Sth about violence
Avviso:
per favore.
PER.
FAVORE.
Leggete la nota finale.
Non commentate se non avete prima letto.
Non chiedo molto, solo attenzione alle mie opinioni/spiegazioni.
Grazie.
Something about Violence
L'arte deve sopprimere la violenza. [Lev Tolstoj]
E la scrittura non deve osannarla...
La giovane è terrorizzata, fissa di fronte a sé con occhi sbarrati lo sguardo del suo predatore.
Uno sguardo sadico, voglioso, di chi ha puntato il proprio pasto.
Ha paura, la ragazza.
Cosa le farà quell’uomo – uomo? Come può essere tale?
Trema, l’ansia l’attanaglia.
Ma intorno a sé non ci sono vie d’uscita...
Il predatore avanza, leccandosi le labbra sadicamente.
Lei è lì, che lo guarda impaurita, il suo bel corpo scosso dai fremiti.
Le mani fremono dalla voglia di sfiorarla.
Il suo corpo si eccita a quella visione...
L’impatto contro il muro la fa boccheggiare, tanto è stato improvviso.
Il corpo dell’uomo è premuto contro il suo, prepotentemente.
La pallida luce lunare riflette i lineamenti del suo carnefice: scolpiti, virili... affascinanti.
Folti capelli ramati lo contraddistinguono.
Gli occhi sono neri, profondi. Promettono inferno, promettono peccato.
Ha paura, sempre più paura.
Il terrore aumenta quando si muove provocatoriamente contro il suo bassoventre.
Impossibile non capire cosa vuole.
E ciò la spaventa...
« T-ti prego», mormora, la voce flebile.
E lui ghigna, ghigna in maniera sadica.
Compiaciuta, quasi...
« Mi piace quando mi preghi».
Per la prima volta, sente la sua voce; bassa, roca, profonda...
Un brivido la percorre, un gemito le sfugge.
E lui continua, continua a premersi contro di lei...
Cosa mi farà?
Compiaciuto la osserva.
Una preda stupenda, una preda con cui giocare e divertirsi...
Le sfiora la guancia, il collo; con il dito scende verso la scollatura dell’abito.
Potrebbe strapparglielo anche subito.
Potrebbe... ma non lo fa.
È più eccitante continuare a giocare...
Non capisce cosa le prende.
Improvvisamente, il suo corpo sembra scaldarsi al tocco di quell’essere.
Risvegliato, sensibile.
Forse... eccitato?
No, impossibile!
Come si potrebbe provare eccitazione in un momento del genere.
Eppure... eppure...
« Basta, per favore», sussurra.
E lui ride, ride di una risata di gola che la fa vibrare.
Un ansito le sfugge quando le sue labbra vengono catturate da quelle vogliose di lui.
Un bacio duro, un bacio voglioso.
Il corpo premuto maggiormente contro il suo.
E lei non è più padrona delle sue emozioni.
È sua, ormai.
Lo sente.
Lo sa.
Così volubili, queste giovani donne.
Così... facili prede.
Non resistono.
Figurarsi...
Sono solo delle sguld-
« Ne ho abbastanza!»
La voce di Bella risuona per tutta la stanza.
Edward la osserva, preoccupato: dire che sua moglie è incazzata è poca cosa.
È furiosa.
« C- come è possibile leggere cose del
genere?!». La vampira comincia passeggiare nervosamente per
la camera, i pugni che si stringono pericolosamente. « Ma
insomma, che dignità c’è in tutto ciò?!
Quale? Come se una potesse eccitarsi nel venire molestata!».
« Tesoro», tenta di intervenire pacato suo marito.
« Sai che il corpo umano reagisce indipendentemente dalle
volontà dell’individuo», la voce si fa sempre
più flebile all’occhiataccia di sua moglie.
« Vallo a dire a Rose: sicuramente deve aver provato piacere
accerchiata da tutti quegli uomini. O dillo alle donne che vengono
violentate ogni giorno nel mondo. Quelle che si trovano davanti un
sorriso cordiale e vengono prese contro la loro volontà»,
urla. « Guarda, ci scommetto tutto ciò che vuoi che poi
fra quei due scoppierà l’ammmmore. Lui la violenterà contro la sua volontà, una, due, tre volte. Lei sentirà emozioni mai sentite prime e poi staranno insieme, felici e contenti».
Sarcasmo, furia, irritazione.
In questo momento, Edward è consapevole che la sua compagna è vicina a perdere la testa.
Del resto, la capisce.
Leggere queste cose non è piacevole.
Soprattutto, perché le ha trovate pure lui un po’... infantili.
C’è sempre stata attrazione verso ciò che è cupo, che viene definito... tenebroso.
Ma tenebroso non significa violenza.
Essere bastardi non significa essere sexy, lo sa bene.
Ma è fin troppo semplice dimenticarsene leggendo. Troppo.
Scuote la testa, dispiaciuto: è impossibile trovare la giusta
soluzione, a questo problema. Perché è sempre
così; il confine è sempre sottile tra fantasia e
realtà.
Ma ciò non giustifica certo alcuni scempi che vengono scritti: donne prese in condizioni estreme, donne che provano sentimenti senza capire. Per non parlare dei commenti: donne che a loro volto sono tutte eccitate dalla situazione, dal momento.
Guarda sua moglie, Edward, e prova ad immaginarla nella stessa
situazione... e in mente tornano le immagini di lei braccata da
quegli... quegli animali in quel vicolo buio. O braccata da James, nella scuola di danza...
Pensare che qualcuno potrebbe provare piacere nel ritrovarsi nella stessa situazione gli provoca nausea.
Porta l’attenzione di nuovo su Isabella, che ha ripreso a parlare.
Lo fa per distrarsi.
« Ammetto che ci sono storie ben fatte, dove viene spiegato
il perché si arrivi a provare un sentimento. Ma c’è
dietro tutto un lavoro psicologico – o almeno la bravura da parte
dell’autore. Ma vogliamo mettere quelle dove la protagonista
subisce di tutto, piange e si dispera, e dopo scopre di provare amore?
O quelle dove il lui stronzo – ah, che sbagli! Stronzo è
una persona strafottente e piena di sé; quello... quelli sono
invece animali! – si riscopre micetto innamorato? Non so, non
so».
Si alza, Edward.
Le va vicino, l’abbraccia.
Ne sente il respiro affannoso, ne sente il tumulto interiore.
« E quelle persone che commentano, pensando solo a quanto
“faccia sangue” il protagonista, senza pensare che
potrebbero trovarsi loro, nella vita, allo stesso posto...».
È un sussurro debole quello di Bella.
Gentilmente, il giovane Cullen le accarezza la schiena, baciandole i capelli.
« A volte è questione di maturità, tesoro. Non
ce n’è abbastanza per affrontare certi temi».
« E allora perché scriverci su, se non si è
capaci? Perché, con tutti i temi possibili, soffermarsi sulla
violenza?»
Sospira, Edward. « Perché... perché. Non ce
n’è un motivo. Scrivendo si impara, soprattutto se si
ricevono giudizi che permettono di confrontarsi e di maturare. Altre
volte si scrive tanto per: perché fa figo scrivere scene hard,
perché fa avere pubblico il parlare del sesso – o della
violenza. O semplicemente perché va di moda.
Altri, invece, non ricevendo mai, quando invece le meriterebbero, certe
critiche, non migliorano, credendo quindi di scrivere robe sensate e
giuste».
« Mi sembra un’assurdità», borbotta Isabella contro la sua spalla.
Anche lui ne è convinto.
Ne ha viste tante di assurdità, nella vita.
E non c’è età che regga: giovani, maturi... tutti ne compiono, di stupidaggini. Tutti ne scrivono.
Ha visto storie stravolte, solo per arrivare al lieto fine finale
– ed intanto l’eroina di turno subisce di tutto e di
più, ma dimenticarsi di certe violenze è fin troppo
semplice, dopo dieci capitoli.
Che nervosismo, ma lo sa pure lui...
« Arrabbiarsi così non serve a niente», le mormora, baciandola sulle labbra.
Dolcemente, scioglie l’abbraccio, trattenendola però per una mano per ricondurla a letto.
La fa sedere, prendendo in mano il portatile, che posa sulle sue gambe.
« Perché non glielo fai capire, Bella? Dì cosa
ne pensi, fai sapere la tua opinione. Se ti sembra che manchi di
rispetto, se ti sembra sbagliato, dillo. È inutile sfogarsi con
chi ti capisce, è inutile infuriarsi e rovinarsi l’umore
per certe cose. No. Si prende, si commenta, si parla. Aiuti te, aiuti
tutti. Il silenzio e l’indifferenza non aiutano mai».
Sorride la sua compagna; vede che è più rassicurata.
Annuisce piano, cominciando a scrivere.
E lui osserva, alle sue spalle, baciandola sul collo.
Sa che non servirà questo per cambiare le cose, lo sa.
Certe schifezze rimarranno sempre.
È solo un primo passo, per sensibilizzare.
Ma tanti piccoli passi fanno un percorso.
Basta solo avere la voglia di percorrerlo.
***
Con questa shot io protesto.
Protesto contro quelle storie
– o presunte tali – che per “amore di pairing”
fanno subire di tutto alla protagonista. E non parlo solo del
fandom di Twilight, succede dappertutto.
Non sono una femminista, certe storie forti piacciono pure a me.
Ma ci sono fan fiction dove non
c’è una trama che regge, dove non c’è
capacità di trattare certi argomenti.
Non si nasce scrittori, è vero. Si impara.
Ma perché partire da temi delicati?
Io apprezzo le storie dove mi fanno capire PERCHÉ si arriva a provare del sentimento, il COME si arriva.
Non APPREZZO dove pur di parlare di
sesso, si fa subire di tutto. O dove, pur di far trionfare il proprio
pairing, si scrivono SCHIFEZZE.
Ho letto dei commenti a certe
storie che mi hanno lasciata allibita: ragazze – a volte donne
– che rimangono estasiate mentre la protagonista, in una
situazione di pericolo, subisce quella che è una violenza.
Sì, estasiate dalla fame sessuale del lui di turno.
O che commentano con un “oh, com’è stronzo”.
Sono stufa di queste cose. Stufa.
Per questo ho cominciato a
commentare tutto ciò che trovo insensato, pur non seguendolo.
È facile dire “non leggere se non ti piace”;
è facile fare gli indifferenti e non commentare, lasciando
storie povere di contenuti povere pure di recensioni. Io ritengo di
essere maturata dalle mie prime storie proprio grazie ai commenti
– grazie a persone che mi hanno indicato dove sbagliavo, dove
dovevo curare di più il testo.
E siccome è un certo periodo
che vedo vari fandom invasi da quelle che trovo siano ficcyne senza
senso, non ci sto più.
Non mi credo la più brava, non mi credo la migliore, però ritengo di avere una testa ed una sensibilità.
Tutto qua.
Non so chi leggerà questa storia, non lo so.
Non so neppure se qualcuno leggerà queste note.
Mi chiedo se chi si rispecchia in
tutto ciò avrà il coraggio di confrontarsi, di dare le
sue opinioni – perché è questo che vuole fare la
mia shot: far reagire per avere un confronto.
Vedremo.
Io pubblico, perché sono stanca dell’indifferenza.
Ed invito anche voi che leggete a seguire l'esempio di Edward:
commentate ciò che è insensato, commentate ciò che
risulta essere violenza ingiustificata.
Non passate oltre, commentate, seppur con critiche negative - basta che siano sensate.
Sennò non se ne uscirà più fuori...
Saluti a tutti,
Anthea
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