Alice e Jasper
Guardavo
assorta la neve che scendeva fuori dalla finestra, aveva ormai
ricoperto il grande giardino rendendolo bianco e candido.
Quasi dello stesso colore della mia
pelle.
Ero in camera mia, poco prima avevo
provato un nuovo vestito, acquistato in una boutique appena aperta a
Forks.
Vedendo nevicare mi ero seduta sul
letto, aspettando l'arrivo del mio amato.
Jasper era a caccia con Edward e
Emmett,avevano scelto un posto piu' "fornito" per cacciare. Dovevamo
sempre tenere conto dell'impatto ambientale sugli animali.
Mi ricordai della faccia di Jasper
prima di partire, non voleva lasciarmi sola ma l'ugenza si faceva
sentire, avendo sempre l'odore del sangue di Bella nelle
vicinanze.
Non voleva commettere errori, ma
dietro c'era anche dell'altro.
Si sentiva un
mostro , e dopo quello che era successo alla festa dei diciottanni di
Bella era sempre peggio..
Si considerava l'anello debole della
famiglia, quello che ci avrebbe portati ad avere problemi persino coi
Volturi.
Quella volta, mi ero infuriata
così tanto, che credo che mai l'avessi fatto con lui. Gli avevo
urlato in un modo imperdonabile che i suoi tormenti interiori non
erano altro che fissazioni e che non faceva niente per potersi
migliorare.
Mi zittii subito ma ormai era fatta,
l'avevo ferito.
Io avevo ferito l'unica mia ragione
di vita.
Mi aveva guardato in un modo
quasi convulso, scaraventando il comodino di acero sull 'unica parete
libera della stanza. Uscii e non si fece vedere per tutta la notte.
In seguito avevo avuto una visione di
lui che decideva di volersene andare, di non meritare di stare nella
nostra famiglia.
Mi ero subito fiondata da lui, quasi
tremante e gli avevo imposto con tutte le mie forze di farlo.
Lui, allora mi cinse i fianchi
violentemente, baciandomi con una foga inaspettata.
Inclinò il viso per arrivare al mio
orecchio e disse: «Io ho bisogno di te, Alice».
Dopo di che mi abbracciò forte.
Se avessi potuto piangere,
l'avrei fatto. Nulla mi faceva sentire così male del tormento di
Jasper, e ora come ora lo sentivo come se fosse sotto i miei occhi.
Riuscì solo a dire «Scusa, Jazz,
scusa, non volevo, davvero...».
Mi zittì con un dito sulle labbra,
guardandomi intensamente.
Subito dopo chiarimmo, ma
fargli abbandonare quelle idee era difficile ancora oggi.
Fu la litigata peggiore degli ultimi
5 secoli credo.
Dei passi leggeri provenienti dal
salotto mi svergliarono dai miei pensieri.
Sospirai di gioia, Jasper, finalmente.
Aspettai impaziente che
salisse.
Bussò alla porta della nostra camera
e io con un sorrisino sulla bocca gli andai ad aprire.
"Aprire" non era il verbo giusto,
spalancai con foga la porta e eccola lì, la mia eternità.
Aveva come me, il sorriso stampato
sul viso, gli occhi d'una tonalità ocra, dolce e accogliente.
«Buona sera, signorina» disse,
baciando con le sue labbra morbide le mie dita, molto delicatamente.
Il solito gentiluomo del sud pensai.
«Ben tornato» gli misi le
braccia al collo e inspirai il suo dolce profumo.
Lui fece lo stesso con me e mi diede
un bacio, stavolta sulle mie labbra.
Non si dilungò troppo, la sua
attenzione cadde sul vestito che avevo comprato poco prima.
Era d'un marroncino chiaro, senza
spalline molto aderente.
Lo sollevò con delicatezza dal letto,
guardandolo più del necessario.
Mi sorrise, e disse: «Deve starti
proprio d'incanto, nuovo acquisto, amore?».
«Si, sai hanno appena
aperto una nuova boutique a Forks, non potevo non innagurarla!».
Feci una finta faccia d'orrore, e poi tirai fuori la lingua.
Si mise a ridere, mi si avvicinò e mi
avvolse protettivo tra le sue braccia.
«Mi sei mancata da morire» disse.
«Anche tu.. davvero». Infilai le mie
mani nei suoi capelli biondastri, spettinati dalla corsa.
Ci scambiammo uno sguardo che sembrò
non finire più quando in fine parlai.
«Cacciato bene, Jazz?»
«Certo,in Canada la
scelta era molto più vasta rispetto a qui, ma credo di non
volerci ritornare>>. disse infine sospirando.
«E perchè mai? >> chiesi.
«Primo: non mi piace lasciarti
da sola, secondo: Emmett aveva litigato con Rosalie, era teso e agitato
e io mi sono dovuto sorbire tutte quelle emozioni...>> scosse la
testa «E' stato davvero troppo, sono felice d'essere qui tra le
tue braccia ora>>. Mi guardò sfoderando un sorrisone.
Lo baciai teneramente e lo spinsi con
il bacino contro la porta finestra, senza staccarmi da lui.
Baciavo ogni parte del suo corpo
bianco e perfetto, le mani, le braccia, il petto, la sua bocca.. un
sapore che sapeva di vivo..
Non sembrò indifferente,
notavo il suo desiderio farsi sempre più strada nei suoi occhi,
quando mi sollevò il viso impegnato a baciare il suo petto e mi
costrinse a guardarlo.
Mi scrutò attentamente,
mi strinse forte, mi baciò con passione, dolcezza, tormento..
Mise le mani tra i miei capelli corvino, li spettinò tutti ne
inspirò il delicato profumo e disse: «Sei affascinante
quando fai così, mio amore >>. e mi rapì con un
altro bacio, la sua lingua era come ingorda.
Voleva ogni parte di me, voleva tutto
e lo faceva in un modo che mi faceva letteralmente impazzire.
Incominciai a tremare di piacere
quando mi levò la camicietta e il reggiseno.
Si abbassò ad baciarmi i
capezzoli,erano baci delicati ma pieni di passione e di desiderio.
«Jazz..» dissi e ansimai.
«Mmhh..» rispose e si fece
sempre più prepotente sul mio seno.
Lo fermai e lo sbattei sul letto,
salii sopra di lui facendo su e giù sul suo membro, sentivo
chiaramente che era eccitato quanto me.
«Così mi fai impazzire ali..» gli si
girarono gli occhi.
Feci per parlare, ma mi
ritrovai subito sotto di lui. La sua lingua si faceva spazio sul mio
ventre, senza aspettare squarciò la gonna che avevo
indosso e incominciò a baciarmi più intimamente
attraverso le mutande.
Era senza controllo, i capelli
spettinati, semi nudo, ma sembrava pur sempre un dio, il mio dio.
Cosi bello, così
affascinante.. Fare l'amore con lui era la cosa più bella che la
mia eternità mi avesse donato.
Non c'erano parole, per descrivere
l'emozioni che provavo quando lui entrava dentro di me.
Mi levò le mutande, guardandomi con
occhi dolci.
Mi avvicinai e non potei non
baciarlo, le mie mani si fecero spazio sul suo petto toccandogli i
muscoli e proseguendo sui suoi pantaloni.
Li levai i pantaloni e le mutande con
foga e incominciai a toccarlo intimamente..
Jasper, incominciò ad avere il
respiro affannoso e questo mi fece eccitare ancora di più.
«Jazz, ti piace?...». dissi, mentre
toccavo il suo membro.
«Alice, non fermarti..».
Lo sentii gemere di piacere
per diverso tempo, quando infine mi levò delicatamente le mani per
farmi sdraiare.
Mi baciava, mi teneva saldamente i
polsi, e emetteva gemiti di piacere.
Quando in fine disse. «Alice,
mio amore.. dimmi che resterai sempre con me, che non mi lascierai
mai». la sua voce si spezzò.
«Certo, amore, lo giuro. Io non ti
lascierò mai,staremo sempre insieme».
Lo guardai attentamente e lui
fece altrettanto, mi lasciò andare i polsi e mi prese i fianchi.
La sua presa era stata così potente,
così salda, quasi da entrarmi dentro la pelle.
«Jazz.. sono pronta..» e mi strinsi
forte a lui.
«Anchio, Ali, accoglimi dentro
di te».
E così fu.. fu delicato quando entrò
alternando le spinte a seconda del desidero.
I nostri corpi si muovevano in
sincronia, le nostre labbra, le nostre braccia...eravamo una cosa sola,
una cosa che nessuno avrebbe mai diviso.
Mi fece urlare di piacere, era un
mago in queste cose, si spingeva dentro di me con sicurezza, con
maestria.. come se fossi stata creata per lui.
Mi baciò il seno, io feci lo stesso
sul suo petto subito dopo.
«Ti.. amo..» disse col fiato
corto.
Annui, «Anch'io, Jazz».
Sentì le sue mani sulla mia
schiena e subito dopo sui miei fianchi, mi sbattè contro il muro
con violenza questa volta.
Non era piu delicato, si spingeva
dentro di me con foga, sussurrandomi all orecchio dei "ti amo" in tutte
le lingue che conosceva.
Rabbrividì di piacere, quella si che
era gioia, era così che lo volevo.
Felice e spensierato.
Sentii anche il suo piacere e
il suo respiro accellerato sul mio corpo, quando si calmò mi
prese in braccio e mi fece sdraiare sul letto.
Mi accarezzò le guancie che,
se avessero potuto arrossire sarebbero diventate di un rosso rubino e
incominciò a guardarmi.
Era uno sguardo d'un ragazzo
innamorato, pieno di gioia...
Era il mio sole.
Mi abbagliava sempre, nessuno avrebbe
potuto darmi quelle emozioni.. quelle emozioni che mi dava Jasper
soltanto guardandomi.
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