la porta della cucina. In
legno, e con vistoso oblò, forse un pò troppo
grande, al centro di essa.
Il cuoco
non si scompose più di tanto, rimanendo immobile nella sua
posizione. Un ginocchio piegato al petto, ed il mento su di esso.
L'amico dai capelli rossi, gli si affiancò, i due si
salutarono da uomini, scontrando le nocche su quelle dell'altro.
"Come va
la partita?" Goku sbuffò seccato.
"Uno
schifo, Kimi Suzuki non ha fatto entrare in campo nessuno dei migliori,
come cazzo spera di vincere la partita?!" Si sfogò il cuoco.
"...
allora è sicuramente truccata... gli allenatori non sono
stupidi, quando non fanno quello che hanno sempre fatto, evidentemente,
li hanno pagati.."
Goku si
voltò a guardare l'entrata in scena di Sanzo, mentre questo
aspirava la sigaretta accesa poco prima e si proiettava davanti a loro.
Non intralciava la visuale, in quanto la televisione era ben alta sopra
le loro teste.
"Io non ci
credo a queste stronzate..." Fece spallucce Gojyo, mentre Sanzo si
fermava a fissarlo inarcando un sopracciglio.
"Mica sto
parlando di un cazzo di Ufo, non è che c'è da
crederci o meno, se si parla sempre di partite vendute è
perchè succede e basta.." Bè certo il suo
ragionamento non faceva una grinza. E Goku ridacchiò tra se,
scendendo dal piano, e dirigendosi al frigorifero. "Avete fame.. ?"
Chiese, lasciando intendere che lui per si e per no, stava per
divorarsi un panino.
Gli altri
due si fissarono per qualche secondo, incerti se abusare o meno delle
vettovaglie del proprietario prima di fare spallucce.
"Ci puoi
cucinare tutto quello che vogliamo?" Chiese il manager leccandosi i
baffi. Il cuoco rise annuendo un paio di volte, estraendo dal frigo
ingredienti di vario genere e antipasti già belli e pronti,
fatti nel pomeriggio.
Sanzo ci
pensò su, prima di mostrare un sorriso tra il sadico ed
divertito.
Poche ore
dopo, quando il locale era ormai vuoto, e gli adetti alla pulizia,
toglievano tutto lo schifo lasciato dai clienti, i quattro amici,
stavano in una delle due salette private. Chi a scolarsi le ultime
bottiglie di birra e chi ad ostentare ancora lucidità dopo
avere alzato un pò troppo il gomito.
Hakkai si
allenteva la camicia, la giacca nera ormai stava abbandonata sulla
poltroncina, mentre Gojyo rideva in compagnia del cuoco, scherzando
sull'età dell'uomo d'affari, che invece sonnecchiava o
comunque, come aveva detto circa mezzora prima, riposava gli occhi.
Il fatto
che dopo tanti anni, riuscissero ad apprezzare quella quiete,
compiacendosi comunque della compagnia reciproca, lasciava intendere
che quel gruppetto, era troppo unito per decidere un giorno di
separarsi.
.:Prologo:.
Note.
Kimi
Suzuki è l'allenatore della nazionale di pallacanestro
giapponese. ù.ù cercato su Wikipedia.
Sanzo:
Cercando di essere il più fedele possibile al personaggio
della Minekura, comunque ho cercato di immaginare un uomo magari non
uguale a quello del fumetto. Vizioso come sempre, e scorbutico al suo
solito, ma decisamente più tranquillo e realistico.
Gojyo:
Gojyo, deve rimanere tale. Avventato, audace e per lo più
maniaco con tutti.
Goku: Che
rimanga l'ingorda scimmia di sempre, è risaputo, ma
calcolando che nella storia è decisamente più
grande, deve mostrarsi più maturo, invece che un ragazzino.
Hakkai:
Tale e quale a Gojyo. In quanto credo lui e gojyo siano i personaggi
più adattabili ed allo stesso tempo intoccabili del fumetto.
La prima scena, per quanto sia somigliante a quella di Fast 'nd
Furious, comunque non lascia intedere che la storia si
baserà su quello. Era un modo come un altro per inserirsi
nelle vite dei quattro.
:) spero
vi sia piaciuto questo prologhetto, spero di ricevere taaante critiche,
costruttive e non
Baci alla
prossima!
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