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Arancia,
limone o
fragola?
Il caldo di luglio è quanto di
peggio ci sia per chiunque. Figurarsi per chi deve studiare e ha come unica
fonte di refrigerio un ventilatore malfunzionante perché la padrona di casa non
vuole installare un condizionatore d'aria alle pareti.
Franz rimugina su questo, mentre
davanti ai suoi occhi scorrono fogli pieni di numeri e di formule matematiche
astruse. In questo momento invidia profondamente Peter, il suo ragazzo, dato che
le vacanze scolastiche sono ormai cominciate da un mese.
“Dannato moccioso!” pensa con un
sorriso. Non è che ce l'abbia con lui, ma in questo momento vorrebbe avere fra
le mani chi ha deciso che dovesse esistere una sessione estiva per gli esami
universitari.
Fortuna che abita da solo, almeno
può andare in giro per casa con solo i jeans addosso, senza preoccuparsi che
qualcuno lo veda a petto nudo.
- Non ne posso più! - sbotta ad
un certo punto, dopo l'ennesima puntata al frigorifero per bere dell'acqua
fredda. Sta per mandare al diavolo i libri, gli esami e tutto il resto, quando
suona il campanello. Sulle prime Franz è tentato di non aprire, è talmente di
pessimo umore che potrebbe prendersela con chiunque. Ma chi si è attaccato al
campanello non accenna proprio ad arrendersi, così sospirando, Franz va ad
aprirgli.
- Ehi, ciao! Finalmente ti sei
deciso ad aprire! Si può sapere dove eri finito? - Peter lo saluta con un lieve
bacio sulle labbra, sempre allegro e sorridente.
- Ero a bere un bicchiere
d'acqua. Mi sto letteralmente sciogliendo con questo caldo! Ma tu che ci fai
qui? Non dovevi essere in giro a lavorare? - chiede, alzando un sopracciglio.
Peter ha trovato un lavoretto
estivo presso un fotografo che, in cambio di aiuto nel suo negozio, gli dà
lezioni di fotografia.
- Uh, sì, ma non c'era molto da
fare, così mi ha dato un pomeriggio di libertà. E io ho pensato di portarti la
merenda.
Solo in quel momento Franz si
accorge che il ragazzino ha in mano una busta del supermercato.
- Allora, mi fai entrare o resto
qui?
- Oh, scusami! Sì, entra pure. Io
vado a mettermi una maglietta, aspettami in soggiorno! - mormora Franz,
grattandosi la nuca.
- Non c'è bisogno, dai! Da quando
in qua ti vergogni di me?
Si solleva sula punta dei piedi e
lo bacia nell'incavo del collo.
- Hai fame? - chiede con un
sorrisetto.
- Non proprio, ma qualcosa la
mangio volentieri.- è la risposta. - Che cosa hai portato?
- Ho preso del gelato. Non sapevo
quale fosse il tuo preferito e quindi ho improvvisato. Vai a prendere i cucchiai
in cucina.
Franz esegue gli ordini e,
tornato in soggiorno, trova Peter seduto a gambe incrociate sul divano. Sul
tavolino ha appoggiato varie vaschette, di gusti diversi.
- Cos'è, hai svaligiato il
reparto surgelati? - ride Franz, sedendosi accanto a lui e scompigliandogli i
capelli biondo scuro.
- Quasi... Dai, da quale
cominciamo?
Apre una vaschetta di gelato a
caso – vaniglia e cioccolato – prende un cucchiaio ed inizia ad imboccare Franz,
cercando di non ridere.
- Avanti, ti servono zuccheri per
continuare a studiare. - mormora, seduto sulle ginocchia del ragazzo.
Franz accetta volentieri quel
gioco e ben presto anche lui imbocca Peter con il gelato. A vedersi da fuori si
troverebbe immensamente ridicolo e smielato, ma adesso i suoi neuroni non sono
in grado di formulare pensieri coerenti: fa troppo caldo.
- A proposito, ti piacciono i
ghiaccioli? - Peter prende una scatola di ghiaccioli colorati, quelli che
nessuno vuole comprare per la loro forma equivoca e per il modo in cui vanno
mangiati. Ne estrae uno, lo apre e inizia a leccarlo, guardando Franz con occhi
maliziosi.
- Che... che stai facendo? -
Franz inizia a dimenarsi, di certo non perché quello spettacolo non gli piace.
- Sto mangiando un ghiacciolo,
cos'altro pensi possa fare? - Peter spalanca gli occhi azzurri, uno sguardo di
finta innocenza mentre pone la domanada.
- Sei... Sei indecente.
Sembra che tu stia facendo qualcos'altro! - è il mormorio convulso dell'altro,
mentre una strana sensazione di calore gli pervade l'inguine.
- Oh, siamo maliziosi, eh Franz?
O vorresti vedermi prendere altro in bocca? Magari il tuo amico dei piani bassi,
vedo che lui approva lo spettacolo!
Franz è ormai abituato ai doppi
sensi che Peter piazza dappertutto, quindi si comporta come se fosse
assolutamente normale sentirlo parlare in quel modo. Non gli è però possibile
nascondere il gemito che gli esce automaticamente dalle labbra quando Peter gli
tasta l'inguine.
- Ecco, non mi sbagliavo affatto!
- ride il ragazzino.
- Vuoi smetterla? Dai, fammi
tornare a studiare! - protesta Franz, sentendosi in imbarazzo.
- No, aspetta! La smetto con i
doppi sensi, promesso! Però prima devi provare sulla tua pelle quanto siano
buoni questi ghiaccioli! Arancia, limone o fragola?
- Fragola... - mormora Franz, credendo che il ragazzino gli stia per porgere il
gusto che preferisce. Ma le cose non stanno esattamente così e, qualche secondo
dopo, Franz capisce che Peter parlava sul serio quando parlava di
provare sulla pelle.
- Chiudi gli occhi, su!
Opporsi non servirebbe a nulla,
Franz lo sa benissimo, così non gli resta altro da fare che obbedire. Subito una
sensazione di fresco lo coglie sul braccio e capisce che Peter sta tentando di
rinfrescarlo a modo suo.
- Si può sapere che cazzo stai
facendo? Quella roba è appiccicosa, dai smettila, sennò devo andarmi a fare una
doccia.
- Appunto! - è la risposta,
sussurrata sulle sue labbra e seguita da un bacio appassionato.
Peter continua a passargli il
ghiacciolo sulla pelle, alleviando il caldo che Franz sente, anche se il giovane
sente di starsi eccitando più del dovuto.
- Okay, il ghiacciolo è finito! -
annuncia Peter trionfante, dopo qualche minuto – Ne vuoi un altro?
La pelle di Franz è tutta
appiccicosa e per un attimo prova il profondo desiderio di cacciare Peter da
casa, giusto per fargli un dispetto.
- Non c'è bisogno, mi sento già
appiccicoso a sufficienza! - sbotta seccato. Ma gli occhi del ragazzino sono
qualcosa davanti alla quale non riesce a dire nulla di sensato. Così ha un'idea.
- Togliti la maglietta, devo vendicarmi. E credo che anche tu stia sentendo
caldo, moccioso.
Peter, sorridendo sornione, fa
come gli ha detto Franz e sussurra:
- Arancia, grazie.
Franz prende il ghiacciolo e, con
estrema lentezza, lo passa sul busto nudo di Peter che, ad occhi chiusi, mormora
indecenze sconnesse a mezza voce.
- Ecco, così siamo pari! -
dichiara Franz, perfettamente soddisfatto.
- Facciamo la doccia, adesso? -
chiede Peter con un sorriso svagato, baciandolo e mordendogli il lobo
dell'orecchio..
Si alza, lo prende per mano e lo conduce verso il bagno. Franz alza gli occhi al
cielo, in fondo felice di avere un ragazzo così allegro e divertente – oltre che
passionale. Ma questo,
ovviamente, non glielo dirà mai. Peter resterà sempre il suo adorato terremoto
ambulante.
Note dell'autrice.
Allora... Io non dovrei essere
qui, tanto per cambiare.
Mi trovo nella stessa situazione
di Franz, anche se il condizionatore ce l'ho. Però mi manca un Peter che mi
porti le scorte di gelato mentre studio, ma suppongo che non si possa avere
tutto dalla vita.
Peter e Franz sono due personaggi
della longfic originale "Mi appartieni" e qui li ho letteralmente presi in
prestito per una shot abbastanza senza senso, che mi è venuta l'altro giorno
quando, morta di caldo dopo l'esame di letteratura, non ho resistito all'idea di
comprare un Calippo. Sì, lo so cosa state pensando, pervertite è__é Ma c'era
troppo caldo e volevo qualcosa di fresco e leggero, ecco.
Così come fresca e leggera spero
sia questo racconto, il mio primo NON rating rosso dopo non so quanto tempo o.ò
e già questa è una cosa di cui stupirmi. Detto ciò, vi ricordo che le recensioni
sono l'amore ^^ (e che vi risponderò in privato, se vorrete dirmi qualcosa sulla
storia, dato che è conclusa)
Ah, dimenticavo.
Questa roba è dedicata a quella
donna ingrata e capricciosa di Nemo From Mars, che nemmeno la meriterebbe. Ma
siccome io sono buona e la adoro tanto, le ho scritto questo racconto per il
nostro secondo anniversario, anche se con qualche giorno di ritardo (12 luglio).
La messa è finita, andate in pace ^^ *distribuisce ghiaccioli random*
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