Dedicata alla mia
puffosissima puzzola, a
cui voglio un mondo di bene.
Ti dedico la mia prima
shonen-ai (sempre se
così si possa considerare…), sperando che non
scapperai via urlando dal terrore
(se lo farai, voglio filmare la scena, però!)
Happy B-Day, mon amour <3
E cento di questi
giorn- anni, dato che
questo è un numero importante *-*
I love you, Dolly ♥
Who
is the betrayer?
Who’s
the killer in the crowd?
The
one who creeps in corridors
And
doesn’t make a sound
Chi
è il traditore?
Chi è l’assassino in
mezzo alla folla?
Colui che striscia
lungo i corridoi
Senza
fare alcun rumore
{Heavy
in your arms – Florence and The Machine{
Di
vampiri e principesse dispettose ~
{Warnings: prima
di chiudere la pagina urlando all’OOC, assicuratevi di averla
letta tutta. Dopo sì, potrete urlare all’OOC in
tutta tranquillità XD{
Non era
tanto il freddo quello che infastidiva Kurogane, quanto la pioggia che
continuava a cadere incessantemente sui suoi occhiali scuri, scivolando
lungo
le lenti e infilandosi nell’ampio collo
dell’impermeabile, scorrendo sul mento
e andando a inzuppare direttamente i vestiti sotto; però
pareva non curarsene,
non facendo nulla per ripararsi né per ripulirsi il volto o
allontanarsi i
ciuffi di capelli neri che si erano incollati sulla sua fronte.
Oltrepassò un
vicolo pieno di sacchi di immondizia e si fermò poco
più avanti, varcando la
soglia d’entrata di uno dei tanti alti palazzi della
città; gettò un’occhiata
sprezzante agli ascensori, prima di salire quasi con rabbia gli scalini
di
marmo e arrivare davanti ad una delle porte tutte uguali di uno degli
appartamenti al sesto piano. Abbassò la maniglia e
aprì senza aver bisogno
delle chiavi (non aveva nulla di così prezioso che potesse
essere rubato, ma
altrettanto sicuramente non era nemmeno il tipo che si preoccupava di
idiozie
del genere - i ladri sarebbero entrati comunque, se avessero voluto, e
lui
sarebbe stato lì pronto a farli pentire di essere nati), ma
capì immediatamente
che c’era qualcosa che non andava. Sentì il rumore
di fusa provenire dal
divano, mentre i suoi occhi guizzarono verso la figura che si
intravvedeva
nell’oscurità dell’ambiente. Con un click
le luci si accesero, rivelando un giovane uomo biondo che lo guardava
da sotto
in su, con un sorriso malizioso sulle labbra.
«Ciao,
Kurogane».
L’altro lo
fissò quasi irato, prima di gettare gli occhiali da sole sul
tavolino accanto
all’entrata e levarsi con un movimento fluido il soprabito di
dosso,
abbandonandolo noncurante sul pavimento e dirigendosi verso la camera
da letto,
ignorando volutamente il nuovo ospite. L’altro
sospirò, sollevando davanti al
viso il grosso gatto bianco che riprese a fare le fusa con
più foga.
«Hai visto,
amico mio? Il tuo padrone nemmeno mi saluta…», gli
disse, ed il felino lo fissò
con uno sguardo furbo, come se avesse già capito tutto. Come
se avesse già
capito cosa sarebbe accaduto a breve.
Il ragazzo
si alzò, posando l’animale a terra che subito si
tuffò sotto il tavolino, e
raggiunse l’uomo che si stava spogliando, rimanendo a
fissarlo in silenzio. Non
durò a lungo.
«Ce l’hai
ancora con me?», gli domandò, ma l’unica
risposta che ricevette fu il rumore
sordo che produsse l’anta dell’armadio una volta
che si fu richiusa. Il ragazzo
biondo roteò gli occhi al cielo e il suo lieve sorriso
canzonatorio si fece più
marcato. «Sono tornato, non sei contento?»
«Vorresti
che appendessi delle bandierine in tutto il quartiere per darti il
benvenuto,
Fay?»
«Sarebbe un
inizio», replicò, facendo spallucce e
assottigliando gli occhi turchesi davanti
alla sua faccia scura. Kurogane gli avrebbe dato una spallata per
uscire, se
Fay non fosse scivolato lungo la parete esterna, a braccia conserte. Lo
sentì
entrare in bagno e osservò la pistola argentea lasciata sul
letto disfatto.
«Sei andato
a caccia, Kuro-kun?» Il gatto si intrufolò nella
stanza e salì con un balzo sul
materasso, così Fay si avvicinò per afferrare
l’arma con un angolo del lenzuolo
e metterla sopra l’alto cassettone. «Attento,
potresti farti male… È una
pistola speciale, ma si tratta pur sempre di
pallottole…»
«Non
toccarla», gli ordinò una voce alle sue spalle,
prima che Kurogane, di ritorno,
a torso nudo e con un asciugamano sulle spalle, lo scostasse per
prendere
l’arma e nasconderla dentro il cassetto.
«Paura che
parta un colpo per sbaglio?»
L’occhiataccia
che gli rivolse l’hunter avrebbe zittito chiunque, ma Fay D.
Flourite non era chiunque.
«Ho paura
che cada nelle mani sbagliate».
«Oh, ora io sarei le mani sbagliate?», chiese,
mentre il sorriso si faceva serio. «Non
credevo mi considerassi ancora così, dato che-»
«Ancora una
parola e sei morto», lo interruppe Kurogane ferocemente. Ma
l’altro era
decisamente abituato ai suoi modi di fare.
«Se davvero
fosse così, sarei morto sai da qua-»
Non fece in
tempo a finire la frase, però, che si trovò
sbattuto dolorosamente contro la
specchiera del cassettone, piegato sotto al corpo furente
dell’altro, con la
sua mano intorno alla gola.
«Non me ne
frega nulla di ciò che tu
credi. A me
importa di ciò che io dico.
Ancora
una parola, e sei morto. Non lo ripeterò una terza
volta».
La stretta
non era eccessiva, e in fondo Fay l’aveva portato
intenzionalmente fino a quel
punto. L’unico modo per smuovere quell’animale era
farlo arrabbiare, e superare
il limite era una cosa che lui aveva sempre trovato molto facile. Tanto
facile
che si era trovato a dipendere dal peggior nemico della sua razza ancor
prima
che potesse rendersene conto. Chiuse gli occhi, aspettando che
l’altro lo
lasciasse, ma li riaprì sorpreso dopo qualche secondo,
rendendosi conto che le sue
dita non l’avevano ancora liberato. Si chiese mentalmente se
non avesse davvero
esagerato stavolta, se si fosse dimenticato di mettere in conto
qualcosa che
non era in grado di calcolare, che nessuno era in grado di prevedere.
Qualcosa
come i sentimenti umani.
«Lasciami»,
disse, la voce lievemente strozzata dalla pressione provocata sulla
laringe.
Gli occhi avevano perso ogni sorta di scherzosità, la linea
della bocca era
dritta e decisa. Era un ordine, dopotutto.
«Credi
davvero di potertene andare e venire senza avvertire? Potevi essere
morto. Mi
avevano detto che eri morto, due settimane fa».
Fay spalancò
gli occhi, sorpreso. Chi era stato a mettere in giro una voce del
genere?
«Ma non è-»
«Lo so che
non è vero, idiota! I fantasmi riesco ancora a distinguerli,
e di sicuro non
potrei afferrarli così».
«E tu hai
creduto ad una voce?», chiese sommessamente, mentre
un’ombra di rabbia,
delusione per sé stesso e qualcos’altro
attraversava lo sguardo di Kurogane.
«Potevi
essere vivo come potevi essere morto. Solo che le notizie che tu fossi
vivo
erano decisamente inferiori alle altre». Gli occhi di Fay
brillarono, ed iniziò
a ridere sommessamente. L’hunter mollò la presa e
l’altro si massaggiò la gola,
continuando a ridere. Quando indovinò che la risata non
sarebbe cessata né
diminuita tanto presto, Kurogane fece schioccare seccato la lingua
contro il
palato, afferrò una camicia abbandonata sul letto e si
voltò, lasciando la
stanza. Fay, ormai con le lacrime agli occhi, non si lasciò
sfuggire
l’opportunità di commentare:
«Ma dai!
Kuro-pon era preoccupato per me!»
«Non ero
preoccupato!», urlò l’altro, ma Fay
assunse un’aria sorniona e si spinse nel
corridoio buio, appoggiando la schiena ad una parete.
«Sì, invece.
Eri preoccupato che altri hunters mi catturassero, ma sai bene che non
è facile
prendermi… Ci vuole ben altro che quattro pallottole
d’argento o una
bottiglietta d’acqua benedetta per ferirmi».
«Dove sei
stato?»
Fay sorrise.
Eccolo lì, il suo Kurogane. Quello che non riusciva a
fregarsene davvero,
dopotutto.
«Dal re, ovviamente.
Mi aveva affidato un compito importante».
«E non poteva arrangiarsi
da solo?», chiese irosamente il cacciatore, spuntando
improvvisamente davanti a
lui e fronteggiandolo a fronte alta.
«Lascia la
gerarchia dei vampiri ai vampiri, Kuro-tan. Non è roba per
te, ti annoieresti
subito». Gli occhi rossi dell’altro scintillarono
nel buio, o almeno gli così
parve.
«Se credi davvero
che basterà questa scusa perché io abbassi la
guardia e smetta di tenerti sotto
controllo quando sei qui, ti sbagli di grosso». Sul viso di
Fay tornò ad
allargarsi un sorriso, e batté felice i palmi delle mani.
«Ma
Kuro-myun, sapere che tu badi che quei cattivoni dei tuoi amici non mi
facciano
del male è così commovente! Si direbbe quasi
amore!»
Sulla tempia
dell’hunter cominciò a pulsare pericolosamente una
grossa vena, simbolo che
stava davvero iniziando ad arrabbiarsi.
«Mi
preoccupo per gli altri, semmai. Il giorno in cui capirò le
tue vere intenzioni
sarà sempre troppo tardi», aggiunse, appoggiando
un braccio al muro e accostando
il viso al suo, per scrutarlo meglio.
«Ma ti fidi
comunque di me, no? Altrimenti, non mi avresti fatto avvicinare
così tanto…»
«Non farti
strane idee, vampiro. Nessuno si avvicina troppo a me, nessuno
può farlo»,
rispose, con un ghigno.
«Sarà… Due
mesi fa sembravi dire il contrario».
«Continua
così e ti ammazzo davvero».
«Dovrei
smettere?», sussurrò, mentre le iridi turchesi
diventavano scarlatte, rosse
come lo erano quelle in cui si riflettevano.
«Sì. E non
sperare in una morte veloce, ti lascerei morire di sete, anche se ci
volessero
anni».
Un
sopracciglio di Fay si arcuò scettico verso
l’alto, e l’altro, forse sperando
fosse finita, allontanò il viso dal suo, ma il vampiro
afferrò la sua camicia e
si alzò per sussurrargli all’orecchio:
«Ti sbagli.
Non mi lasceresti mai morire…» Le pupille di
Kurogane si allargarono, sorprese,
mentre Fay lasciò la presa. «L’ho
già capito… Sta’ attento, potrei
approfittarmene», mormorò, con un sorriso che
non si poteva dire sereno, ma
neanche troppo pensieroso.
I due si
guardarono a lungo, ma prima che uno dei due potesse aggiungere
qualcosa
qualcuno apparve sulla scena.
«Finalmente
ti ho trovato, vampiro», disse Shaoran, puntandogli contro la
sua pistola. Fay
chiuse gli occhi, sorridendo appena, mentre Kurogane si
piazzò tra i due,
minacciosamente.
«Cos’avresti
intenzione di fare, ragazzo?», domandò, con voce
bassa e calma. La sua voce più
pericolosa. Gli occhi di Shaoran si spalancarono, sorpresi.
«C’è una
taglia sulla sua testa; voglio ucciderlo, che domande mi fai?»
«Tu non
ucciderai proprio nessuno», ringhiò
l’altro hunter, piazzandoglisi davanti a
braccia conserte. Il ragazzino corrucciò le sopracciglia, ma
poi capì e urlò,
sorpreso:
«Vuoi
metterti contro un tuo compagno, Kurogane? Vorresti lasciarlo scappare
e
lasciarlo libero di aggredire le persone?»
«Oh, ti
prego, io non aggredisco le persone… Non sono
così vile», sussurrò Fay, facendo
brillare i canini affilati nel buio.
«Kurogane, spostati, per favore… Lo sai come funziona. O con noi, o
contro di noi… Non c’è
posto per i traditori», mormorò Shaoran, non
abbassando l’arma. L’altro si
limitò a fissarlo, dato che era disarmato, ma ad un certo
punto si udì il riecheggio
di uno sparo…
«Te l’avevo
che non mi avresti lasciato morire…»,
sussurrò Fay, accovacciato accanto al
corpo di Kurogane. Gli chiuse gli occhi e fece una lieve carezza al suo
viso,
prima di fissare il superstite, che sembrava sotto shock.
«Ringrazia
che non possa uccidere gli umani, ragazzo. Altrimenti non credo
riuscirei a
rispondere delle mie azioni», disse con un sorriso, prima di
dirigersi verso la
camera e aprire la finestra.
«Aspetta…
Aspetta!», urlò Shaoran, ma il colpo che
sparò colpì la cornice della finestra
aperta. Fay era già sparito.
Shaoran si
accasciò sul pavimento, mentre il gatto bianco balzava
giù dalla credenza e si
dirigeva verso il corpo del padrone…
«E questa
era perfetta! Ottimo lavoro ragazzi, non si direbbe proprio che siete
dei
principianti!»
Ci furono
alcuni applausi e Shaoran si rialzò da terra, correndo verso
Kurogane, che si
stava ripulendo schifato dal sangue finto che gli inondava il petto ed
era
schizzato fino al volto.
«Kuro-rinta,
Shaoran, siete stati bravissimi!», disse Fay, riapparendo
sulla scena, mentre
Mokona balzò dalla sua spalla allo stomaco di Kurogane.
«Ahhh, anche
Mokona voleva partecipare! Ma vedere Kuro-rinta e Fay amoreggiare
così
liberamente è stato bellissimo!», disse, prima di
essere afferrata da un più
che fuori di sé Kurogane, che la sbatacchiò qua e
là tenendola per le orecchie.
«Questa è la
volta buona che ti cucino, polpetta!», strillò.
«E voi non osate ridere!»,
aggiunse, già vedendo il sorriso di Shaoran.
«Kuro-pui,
non vorrai deludere i tuoi figlioli! Su, da bravo paparino,
dà un bacino alla
mammina!»
Kurogane si
bloccò all’istante, mentre Fay rimaneva con le braccia verso
di lui e le labbra
protese.
«Ma io ti
ammazzo», sibilò, mentre si dirigeva verso di lui,
sì, ma minacciosamente.
Avesse avuto la sua spada dietro, l’avrebbe affettato con
quella, ma anche
senza arma Fay capì l’antifona e iniziò
a scappare urlando e ridendo.
«La
principessa Tomoyo aveva proprio ragione,
dopotutto…», mormorò Tomoyo, la
regista del film, tra sé e sé. La principessa del
Regno di Nihon le era apparsa
in sogno appena quei viaggiatori erano approdati nel suo mondo, e
l’aveva
pregata di farle un favore, ovvero di aiutarla a far capire a Kurogane
quanto
importante fosse per lui una persona del gruppo. «Stanno
davvero bene insieme!»,
aggiunse, con gli occhi a cuoricino e l’anima da fan girl che
sprizzava gioia
da tutti i pori. Non appena li aveva trovati per caso, per strada,
aveva loro
domandato se avessero voglia di girare qualche scena in un film di
produzione
della ditta della sua famiglia, offrendo un lauto compenso; dato che
non
avevano ancora avuto modo di mettersi in cerca di qualche lavoro,
avevano
finito con l’accettare. C’era stato qualche intoppo
per far recitare Kurogane
dopo aver consegnato loro la sceneggiatura, ma le sue insistenze avevano
dato i
loro frutti. E i loro nomi erano talmente adatti ai personaggi che
avrebbero
dovuto interpretare che era finita con farglieli tenere sul serio.
Diede un'occhiata allo
schermo della telecamera, fermo ora alla scena in cui Kurogane, il
pugno destro
appoggiato alla parete, fissava intensamente Fay negli occhi.
«Awww, sono decisamente perfetti~!»
Fin ~
Il finale
della prima scena è volutamente accelerato. Ho cercato di
adattarmi un po’ a
quei pochi (pochissimi!) film jappici che ho visto… Diciamo
che faceva scena.
Ambientato
dopo la fine di TRC, ovviamente.
Per quanto
riguarda Tomoyo, lo so che ha perso i suoi poteri, ma consideratelo un
piccolo
What If.
La citazione iniziale è dovuta al fatto che sia Kurogane che
Fay possono essere considerati dei traditori dalle loro razze di
appartenenza.
E per il
resto… Direi che mi fermo qui. Sarei molto felice se mi
fareste presenti cosa
pensate di questo esperimento, dato che non sono affatto sicura del
risultato.
Accetto critiche sia positive che negative, ovviamente ^^
See ya, guys ♥
Lely
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