My
King
My
King,
perdonatemi, perdonatemi infinitamente per
la mia inettitudine, pensavo di aver trovato il
modo di accrescere le nostre
ricchezze, ma ho fallito.
Il bambino allevato è
cresciuto e si è scagliato contro la mano che l'aveva accudito
ed accompagnato per molti anni della sua vita senza chiede nulla in
cambio se non la fedeltà.
Il bambino è cresciuto e
malgrado i miei numerosi tentativi di tenerlo accanto a me, nulla ha
funzionato.
Mi avevate ordinato di farmelo
amico in modo tale impedirgli di allontanarsi e quando l'amicizia non
è risultata un legame abbastanza forte per riuscire a non
fargli avvertire il bisogno di indipendenze..
Voi, voi mi avete chiesto di
reprimere nel sangue la sua stoltezza.
Mi avete chiesto di comandare le
truppe contro il contigente di ribelli che si era creato nelle nostre
colonie ed io l'ho fatto.
Senza fare domande,
senza ribellarmi ad un volere che,
in parte dentro di me, sapevo essere sbagliato.
In tempi molto lontani, quando
ancora l'Inghilterra non era potetente come ora, anche noi ci eravamo
ribellati per poter divenire uno Stato indipendente.
Romani insediati nel sud
dell'isola si erano opposti all'ordine dei loro generali di tornare
in patria e, restando in quella terra che ormai ritenevano casa,
l'hanno resa ciò che è oggi.
Quando ho combatutto contro
America....contro il mio fratellino, ho visto nei suoi occhi il
medesimo fuoco che ardeva nei miei in tutte le battaglie che ho
combattutto per unificare la nostra terra...la mia isola.
Non è passato molto tempo
da quei giorni, ma a me paion ormai lontani.
Il ricordo di un popolo unito,
almeno in parte, sotto la medesima bandiera e non dilaniato dal morbo
della corruzione politica e della ricchezza.
Il giorno che partii con la
Virginia Company alla volta del Nuovo Mondo non un pensiero negativo
aleggiava nella mia mente, tutti erano riuscito ad "adottare"
qualcuno..
Anch'io volevo avere qualcuno da
istruire, da proteggere...
Qualcuno che mi chiamasse
"fratello" e che contasse si di me, vedevo Austria
entusiasta di Italia del Nord, sentivo Spagna felice di avere Italia
del Sud malgrado il suo caratteraccio..
Perchè io che ero una
Nazione di sicuro migliore di loro non potevo avere un fratellino?
Nel Nuovo Mondo avevo trovato il
piccolo America, prima ancora che lei mi dicesse che dovevo farmelo
amico lui scelse me...
Scelse me malgrado Spagna gli
offrisse la felicità e Francia del buon cibo.
Io in quel momento non avevo nulla
da dargli, ma lui venne da me.
Perchè è finita
così?
Perchè voi umani dovete
essere così avidi?
Perchè lei mi ha costretto
a combattere contro il mio fratellino?
Gli avrei lasciato la libertà
di essere indipendente se solo..
Se solo lei me l'avesse permesso.
Forse avremmo guadagnato molto di
più dalla sua amizia piuttosto che ora dal suo disprezzo.
Posso ancora sentire il suo
sguardo d'odio su di me mentre Olanda, Francia e Spagna lo
spalleggiavano nella guerra contro di me.
Quando questa guerra è
iniziata me lo sono chiesto...
Perchè sono tutti accorsi
in aiuto di un mio nemico?
Possibile che lei non sia riuscito
a stringere alleanza con nessuno?
Possibile che tutti mi odino?
Una vecchia ballata inglese diceva
che la casa sta nel cuore degli amici, ma allora dov'è la mia
casa?
Lei mi parla sempre di grandezza,
di potere,
di ricchezza,
ma la grandenza, la forza..
l'oro..
Nulla di tutto questo ha mai
portato alla felicità, un'alleanza si può comprare,
questo è vero, ma un amico no.
Lei è il mio re, sa bene
che avrà sempre la mia spada e la mia totale lealtà, ma
sa...
Ogni tanto, guardando il mare che
mi circonda spero, dentro di me, di poter un giorno avere almeno una
persona che mi guardi e mi sorrida proprio come America fece il
giorno in cui mi chiese di diventare suo fratello.
Già, casa...
Lei cosa dice?
Un giorno la troverò?
E lei...lei si sente veramente a
casa qui?
In fede
Arthur Kirkland
Allora,
non conosco bene Arthur come personaggio, ma conosco la storia
dell'Inghilterra e penso che il personaggio, in fondo, provasse
questo quando il suo re gli ha chiesto di combattere contro il
fratello...
Questo
è un suo sfogo quando si rende conto di essere, alla fine,
solo.
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