Pianeta Wiruan

di Arwen Woodbane
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Premessa:

La storia non è propriamente mia: mi è stato chiesto dall'autrice di terminarla purtroppo già parecchio tempo fa, ma ho potuto solo adesso riprenderla mano. La versione originale arriva fino al capitolo 6 e cercherò di riportarli così come sono, magari facendo qualche modifica qua e là. Inoltre ho pensato di aggiungere un pairing, che prima non c'era, ma di cui per ora non fornisco anticipazioni.

Buona lettura!

Prologo
Mosca, ore 17.25. Quattro ragazzi giravano per la città guardando svogliatamente le vetrine dei negozi, ma in realtà nessuno di loro prestava attenzione a ciò che vedeva. Takao, Max, Rei e il prof. K stavano pensando al loro compagno, anzi ex-compagno di squadra: Kai. Il ragazzo, infatti, aveva voltato le spalle ai suoi amici, per schierarsi dalla parte dei blader russi. Certo, Kai era sempre stato un tipo schivo e taciturno, sempre per i fatti suoi, molto permaloso, distaccato.. ma nessuno dei quattro avrebbe mai potuto immaginare che li avrebbe tradito a quel modo. Con il morale qualche metro sottoterra, i quattro decisero di far ritorno nelle loro camere, in hotel. Durante il tragitto, Takao teneva la mano destra in tasca, stringendo forte il bey al suo interno. Il bey di Kai, Dranzer, che il russo aveva gettato via la sera prima.

Perché? continuava a ripetersi Takao. Il viaggio di ritorno fu molto breve e privo di eventi rilevanti. Attraversata la hall dell’hotel, i quattro presero l’ascensore, che li condusse fino al piano dove si trovavano le loro stanze. Sebbene nessuno ne avesse molta voglia, si recarono tutti nella stanza del prof. K per discutere dell’imminente incontro del campionato, che si sarebbe svolto di li a pochi giorni. Il primo ad entrare fu Max, seguito da Rei, il prof. ed infine Takao che, ancora soprappensiero, andò a sbattere contro Rei. Il cinese infatti, come anche Max e il prof., si erano fermati di colpo appena entrati nella camera.

“Ehi, che succ..?” domandò il capitano dei Bladebreakers. Ma non riuscì a finire la domanda, perché quello che gli si parò davanti lo lasciò senza parole. Nella stanza c’erano diverse persone: due uomini vestiti di nero vicino ad uno dei due letti, in piedi, con tanto di occhiali scuri; al centro della camera, seduto davanti al tavolino, c’era il presidente Daitenji, che li guardava, impassibile, e accanto a lui stava il nonno di Takao, il signor Kinomiya. E poi c’era lui, Kai. Era in piedi, davanti alla finestra, appoggiato al muro, che guardava fuori. Il ragazzo indossava dei pantaloni blu scuro, una maglietta nera con sopra un cappotto, anch’esso nero, che gli arrivava alle ginocchia.

“Kai..” mormorò Takao.

Il blader girò appena il capo, incrociando così gli occhi del suo ex capitano, voltandosi poi per tornare a guardare fuori dalla finestra.





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