Corpo caldo, mente calda

di Walnut
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Corpo caldo, mente calda

 

 

Camminai a passo lento verso il centro della sala, guardando tutti i presenti negli occhi.

Sorrisi. O meglio, ghignai.

Appoggiai la valigetta sul tavolo da lavoro e l'aprii, rivelando il suo contenuto. Forbici, pinzette, lame di svariate dimensioni, coltellini, guanti, un piccolo grembiule bianco da mettere addosso e tante altre cose.

Presi i guanti e il grembiule e li indossai velocemente, fremendo quasi. Mi sistemai gli occhiali sul naso e feci accendere la luce sopra la mia testa per riuscire a lavorare meglio.

Mi spostai davanti al tavolo e, con un sorriso tirato, sarcastico, che moriva dalla voglia di scoppiare per liberare la risata dentro me, feci un piccolo inchino davanti al mio pubblico, pronto ad assistere.

La mia nuova lezione di Anatomia era pronta per cominciare.

Mi posizionai dietro il tavolo e feci segno agli uomini nel retro di portare il corpo, il suo corpo. Avevo una voglia quel giorno di sbrigare il lavoro che quasi mi misi a urlare quando vidi il sudario passare sotto le luci sistemate sopra le nostre teste.

Il corpo fu depositato nel tavolo, davanti a me, e io non potei fare a meno di umettarmi le labbra.

Gli tolsi con un colpo secco il telo sopra il corpo e la scoprì: la donna aveva all'incirca trentacinque anni, capelli scuri, gli occhi coperti e il corpo che respirava appena.

Piccoli idioti. Quei deficienti da lassù non si sarebbero accorti di niente. Niente, dico.

Quella dose massiccia di sonnifero stava funzionando bene, se non di più.

Guardai la mia mano tremante, vogliosa di trapassare le carni della puttana davanti a me.

Sì, era una puttana, una grossa puttana. Quella donna tentatrice mi aveva scaricato come se io fossi uno qualsiasi, un cretino qualunque, ma io ero il suo uomo, ero suo!

Mi ero sacrificato per lei, per noi, per tutto. Avevo cercato di mantenere i rapporti e di far funzionare ogni cosa, ma lei una sera era arrivata da me e mi aveva detto che non potevamo stare più insieme.

Mi ero ripromesso di lasciar perdere, ma mi fu impossibile. La voglia di vendicarmi mi aveva infettato l'anima, rendendola nera come la morte.

Presi la lametta dalla valigetta, facendo molta attenzione a non compiere gesti azzardati.

Scelsi con cura la lametta, presi la più grossa. Il taglio doveva essere profondo.

Oddio, pensai, oddio, oddio, oddio.

Il momento era giunto. Mi veniva da ridere, da ridere tanto e ancor più. Una cosa che voi non potreste mai, mai capire. Dovreste essere orgogliosi di me per non essermi messo a ridere davanti a tutte quelle persone.

Quando, finalmente, conficcai la lama nel centro del suo collo mi sentì libero. Il cuore che pulsava feroce nel petto, la testa che mi urlava gioiosa. Mi scappò un gemito.

Dovevo solo conficcare la lama più a fondo e...

La donna aprì d'improvviso i suoi occhi marroni e urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.

La squarciai dall'alto in basso ridendo sguaiatamente.

 

 

 

N/A

Buonasera mie cari amanti dell'orrore e dello splatter! Vi presento qui la mia nuova flashfic.

Il pazzo fuori di testa, il pubblico, la donna, le luci (?)... Che dire, vi piace?

Ringrazio chi ha recensito la mia scorsa 'Shot: Mrcctld, Hotaru_Tomoe, Vogue – amantozzaH mia – Giraffetta, Diana924 e Kakashina97100

Ringrazio anche chi leggerà e commenterà questa 'Shot.

Saluti, .





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