Capitolo 5 – Secrets
Tutti i segreti sono profondi, tutti i segreti diventano
oscuri, è questa la natura dei segreti.
Cory Doctorow.
Merlino fissava il re che dalla balconata teneva la sua
ennesima arringa contro la magia. Incredibile ma vero Uther
non si era ancora reso conto che il giovane servo di suo figlio fosse un mago.
E che mago! Nessuno nella storia di Albion aveva mai
avuto dei poteri tanto grandi. E tanto importanti.
Sospirò e lanciò un’occhiata alla finestra da cui di
solito si affacciava Morgana. E infatti eccola lì che
osservava con espressione indecifrabile il suo tutore. Gwen
era al suo fianco, come sempre. Merlino tornò a guardare la balconata e il re
che stava ultimando – per la gioia di tutti – il suo discorso. Quando rientrò
nel palazzo, il mago tornò ai suoi doveri. Artù gli aveva commissionato una
così grande quantità di faccende da svolgere che se non si fosse sbrigato ci
avrebbe impiegato l’eternità.
Uther lanciò il calice attraverso la
sala del trono e quello andò a infrangersi contro il pavimento producendo un
gran rumore. Artù fissò il padre un po’ preoccupato. Erano secoli che non lo
vedeva così infuriato. Anzi, forse non l’aveva mai visto così infuriato. Con la
coda dell’occhio vide Gaius abbassare e scuotere il
capo in quello che doveva essere un gesto di rassegnazione.
« Padre, calmati. Abbiamo catturato
lo stregone e ora è rinchiuso nelle segrete. Il popolo non corre più alcun
rischio » disse il principe cercando di calmare il re
ricordandogli le buone notizie.
Ma lui si infuriò ancora di più.
« No, Artù! C’è ancora uno stregone
a Camelot e io lo troverò e lo ucciderò. »
Quando Artù entrò nella sua stanza, Merlino non gli prestò
più di tanta attenzione. Lo sentì sdraiarsi sul letto e sbuffare impaziente.
« Tutto bene, sire? » chiese, ben sapendo che se non era al centro
dell’attenzione Artù ne risentiva parecchio.
Il principe tornò a sbuffare e il mago fu costretto ad
abbandonare sul tavolo l’armatura che gli aveva ordinato di lucidare e a
voltarsi a guardarlo.
« Artù? »
« Che c’è? »
« Come che c’è? Sei entrato senza
prestarmi la minima attenzione, ti sei sdraiato sul letto e hai cominciato a
sbuffare. Sei sicuro che vada tutto bene? »
Dopo un attimo di silenzio, Artù si alzò di scatto, girò
attorno al letto e si sedette ad una sedia. Indicò al suo servo di accomodarsi
sull’altra.
« Mio padre ha il sospetto che ci
sia un altro stregone in circolazione, qui a Camelot.
»
« E allora? »
Il principe fissò Merlino. Si poteva essere più stupidi?
« Come “e allora”?! A Camelot c’è un altro stregone. E noi lo sappiamo
bene, no?! » gli disse.
« E con questo? »
Sì, si poteva essere più stupidi. Avrebbe dovuto saperlo
che Merlino arrivava sempre a toccare nuove vette di stupidità.
« Sei un idiota » sibilò. « Sto
parlando di te! »
« Lo so che parli di me. E non
dirmi che sono un idiota! »
« Oh, invece te lo dico. E te lo
ripeto anche! Idiota! »
« No, l’unico vero idiota qui sei
tu. Tuo padre non sa che so usare la magia. »
« Ma lo scoprirà! » fu il lamento del principe. « Devi andartene da qui,
almeno per un po’. »
« Così sembrerebbe ancora più
sospetto. E poi non posso andarmene. »
« Ma perché?! »
Artù sbatté con violenza un pugno sul tavolo. Poi si alzò
e andò alla finestra.
« Saresti così gentile da spiegarmi
per quale motivo non puoi lasciare Camelot per un
po’? »
« Il mio destino è proteggerti.
Come diavolo posso farlo se sono a miglia e miglia di distanza da te? »
Il principe sbuffò e si volse a guardare Merlino. Da
quando aveva scoperto che era un mago, da quando lo aveva salvato per l’ennesima
volta, il loro rapporto si era consolidato. Era strano come il loro rapporto
fosse cambiato nel giro di poco. Avere per migliore amico un mago era
eccitante. Averlo per servitore…
Il principe si divertiva a far infuriare il suo caro servo
caricandolo di assurde quantità di faccende da sbrigare. Era divertente vederlo
sgobbare senza usare la magia. Lo istigava a servirsene. Gli piaceva vedere gli
occhi di Merlino mutare colore quando pronunciava un incantesimo o quando usava
d’istinto la magia. Ormai glielo aveva visto fare un centinaio di volte, ma per
lui era sempre una scoperta e una sorpresa. Artù si comportava di fronte agli
incantesimi di Merlino come un bambino di fronte ad un nuovo giocattolo.
« Lo so che è difficile per te, ma
non voglio che mio padre ti scopra. Non saprei come proteggerti. Ammettiamolo,
non credo riuscirei a convincerlo che sei buono. Direbbe che mi hai plagiato
con la magia, o qualcosa del genere. »
« Magari l'ho fatto sul serio » mormorò il mago facendosi
serio e posando gli occhi su un'ombra scura sulla superficie del tavolo.
Artù lo fissò con uno sguardo a metà tra il divertito e lo
spaventato. Merlino tornò a guardare il principe e nel vedere la sua
espressione scoppiò a ridere.
« Non dire mai più una cosa del
genere! » lo rimproverò Artù. « Mai più, capito?! »
« Mai più » giurò il mago mentre a stento tratteneva le
risate.
« E comunque te ne andrai per un po'. »
Uther camminava spedito per il
corridoio su cui si affacciava la stanza di suo figlio. Doveva parlargli,
doveva inviarlo a cercare il mago fuggiasco. Stava per abbassare la maniglia
quando udì delle voci provenire dall'interno. Si fermò. Erano suo figlio e quel
suo servo, Merlino. Discutevano sul fatto che il ragazzo dovesse abbandonare Camelot per un po' di tempo. Non seppe nemmeno lui perché
socchiuse la porta per origliare, invece di spalancarla per ottenere
l'attenzione del figlio.
« No! »
disse la voce del servitore.
« Merlino, sono il principe e tu farai come voglio io »
« Puoi scordartelo. Io...non posso
andarmene. E il motivo te l'ho già spiegato. »
« Devo ricordarti, forse, che me la
sono sempre cavata da solo prima del tuo arrivo? »
« E ditemi, mio nobile principe,
quante cose legate alla magia avete affrontato prima del mio arrivo? »
Artù tacque, e Uther poté quasi
vederlo passarsi le mani sul viso per raccogliere i pensieri e poter
rispondere. Era una cosa che faceva spesso durante i consigli, e il re non
riuscì a trattenersi dall'avvicinarsi alla fessura che aveva aperto per
sbirciare nella stanza.
« Mi stai forse dicendo che è tutta
colpa tua? » chiese Artù con una punta d'ilarità.
« Sii serio, per favore » sbottò Merlino, mentre il
principe scoppiava a ridere.
« Sul serio, Merlino, posso
cavarmela. E nel caso avessi bisogno di te, sono certo che come per magia tu lo
saprai. Anzi, proprio la magia te lo dirà. »
Uther smise di colpo di respirare.
Magia?
« Forse per te sarà tutto uno
scherzo, ma per me è una cosa seria. Se anche la magia mi dicesse che sei in
pericolo, non è detto che riuscirei ad arrivare in tempo per salvarti. »
La sedia sfregò sul pavimento mentre il servitore si
alzava in preda alla foga.
« Quando Nimueh
ha tentato di ucciderti ero accanto a te e non sono comunque riuscito a fare
niente. »
« Appunto per questo dovresti... »
« Fammi finire! »
lo interruppe Merlino facendo sussultare il re. Come si permetteva di parlare
ad Artù a quel modo? « Quello che intendevo dire è che
preferisco starti accanto e, anche nel fallimento, sapere di aver fatto tutto
il possibile per salvarti, piuttosto che sentirmi in colpa per essermene andato
da Camelot, mettendoti in pericolo, per
salvarmi la vita. »
Il ragazzo si fermò davanti ad Artù e lo guardò negli
occhi.
« Tu non hai idea di quante volte
il Drago mi abbia ripetuto che il mio destino è proteggerti. E non sai quante
volte avrei voluto che non fosse così. Ma ora sento che questa è la strada che
devo percorrere. Con o senza il tuo benestare. »
« Merlino, non posso permettere che
rischi la vita per me. Non è giusto. »
« Forse per te, ma è una scelta che
devo fare io. E non riuscirai a convincermi del contrario. »
« Neanche se ti metto alla gogna
per un mese? »
Il ragazzo scosse la testa. Artù sospirò e, volgendosi,
appoggiò le mani sul tavolo e chinò la testa.
« E sia. Ma niente più magie,
incantesimi, pozioni o...»
« Capito » lo interruppe Merlino.
« Dico sul serio. Mio padre non
deve scoprire che sei un mago. »
Uther sentì l'ira scorrergli libera
nelle vene. Il servitore di suo figlio era un mago. E lo stesso Artù ne era a
conoscenza e nonostante tutto il male che la magia aveva fatto nel regno non
voleva consegnarlo, e anzi lo proteggeva.
Prima di rendersene conto aveva spalancato la porta.
I due ragazzi si voltarono sentendo la porta aprirsi e si
trovarono davanti Uther visibilmente alterato. Il re
avanzò nella stanza fermandosi a metà tra i due giovani e l'uscio.
« Maestà » mormorò il servo inchinandosi.
« Padre! »
esclamò Artù lanciando successivamente un'occhiata all'altro. « Merlino, va a pulire le stalle. »
Il ragazzo si incamminò verso la porta e l'aveva quasi
raggiunta quando si sentì pungolare la schiena con qualcosa di duro. Sussultò e
chiuse gli occhi.
« Padre, ma che stai...? »
« Taci, Artù! Me lo sarei
aspettato da chiunque, ma non da te. Proteggere uno stregone dopo tutto quello che la magia ha fatto al nostro regno! » esclamò Uther. Premette la punta
della spada nella schiena di Merlino senza affondarla nella carne. « Voltati »
ordinò.
Il servo si volse con attenzione cercando di evitare che
la lama del re lo ferisse.
« Maestà, posso spiegare... »
« Taci! »
urlò l'uomo colpendo con un pugno il mago e facendolo finire a terra. « Tu hai plagiato mio figlio, tu trami per distruggermi!
Morirai, qui. Ora! »
Uther alzò la spada per trafiggere
Merlino. Il ragazzo vide Artù correre verso il padre per fermarlo, ma era troppo tardi. La lama era troppo vicina.
Era una notte tranquilla a Camelot,
ma dalle urla sembrava che fosse sotto attacco. In tre punti diversi del
castello, tre persone diverse si svegliarono urlando.
Uther scattò a sedere sul letto e cercò
subito la spada. Poi rendendosi conto che non c'era pericolo, che aveva solo
sognato, tornò a stendersi. E si riaddormentò.
Artù, ingarbugliato nelle lenzuola, finì a terra nel
tentativo di districarsi. Si guardò intorno inebetito cercando di capire come
poteva aver sognato – pensato – una cosa così stupida. Merlino non era
un mago, non poteva. Era troppo idiota per essere dotato di una cosa
come la magia. Si arrampicò sul letto e si coprì con le lenzuola nonostante
queste si fossero sfilate da sotto il materasso e lo lasciassero quasi
completamente scoperto. Si alzò di scatto e ci armeggiò un po' cercando di
sistemarle, ma fu tutto inutile. Era tutta colpa sua, di quel servitore idiota
che gli aveva appioppato suo padre, si ritrovò a pensare mentre si arrendeva e
si stendeva coprendosi alla meglio. Il giorno dopo gliel'avrebbe
fatta pagare molto cara.
Merlino sospirò mentre la calma lo invadeva. Era stato un
sogno, solo uno stupido, stupidissimo sogno.
Grazie al cielo.
Commento
dell’autrice.
Allora? È stato divertente, vero? All'inizio non doveva
finire così, ma mentre cercavo di ultimarla mi è venuto questo flash di loro
tre che si svegliano di colpo e...non ho saputo resistere! E se l'avessi
ultimata in un altro modo sarebbe stata troppo simile ad un'altra
one-shot che sto finendo, per cui eccovi
servito l'idiota finale a sorpresa!
Ok, lo ammetto. In questa fanfiction
sono andata un po’ OOC. Anzi parecchio. Anzi non lo so, perché sono secoli che
non vedo un episodio di “Merlin” e quindi non ricordo esattamente come sono
caratterizzati i personaggi. Però ce lo vedo Artù che si perde in un bicchier
d'acqua e, nel nostro caso, nelle lenzuola. Me lo vedovo davanti che trafficava
per riemergere e capire cosa stesse succedendo...non riesco a smettere di sghignazzare.
Questa storia nasce come prova per fissare delle idee
riguardanti un'altra one-shot
(quella di cui scrivevo poc'anzi). Era solo un insieme di frasi raggruppate in
una storia con personaggi decisamente OOC. Non so perché all'improvviso l'abbia
trovata degna (con sua grande felicità) di diventare una vera e propria shot. L'ho modificata, l'ho abbellita e l'ho abbandonata
fino ad oggi, 23 giugno 2010, tra le altre fanfiction
che dovrei ultimare. Questa storia ha più di un anno! Non credevo di riuscire a
recuperare un lavoro così vecchio.
Oggi l'ho completata perché non avevo niente da fare e
perché in questo periodo mi sta tornando la voglia di far leggere agli altri le
mie idiozie opere profonde e significative. Giorni fa ho pubblicato un
nuovo capitolo della mia raccolta di shot su “Stargate” (“Stargate stories”) poiché i fan di quel fandom
attendevano da più tempo, e ora torno da voi, miei prodi slasher
fan dei nostri Merthur...Arlin...insomma, della coppia Merlino/Artù, per deliziarvi
con questa storia.
Siete contenti?
Adesso, da bravi, lasciate un commentino,
perché è vero che non scriviamo fanfiction per scopi
di lucro (ma semplicemente per mantenere intatto quel poco di sanità mentale
che ci resta), ma le recensioni è come se fossero la nostra paga.
A presto, spero.
Chiara.
11 maggio 2009 – 23 giugno 2010
I ringraziamenti e
le risposte alle recensioni.
Ovviamente non posso mancare di rispondere ai vostri
commenti a “Return”.
Grinpow. Felice di esserti stata d’aiuto
per le tue future pubblicazioni. Non vedo l’ora di leggere la tua storia! E
felice anche che ti sia piaciuto il capitolo. Spero che anche questo goda della
tua approvazione.
Rinalamisteriosa. Alla mia ispirazione piace
moltissimo il trekking. Magari vanno in gita insieme, la tua e la mia, chissà?
Magari è come un circolo, una volta ogni tanto (spesso) si ritrovano per
passare insieme le ferie…
Dai, non essere così pessimista. Anche i piccoli
miglioramenti sono importanti. E sono certa che il giorno in cui sarai
soddisfatta di te arriverà molto presto. Ciò che conta non è migliorare per gli
altri, ma migliorare per se stessi. L’importante è divertirsi e non scrivere
quello che gli altri vogliono leggere, ma quello che vuoi dire tu. Finché farai
così vedrai che i miglioramenti ci saranno!
Tutti che mi fanno i complimenti per “Return”.
A proposito hai scritto “un ritorno davvero ben fatto” per caso era una
battuta? Return, ritorno…? Mah, forse l’ho vista, letta, solo io. Dicevo, tutti mi fanno i complimenti
quando io invece non la reputavo degna delle altre…beh, sarà perché da
scrittrice sono critica sui miei lavori?
Nahid. A pensare alla tua visione mi
sono immaginata Semola che soffoca nella barba di Merlino vestito all’hawaiana…ahahahahahah! La battuta “Merlino, muoviti,
idiota”…beh, Artù lo direbbe sul serio. Cioè, sulla serie gli dice sul
serio così. Mi piaceva l’idea che Artù si comportasse con lui come quando
Merlino era ancora il suo servitore. Un ritorno alle origini! La dedica era
pronta da quando ho cominciato a scrivere la storia. E in realtà sono io che
devo ringraziarti per continuare a seguire le mie storie quando io sono in
arretrato con la tua e quella di Najara…perdono!!!
elyxyz. Ti ringrazio per aver letto le
mie storie (io sto leggendo le tue!) e per averle commentate capitolo per
capitolo. Una buona abitudine che dovrei imparare da te. Quindi, risponderò a
tutti i commenti!
“Friendship”.
Anche tu, come i miei amici del Merlin Slash Fanclub,
ci vedi dello slash...guarda,
lo immaginavo! XD Sono contenta che ti sia piaciuta e che tu abbia apprezzato
l'analisi iniziale di Merlino. Io, invece, ultimamente mi chiedo come abbia
potuto scrivere una cosa del genere...mi succede
sempre.
“Immortal”. Non lo
dico per vantarmi, ma adoro questa storia. Ogni volta che la rileggo il famoso
sorrisone spunta anche a me. E devo ammettere che quel poco di slash che ci vedi tu, ce l'ho visto anche io. Non quando
l'ho scritta, ma quando l'ho riletta. Merlino parla in un modo che sembra
pendere molto più verso l'amore che verso l'amicizia.
“Death”. Sinceramente non so come mi sia uscita una
storia così triste. Certo, le citazioni all'inizio e alla fine della fanfiction mi hanno ispirato. E poi sono brava nelle storie
malinconiche e drammatiche. Ok, abbiamo capito come ci sono arrivata. In ogni
caso, a volte mi spiace pubblicare storie tristi perché so che magari i lettori
preferiscono il lieto fine. Ma non mi riesce!
“Return”. Come
dicevo prima i melodrammi sono il mio piano quotidiano. Nel fandom
di “Stargate” sono famosa per questo. Tutti mi
chiedono finali felici e io gli propino sempre storie
strappalacrime. XD Cambiando argomento, devo dire che sono fiera di me.
Sono riuscita a far dire ad una slasher che la mia
storia è assolutamente priva di slash! Un traguardo!
XD
Ti ringrazio ancora.