NO scopo di
lucro
NO i Tokio
Hotel non mi appartengono
In
another life
I have known you my whole
life
When you were ten, you said you'd make me your wife
and eight years later you won me over
Just as I
took the world on my
shoulders
[The Veronicas-In another
life]
Era
una di quelle calde e afose giornate di inizio giugno e
Nives, che odiava il caldo estivo si era rinchiusa in casa per passare
un
intero pomeriggio avvolta nella frescura delle sue quattro mura.
Il
silenzio era interrotto soltanto dal rumore dell’aria che
veniva spostata dal ventilatore e lei era noiosamente appoggiata sulla
scrivania davanti al computer tenendosi la testa con il palmo della
mano mentre
scorreva le pagine di gossip che il web le offriva.
Non
era una di quelle che leggono riviste di moda e di
pettegolezzi su personaggi famosi scioccandosi perché
Britney Spears si è
rasata a zero e ha problemi mentali, ma quel pomeriggio non aveva
assolutamente
intenzione di mettere piede fuori di casa e alla fine si era ridotta a
spulciare
dall’inizio alla fine tutto quello che trovava minimamente
interessante.
Tra
l’altro non era nemmeno un’amante della tecnologia
e si
vedeva da come si muoveva goffamente attraverso la rete inesperta.
Preferiva
di gran lunga comprare un buon libro e leggerlo in
santa pace sul divano invece di piazzarsi per ore ed ore davanti ad una
macchina estrapolando da siti web di tutto il mondo futili informazioni.
In
quel momento la sua attenzione era stata catturata da alcuni
articoli di giornali che ritraevano qualcuno intento a conversare
allegramente
con una ragazza bionda in un bar.
La
notizia doveva aver fatto scalpore dal momento che i commenti
della giornata erano arrivati a 1700 in poche ore.
Cliccò
sull’icona per accedere alla sezione foto e quando la pagina
finì di caricarsi i suoi occhi blu cobalto si sgranarono.
Il
respiro cominciò a farsi via via sempre più
veloce e le mani
cominciarono a tremare.
La
foto ritraeva due persone, una delle quali Nives conosceva
molto bene.
Cappellino
bianco, treccine nere, maglietta extra-large blu sopra
ad un’altra maglietta bianca, jeans enormi neri e le solite
scarpe bianche.
La
foto risaliva a tre giorni prima.
Nives
sentì gli occhi pizzicarle, soprattutto quando lesse in
fondo ad una foto
“il
playboy sarà disposto a mettere la testa a posto per questa
biondina?”
Per
i due giorni restanti al suo ritorno Nives non accese il
computer, né la televisione, né il cellulare ed
evitò di passare davanti a ogni
giornalaio che si trovava sulla sua strada per evitare di sentire
commenti su
quelle foto o leggere altre cose che le avrebbero fatto solo
più male.
Fece
di tutto in quelle 48 ore per evitare di venire in contatto
con qualsiasi parola, frase o immagine che potesse ricordarle quella
foto.
La
sera del loro, del suo ritorno
aveva fatto scorta di dvd e si era sistemata sul divano pronta per
vederne uno.
Un
giallo poco interessante.
Il
solito detective, il solito omicidio, i soliti tre indiziati,
il solito colpevole che non ti saresti mai immaginato.
Ma
Nives non prestava attenzione alla tv, si limitava a tenere
gli occhi incollati allo schermo che illuminava la sua pelle chiara di
una luce
soffusa.
“starò
via soltanto due settimane, passeranno in fretta e poi
sarò di ritorno”
Questo
era ciò che la sua mente continuava a ricordarle
“mi
mancherai”
Lo
aveva detto lui stesso. L’aveva abbracciata e poi
l’aveva
visto sparire sulla macchina in direzione dell’aeroporto.
I
giorni a venire si erano tempestati di chiamate e messaggini
vari.
Al
mattino, a ora di pranzo, il pomeriggio e la sera prima che
uno dei due andasse a dormire.
Ma
da due giorni questo non succedeva più.
Nives
si era rifiutata di sentire la sua voce o leggere un suo
messaggio, aveva preferito rimanere nel silenzio.
Orma
il film era giunto alla conclusione, il colpevole stava per
essere smascherato e Nives era rimasta esattamente nella posizione
iniziale,
immobile.
Uscì
dalla trans in cui era caduta quando sentì il campanello
della porta suonare allegramente.
Spense
la televisione e si diresse alla porta.
Quando
l’aprì rimase in silenzio a fissarlo apatica.
-Ni-
la chiamò vedendo che non accennava a fare un passo, a
sorridere, ad abbracciarlo come faceva di solito quando tornava da un
viaggio.
-ciao
Tom- disse assente, distaccata
-ehm,
posso entrare?- chiese imbarazzato come se fosse la prima
volta che vedeva quella ragazza.
Fissò
i suoi occhi castani per qualche secondo e poi alzò le
spalle mormorando un “entra” poco convinto.
Nives
si spostò dalla porta facendolo passare e con non curanza
lo seguì attraverso il salone fino alla cucina.
Si
appoggiò al lavello con le braccia incrociate mentre Tom si
accomodò su una delle sedie del lungo tavolo di marmo nero.
Calò
il silenzio nella stanza.
Un
silenzio imbarazzante per Tom che non capiva il comportamento
di Nives.
Un
silenzio gelido per Nives che aspettava una sua spiegazione.
-allora,
come stai? –
Nives
alzò i suoi occhi verso di lui senza rispondere e poi li
spostò bloccandoli sulla panoramica di Berlino.
-ma
perché non parli?-
-non
mi va okay?- disse acidamente
-ma
è successo qualcosa? Sei molto strana Ni-
era
successo soltanto che era partito per l’America due settimane
prima promettendogli che si sarebbero rivisti al più presto.
Era
successo soltanto che mentre lei era a migliaia di chilometri
da lì aspettando il suo ritorno contando i giorni, le ore, i
minuti e anche i
secondi, lui si stava allegramente divertendo con una biondina in un
bar sotto
gli occhi di tutto il mondo!
Era
successo soltanto che quando aveva visto quella dannata foto
il suo cuore era esploso frantumandosi in tanti piccoli pezzettini
irrecuperabili.
E
chiedeva se era successo qualcosa?
No!
Non
era successo assolutamente niente!
-non
è importante-
-ma
per me lo è, voglio sapere cos’è
successo Ni!- insistette Tom
-senti,
non mi va di dirtelo va bene?-
La
fissò poco convinto e decise di lasciar perdere
-va
bene, va bene, se non vuoi non dirmelo- le rispose abbassando
gli occhi.
Poi
il suo sguardo si illuminò e Nives capì quello
che invece lui
stava per dirle
-a
me invece è successa una cosa. Strana, ma è
successa-
Nives
fece una smorfia che avrebbe dovuto somigliare ad un
sorriso, ma fallì nel suo tentativo
-ho
conosciuto una ragazza- iniziò Tom alzandosi dalla sedia e
cominciando a girare per la cucina
-ci
ho parlato e bhe, non ci crederai ma ho scoperto che mi
piace. Si chiama Maddie. È carina e simpatica e poi andiamo
d’accordo in molte
cose-
E
mentre lui continuava con il suo discorso su quella Maddie,
Nives cercava di trattenersi dall’urlargli in faccia di
smettere di parlarle di
lei e della sua perfezione, dei suoi capelli biondi, dei suoi modi di
fare,
della sua carriera.
A
lei non glie ne fregava niente, voleva solo smettere di
ascoltare quelle parole che la stavano pugnalando una alla volta
straziandola.
Come
un assassino che uccide la sua vittima con una morte
crudele, dolorosa.
Sì
ecco, le parole di Tom erano tanti assassini che volevano
ucciderla.
-e
poi va così d’accordo con Bill e gli altri. Non
è egoista e
non è stupida- concluse sedendosi di nuovo sulla sedia. Poi
rimase in silenzio
per qualche secondo ed infine riprese a parlare
-sai,
non mi era mai capitata una cosa del genere. D’altronde lo
sappiamo tutti come sono fatto no? Ma questa volta è
diverso, non c’è solo
attrazione fisica, c’è qualc…- ma si
bloccò
-basta!
Basta non ti voglio sentire, non voglio sentire che mi
parli di lei e della sua vita, stai zitto!-
Non
ce l’aveva fatta. I suoi nervi non avevano retto.
-ma,
Ni…che ti prende?-
-niente
Tom…sono solo stufa di tutto questo!- esclamò
osservando
la sua espressione alquanto confusa
-Ni
io veramente non capisco-
Era
arrivato il momento, dopo tanto tempo di ripensamenti era
finalmente arrivato il momento di raccontare come stavano le cose.
Certo, mai
si sarebbe immaginata un contesto come quello, ma sentiva che era il
momento,
doveva farlo.
Si
passò una mano sul viso pronta a mandare all’aria
tutto ciò
che era riuscita a creare in quegli anni
-parla
Ni dannazione!- urlò Tom spazientito alzandosi dalla sedia
-e
va bene! Vuoi sapere cosa mi prende veramente?- gli rispose lei
nello stesso modo
-sì!
Vorrei sapere perché io torno dopo così tanto
tempo che non
ci vediamo e tu non parli, non sorridi, non mi abbracci come fai
sempre!
Qualcosa è successo per forza e vorrei sapere
co…-
-ti
amo-
Silenzio.
Ghiacciato silenzio
Osservò
l’evoluzione dell’espressione di Tom: incredula,
sorpresa, confusa.
-cosa?-
chiese fissando i suoi occhi in quelli di lei
-ti
amo Tom- ripeté Nives
-e
perché me lo dici adesso?-
Le
sue labbra si incresparono di un sorriso amaro –avrei voluto
dirtelo in un altro momento e in un altro modo, ma tanto sarebbe stato
inutile.scusami-
-da
quanto tempo l’hai capito?-
-da
troppo probabilmente, ma non ho mai avuto il coraggio di
dirtelo-
-cosa
ti aspetti da me adesso? Io non so cosa dire, cosa fare,
non so più niente-
-
tranquillo, non mi aspetto che tu scelga tra me e lei…io ho
perso la mia opportunità-
Lo
vide alzarsi con la testa bassa
-scusami,
ora..ora devo andare…ho bisogno di riflettere, scusami-
Altro
sorriso amaro. Cosa si poteva aspettare se non una reazione
così? Se lo meritava. Aveva sempre pensato che prima o poi
glielo avrebbe detto
ma quello a cui non aveva pensato era che nel frattempo lui avrebbe
potuto
trovare qualcun’altra come infatti era accaduto.
Lo
accompagnò alla porta in silenzio, la aprì e lo
vide andarsene
senza nemmeno dire ciao.
In
un’altra vita sarebbe andata diversamente.
Bene
bene bene…era un po’ che non rispolveravo il
mio archivio di scritti e tra i vari ho trovato questa OneShot che ho
scritto
un anno fa…così l’ho riletta,
aggiustata, modificato qualche cosina et voilà
questo è il risultato finale che sinceramente mi soddisfa.
Non
ci
saranno seguiti mi dispiace per tutte e parlo
anche per tutte le altre OS che ho scritto e che scriverò;
il motivo è
semplice: di queste storie mi piace trattare solo un momento in
particolare.
Inoltre
ho una nuova storia in cantiere già
iniziata ma che procede molto lentamente perché ancora non
sono sicura di
alcune cose; comunque ho deciso di ricominciare a scrivere e per il
momento
andrò avanti con le OS e forse, ma dico proprio forse,
scriverò una FF di pochi
capitoli.
Ora
vi saluto, vi lascio ai commenti…so che leggete
in tante perché lo vedo quindi perché non
lasciate qualche commentino????
Grazie
mille in anticipo, baci!!!
aveva
fatta. isentire,
non voglio sentire che mi parli di lei, e della sua vita, stai zitto!
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