Au-delà
de la mer
Tutto
ciò che li divideva era il mare. La matita, con dolcezza e
precisione, tracciava i contorni di un amore. Si chiamava Jacques
quel pittore di Calais che, seduto sulla sabbia fredda, dipingeva la
distanza di due cuori. I suoi quadri erano tutti uguali. Disegnava il
mare, il cielo e un faro illuminato. Quella luce, la distanza che
percorreva... Quella era la distanza di un amore.
«Aspetterai
anche questa notte che si accenda il faro?» chiese Jeanne.
«Sì,
aspetterò anche questa notte.»
Tutto
ciò che li divideva era il mare. Will lo fissava, il mare.
Era una
distesa nera, eterna e buia, che terminava sulla sponda francese.
Aveva trovato il lavoro al faro di Dover per poter, in qualche modo,
essere più vicino all'uomo che amava. Lo sapeva che era
lì, sulla
spiaggia, ad aspettare che lui accendesse il faro.
Will, facendo
risplendere di luce chiara quel piccolo angolo di Dover, non stava
dicendo alle navi di stare attente: stava dicendo a Jacques che lo
amava. Ancora. Ancora. Ancora.
«Cosa aspetti ad andartene,
ragazzo?»
«Non chiedetemelo, perché non so
rispondervi.»
La
quotidianità
scorreva
tra
un
tea,
un'onda
e una
matita.
L'odore
di
salsedine
era
sempre
presente.
Ed
i sentimenti
venivano trasportati dal vento.
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