After the Rain
“Sai, le gocce di pioggia sono le lacrime degli
angeli…”
Non mi piace la pioggia.
“Se fai una cosa brutta, gli angeli
piangono…”
Preferisco il Sole. E’ caldo, mi piace il caldo.
“Ma fuori è buio,
c’è la nebbia…”
Mi sveglio. Dannatissimi tuoni, dannatissimi incubi. Mi porto una mano
sugli occhi, sbucando fuori dalle coperte quasi come un automa. Guardo
fuori dalla finestra: il cielo è ricoperto da nuvole nere.
Ma quanto ci mettono a svuotarsi? Odio la pioggia, con tutto il cuore,
mi fa sognare cose brutte. E io ho paura degli incubi, forse sono
l’unica cosa che temo di questo mondo. Perché sono
impotente davanti a loro.
Non ho controllo su di essi.
Ho sempre temuto di perdere la mia autorità, credevo che
sarei morto solamente quando l’avessi consumata.
Può bastare anche un piccolo passo falso per perdere il
potere…
Potere? E’ questo quello che ho?
Ho sempre associato il potere al possesso. E io possiedo il timore dei
miei compagni. Sì, perché se qualcuno di loro osa
contraddirmi, allora io sono sempre pronto a piazzargli un bel pugno in
faccia. Ma questo è Mello, e nessuno può farci
niente, soprattutto io, che nei miei otto anni di vita ho sempre
creduto che ci fosse un mondo a parte solo per me, un mondo racchiuso
nella mia testa. Ho sempre sognato di essere il numero uno, il
più temuto, il più forte. Ma come avrei potuto
esserlo se avevo paura dei brutti sogni, come i mocciosi di due anni?
Esco dal collegio, cominciando lentamente a bagnarmi, le goccie di
pioggia che slittano lungo i miei pantaloni di pelle. E’
allora che vedo qualcuno, seduto sotto il grande ulivo del cortile.
Qualcuno pazzo, di certo: stare sotto un’albero nel bel mezzo
di un temporale, scalzo e in jeans e maglietta! Sembra molto
più grande di me, deve avere all’incirca sedici
anni. Mi avvicino a lui.
- Che ci fai qui? Ti prenderai un accidente! -
Quello per tutta risposta mi guarda. Gli scopro due enormi solchi neri,
appena sotto gli occhi.
- Sì, hai ragione. In effetti fa freddo. -
Mi sta prendendo in giro? Io non ho paura di lui, sarà
grande quanto vuole, ma un calcio non glielo leva nessuno. Tuttavia, mi
limito a sedermi accanto a lui. Pareva il momento più
assurdo della mia vita. Sotto quella pioggia, che rischiava di
abbattere il tetto della mia fragilità, quel ragazzo mi
abbracciò. Sentii il calore della sua stretta, una
sensazione mai provata in vita mia.
- Mihael… -
Nel sentire il mio vero nome deglutisco.
- Guarda, ha smesso di piovere. Si sta alzando la nebbia. -
Mi guardo intorno. Mi accorgo di non essere mai stato così
solo in vita mia, non ricordo di aver mai avuto così tanta
paura!
- Ricorda sempre che oltre la nebbia c’è il sole,
Mihael. -
Lo guardo stupito, mentre è impegnato ad assaporare un
dolcetto sbucato da chissà dove.
- Sei destinato a grandi cose, non aver mai, mai paura delle tue
debolezze… -
“Oltre la nebbia, c’è sempre il
Sole…”
---DolceRosellina---
Curiosando tra nella cartella delle mie Fanfic, ho trovato questa
Drabble sperduta, scritta circa un anno e mezzo fà. Ho
deciso di pubblicarla -nonostante non mi piaccia esporre i miei lavori
vecchi- perché trovo che sia molto simile a quello che
succede spesso nella vita di tutti, me per prima, che sento che mi va a
pennello come il pane con la Nutella. Beh, so che è un po'
strana, però spero che sia stata di vostro gradimento, miei
gentilissimi lettori! Attendo, impaziente e felicissima d'aver ottenuto
la vostra visita e attenzione, le vostre recensioni! Un bacio. =)
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