CAP 1
PREPARATIVI e PRIMO GIORNO
La profezia di Lady Queen,
come tutte le profezie, si era
avverata ma il mondo magico si era accorto solamente della sconfitta di
Colui-che-non-doveva-essere-nominato. Tutti si
erano chiesti come avesse fatto Harry
Potter a sconfiggere il grande mago oscuro senza scontrarsi con lui in
prima
persona, e molti non credettero che la morte dell’oscuro
fosse riconducibile in
qualche modo a Harry.
Inoltre alcuni Mangiamorte
presenti alla disfatta di
Voldemort raccontavano di una morte improvvisa, incomprensibile ai loro
occhi:
il loro padrone si era accasciato al suolo gridando dal dolore ed era
esploso
in mille pezzi; subito dopo il Marchio Nero era sparito dalle loro
braccia.
Perciò si
diffuse l’idea che Harry Potter non fosse “il
grande mago potente” che si era sempre creduto, e che avesse
avuto una fortuna
sfacciata a non doversi scontrare con Voldemort. Ad Harry questo non
interessava, era solamente entusiasta del fatto che la salvezza del
mondo
magico non fosse più nelle sue mani. Finalmente poteva
essere un ragazzo come
tutti gli altri.
Anche Thomas e Lily
pensarono di essere diventati uguali
agli altri ma presto si accorsero di aver sbagliato: il legame che li
univa al
padre non era scemato, continuavano a sentire i dolori, le ansie e le
sofferenze del padre. L’unico
vantaggio
era che finalmente potevano andare ad Hogwarts e smettere di vivere
rinchiusi
nella casa del nonno.
Harry,
Silente,
Hermione e tutti quelli che i gemelli avevano conosciuto a Grimmauld
Place
avevano raccontato loro di quanto fosse bella e fantastica la Scuola di
magia e
stregoneria, ma Severus cercava di abbassare i toni.
“E’
una scuola. Molto bella, senz’altro. Ma niente che
faccia svenire, ragazzi”.
Lily sollevò le
sopracciglia e con sguardo interrogativo
domandò: “Perché
c’è qualcosa che ti faccia svenire?”.
Severus
incrociò le braccia e strinse gli occhi,
concentrandosi per trovare una risposta.
“Vedrai, vedrai
che adesso ne spara una delle sue” disse Thomas
rivolto alla sorella.
“Mi fa svenire
dall’emozione quando succede qualcosa di
inaspettato” rispose Severus sentendosi soddisfatto della
risposta.
“Non
è una risposta valida. Devi essere più
preciso” lo
riprese Lily.
“Magari”
tentò Thomas in soccorso del padre “Sverrai quando
Lily ti porterà il suo primo fidanzato”
“Che
cosa?” chiese Severus sbalordito.
Lily cominciò a
ridere, mentre Thomas diceva: “Ormai abbiamo
già quattordici anni, gli ormoni si muovono?”.
“Ma cosa stai
dicendo, Thomas?”.
“Sì,
è vero. Ieri sera al pensiero di rivedere Harry, Lily
è
diventata tutta rossa”.
“Bugiardo!”
gridò Lily.
“Allora a chi
stavi pensando? A Ronald?”.
“Stai zitto o ti
lancio un incantesimo!”.
Thomas rideva, Severus un
po’ di meno. “Smettila, Thomas. O
papà invece di svenire, morirà”.
“Sì,
lo credo anch’io!” rispose subito il padre
pietrificato.
“Comunque credo
proprio che Hogwarts sarà uno spasso per
noi” affermò Thomas spalleggiato dalla sorella.
Severus
si riprese dalla forte
emozione, mentre aveva un unico pensiero in testa. –Con
tutti, Lily, ma non con
Potter-.
Una sera Silente verso
metà agosto si presentò a Prince
Manor per una proposta di lavoro.
“Non credevo di
essere disoccupato” disse Severus.
Albus gli sorrise con
dolcezza. “Infatti non lo sei, ragazzo
mio. Vorrei soltanto sapere se sei ancora interessato alla cattedra di
Difesa
contro le Arti oscure”.
“Per ironia
della sorte mi offri questo posto solo adesso
che Voldemort non c’è più
…”
“Solo
perché Riddle è morto non vuol dire che sia
sparito
tutto il male del mondo. Te lo offro adesso perché non
c’è più nessuna
maledizione pendente sulla cattedra. Lo sai anche tu che, in un modo o
nell’altro, tutti i docenti di Difesa se ne andavano dopo un
anno. E io non
volevo correre il rischio di perderti”.
“Commuovente”.
“Esattamente”
replicò Silente. “Allora, cosa ne dici?”.
Severus puntò
l’indice contro il vecchio preside e disse:
“Non voglio nessun tipo di limite”.
“Non puoi
cruciare nessuno” rispose scherzando Silente.
“Neanche
uno?” provocò l’altro.
Silente abbassò
gli occhiali per lanciare un’occhiataccia a
Severus, così come aveva fatto tante volte negli anni
passati e ottenne ciò che
sperava.
“Vorrà
dire che mi limiterò” concluse Severus.
Intanto Silente si era
accorto dell’assenza dei gemelli e
volle informarsi.
“Sono a
letto” fu la spiegazione.
“Di
già? Sono solo le 8:30, Severus”.
“Non li ho
mandati io, Albus. Sono loro che hanno voluto
così. Lo sai anche tu che sono più sensibili
degli altri, e il nostro rapporto
speciale ha sviluppato in loro una forte empatia nei confronti di
… di tutto
direi”.
“Come di
tutto?” si preoccupò il preside.
“Di tutto,
Albus! Se io mi sento male, loro si sentono male.
Se una persona a cui sono affezionati è angosciata, loro si
angosciano. Se una
rondine cade dal nido, loro soffrono …
fisicamente”.
“Non
è normale. Sono sicuro che c’è una
spiegazione a
questo. Insomma il legame fra voi è una storia ma il resto
non è per niente comprensibile”.
“Albus, dobbiamo
capire se è causato da un fattore esterno,
o se magari deriva da un fattore psicologico che possiamo
rimuovere”.
“Lo credo
anch’io. Mi raccomando, Severus, inizia a
investigare tu. Io devo ancora sbrigare alcuni affari di Hogwarts, e mi
manca
ancora un insegnante da assumere”.
Severus non volle sapere
niente, ma sapeva benissimo che
l’insegnante mancante era quello di Pozioni, e per un attimo
gli dispiacque di
non insegnare lui quella materia, ma finalmente aveva la cattedra tanto
ambita
e recriminare il passato non serviva a niente.
Fu
solo pochi giorni dopo,
quando arrivarono le lettere per Thomas e Lily, che si pentì
della sua scelta.
Non tanto perché non amasse le arti oscure quanto per il
nome del nuovo
insegnante di pozioni, con il quale avrebbe dovuto condividere i pasti,
le
riunioni, e lo spazio di Hogwarts per nove mesi: Sirius Orion Black.
Mentre il treno per
Hogwarts procedeva speditamente, nessuno
immaginava che in esso stessero viaggiando i figli del temibile Severus
Piton,
e così i due ragazzi sentirono parlar poco bene del padre.
Tutti, chi più chi
meno, ne dipingevano un quadro negativo, ma erano soprattutto i
Grifondoro a
parlarne male.
Lily e Thomas non erano
più tanto sicuri che in quella
scuola sarebbero stati felici. L’unione con il padre era
molto forte e non
amavano sentirlo criticare. La rabbia di Thomas si era manifestata
più volte
provocando la caduta di uno studente o, malauguratamente, il
rovesciamento del
carrello con caramelle e dolciumi.
“Thomas
controllati!” lo aveva ripreso la sorella.
“Ma senti tutto
quello che dicono i Grifondoro? Non sono
sicuro di voler essere uno di loro”.
Lily sbuffò
incrociando le braccia: “Non sfasciarti la testa
prima di essertela rotta. Silente ha detto che saremo nuovamente
smistati,
perciò non è detto che tu sia un
Grifondoro”.
“E tu? Cosa
vorresti essere?” chiese il ragazzino.
“Per me va bene
tutto. Del resto sono abbastanza coraggiosa,
ma anche ambiziosa, sono studiosa e ho un gran cuore, perciò
…”.
Thomas trattenne a stento
una risata.
“E adesso che
motivo hai di ridere?” domandò Lily.
“Tu avresti buon
cuore? Ma se non mi lasci mai prendere la
tua boccetta d’inchiostro”.
“Perché
lo usi per stupidaggini” spiegò lei.
“Lo uso per
scrivere” si giustificò Thomas.
“Per scrivere
stupidaggini” continuò lei, e sarebbero andati
avanti ancora per molto se il treno, finalmente, non si fosse fermato.
Hagrid chiamò a
sé gli studenti del primo anno e i gemelli
Piton che dovevano essere smistati pubblicamente, e inoltre era la
prima volta
che mettevano piede ad Hogwarts. Silente era convinto che considerati
gli
avvenimenti accaduti, qualcosa potesse essere cambiato negli animi dei
due
ragazzi e perciò era necessaria una nuova seduta con il
Cappello parlante.
Il pluricentenario
copricapo riconobbe subito la ragazza, e
la Sala grande si zittì quando la McGranitt
chiamò: “Lily Piton Queen”.
Nel sentire il cognome
Piton della ragazza tutta la sala
ammutolì.
Lily si sedette e con un
sorriso sicuro e a tratti beffardo
ascoltò la voce del Cappello: “Determinata,
coraggiosa, costane e fiera.
L’avevo già detto e lo ripeto: sei una Grifondoro.
Però staresti bene anche tra
i Corvonero”.
-Io vorrei essere come mio
padre- pensò Lily.
“Sei sicura? Non
tutto è come sembra”.
-Sono sicura-
ripeté lei mentalmente.
“Allora la
scelta è facile: Grifondoro!”.
Lily per un attimo
aveva creduto di finire tra i Serpeverde ma la scelta del
Cappello non
la sorprese tanto quanto l’atteggiamento dei Grifondoro
seduti alla tavolata:
mentre per gli altri smistati si erano levati applausi, per lei solo
Harry,
Ron, Hermione e gli altri Weasley avevano applaudito e si erano
sollevati per
accoglierla.
La McGranitt non era fiera
del comportamento dei suoi
protetti ma proseguì per non dare risalto alla situazione.
Fu la volta di:
“Thomas Piton Queen”.
Nel sentire nuovamente il
nome Piton, la Sala grande ruppe il
silenzio e si riempì di un mormorio incessante e la capocasa
dei Grifondoro
dovette imporre il silenzio per dare modo al Cappello di esprimersi.
“Dunque, dunque.
Mi ricordo di te, ragazzo coraggioso e
molto, molto sensibile. Hai buon cuore, sei leale e secondo me sei un
ottimo:
Tassorosso”.
La sala a questo punto era
muta. I figli di Piton erano
diventati una Grifondoro e un Tassorosso, nessuno era un Serpeverde.
Thomas che si era
documentato sulle quattro case pensò che
il Cappello avesse fatto una buona scelta per lui e con un sorriso
sgargiante
raggiunse la tavolata giallo-nera, dove venne accolto con un misto di
curiosità
e gentilezza.
Dopo lo smistamento
Silente prese la parola. “Bentornati ad
Hogwarts, e benvenuti agli studenti del primo anno e ai gemelli Piton
Queen che
frequenteranno con il quinto anno. Prima che il banchetto abbia inizio
soddisfacendo i piaceri della gola, voglio presentarvi il nuovo
insegnante di
Pozioni: il professor Sirius Orion Black”.
Sirius si alzò
in piedi per ricevere gli applausi di
benvenuto.
“Sirius?”
chiese Ron ad Harry “Ma non era una schiappa in
pozioni?”.
“Rispetto a
Piton senza ombra di dubbio” rispose Harry.
“Bhè,
deve essere migliorato, altrimenti Silente non gli
avrebbe mai offerto la cattedra” disse Hermione.
“Mentre la
cattedra di Difesa contro le Arti oscure è stata
assegnata al professor Severus Piton” continuò
Silente.
“Alla fine
l’ha ottenuta” notò Tiger.
“Mio padre dice
che ha tradito il Signore Oscuro, e che i
suoi figli hanno madre babbana. E’ il disonore dei
Serpeverde” disse Gregory a
denti stretti.
“Sta zitto,
Goyle. Nessuno ha
chiesto la tua opinione” lo freddò Draco.
Gli applausi diretti a
Piton furono più moderati anche se
l’entusiasmo di Lily nel batter le mani non passò
inosservato a nessuno e bilanciò
la questione.
“Inoltre
voglio ricordare a
tutti che l’accesso alla Foresta proibita è
interdetto: quest’anno
più degli altri anni esistono dei
motivi, o meglio delle creature, che
dovrebbero spingervi a starne alla larga. E ora che il banchetto abbia
inizio!”.
La Signora Grassa
salutò tutti i Grifondoro e dopo aver dato
l’ennesima dimostrazione di quanto potesse essere stonato un
quadro, lasciò
entrare tutti nella Sala comune. Lily si sentiva osservata da ciascun
compagno,
e si accorse che anche Hermione, Ron e Harry provavano un certo
imbarazzo a
starle accanto.
Fu Neville che le
andò più vicino di tutti, o meglio la
travolse cercando di recuperare Oscar.
“Ah!
Aiuto!” gridò Lily cadendo a faccia in
giù.
“Scusa. Scusami
tanto, non volevo. Stavo cercando di
prendere Oscar” si giustificò Neville, aiutandola
ad alzarsi.
“Non fa niente,
non è niente di grave” spiegò lei
“Non è la
prima volta che mi capita”.
Neville la
guardò mostrando la sua totale incomprensione.
“Sai con un
fratello gemello, gli scontri sono tanti” disse
lei sorridendo.
Neville
ricambiò il sorriso. “Non sarà stato
facile per voi
due. Voglio dire, con vostro padre, insomma lui … ecco lui
è un po’ …”.
“Un
po’ che cosa?” domandò senza cattiveria
Lily.
“Un
po’ … severo, ecco!”.
“Oh,
no! Non con noi, credo che
scarichi tutta la sua severità qui a scuola. E adesso che mi
ci fai pensare,
proprio con i Grifondoro” rispose lei ridendo e contagiando
una mezza risata
anche a Neville che si rilassò e pensò che quella
ragazza fosse molto simpatica.
Nella Sala comune dei
Tassorosso le cose andavano
decisamente meglio. Lo sbigottimento per avere un Piton nella loro casa
fu
superato per metà già durante il banchetto quando
i Tassorosso si accorsero che
Thomas era un ragazzo gentile, dal viso dolce che cercava solo di fare
amicizia.
Il Frate grasso aveva dato
un caloroso benvenuto a
Thomas, e gli aveva
augurato una
permanenza felice in quella che un tempo era stata la sua casa.
“Vieni, ti
facciamo vedere la tua stanza. In
ogni stanza ci sono tre o quattro
studenti. Tu probabilmente dormirai con me e Zacharias” disse
Justin “Sai
qualcosa sulla nostra casa?”.
“So che i nostri
colori sono il giallo e il nero, che la
nostra Capocasa è la professoressa Sprite, e che
…” Thomas si fermò indeciso.
“Continua,
continua non temere”.
“ …
che qua vicino ci sono le cucine di Hogwarts!”
terminò
lui.
“Già,
e detto fra noi, questo è Molto Importante. Gli elfi
delle cucine, certe volte ci fanno dei grandi regali”.
“Benissimo!”
fece Thomas felice.
L’interno
della stanza era
carino, niente di particolarmente sfarzoso, come nel castello dei
Prince, ma
gradevole. Tutto aveva forma circolare: le sedie, le finestre, i
tavoli, i
letti e perfino i cuscini. Era una novità, ma probabilmente
–pensò Thomas-
era la prima di una lunga serie che si
apprestava a conoscere.
“Che
idea grandiosa
che hai avuto, Albus! Far smistare nuovamente i miei figli. E poi per
cosa? Per
separarli? Ma ti rendi conto di quello che hai combinato?”
strillava Severus
nella sala professori contro il preside.
“Severus, i
ragazzi andavano smistati. Come vedi Thomas, una
volta superata la prova critica della profezia di Lady Queen,
è diventato un
Tassorosso. Ciascuno deve stare nella propria casa di
appartenenza”.
“E chi si
prenderà cura di lui quando starà
male?” domandò
protettivo Severus.
“Madama
Chips” fu la risposta immediata.
“E quando i suoi
dolori e le sue sofferenze saranno riflesso
delle mie?”.
“Perché
dovresti star male? Ormai non devi più andare a
nessuna riunione di Mangiamorte”.
“Basta anche
meno” replicò lui.
“Però
non mi sembri altrettanto preoccupato per Lily …”
“Ma come ti
permetti! Io amo i miei figli nello stesso
identico modo. Ma Lily è una Grifondoro, e lì
troverà Potter, la signorina
Granger e anche i Weasley, che la conoscono e le staranno
accanto”.
“Severus”
riprese Silente “Stai tranquillo, te ne prego.
Thomas è un Tassorosso e come lui, anche i suoi compagni
sono persone leali,
sensibili e calorosi. Sono sicuro che non si sentirà mai
solo”.
Severus prese fiato, gli
sembrava di impazzire al pensiero
che uno dei suoi figli potesse soffrire senza avere un minimo di
conforto.
Cercò di riprendersi, di calmarsi e di vedere con
lucidità gli avvenimenti. Era
fortunato, lui insegnava ad Hogwarts e poteva avere i suoi ragazzi
sottocchio
tutto il tempo. Non volle neanche pensare all’idea di se
stesso nel castello
dei Prince e i suoi figli a scuola.
In
ogni caso Silente aveva
ragione, i Tassorosso non avrebbero mai lasciato in disparte uno di
loro,
perciò Thomas era al sicuro, e Lily avrebbe trovato il modo
per farsi valere
davanti a tutti.
ANGOLO SCRITTRICE:
Eccomi qui, inizialmente questo capitolo era diviso in due parti
più brevi, poi ho deciso di unirlo perchè in
effetti si
tratta di una lunga introduzione. Spero vi piaccia. L'aggiornamento non
dovrebbe tardare, sto scrivendo un pò tutti i giorni e credo
che
posterò due volte a settimana: la domenica e poi il
mercoledì o il giovedì. Fatevi sentire in tanti.
Baci,
Alida
Ringrazio
Piccola Vero e JuliaSnape per le recensioni di incoraggiamento
lasciatemi. Spero di non deludervi. A presto, Alida
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