ALDEBARAN\ MU
Sono le cose semplici le uniche capaci di emettere un suono anche nel
silenzio.
Semplici come la sua voce che mi sta chiamando.
Riesco a sentirla anche adesso, attraversa il silenzio in cui sono
immerso e giunge fino a me:
- Grazie, Aldebaran, la tua morte non è stata vana. Giuro che
proteggerò Athena -.
Mu, amico mio, compagno che mai mi ha deluso.
Sono certo che non lo farai neanche ora.
La notte eterna in cui sono immerso mi abbraccia, calma, silenziosa.
Non credevo che esistessero i suoni in questa immensità.
La mia vita ha trovato qui il suo compimento, qui ha trovato il suo
scopo.
Sono nato per diventare un Gold Saint, per combattere al fianco di
Athena.
Ed è questo quello che ho fatto...e adesso che sono qui il silenzio si
riveste di suoni, anzi, di un suono soltanto: la sua voce.
Quella voce che ha superato tutte le barriere per portarmi la sua
promessa.
Così come il mio aiuto ha superato le stesse barriere per giungere fino
a lui.
Non sono mai stato una persona dal carattere facile.
Le parole per me erano superflue, preferivo usarle e dosarle a piccole
gocce, così diventavano ancora più preziose.
E con lui è questo quello che ho fatto.
Ed egli attendeva da me questi miei messaggi che diventavano così
suoni preziosi per la sua anima.
Il silenzio ha sempre parlato per noi ed io, in questo silenzio, sono
stato forgiato come ferro rovente sul fuoco vivo.
Il fuoco della sua passione.
Sta combattendo di nuovo.
Posso sentire il suo cosmo come mai in vita ho potuto farlo ed è come
se i miei occhi fossero ancora aperti.
Come se io potessi avere di nuovo i miei sensi, tutti e sei.
Come se io potessi combattere ancora attraverso lui.
Giunge fino a me un ricordo antico, che proviene da altri tempi, tempi
in cui c'era un po' di pace in questa terra martoriata, in attesa dello
scontro finale.
Ricordo il calore che emanava la sua persona seduta accanto a me, il
tramonto che incendiava il cielo e i suoi capelli che avevano assunto
lo stesso colore del cielo, accarezzati da quei raggi infuocati.
Nessuno dei due parlava, non ce n'era bisogno.
Mi perdevo nel nostro silenzio e lasciavo scorrere in me tutte le
sensazione che mi attraversavano, senza intrappolarle.
Affinchè potessero giungere dove erano attese.
E' stato accanto a te, amico mio, che io ho scoperto di nuovo la
preziosità del silenzio.
Quell'assenza di rumori che tanti temono e che invece, accanto a te,
diventava viva, profonda, palpitante di gioia.
Ti attenderò qui, amico mio, perché so che in questa guerra Santa
nessuno di noi sopravviverà, ma so anche che ognuno di noi è pronto a
questo.
Sarà diverso per ognuno, ma questa sensazione di appartenenza non
cambierà.
Appartenenza a colei che per prima ha creduto in noi e in quello che
noi porteremo a termine.
E la ricompensa sarà questo mare silenzioso, calmo, possente nella sua
eternità.
Eternità che è nata con noi e che vivrà in noi, per sempre.
MILO\CAMUS
“Questa luce che noi seguiamo non si spegnerà mai, non è come le altre,
non come le nostre. È diversa da tutte ed è in nome suo che noi non ci
fermeremo mai. Ma tu vieni sempre con me.”
Chino la testa e lascio che i capelli coprano il volto, oscurando, per
un attimo, la luce.
Queste sono state le ultime parole che gli ho detto.
Prima che i Saint di Bronzo arrivassero davanti alla nostra casa.
Prima che io lasciassi passare colui che lo avrebbe ucciso.
Alzo gli occhi al cielo...è livido e una pioggia insistente lo oscura.
Si sta preparando qualcosa di terribile.
Lo sento.
Tutti noi lo sentiamo.
E questo non fa che portarmi alla mente il suo volto quando gli ho
detto che lui sarebbe venuto sempre con me.
- Questa luce è La Luce, l'Unica.
Ed è per quella che non ci fermeremo mai.
Ma che c'entra con il fatto che devo sempre venire con te?-
Era serio chiaramente.
Lui non scherza mai, figuriamoci su un argomento del genere.
Mi guardò, serio in viso e io intanto memorizzavo, per l'ennesima
volta, il suo volto, i suoi lineamenti...che non avrei rivisto mai più.
La sensazione che provavo era come questa.
Si stava preparando qualcosa di terribile.
Intanto arrivavano le notizie dalle altre case.
I Bronze avevano superato la casa di Aldebaran.
Questo non era possibile.
Semplicemente assurdo che uno come Aldebaran si fosse fatto sconfiggere
da dei ragazzini.
E allora che cosa era successo?
Lui non era preoccupato.
Era impensabile che loro potessero preoccuparlo.
Adesso, con il senno del poi, so che quello che sentivo era una
certezza: Quei ragazzini, come li chiamava lui, erano qualcosa di più.
Non erano soli.
Con loro c'era Athena mentre con noi il tradimento.
Il Gran sacerdote era stato ucciso.
Noi lo ignoravamo, certo.
Ma loro no.
- Credi che io ti faccia andare da qualche parte senza di me?-
Scosse le spalle guardandomi, per capire se dicevo sul serio o se stavo
facendo una delle mie battute solite.
Poi, accertatosi che non stavo dicendo sciocchezze, indurì ancora di
più il suo sguardo.
Anche se...anche se una parte di quegli occhi, la più profonda, mi
stava accarezzando:
- Devi.
Noi siamo Saint, Milo, ne più ne meno.
Qualsiasi cosa accadrà questo non dobbiamo mai dimenticarlo.-
E non l'abbiamo mai dimenticato.
Adesso so che se la Luce non si è spenta è grazie a quei piccoli Bronze.
A quei “ragazzini” che portavano la Verità con loro.
Potevo fermarlo.
Potevo fermare Hyoga e non l'ho fatto.
L'ho fatto passare perchè nei suoi occhi ho visto la Verità.
Ho visto quella Luce che accendeva il suo sguardo.
Che lo spingeva a stare in piedi nonostante tutto.
Nonostante le ferite mortali che gli avevo inflitto.
E così ho infranto la promessa che avevo fatto a Camus:
- Ma tu vieni sempre con me-.
Se è possibile il tempo sembra peggiorare.
I quattro Saint di Bronzo stanno combattendo di nuovo, per noi.
Nel regno di Poseidone.
E noi siamo qui, ad aspettare.
Senza poter fare nulla.
La verità è che mi manca.
Tantissimo.
Credevo di essere pronto a superare qualsiasi cosa, e così è stato.
Lui è morto e io sono qui, senza di lui.
E vado avanti lo stesso, ma ogni giorno, ogni ora, ora minuto io rivivo
quell'attimo dentro di me.
Rivivo il momento in cui ho “sentito” che lui stava morendo.
E sento, sempre, lo stesso dolore, lo stesso strazio.
La Luce non si spegnerà e questa è una certezza che nessuno riuscirà a
togliermi ma...quanto è amara.
Quanto è amara questa certezza se non posso più condividerla con lui.
SION E DHOKO
Non mi resta che rimanere aggrappato a queste nostre luci unite che,
giunte a questo livello di profondità, irraggiungibile per chiunque, ci
permettono di andare avanti seguendo la giusta via, qualunque cosa
succeda.
Senza mai perdere la fede.
E noi, la Fede, non l'abbiamo mai persa.
Nemmeno quando l'oscurità sembrava avvolgerci senza pietà.
E la speranza acquistava un significato a noi sconosciuto.
Non ci siamo mai arresi.
Mai.
Distolgo lo sguardo dalla notte infinita che si stende davanti a noi e
mi volto per guardarti.
Nell'alba splendida che il cielo ci regala, i tuoi capelli neri
risplendono ancora di più, come se la notte non volesse arrendersi e
cercasse, con ogni mezzo, di aggrapparsi alla vita.
La tentazione di allungare una mano per sentirli al tatto, vivi e
setosi, è molto forte ma torno a voltarmi verso le stelle, mentre sento
il tuo respiro che si fa profondo.
- Adoro l'alba, te l'ho detto tante volte, credo...-
Un sorriso distende i miei lineamenti, si, me l'hai detto tante volte,
ma io non mi stanco mai di sentirmelo ripetere.
Continui, assorto:
- il momento in cui la luce si fa strada nell'oscurità più totale.
Sembra impossibile, eppure dove c'era solo buio assoluto...anche là le
lame di luce riescono ad arrivare e a farsi strada.
E tu che sei qui e stai guardando, lo sai che cosa vuol dire questo.
Vuol dire che, fra poco, il giorno prenderà il posto della notte.
Senza clamori, senza tinte forti, violente, sanguigne.
Quasi...in punta di piedi.
Eppure...eppure, quando la sua potenza è al massimo, anche la notte si
inchina davanti a lei.-
Taci,mentre l'eco delle tue ultime parole risuona ancora in me.
E' quello che succede ogni volta che combattiamo.
Ogni volta che ci troviamo davanti chi vuole spegnere la Luce per far
vincere l'Oscurità.
Lame di luce aprono il buio, come noi abbaimo fatto, insieme a tutti
gli altri cavalieri, nell'ultima grande guerra.
Ognuno di noi era una lama di Luce che andava a squarciare l'oscurità
là dove era più densa.
Sento il tuo sguardo su di me, questa volta sei tu che ti sei voltato a
guardami.
- Non riuscivo a crederci veramente. Mentre stavamo combattendo e ti
avevo davanti...una parte di me non credeva a quello che stavo dicendo.
A quello che stavo vedendo.-
Lo sapevo.
Te lo leggevo negli occhi.
E pregavo affinchè tu non leggessi nei miei la verità.
Il giorno è arrivato.
Come ogni mattina ci trova qui, seduti su questo promontorio a
strapiombo sul mare.
Restiamo ancora un attimo in silenzio, guardando là dove prima c'era la
notte e poi ci alziamo lentamente.
So che non ti aspetti una risposta.
Non amo molto le parole e tu, in questi anni passati finalmente
insieme, l'hai imparato.
E so perfino che ami anche questo di me.
Per questo, quello che dico adesso, ti stupisce.
Ti stupisce a tal punto da fermarti per voltarti a guardarmi, mentre la
mia voce viene portata via dal vento.
- Sono contento di essere qui, con te.
Di avere la possibilità di guardare, ancora una volta, la luce che
allontana l'oscurità. Insieme a te.-
Abbassi la testa mentre i capelli coprono il leggero sorriso che non
sei riuscito a trattenere:
- Forse tornerà. Forse l'oscurità tornerà. Ma noi saremo pronti a
sconfiggerla di nuovo.
Sempre insieme.-
E, ancora una volta, ti lascio l'illusione di aver avuto l'ultima
parola.
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