Disappear.
Disappear.
If
I beg and if I cry
would it change the sky
tonight?
Will it give me
sunlight?
Should I wait for
you to call?
Is there
any hope at all?
Are you drifting by?
-Allora dovrò farlo
io.-
«
Lidner... »
«
Sì? »
«
Hai riferito a Mello delle nostre indagini? »
«
...Sì. Ma nulla a proposito di Mikami. »
«
Forse
siamo ancora in tempo. Ma se per caso Mello dovesse sapere di Mikami da
Takada e precipitarvisi, andrebbe tutto in fumo. Faccia il possibile
per riprendersi Takada... Anzi, fermi Mello, per favore. »
«
?...
Ma... »
«
Lo faccia. »
**
«
Near... mi dispiace. Non avrei mai pensato che Mello... »
« No. Va bene così. »
Near stava immobile, su una
sedia del quartier generale, impassibile come sempre.
Ma il suo sguardo era spento.
Le dita erano immobili.
Inutile quanto tentasse di passare indifferente, inutile pensare al
giovamento dell'azione di Mello per il caso. Era tutto inutile.
E lui era un bugiardo, mentiva agli altri, mentiva a sè
stesso.
Sentiva il dolore represso pulsargli nelle orecchie, assordandolo.
Mello era morto.
Nessuno avrebbe potuto riportarlo indietro.
Ed era tutta colpa sua.
When I think about
it I know that I was never held or even cared
The
more I think about it the less that I was able to share with you
I
try to reach for you, I can almost feel you
You're nearly here and
then..
Dopo un tempo indefinito, Lidner tornò al
quartier
generale, dopo essere stata sul posto. Near parve non accorgersene,
oppure la stava bellamente ignorando. L'agente lo guardava tra il
preoccupata e l'intimorita.
«
C'era.. solo cenere. Ho trovato questo. »
La donna
si avvicinò
al tavolo di fronte a Near, posandoci sopra con un rumore cristallino
il suo rosario, e senza dire parola scomparì dietro
la
porta. Le fitte allo stomaco di Near si facevano sempre più
violente, sempre più impossibili da sopportare: Non poteva
reggere quella vista, continuava a guardare quel rosario bruciacchiato
e annerito sul tavolo, gli sembrava così fuori luogo
lì
sopra, continuava a fissarlo, come ad allontanarlo da
sè.
Perchè era stato così stupido?!
And
then I lie all by myself, I see your face, I hear your voice
My heart stays faithful
And time has come and time has passed, if it's good, it's got to last
It feels so right
Avremmo potuto essere
primi insieme.
Il ragazzo si alzò di scatto dal suo posto, e
con tutta
la forza che aveva in corpo fece scivolare violentemente la piccola
mano sul tavolo, scagliando il rosario di Mello dall'altra parte della
stanza. Sei
un debole: Questo gli ripeteva la sua mente, fino allo
spasmo.
Non esiste un modo per placare il dolore in certi casi.
You disappear.
**
Near
era ancora in piedi, a testa bassa stringeva tra i pugni l'orlo del suo
pigiama, quando qualcosa gli fece spalancare le palpebre.
«
Ci si rivede, Near. »
Quella
voce. La sua voce.
Allora stava davvero diventando matto. Lui era morto, morto, morto!
Decise di preservare la sua restante sanità mentale
strizzando
gli occhi e cercando di ignorare l'apparizione con cui la sua mente
confusa voleva portarlo alla pazzia.
«
Near.. »
Non pronunciare il mio nome...
ti prego... «
Vattene. Tu sei morto. »
Disse
Near risoluto.
Stava davvero parlando da solo?
« Davvero, avrei dovuto esserlo. Ma in quel caso adesso non
sarei quì, non credi anche tu? »
Gli
rispose stranamente paziente la voce, con uno strano tono difficile da
definire, tra il canzonatorio e il consapevole.
Non era possibile. Non era più solo la sua voce, sentiva i
suoi
passi muoversi per la stanza, sentiva il suo odore, così
stranamente familiare. Non poteva essere confuso fino a questo punto...
voltò il viso da un lato, guardando alle sue spalle.
Appoggiato stancamente allo stipite della porta, con un braccio dietro
la testa, c'era Mello. Il suo
Mello. Forse un pò scarmigliato, impolverato e con gli abiti
un
pò bruciacchiati, ma era lui. E lo guardava. Non era solo un
apparizione. Mello era vivo, ed era lì in quella stanza con
lui.
Il più piccolo si voltò completamente, la bocca
semiaperta e lo sguardo fisso. Ormai non pensava più, non
realizzava, era quasi come un sogno, non gli importava che Mello sto
stesse vedendo in quelle condizioni.
«
Mello... come... »
«
Beh sai, ho acquistato destrezza a sfuggire alle esplosioni, e quella
ragazza era fin troppo goffa per non accorgermi che stava combinando
qualcosa, e così... »
Near si
rivoltò verso il tavolo, mentre l'altro curiosava noncurante
per la stanza.
«
Ecco dov'era! l'hanno portato a te, eh?»
Mello
aveva trovato per terra il suo rosario, lanciato in un attimo di
disperazione dal suo rivale. «
Mh.. ma non credo che potrò continuare ad usarlo... »
L'altro
strinse le mani che aveva poggiate al tavolo.
«
Che cosa ti è passato per la mente? Cosa avevi in programma
di
concludere con il tuo stupido rapimento? Saresti morto per niente! »
Mello si
voltò a guardarlo, sorpreso.
«
E
tu, invece? Saresti morto per una ragione, è così
diverso? Sbaglio o chi non riesce a completare qualcosa,
indipendentemente da tutto quello che ha fatto per giungere alla fine,
è solo un perdente? Volevi fare la stessa fine di L, numero
uno?
» replicò.
«
Tu sei... SEI UN IDIOTA MELLO! »
Il più piccolo sbattè violentemente il pugno sul
tavolo, e rimase così, chino, ansante, con
la frangia che gli copriva parte del viso e le braccia appoggiate al
tavolo. Aveva perso il controllo.
«
Il quaderno era un falso! Lasciando scrivere il mio nome su quel
quaderno non sarebbe accaduto nulla, capisci?! Quando imparerai a non
agire più in questo modo? Saresti morto per uno stupido
errore! »
Mello era
rimasto scioccato da questa rivelazione, adesso tutto acquistava
più senso...
ma non ebbe il tempo di rifletterci troppo sopra.
Una lacrima sgorgò dagli occhi di Near,
scorrendo a
metà per la guancia candida per poi cadere sul pavimento. Il
suo
dolore, la sua rabbia, non potevano più rimanere dentro di
lui.
Si vergognava terribilmente, ma ormai non gli importava più.
Il
biondo era rimasto profondamente colpito: Non aveva mai visto Near
piangere, arrabbiarsi, esprimere i suoi sentimenti in un modo
così... umano.
Lo afferrò per un braccio, costringendolo ad alzare il
volto,
anche se l'altro continuava a tenerlo dal lato opposto. Il suo rivale,
sul quale aveva riversato tutto il suo odio fin dalla più
tenera
infanzia, adesso era lì, le guance rosse per il pianto,
piangeva
per lui.
Dal suo canto il più piccolo non riusciva a focalizzare su
quello che stava succendendo, sentiva gli occhi bruciargli e le lacrime
salire senza fermarsi.
Mello lo strattonò più forte, facendo uscire un
altra
lacrima dagli occhi dell'altro. E per un secondo che sembrò
un
eternità, il secondo più intenso e significativo
della
vita di entrambi, si guardarono negli occhi.
Cosa mi sta succedendo?
Nessuno dei due lo sapeva, nessuno dei due capiva cos'era quella
sensazione di vuoto allo stomaco, perchè il cuore aveva
accellerato i battiti. Quasi senza accorgersene le loro labbra si
toccarono. E non ci fù altro da dire, da spiegare, da pensare.
Entrambi si abbandonarono per la prima volta a quelle emozioni mai
provate, senza alcuna paura, e presto i vestiti non servirono
più.
«
Me-Mello... ti amo. »
«
Ti amo anch'io, Near. »
Ringrazio
di cuore a chi ha recensito, troppo buone <3!
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